Ciao a
tutti! Incredibile, ma vero, finalmente mi sono decisa a pubblicare
una storia su Doraemon.
Ci ho
impiegato un po' per decidermi, perché era da un po' che non
scrivevo qualcosa che non avesse a che fare con i Pokemon.
Perché
decidere di scrivere sul mondo di Doraemon? Perché come è
successo con Ojamajo Doremi e Pokemon, è stato inizialmente
odio e poi amore. Conosco la serie da un anno (premetto che prima non
ero tanto informata sul cartone) e mi sono divorata tutte le puntate
che ho trovato, sia delle prime serie doppiate in italiano, poi i
film in spagnolo e infine la nuova serie animata in giapponese. Sì,
insomma, una mania per Doraemon partita in ritardo.
Ma non
è per questo che sono qui. Ho notato che ci sono davvero
pochissime fic su questo cartone, e mi dispiace perché il
cartone merita di essere visto da più persone. Non solo per la
nuova grafica, ma anche per le storie strutturate meglio.
Quindi
dedicherò qualche storia breve a Doraemon, sperando di
invogliare ad altri scrittori a fare altrettanto.
Vi
lascio alla lettura!
CAMBIO
DESTINAZIONE
Capitolo unico
Il gatto azzurro alzò gli occhi
dal fumetto che aveva tra le mani e guardò verso l'entrata
della stanza. Giusto in quel momento entrò un bambino di dieci
anni, un po' più basso della media, dai capelli neri stirati
da un lato, volto dai tratti volpini, uno sguardo furbo e attento,
con addosso maglietta e pantaloncini.
Al gattone azzurro gli si illuminò
gli occhioni al vedere cosa conteneva il sacchetto.
Dorayaki!- saltò in piedi e
andò subito per prenderli, ma Suneo lo portò lontano
dalla sua portata.
Tsk, tsk- fece cenno di no con il
dito- Prima dammi un ciuski.
Eh?- Doraemon lo guardò
perplesso.
Devo andare alla partita di
baseball- spiegò, mentre si scivolava dalle spalle lo
zainetto- Oggi giocheremo contro una squadra forte, ma non ho avuto
tempo per allenarmi. Gian finirebbe per accorgersene e infuriarsi. E
non voglio certo sfigurare davanti al pubblico- fece un gesto
sistemandosi i capelli e sorridendo come se fosse un divo.
Ti avevo detto di allenarti,
invece di giocare ai nuovi videogames che ti aveva comprato tuo
padre- Doraemon incrociò le braccia corte.
Sì, sì. Avanti,
dammi quel set di gadget sul baseball, che ho fretta- disse
sbrigativamente senza altri giri di parole.
Però, non è
corretto...
Se vuoi questi deliziosi Dorayaki,
devi anche guadagnarteli- disse il bambino tirandone fuori uno e
mostrandolo al gatto affamato di quelle prelibatezze- Pensa, questi
vengono direttamente da quella famosa pasticceria che ne fa a
tiratura limitata. E ne ho fatte ordinare altre, se non ti
bastassero.
Dolci parole. Doraemon frugò
come un matto dentro la sua Tasca Quadrimensionale ed estrasse
guanti, berretto e mazza da baseball. Entrambi i pezzi apparivano
normalissimi attrezzi per lo sport, ma Doraemon e il bambino sapevano
bene quali poteri avevano. Chiunque li usasse aveva le stesse
capacità di un giocatore professionista.
Doraemon non poté salutare
perché aveva la bocca piena di dolci. Era in completa estasi.
I Dorayaki era super buoni, e se li divorò uno dietro l'altro.
La famiglia Honekawa si poteva permetteva il meglio del meglio e
comprare dei Dorayaki di lusso per loro non era certo un problema.
Poteva richiederne quanti ne voleva, purché rendesse felice il
loro bambino.
Eppure...
Guardò l'ultimo Dorayaki in
mano.
Perché aveva l'impressione che
quei dolci gli lasciassero un retrogusto amaro in bocca? Come se, non
si sentisse soddisfatto anche dopo averli mangiati. Ma poi per cosa?
Stava svolgendo ottimamente il suo
lavoro. Da quando era stato inviato dalla famiglia Honekawa del
futuro, ad aiutare il loro nonno del passato, affinché non
prendesse decisioni sbagliate riguardo a certi affari che in futuro
avrebbero dato problemi, lui aveva fatto del suo meglio per stare
dietro a Suneo.
E allora perché quella
sensazione di sbagliare?
Cercò di non pensarci oltre e si
distrasse con la gran quantità di fumetti all'interno della
stanza di Suneo. Come figlio unico, Suneo poteva permettersi di avere
tutto per se. Non aveva mai dovuto dividere con gli altri. A parte le
volte che era costretto a dare le sue cose nuove al prepotente di
Gian. Ma questo era prima del suo arrivo.
