CAPITOLO 18
“Epilogo”
Le pupille dei dieci dovevano
ancora abituarsi a quell’enorme fonte luminosa quando, improvvisamente, udirono
una sguaiata voce femminile urlare.
“… E finalmente riusciamo a
conoscere i nostri fantastici concorrenti!”.
A poco a poco, la loro vista
iniziò ad adattarsi alla luce, facendoli trovare di fronte ad un nuovo muro.
Qualche secondo ancora e si accorsero che questa volta la parete era di
tutt’altro genere, rispetto alle precedenti. Carne ed ossa avevano sostituito il
freddo acciaio.
La voce di poco prima tornò a
parlare “Benvenuti ragazzi! So che ancora dovrete riprendervi da questo piccolo
shock…”.
La platea di persone applaudiva
sempre più rumorosamente.
“M-ma dove siamo?” sillabò una
spaesata, come il resto del gruppo, Sara.
“Bene signori, è giunto il
momento di svelarvi l’arcano…” finalmente a quella stridula voce fu associato un
volto.
Una donna che, nonostante tutti i
trucchetti televisivi possibili, dimostrava i suoi più che quarant’anni, capelli
castani con meches biondi, occhi pieni di mascara, labbra gonfie di natura
alquanto sospetta e seni del medesimo aspetto.
“L-Lei chi è?” chiese timidamente
Stefano, colpito da quel fascino tutto abbondante.
A dargli risposta ci pensò una
alquanto sorpresa Rosa “Sbaglio o lei è Barbara Pantano?”.
“Esatto, mia cara!” strillò
esaltata l’interessata “Sono felice di essere riconosciuta da una giovane e
bella artista come te, così piena
di talento!”.
“Scusi un momento…” richiamò
l’attenzione di tutti Roberto “Ci può spiegare cosa sta succedendo qui?”.
“Oh, giusto!” esclamò lei, con
una faccia così falsamente colpevole “Scusate questa mia mancanza. Dunque,
signori, sono lieta di annunciarvi che, voi dieci, siete stati i primi
concorrenti del più innovativo reality show che si potesse creare”.
“Prego?” fece Marco, con gli
occhi ancora sgranati dallo stupore.
“In parole povere, voi avete
preso parte ad un programma televisivo intitolato “Box” dove, come avete potuto
appurare in prima persona, dieci personaggi famosi, totalmente all’oscuro di
tutto, vengono presi e messi dentro ad una complessa struttura di stanze, al cui
interno si possono trovare le più disparate prove da superare per raggiungere,
infine, il simbolico traguardo rappresentato dal nostro studio”.
“Mi perdoni, signora” si fece
avanti Oscar, il quale stava seriamente rischiando di perdere la sua proverbiale
calma “Tutto ciò è avvenuto senza il nostro consenso?”.
“Non mi dia della signora che
sennò mi fa sentire più vecchia di quanto in realtà sono…” risatina sarcastica
“Comunque, per rispondere alla tua domanda, in effetti non abbiamo avuto
ufficialmente il vostro consenso per iscritto ma, e di questo vi posso
assicurare, i vostri familiari erano costantemente informati del vostro stato di
salute, anche solo guardando le nostre puntate settimanali…”.
Ancora più infuriata si presentò
Carla “Senta, a proposito della nostra salute, ma non eravate preoccupati che,
dato le vostre, come le ha chiamate lei, “prove”, qualcuno di noi potesse farsi
decisamente male?”.
“Di questo potevate stare
tranquilli. Tutti i nostri marchingegni, compresi i vari droni utilizzati, erano
sempre costantemente tenuti sotto controllo dai nostri preparatissimi tecnici
presenti in regia” assicurò la presentatrice, indicandogli svogliatamente
l’ipotetica direzione della sala dei bottoni.
“E per quanto riguarda il gas
verde?” insistette Simone.
“Era assolutamente innocuo”.
I partecipanti caddero in uno
shockato mutismo.
“M-Ma tutto ciò” prese parola
Tommaso “a cosa c’ha portato?”.
“Ti ringrazio dell’osservazione”
riprese la parola la presentatrice “perché, finalmente, è giunto il momento
tanto atteso della serata: La premiazione!”.
Uno sfolgorio di luci e suoni
accolse quella così roboante presentazione.
“Premiazione?” domandò dubbioso
Andrea.
“Esatto! Poiché, data la vostra
straordinaria tenacia, nonché il vostro perfetto gioco di squadra, ognuno di voi
riceverà in premio un’incredibile occasione da prendere al volo!”.
La compagine era sempre più
allibita, vedendo quella donna così esaltata e, nel contempo, tutto quel
chiassoso pubblico che le andava fedelmente dietro.
“Dunque direi di cominciare dalla
mia affascinante collega…” detto ciò, Barbara si avvicinò alla giovane
attrice.
“Rosa Simone” riprese la donna
“il tuo premio consiste in…”.
La ragazza la fissava come se lei
stessa fosse sospesa nel vuoto.
