NUOVI
DOTTORI E VECCHI COLLEGHI
Doug e Carol avevano lasciato le loro bambine, ormai di sette anni, a
degli amici di famiglia ed erano partiti.
Destinazione: Chicago.
Avevano deciso di andare a trovare i loro ex-colleghi del Pronto
Soccorso del County General Hospital.
Volevano vedere che cosa era cambiato da quando loro se
n’erano andati via.
Arrivarono a Chicago alle undici della mattina.
Erano leggermente emozionati all’idea di tornare nel posto in
cui il loro amore era sbocciato.
E, naturalmente non vedevano l’ora di vedere quante cose
fossero cambiate nel corso degli anni.
Da quando Carol aveva deciso di abbandonare il suo lavoro a Chicago,
avevano tagliato entrambi i ponti con il Policlinico.
Cinque anni prima, Susan Lewis aveva mandato loro una lettera in cui
annunciava la morte di Mark Greene a causa di un tumore al cervello.
La notizia aveva rattristato entrambi, ma, purtroppo, non avevano
potuto lasciare il lavoro per recarsi al funerale del loro amico.
Quella era l’ultima volta che avevano avuto notizie da parte
del policlinico.
Quel giorno, in ospedale, sembrava tutto abbastanza tranquillo.
Tutti i medici erano presenti.
Abby, Ray e Tony si occupavano dei casi meno gravi, mentre Pratt era
impegnato nell’unica emergenza.
Hope e Morris si erano nascosti nello stanzino dei medicinali, per
stare un po’ insieme.
Luka era ad una riunione.
Anche Neela era giù al Pronto Soccorso, a dare una mano a
Pratt.
Frank era al bancone; osservava Sam, indaffarata con le cartelle
mediche.
Quando Carol e Doug entrarono al Pronto Soccorso, la prima cosa che
notarono, fu come fosse cambiato il sistema di sicurezza.
I due si avvicinarono all’accettazione e rimasero molto
sorpresi di non vedere Jerry.
Al suo posto, un uomo, almeno all’apparenza, burbero.
- Cercate qualcuno o avete bisogno di un
medico?
- Oh... Beh, non c’è
Jerry?
- No. Ha deciso di andare in pensione,
dopo quello che è accaduto qualche mese fa. Voi chi siete?
- Mi chiamo Carol Hathaway e lui
è Doug Ross, lavoravamo qui.
- Oh mio Dio!! Carol, Doug!!!
I due si voltarono e si trovarono davanti Ellis.
- Ellis, ti trovo in forma!
- Non dire sciocchezze! Non vedi come
sono vecchia?!
- Non è vero, sei sempre bella
come un tempo.
- Dottor Ross, la finisca!
- Allora, Ellis, dove sono tutti?
- Già, Carter, Benton, Susan...
- Mi sa che siete rimasti un
po’ indietro.
- Cioè?
- Carol?
Doug osservò l’uomo che aveva riconosciuto Carol.
Era alto, slanciato, capelli neri.
Non aveva il camice, ma era appena arrivato.
Si vedeva lontano un miglio che non era americano.
Poi vide Carol sorridere e avvicinarsi a lui.
- Luka! Come stai?
- Bene, grazie.
- Ti presento mio marito, Doug Ross.
- Tuo marito? Alla fine vi siete sposati!
Un'altra?!
Doug si chiese chi fosse quella giovane dottoressa dai capelli lunghi.
Era carina.
Inoltre, a quanto sembrava, conosceva anche lei Carol.
- Ciao Abby!
- Ciao, come stanno le tue bambine?
- Bene, grazie. Ma... Che ci fai con il
camice? Non mi dire che...
- Ebbene si, ero stufa di fare
l’infermiera.
Un colpo di tosse di Doug fece voltare per un attimo Carol nella sua
direzione.
- Come dicevo a Luka, lui è
Doug. Tesoro, loro
sono Luka Kovac e Abby Lockart. Sai, Doug, lei era
un’infermiera
di ginecologia, quando ho partorito. Mi ha aiutato a far nascere le
nostre bambine.