Il tempo passò e finalmente
sentì entrare in casa il bambino. Doraemon gli andò
incontro ansioso. Lo vide mentre era abbracciato dalla madre che lo
abbracciava orgogliosa.
Doraemon, abbiamo vinto- disse
Suneo sorridendo vittorioso e staccandosi dalla madre- Stavo giusto
dicendo alla mamma che grazie al mio intervento la squadra ha potuto
vincere senza sforzi.
Be', non è esattamente
così, lo sai...- disse Doraemon, ma né Suneo né
la madre l'ascoltarono.
Oh, il mio Suneo! Ti vado a
preparare un dolce per festeggiare dopo cena!- disse la madre
euforica e corse subito in cucina, mentre Suneo entrava in stanza e
lanciava sul pavimento i tre gadget senza preoccuparsi di rovinarli.
Si sedette sul letto e guardò il gatto che aveva fatto una
smorfia nel vedere i suoi ciuski per terra.
La mamma è così
fiera, che domani mi comprerà un altro gioco. Mi ero già
stancato di quelli che avevo- disse l'altro dando le spalle ai
giochi riposti nell'armadio- Avessi visto il tifo che facevano per
me i miei compagni. A fine partita, mi hanno anche lanciato in aria.
E le ragazze non mi toglievano gli occhi di dosso.
Doraemon con pazienza riprese i ciuski
e li infilò nella sua Tasca Quadrimensionale posta all'altezza
dello stomaco.
Quindi non hai avuto problemi?
Certo che no. Non sono come quel
perdente di Nobita. Se non fosse stato per me, lui avrebbe finito
per farci perdere- ridacchiò divertito- A lui è
toccato come punizione sistemare il campo da baseball. Dovevi
vederlo, Gian gli ha appioppato un bel pugno e lui si è messo
a frignare. Patetico.
Nobita. Non era la prima volta che lo
nominava.
Il gatto rivolse il suo sguardo alla
finestra della stanza. Il sole stava ormai per calare del tutto.
Suneo, tesoro! Doraemon-chan! E'
pronto da mangiare!- li chiamò la madre di Suneo.
Arrivo, mamma!- il bambino uscì
dalla stanza, mentre Doraemon uscì per ultimo. Guardò
assorto il pavimento.
Suneo era felice, la sua famiglia
altrettanto. Quindi, che problema c'era? Certo, gli aveva permesso di
barare, ma non aveva danneggiato a nessuno. O sì?
Il suo pensiero andò a quel
bambino di nome Nobita. Provò per un momento dispiacere per
lui, che poi sparì di fronte ad un piatto succulento e
pregiato.
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Doraemon, ricordi quel ciuski che
mi avevi fatto vedere tempo fa? Il robot che colpisce una persona a
richiesta inserendo una moneta?- Doraemon annuì- Ne ho
bisogno oggi- porse la mano per farselo consegnare.
Ah sì? E per cosa?
Poi te lo racconto- disse Suneo
con un sorrisino, ma vide la diffidenza di Doraemon- Che faccia fai?
Non ti fidi di un bravo ragazzo come me?
No... non è che...- fece
Doraemon indugiando.
Lo sai che non lo userei per fare
del male, no?- fece il finto offeso- Sei stato mandato qui per
aiutarmi, no? E allora non farti pregare- incrociò le
braccia.
Il gatto azzurro fissò la sua
tasca ancora perplesso. Non era tanto convinto dell'uso che ne
avrebbe fatto il bambino.
Doraemon sospirò e tirò
fuori un piccolo omino con cappello e nasone, occhiali scuri e una
piccola pistola ad aria nelle manine.
Tieni- glielo porse e Suneo lo
prese con allegria- Però non abusarne. Sai, è davvero
terrificante quando è in azione e...
Sì, sì- fece
annoiato Suneo afferrando delle monete e infilandosele in tasca-
Bye, bye!
Doraemon sospirò nuovamente.
Suneo non gli prestava attenzione come al solito. E temeva che
potesse combinare qualche scherzo insieme a Gian.
Rimase seduto per una mezz'oretta
cercando di distrarsi, ma non riuscì a trattenersi. Prese il
Copter appoggiandolo sulla testa e prese il volo dalla finestra.
Guardò giù, cercando di
individuare l'amichetto, ma udì prima uno strillo, seguito poi
da un pianto. Si girò e vide un bambino scappare spaventato,
inseguito da un omino che sparava colpi d'aria compressa. Riconobbe
il suo ciuski. Qualcuno aveva dato l'ordine al suo ciuski di colpire
il bambino, e sapeva che non si sarebbe fermato prima di averlo
colpito ben tre volte.
Delle risate nelle vicinanze lo
condussero a due bambini che se la ridevano bella grossa di fronte a
quella scena. Scese giù e atterrò davanti a loro.