“La parte di protagonista del
film “La chiesa insanguinata”, del regista Jobe Cunniven e di prossima
produzione!”.
L’artista rimase inizialmente
spiazzata “Sul serio?”.
“Assolutamente! Complimenti cara”
le rispose con falsa gioia.
Gli altri non sapevano se
applaudire, come stava facendo la massa anonima nella platea, o chiedere
ulteriori delucidazioni alla signora Pantano.
Quest’ultima, conclusa
l’acclamazione del pubblico, riprese il suo show “Ed ora direi di passare ad un
baldo giovane…” spostandosi vicina alla sportivo del gruppo.
“Caro Tommaso” esordì,
appoggiandogli una mano delicata sulla spalla “ci dispiace per il tuo infortunio
ma, credimi, ciò che sto per dirti ti farà scomparire tutto il dolore che
senti”.
Il calciatore che, essendo ancora
claudicante, continuava ad appoggiarsi al militare, la fissava stranito.
“Infatti il tuo premio è…” altri
secondi di studiata suspense “Un contratto da professionista con il Lecce
Calcio!”.
Tra i nuovi schiamazzi generali
il centrocampista riuscì appena a bisbigliare “C-Come? Il Lecce? Soltanto il
Lecce?”.
“Temo si stia superando il
limite…” tentò di opporsi inutilmente il politico.
“Ma con l’infortunio come farà?”
aggiunse la dottoressa.
Di fatti la presentatrice riprese
ad interpretare la sua professione “Ma ora direi di spostarci verso il vero
fusto del gruppo e, inoltre, il mio preferito! Inutile che lo nasconda…”.
Il poliziotto si trovò
improvvisamente a fissare il suo sguardo suadente mentre lei, con le sue
generose forme, cercava di strusciarsi il più possibile sul suo corpo
statutario.
“B-Beh…” riuscì a proferir parola
lui “Se non altro, hai gusto per gli uomini”.
L’arrapata emise una risata
insopportabile.
“Per te, caro il mio omaccione,
ho qualcosa di davvero fantastico…” riprese Barbara, leccandosi appena le labbra
con la punta della lingua “una collaborazione di un anno con l’International
Police, noto corpo di polizia riconosciuto seriamente a livello
internazionale!”.
Questa volta, il frastuono fu
tale che le pareti dello studio sembrarono vibrare.
“Sono proprio curioso di vedere
cosa possono darmi che io non abbia già” una volta uscito da quell’incubo, la
superbia si era di nuovo impossessata del giovane imprenditore.
“Io spero proprio che mi mettano
a lavorare in qualche laboratorio di robotica” gli confessò all’orecchio lo
scienziato eccitato.
La presentatrice sorrideva ed
applaudiva come se fosse sotto effetto di stupefacenti.
Dopo aver ripetuto due o tre
volte la parola “Fantastico” riprese la premiazione “Dopo questa, direi che
possiamo passare a colui che è considerato la tua vera e propria nemesi…”.
Qualcosa questa volta non
funzionò. Improvvisamente, Barbara Pantano, con occhi sbarrati da matta, cercava
da tutte le parti il soggetto in questione.
“D-D-Dov’è andato?” poi,
rivolgendosi al pubblico “Scusate un attimo signori, c-credo si sia verificato
un incidente tecnico…”.
Anche le persone uscite da quella
diabolica struttura sembrarono inizialmente preoccupati da tale scomparsa ma,
allo stesso tempo, conoscevano anche troppo bene il fuorilegge.
“Scusate, signori” la donna di
spettacolo si rivolse proprio a loro nove “Dov’è andato Andrea? Non era anche
lui qui con voi?”.
Gli interessati si trincerarono
in un assoluto silenzio.
“Io so dov’è andato”.
Con uno scatto del capo, reso
evidente dallo spostamento della folta chioma laccata, la presentatrice fissò il
punto da cui era provenuta quella voce.
Con un ghigno beffardo, Sara le
diede la risposta “Penso sia andato a cambiare canale…”.
In camera di regia, gli occupanti
erano nel caos più totale. Tutti alla spasmodica ricerca del soggetto,
utilizzando le svariate telecamere presenti nello studio televisivo.
“Dov’è finito quello stronzo”
urlò uno.
“Cercatelo! Cercatelo!” ribatté
un altro.
Anche se appena udibile, lo
scricchiolio del tamburo di una pistola caricato fece zittire chiunque.
Il ricercato era proprio davanti
a loro, con la pistola puntata contro di essi.
“Chi è il regista?” urlò ai
presenti l’uomo con la giacca verde.
Questi ultimi, evitando qualsiasi
atto di coraggio, indicarono all’istante una persona seduta davanti a
quell’enorme distesa di monitor. Lui, con le cuffie ancora in testa, aveva la
mascella che tremava dal terrore.
“Complimenti… con questo schifo
vincerai di sicuro un premio!”
BANG.
SI STANNO VERIFICANDO DEI PROBLEMI TECNICI
CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO
FINE
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