- Beh, allora suppongo di doverti
ringraziare, Abby.
- Bene. Dove sono gli altri?
- Tipo?
- Carter, Benton, la Weaver...
- Beh, forse è un
bene che siate
arrivati ora che faccio pausa! Luka, se avete bisogno, ho con me il
cercapersone!
Abby indicò ai due nuovi arrivati l’uscita.
L’inverno di Chicago non si era per niente addolcito con lo
scorrere del tempo.
Di questo Doug e Carol divennero ben presto coscienti.
E furono felici di accettare la proposta di Abby di entrare in un bar.
- Allora, mi sbaglio o, a quanto pare, ci
sono stati dei cambiamenti da quando me ne sono andata?
- Si, infatti. Non credo che dei vostri
colleghi sia rimasto qualcuno.
- Scherzi? E Benton?
- Lui se n’è andato
da molto tempo. ha
trovato un lavoro migliore di questo. Adesso lavora presso una clinica
privata che gli permette di stare dietro a suo figlio.
- Ah... E la Weaver?
- Se n’è andata da
pochi mesi. E’ andata a San Francisco, e si occupa di
televisione.
- Televisione?!?
- Hey, ci stai forse prendendo in giro?
- No, vi giuro!
- Questa poi! Carol, inizio a credere che
questo sia un universo parallelo.
- Credo anch’io. Ma
continuiamo. Romano?
- Romano?
- Si, il chirurgo più
insopportabile di tutto il pianeta!
- Non lo avete saputo?
- Saputo che cosa?
- Beh, circa tre anni fa, è
successo il
finimondo. A dire la verità è già da
qualche anno
che al policlinico succede di tutto. Comunque... Un elicottero
è
precipitato dal tetto dell’ospedale ed è finito
sul
piazzale del Pronto soccorso. Purtroppo Romano era uscito in quel
momento e... Ci è rimasto sotto... E’ morto.
- Oh mio Dio!
- Non posso crederci...
- Già, sono stati brutti
momenti... Ma chiedetemi pure degli altri membri dello staff.
- Beh, immagino che ora il ruolo del capo
sia caduto su Carter.
- A dire la verità...
- Non mi dire che anche lui ha
abbandonato questo posto...
- Si, è proprio
così.
- E che fine ha fatto?
- E’ in Congo.
- E come diavolo ci è finito?!
- La prima volta che è stato
lì,
è andato per aiutare Kovac. Poi ha deciso di rimanere
lì,
mentre Luka è rientrato. Nei mesi che è rimasto
lì, ha trovato l’amore.
- Hai capito Carter!
- Quando Kem, la sua ragazza,
è rimasta incinta, i due sono tornati a Chicago.
- Vuoi dire che Carter ha avuto un
figlio?!
- Purtroppo no... All’ottavo
mese di
gravidanza, Kem è stata male. Il cordone ombelicale si era
attorcigliato intorno al collo del bambino. Non siamo riusciti a
salvarlo... Dopo questa tragedia, Kem e John sono entrati in crisi e
poco dopo lei è tornata in Congo. Lui ha ripreso la sua vita
al
Pronto Soccorso, ma non era felice. Così ha deciso di
abbandonarci per sempre e raggiungere Kem in Congo.
- Dio mio, quando lavoravamo noi, qui,
non c’erano tutti questi disastri.
- Piuttosto, Susan?
- Susan è...
- Andata via?
- Indovinato! Ma non prima di aver
partorito un bel bambino!
- Davvero?
- Ti stupisci così tanto? Io
ero sicura di tornare e trovare tutti con figli!
- No, le uniche mamme
dell’ospedale, degli ultimi anni, sono state: Susan, Karry e
io!
- E tu?
- Si, ho avuto il piccolo Joe circa dieci
mesi fa...
- Sei sposata?