Ehi Doraemon, ti sei perso una
scena spassosissima!- disse un bambino grassottello, alto, naso
rotondo, un aspetto che assomigliava ad un gorilla, capelli neri
molto corti, maglietta e pantaloni lunghi. Era l'amico inseparabile
di Suneo, Gian. Conosciuto anche come il bullo del quartiere- Avessi
visto come se la dava a gambe.
Già, già- disse
Suneo accanto a lui. Era incredibile come andassero d'accordo quando
si trattava di prendere in giro qualcuno- I soldi meglio spesi in
assoluto.
Siete stati voi?- fece Doraemon
con tono di rimprovero- Non ti avevo di smetterla con questi
scherzi?- si rivolse a Suneo.
E allora? E' solo uno scherzo
innocuo- alzò le spalle tranquillo.
E non ti preoccupa quel bambino?
Nobita? Oh, non c'è da
preoccuparsi- disse Gian con lo stessa tranquillità- Sapessi
quante volte l'ho preso a botte e il giorno dopo era di nuovo in
forma.
Doraemon si trattenne dal fare qualche
commento poco gentile e guardò arrabbiato Suneo.
Devi fermare il ciuski- ordinò.
Non posso- alzò le spalle-
L'hai detto tu che non si ferma, finché non finisce il lavoro
per cui è stato pagato. E ne avrà per un bel po',
erano tre monete.
Cosa?!- esclamò Doraemon
spaventato- Sono come... come nove colpi! Non resisterà a
lungo!
Si vede che non conosci Nobita-
disse con una risatina, ma Doraemon lo guardava ancora arrabbiato-
D'accordo, avrò anche esagerato. Ma ormai è fatta, non
parliamone più. Piuttosto, andiamo a casa. Devo provare
ancora quel gioco nuovo...
Oh, vengo da te, allora!- disse
Gian con un sorriso. Suneo era un po' meno felice.
Certo, certo- Suneo notò
Doraemon che si rimetteva in testa il Copter- Non vieni?
Devo prima aiutarlo- disse serio e
se ne andò in volo.
Perlustrò per un po' il
quartiere, finché non notò qualcuno nascondersi in un
cantiere abbandonato.
Si avvicinò e vide il suo ciuski
camminare lì intorno. Atterrò davanti all'omino.
Il ciuski lo fisso serio. Doraemon
sapeva che sarebbe stato inutile cercare di contrattare, era
irremovibile, così era stato programmato. Infatti l'omino gli
puntò l'arma, come per intimarlo di togliersi dai piedi.
Doraemon si spaventò, ma in quel momento si sentì un
rumore alle sue spalle e l'omino colpì in quella direzione.
Auch!- saltò fuori da
alcune travi un bambino, toccandosi il sedere dolorante. Subito dopo
prese a correre, l'omino dietro di lui.
Ah, aspetta! Ti avevo detto di
fermarti!- Doraemon tentò in tutti in modi di abbattere il
ciuski, tirando fuori altri gadget che potessero aiutarlo. Ma niente
funzionò con la ferrea decisione del ciuski di terminare il
lavoro. Così allora volò sopra il bambino- Afferra la
mia mano!- gli gridò.
Il bambino non capì subito che
chi gli parlava era sospeso in aria, ma quando finalmente alzò
la testa lo vide.
Il bambino dubitò per qualche
secondo, ma quando l'omino quasi lo sfiora con un colpo, decide di
fare un balzo e afferrare la mano del robot gatto.
Doraemon si sollevò in volo,
trascinando anche il bambino. Sorrise vedendo il ciuski a terra e
fissarli senza fare niente.
Sei in salvo ora!- disse
vittorioso Doraemon, mentre Nobita si guardava giù
spaventato.
Ahh! Attento!- gridò il
bambino, nel momento che l'omino spiccava un salto e sparava nella
loro direzione. Doraemon non poté spostarsi subito per via
del peso e il colpo colpì l'elica del copter.
Entrambi precipitarono urlando e le
loro mani si separarono. Doraemon rimase impigliato in un ramo,
mentre Nobita andò a sbattere contro i rami frantumandoli e
crollò a terra.
No-Nobita!- tentò di
chiamarlo.
Ohi, ohi- fece l'altro alzando la
testa con fatica, per poi ritrovarsi faccia a faccia con il suo
nemico- Ahhh!
Il ciuski lo colpì in pieno
volto, Nobita rotolò con la testa ancora frastornata, ma si
mise subito in piedi per scappare.
Il gatto cercò di liberarsi dal
ramo dell'albero e inseguirli, ma quando li ritrovò era troppo
tardi. L'omino se ne stava andando soddisfatto, dopo aver scaricato
l'ultimo colpo.
Doraemon lo afferrò subito e lo
infilò nella tasca, per poi precipitarsi dal bambino che era
caduto in una pozzanghera dopo il colpo, rimanendo immobile.
Co-come stai?- chiese Doraemon
preoccupato.
… come credi... che stia?-
lo sentì dire, mentre alzava la testa. Aveva gli occhiali
storti, gli occhi in lacrime, sporco di fango anche nel viso e
lividi nel corpo- Come credi che uno stia dopo essere stato colpito
ripetutamente?- disse con un espressione addolorata e arrabbiata.
Io... ho tentato di...- cercò
di dire il gatto dispiaciuto. Il bambino si mise seduto,
asciugandosi le lacrime. Però finì solo per sporcarsi
di più con il fango- Aspetta, ti aiuto.
Non serve- disse l'altro
rifiutando facendo un passo indietro e guardandosi- Cavoli, mia
madre mi ucciderà- si mise in piedi e barcollando si diresse
a casa sua.
Doraemon lo guardò allontanarsi,
incerto se dovesse dirgli qualcosa o offrirsi di accompagnarlo. Dopo
qualche passo il bambino si fermò e si voltò.
Doraemon annuì, sentendosi in
colpa. In fondo era colpa di un suo ciuski se il bambino era finito
in quelle condizioni. Non era stato lui ad azionarlo, ma non aveva
impedito a Suneo di usarlo.
E non era la prima volta che il bambino
finiva nei guai per colpa dei suoi ciuski.
Si diresse a casa propria, dove trovò
Suneo tranquillamente seduto a giocare.
Ma quanto ci hai messo?- fece lui
rimproverandolo- Avresti dovuto essere qui. Gian ha finito per
portarsi via i miei fumetti. Dammi qualche ciuski per riprendermeli
e fargliela pagare.
No- disse deciso Doraemon.
No?- lo guardò sorpreso-
Dimentichi forse chi è il tuo padrone?
Non sei il mio padrone!
Ma è come lo fossi, visto
che ti ha comprato la mia famiglia del futuro!
Questo non vuol dire che sono al
tuo servizio per interessi egoistici o per stupidi scherzi! I ciuski
non hanno questa funzione! E il mio compito non è certo da
farti da schiavetto!
Non capisco perché te la
sei presa così- il bambino fece una smorfia, ma poi sorrise
con furbizia- Non sei interessato a conoscere la famosa cantante?
Sì, certo. Cioè, no,
non mi interessa- incrociò le braccia e gli diede le spalle-
Vado a dormire.
E senza aggiungere altro, Doraemon se
ne andò nella stanza che gli era stata assegnata. Una bella
stanzetta, bene arredata e piena di dolci e giocattoli. Senz'altro i
Hanekawa non gli facevano mancare niente. Una bella vita di lusso e
agi. Doveva esserne felice, altri lo sarebbero stati.
Eppure sentiva di star sbagliando.
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Sentì provenire da lontano la
famigliare voce di un bambino. Aprì appena gli occhi e vide
sfuocata l'immagine di un bambino dai grossi occhiali.
La voce cambiò ad una più
stridula e anche la figura della persona che lo chiamava. Era più
bassa e non portava gli occhiali. Riconobbe Suneo. Era in piedi con
la cartella in spalla ai piedi del letto.
Mhh... che succede?- fece ancora
addormentato, e tentando di tornare a dormire.
Sai, ci ho pensato. E credo che tu
abbia ragione. Non mi sono comportato bene. Che ne dici di
dimenticare tutto e fare la pace?
Mh, bene- disse l'altro
compiaciuto, ma ancora sonnolento.
Ottimo- disse l'altro allegro- Ora
vado a scuola e al mio ritorno andiamo con mio padre, va bene?
Sì, sì.
Ah, per colpa della discussione di
ieri mi sono dimenticato di fare i compiti. Non è che mi
daresti un ciuski per rimediare?
Doraemon spalancò gli occhi e
sbraitò.
Suneo borbottò qualcosa, ma
tanto il gatto non lo poteva sentire. Poi si guardò intorno e
notò la Tasca Quadrimensionale di riserva di Doraemon
appoggiata sul comodino. L'afferrò e la infilò nello
zaino, approfittando che l'altro era già nel mondo dei sogni,
e se ne andò con un sorrisetto furbo.
Doraemon si risvegliò dopo un
oretta. Si guardò intorno ancora confuso. Non ricordava bene
se qualcuno gli aveva parlato prima.
Si stiracchiò e si alzò
dal letto, deciso a fare una revisione ai suoi ciuski, prima che
Suneo tornasse da scuola. Ma poi ebbe un brutto presentimento.
Si guardò intorno spaventato.
No, non lo trovava più. Eppure era sicuro che l'aveva
appoggiato sul comodino la sera prima.