- No, non ancora. Ma io e Luka ci stiamo
seriamente pensando.
- Luka? Hai avuto un figlio da Luka Kovac?
- Esatto.
- Scusa, Abby. Sbaglio o mi sembra di
aver capito che
anche Karry ha avuto un figlio? No, perché sai, credevo che
lei
fosse...
- Infatti l’ha avuto la sua
compagna, Sandy. Faceva la vigile del fuoco, che purtroppo è
morta.
- Non posso credere a tutto quello che
è successo...
- Dimmi una cosa, adesso, chi dirige il
Pronto Soccorso?
- Luka.
- E chi sono i dottori che ci lavorano?
- Anche se dubito possiate conoscerli,
sono: Greg
Pratt come assistente; io, Ray Barnett e Archie Morris come borsisti.
E, come tirocinanti, Hope e Gates.
- E quanto ai chirurghi?
- Dubenko, Neela...
- La Corday?
- Beh, se n’è andata
a distanza di un
anno dalla morte di Mark Greene. E’ tornata in Inghilterra.
Qui
non stava più bene.
- Chi ha preso il mio posto di capo
– infermiera?
- Samantha Taggart. La ragazza bionda che
era all’accettazione. E’ in gamba.
- E, a proposito, quell’uomo
che stava
all’accettazione ci ha detto che Jerry è andato in
pensione dopo non so che casino...
- Si, è una storia lunga.
Allora,
l’ex-compagno di Sam, è finito in prigione.
Qualche mese
fa l’hanno portato da noi insieme ad altri carcerati per una
rissa che avevano avuto in prigione. In realtà era tutto
preparato. L’uomo ha rapito Sam e suo figlio, dopo aver
ferito
Luka, Jerry e me. Io ho partorito in anticipo, Luka non era grave. Ma
Jerry si. Si è salvato per miracolo.
- Dio mio, sono davvero cambiate un sacco
di cose, da quando siamo andati via.
- Di sicuro la criminalità
è aumentata...
- Già. Ma raccontatemi di voi.
- Beh, c’è poco da
dire. Ci siamo
conosciuti al Policlinico. Io ero un pediatra e lei la capo-infermiera.
A quel tempo, si parla ormai di più di dieci anni fa, Karry
era
il capo, Peter Benton il chirurgo e Greene uno dei migliori dottori,
oltre che amico. E Carter un tirocinante imbranato.
- Imbranato, sul serio?
- Si, te lo posso assicurare. Pensa che
il primo
giorno si è presentato con il camice perfettamente
abbottonato e
non sapeva neanche usare un defibrillatore.
- E pensare che è stato il
punto di
riferimento di quasi tutto il personale attuale finché non
è andato via.
- Beh, è una ruota che gira,
cara Abby. I
tirocinanti di oggi sono gli assistenti di domani.
L’importante
è riuscire a far bene il mestiere a seconda del ruolo che
ricopri.
- Avete mai pensato di ritornare a
lavorare qui?
Doug e Carol si guardarono per un momento.
Fu lei a rispondere per prima.
- Ho dei ricordi bellissimi di questo
posto. Ma non
potrei più tornare a lavorarci. Sono cambiate troppe cose e
non
sarebbe più la stessa cosa.
- Lo stesso vale per me. E poi adesso
abbiamo una
nostra vita lontano da qui. Due splendide bambine che ci aspettano.
- Si, credo di potervi capire.
- Però ci ha fatto piacere
venirvi a trovare.
Anche se sembra di essere andati in un posto totalmente diverso da
quello che conoscevamo.
- E lo è, in un certo senso.
L’ambiente
cambia in continuazione. Ogni nuovo dottore che entra a far parte del
personale porta qualcosa di nuovo con sé. Io ho ricoperto
diversi ruoli, in questi anni. Prima ero un’infermiera di
ostetricia, poi sono passata al Pronto Soccorso e in seguito sono
diventata dottoressa. E mi sono resa conto di quante cose siano
cambiate qui dentro. Ma ogni tanto è bello rivedere i medici
di
una volta. Ma perché non torniamo dentro? Dai.