Uscì subito di casa e si diresse
alla scuola. Indossò il mantello dell'invisibilità ed
entrò.
Lì vide dei bambini raccolti nel
giardino del retro nell'ora di ginnastica. Il maestro fischiava e
cronometrava il tempo, mentre una coppia di studenti correva per un
breve percorso. Riconobbe Suneo nel gruppetto in attesa, era insieme
all'amico Gian, che si distingueva subito per l'altezza e la stazza.
Avrebbe voluto avvicinarsi e parlare
con Suneo, ma preferì aspettare che almeno la lezione fosse
terminata.
In quel momento si prepararono per la
corsa due bambini, di cui uno lo riconobbe. Era il bambino di cui
Suneo e Gian piaceva prendersi gioco, Nobita. Come aveva detto Gian
il giorno prima, Nobita si era ripulito ed era tornato a scuola come
se niente fosse accaduto. Anche se ad occhio più attento, si
poteva notare qualche livido dove aveva ricevuto i colpi del ciuski.
Per un momento si concentrò sul
bambino con gli occhiali, e si accorse solo dopo che il maestro aveva
dato il via, che Suneo aveva estratto di nascosto un oggetto simile a
una foglia viola gigante, il Proponi Vento.
E infatti Suneo agitando la foglia
senza farsi notare, crebbe una piccola raffica di vento che andò
a dirigersi ai piedi di Nobita che in quel momento correva.
Sentendosi spingere, non poté fare a meno di inciampare e
ruzzolare in avanti, senza che gli altri si rendessero conto di cosa
fosse effettivamente accaduto.
Nobi!- esclamò il maestro
sbattendosi la mano sulla fronte- Già hai il punteggio più
basso, ora neppure riesci a concludere una corsa senza cadere- disse
esasperato. Gli altri risero divertiti.
Ma... ma... ?- si guardò
intorno senza capire, mentre si rimetteva in piedi. Ma quando lo
fece, sentì un altro scoppio di risate.
Nobi!- esclamò nuovamente
il maestro- Ti sembra il modo di venire a scuola?
Nobita non capì, finché
non si guardò e solo in quel momento notò che non
indossava più il suo completo da ginnastica, ma un grazioso
vestitino rosso comparso dal nulla.
Arrossì dalla vergogna e andò
a nascondersi piagnucolando.
Che frana, eh?- fece Suneo,
nascondendo nella Tasca Quadrimensionale di riserva di Doraemon una
macchina fotografica rosa, che serviva per vestire a piacimento le
persone con un solo scatto. Si avvicinò ad una bambina dai
capelli neri legati in due codine. Lei al contrario delle sue
compagne, non sembrava così divertita dalla figuraccia di
Nobita. Si era limitata ad un sorrisino, per poi preoccuparsi quando
era scappato via- Ammira come corre un vero uomo, Shizuka- disse lui
con tono di vanto attirando la sua attenzione.
Doraemon non si sorprese quando Suneo
usò un altro ciuski per far muovere i piedi velocemente, il
tutto attuando in modo che nessuno se ne accorgesse.
Incredibile Suneo!- esclamò
il maestro impressionato- Questo è un nuovo record- disse
controllando il cronometro.
Mh, sì, ma potevo fare di
meglio- disse Suneo, mentre le bambine lo applaudivano. Anche Gian
applaudiva ammirato, anche se lo aveva appena battuto.
Il gatto sospirò pesantemente,
non poteva fare niente per il momento, anche se era tentato di fargli
fare una figuraccia. Optò per dargliela vinta.
Vide il bambino di prima tornare nel
gruppetto con la tuta da ginnastica cambiata. Aveva lo sguardo
afflitto, ma non disse niente.
Doraemon notò che il bambino,
nonostante fosse circondato dagli altri compagni, nessuno gli
dirigeva la parola, come se fosse ignorato dal resto del gruppo. Ma
lui era non particolarmente turbato, anzi sembrava abituato al
trattamento. Se ne stava in piedi in silenzio, a guardare gli altri
che terminassero gli esercizi e che l'ora finisse. Ogni tanto il suo
sguardo cadeva sulla bambina con i due codini, ma appena lei se ne
accorgeva, lui distoglieva subito lo sguardo e sospirava.
Mentre lo guardava, Doraemon ricordò
le altre volte che lo aveva incrociato per strada. Era un bambino
qualunque, magro, capelli neri con un po' di frangetta, occhiali da
vista, nasino rotondo e lo sguardo perso nelle nuvole. Non spiccava
in niente, era negato negli sport e a scuola prendeva voti
bassissimi. La sua famiglia non era ricca come quella di Suneo,
quindi il bambino dalla faccia a volpino non perdeva occasione per
sbattergli in faccia i vantaggi dell'essere ricchi. Più di
tutto, a Suneo gli piaceva raccontare a tutti delle città che
aveva visitato e invitarli a viaggiare con lui, ad eccezione di
Nobita, che ogni volta ci rimaneva male per essere escluso.
Ricordava la prima volta che lo aveva
conosciuto, quando Suneo lo aveva presentato ai suoi amici. Nobita
gli aveva stretto la mano e mostrato un sorriso dolce e innocente.
Anche nei giorni seguenti, quando Suneo
lo chiamava per giocare insieme a loro, ricordava che il bambino
esibiva lo stesso sorriso, seppur finiva che Suneo e Gian lo facevano
piangere con qualche loro scherzo.
Si chiedeva perché i due bambini
se la prendessero tanto con lui, se alla fine lui non gli aveva fatto
niente.
Doraemon si guardò intorno e
decise di riposarsi su un albero, in attesa che le lezioni finissero.
Quando aprì gli occhi, si
accorse che la scuola era stranamente silenziosa. Balzò in
piedi, rendendosi conto che aveva dormito troppo e i bambini erano
già usciti.
Prese il volo e cercò Suneo. Non
osava immaginare quale altra marachella avrebbe combinato nel
frattempo. Non lo trovò, quindi si fermò al parchetto
abbandonato, dove era solito Suneo andare a giocare con i suoi amici.
Non c'era nessuno però.
Si tolse il Copter e lo guardò,
doveva ricordarsi di ricaricare le batterie. Lo infilò nella
tasca e fece per andare a casa, forse il bambino era andato
direttamente lì.
Qualcosa però lo fermò,
aveva sentito come dei singhiozzi soffocati lì vicino. Si
guardò intorno e capì che provenivano dietro quei tre
tubi abbandonati. Li aggirò e con sua sorpresa vide appoggiato
un bambino in lacrime, tenendosi le ginocchia strette a sé e
il viso nascosto. Anche così lo riconobbe subito. Si avvicinò
e notò che aveva nuovamente i vestiti sporchi e i capelli
spettinati.
Il gatto robot si sedette vicino,
mentre lo sentiva ancora piangere. Provò tenerezza per lui,
anche se in fondo si conoscevano poco.
Era strano. Essere così vicini
in un momento simile, gli dava una strana sensazione di malinconia, e
non capiva il perché.
Qualche minuto dopo, sentì il
bambino calmarsi e mormorare qualcosa.
Come dici?- chiese Doraemon.
Gian mi ha preso a botte, la mamma
si è infuriata per il voto che ho preso, un cane mi ha
inseguito abbaiando e per sfuggirgli ho perso i soldi della spesa...
- raccontò lui.
Oh- Doraemon non sapeva che dire.
Certo era che, il bambino era abbastanza sfortunato.
Non posso tornare a casa, la mamma
è già furiosa con me- disse lui triste.
Immagino. Però sono
convinto che se gli spieghi cosa è successo, lei non...
Tu non la conosci!- scosse la
testa- Ultimamente non faccio che farla disperare... non concludo
niente di buono secondo lei...
Le madri sono apprensive, dovresti
averlo capito. Si preoccupano molto per i loro figli e talvolta
esagerano quando li rimproverano. Ma sono certo che lei ci tenga a
te.
Non è vero. Per lei sono
solo un fallimento. Come studente e come figlio.
Doraemon lo osservò. Era solo un
bambino, non aveva colpa se il suo rendimento non era alto. Alla sua
età non era giusto deprimersi in quel modo.
Provò a raffigurarsi l'immagine
di Suneo. Messi al confronto, Suneo se la passava anche troppo bene,
anche se veniva a lamentarsi spesso e chiedere i gadget futuristici.
Pensandoci, i suoi ciuski erano
sprecati in mano di Suneo. Il vero scopo di quei gadget, era aiutare
i bambini in difficoltà, per spronarli a migliorare e
divertirsi. Suneo aveva già buoni voti, era discreto nello
sport e poteva permettersi tutto il divertimento che voleva. Senza
contare che era bravo ad adulare le persone e scamparla dalle
punizioni.
Nobita invece...
Tirati su col morale, sono certo
che domani le cose ti andranno meglio. Non essere così
pessimista- disse Doraemon con un sorriso- E se qualcosa dovesse
andare storto, puoi venire da me. Insieme possiamo trovare un modo
per risolverlo.
Il bambino alzò appena la testa
per guardarlo serio. I suoi occhi erano rossi dal pianto.
Non lo voglio il tuo aiuto- disse
lui, sorprendendo il gatto. Si alzò in piedi e lo guardò
con rabbia- Credi che non lo sappia? Tu sei in combutta con Suneo e
Gian! Sei qui solo per prenderti gioco di me!
No, no, io...- tentò di
dire alzandosi.