I tre lasciarono il locale e fecero rientro al Pronto Soccorso.
Doug e Carol, meno disorientati che in precedenza, si guardarono
intorno.
Si, tutto era cambiato.
Nuovi dottori e nuove infermiere affollavano i corridoi di quel posto
che, per tanto tempo, era stato come una seconda casa, per loro.
Non c’era più Jerry al bancone e Karry non sarebbe
più spuntata da nessuna parte per rimandarli burberamente
tutti
a lavoro.
Ma loro due avrebbero sempre conservato quei ricordi preziosi dentro di
loro.
Sapendo che era arrivato il momento dei saluti, si voltarono verso Abby
e videro che era circondata dai colleghi.
- Abby, noi dobbiamo andare.
- Lasciate prima che vi presenti le
persone di cui vi ho parlato prima.
Abby indicò ogni persona dello staff.
- Allora, Luka ormai lo conoscete. Lei
è
Samantha Taggart e lui Greg Pratt. Lui è Gates e quello
è
Ray.
Le porte dell’ascensore si aprirono in quel momento e ne
uscirono Dubenko e Neela.
- Tempismo perfetto! Loro sono Neela
Rasgotra e Lucien Dubenko, i nostri chirurghi.
Poi Abby si rivolse ai colleghi indicando Doug e Carol.
- Ragazzi, loro due sono Doug Ross e
Carol Hathaway.
Un tempo lavoravano qui. Sam, Carol era a capo delle infermiere,
proprio come te, mentre Doug era un pediatra. Ma dove saranno finiti
Morris e Hope?
Un’infermiera passò davanti a loro e si diresse a
passo sicuro verso lo stanzino dei medicinali.
Lo aprì e tutti videro Morris e Hope baciarsi, prima che si
accorgessero di essere stati scoperti.
Entrambi si guardarono imbarazzati, senza sapere cosa dire, soprattutto
vedendo due persone che non conoscevano.
Tutti risero e Doug non potè far a meno di notare che non
tutto era proprio cambiato.
- Tranquilli! Già visto,
già fatto! Continuate pure e scusate
l’interruzione!
Doug richiuse lo stanzino.
- Visto, Carol? Qualcosa è
rimasto uguale!
Carol rise e gli altri fecero lo stesso.
Poi Carol si schiarì la voce.
- Beh, è stato un piacere
conoscervi, ma
adesso è arrivato il momento di salutarci. Noi dobbiamo
tornare
a casa.
- Già, vi auguriamo un buon
lavoro e trattate bene questo posto, mi raccomando.
Tutti salutarono e, ad eccezione di Luka e Abby, tornarono a lavoro.
Carol abbracciò Abby, mentre Luka e Doug si strinsero la
mano.
- Cara Abby, è stato un
piacere rivederti.
- Anche per me.
- Doug, piacere di averti conosciuto.
- Lo stesso per me.
Poi Luka e Carol si abbracciarono, seguiti da Doug e Abby.
- Torna a trovarci di nuovo, Carol!
- E tu bada a tuo figlio, Luka.
- Abby, grazie ancora per aver aiutato
Carol a partorire.
- E’ stato un piacere per me.
Abby e Luka restarono a guardare Doug e Carol allontanarsi verso
l’uscita e li salutarono con la mano, quando loro si
voltarono
un’ultima volta, prima di uscire.
Fuori, Carol sospirò.
- E così abbiamo scoperto che
tutto quello che avevamo lasciato, non c’è
più.
- Già. Ma sono sicuro che
questo posto resterà in piedi ancora per molto.
- Si, il Policlinico sarà
teatro ancora di molti dottori e lotte fra colleghi.
- Non dimenticare degli amori fra
colleghi!
- No, certo! quella è la
migliore parte!
I due si baciarono e poi camminarono abbracciati, nel gelo
dell’inverno di Chicago.
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