Smettila!- gli gridò- Non
mi fido più di nessuno! Lasciatemi in pace!- si voltò
e corse via versando qualche lacrima.
Nobita!
Doraemon rimase lì dispiaciuto,
poi si decise a rincasare.
Doraemon, dove ti eri cacciato?-
chiese Suneo, mentre canticchiava e giocava con qualcosa in mano
lanciandola in aria- Sono dovuto andare da solo a incontrare la
cantante. Ma non ti preoccupare, mi sono fatto fare l'autografo
anche per te. E poi non dire che non penso a te.
Doraemon lo fissò, stando fermo
all'ingresso della stanza. Suneo lo guardò curioso.
Suneo smise di muovere la mano e mostrò
tre monete.
Queste? Diciamo che le ho trovate,
grazie al tuo ciuski- disse con un sorrisino e mostrando la Tasca
Quadrimensionale di ricambio di Doraemon- Ah, mi tengo ancora la
tasca. Può tornarmi utile domani.
Perché... hai ancora in
progetto qualche altro scherzo da fare?- chiese rimanendo serio.
Suneo incrociò le gambe e guardò con sospetto il
gatto.
Perché, qualche problema?
Ultimamente ti comporti in modo strano, sai? Sembri così...
di cattivo umore.
Penso che sia stata una pessima
idea venire in questa epoca.
Suneo aprì gli occhi sorpreso.
Doraemon?
Io... vado a dormire- disse con
malumore e avanzò qualche passo verso Suneo- Però
prima mi riprendo questo- e afferrò velocemente la sua tasca
di riserva. Suneo non aveva avuto tempo per reagire.
V-va bene! Fa come ti pare!- disse
Suneo riprendendosi dalla sorpresa e sbuffando- Posso fare a meno
dei tuoi ciuski! E anche di te!
Bene!- il gatto sbatté la
porta dietro di sé e con aria stanca si diresse alla sua
stanza. Si buttò nel letto e guardò il soffitto.
Non poteva fare a meno di pensare che
parte delle disavventure di Nobita, erano causate dai suoi ciuski e
dal cattivo uso di Suneo.
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Va bene, va bene...- mormorò
sonnolento- Di che si tratta questa volta?
Doraemon?- fece una voce diversa.
Il gatto aprì gli occhi, sorpreso di vedersi davanti Suneo e
non la figura sfuocata del suo sogno- Stavi parlando nel sonno?-
chiese curioso.
No, io... - si grattò la
testa e notò solo in quel momento l'espressione preoccupata
del bambino- Cos'è successo?
Il bambino sembrò indugiare per
qualche secondo.
Doraemon guardò l'orologio,
erano le undici di sera. Lui si era separato dal bambino quasi
quattro ore prima. Era impossibile che non fosse tornato a casa.
Balzò in piedi e tirò
fuori il Copter.
Il gatto preferì evitare
l'argomento per il momento. Doveva sbrigarsi se voleva trovare
Nobita.
Se di giorno non era semplice trovare
qualcuno dall'alto, di notte era anche peggio. E Nobita era solo un
bambino, girare a quell'ora era pericoloso.
Volò per almeno venti minuti,
chiamandolo ad alta voce, senza però ottenere risultati.
Dovette fermare la ricerca, perché non aveva ricaricato il
Copter e questo iniziava a perdere quota.
Si fermò in una collinetta
vicino al quartiere. Si sedette per terra e sospirò, guardando
gli alberi e i cespugli intorno.
Poi però ricordò che lui
aveva numerosi ciuski, di cui alcuni in grado di ritrovare le
persone. Si sbatté la mano sulla fronte. Come poteva non
averci pensato prima, invece di precipitarsi così senza nessun
piano in mente? Era bastato che Suneo gli dicesse della scomparsa di
Nobita, per agitarlo in quel modo. E poi, perché? Perché
era così in apprensione per lui? Era di Suneo che si doveva
prendeva cura, non Nobita.
Ma prima che potesse fare qualcosa, una
figura sbucò dai cespugli. Il gatto sussultò
spaventato, e anche l'altra persona si spaventò, ma appena la
luce della luna li illuminò, Doraemon non poté che
sorridere sollevato.
Il bambino all'iniziò sembrò
contento di vedere un volto famigliare, ma poi cambiò idea.
Fece un passo indietro, come volendo allontanarsi.
No, aspetta! Non scappare!- disse
subito Doraemon- Ti stanno cercando... i tuoi genitori, le persone
che conosci... sono in ansia per te!
Non è vero!- disse il
bambino e ripercorse i suoi passi. Doraemon gli andò dietro e
notò che il bambino aveva con sé uno zainetto.
Hai deciso di scappare? Perché?
Non sono affari tuoi. Te l'ho già
detto, tu non hai niente a che fare con la mia vita, non sei
costretto ad aiutarmi.
Ma io voglio aiutarti- insistette
Doraemon- Perché non ne parliamo un po'?
Non voglio.
E pensi di accamparti qui?
Scommetto che non hai con te neanche una tenda o un sacco a pelo- il
bambino fece una smorfia di disagio. In effetti nel suo zaino aveva
preso le prime cose che aveva trovato o che pensava fossero
indispensabili, come fumetti, dolci e giocattoli- Di notte fa freddo
e non sai mai cosa si aggiri qui intorno. Senza contare che se vuoi
proprio non farti trovare, questo non è il modo giusto.
Oh, insomma!- si voltò a
guardare infastidito il gatto azzurro- Per quanto ancora mi
seguirai? Hai intenzione di fare la spia?
No- scosse la testa e frugò
nella sua tasca- Ho un ciuski che può servire.
Nel giro di qualche istante, creò
dal nulla un piccolo rifugio. Nobita rimase meravigliato, mentre
Doraemon gli faceva cenno di seguirlo all'interno. Da fuori sembrava
una piccola tenda, ma dentro era attrezzata dei migliori comfort di
un campeggio. Compreso di tavolo, letti e bagno.
Allora, che ne pensi?
Dico che sei grandioso!- disse
Nobita strabiliato, nel momento che la sua pancia brontolò-
Eh, non ho ancora cenato- ammise imbarazzato e aprì lo
zainetto- Non ho con me tanto cibo, ma se ti va di dividerlo con
me...- porse sacchettini, scatolette e lattine su un tavolino-
Avanti, serviti pure.
Ti ringrazio, però... - gli
dispiaceva portargli via quel poco che aveva con sé.
Ah, lo so. Sei abituato ai piatti
pregiati preparati a casa di Suneo- disse con un espressione
imbarazzata e delusa- Staranno cercando anche te. Dovresti tornare.
Non senza di te- disse deciso
Doraemon.
Il bambino lo guardò sorpreso e
sorrise dolcemente. Iniziò a mangiucchiare qualcosa, senza
dire nient'altro.
Doraemon nel frattempo guardava
l'orologio nella tenda. Era passata un'ora da quando era uscito da
casa di Suneo. I genitori di Nobita dovevano essere disperati.
… perché lo fai?-
chiese d'un tratto Nobita. Doraemon lo guardò- Mi stai
aiutando, ma tu sei amico di Suneo e Gian. Non capisco. Non sono
neanche così interessante.
Solo perché sono venuto dal
futuro per Suneo, non vuol dire che non possa passare del tempo con
altre persone. E poi... - guardò assorto fuori dalla
finestrella- Stare con te, non mi annoia per niente. Al contrario,
mi sento a mio agio- lo guardò- Non è vero che non sei
interessante. Sarà vero che non eccelli nelle discipline,
però so che sei sensibile e hai un gran cuore.
Nobita lo guardò nuovamente
sorpreso.
Nobita sorrise.
Il bambino scosse la testa.
Mia nonna era solita elogiarmi da
bambino. Ma da quando se n'è andata, ho iniziato a sentirmi
solo.
Ti manca?
Molto- ammise triste. Si portò
la mano sul petto- E' come un vuoto che ho nel cuore. Come se mi
mancasse qualcosa.
Doraemon lo osservò e lo imitò.
… Anch'io provo la stessa
sensazione, ma non capisco perché- in quel momento notò
che Nobita stava tirando fuori un Dorayaki. Gli si illuminarono gli
occhi, ma cercò di non farlo notare, anche se gli era scesa
un po' di bava dalla bocca.
Vuoi?- il bambino però se
n'era accorto e glielo porse.
No, no- scosse la testa- E' tuo.
Ed è solo uno.
In questo caso...- spezzò
in due il dolce e gli porse una metà- Dividiamo?
Doraemon accettò con riluttanza,
però lo mangiò. Il Dorayaki doveva essere stato
comprato in un negozio qualunque, eppure quando se lo portò
alla bocca, il sapore della marmellata di fagioli era di un enorme
bontà. Non ricordava di aver provato una dolcezza simile,
neanche tra quelli comprati da Suneo. E non capiva perché quel
dolce era così particolarmente gustoso.
Il bambino gli sorrideva allegro mentre
mangiava.
Il bambino arrossì e guardò
altrove.
N-non la fisso...- ribatté
gonfiando le guance. Doraemon fece un sorriso sospettoso.
Ti piace, eh?
Se anche fosse così, che
cambia?- alzò le spalle, spazientito- Per lei è come
se non esistessi...
A me non è sembrato così-
se c'era una cosa che non gli era sfuggito, era lo sguardo
preoccupato di lei quando lo vedeva in difficoltà.
Sì, come no. A lei piace il
perfetto Dekisugi- sbadigliò- Sarà il caso che vada a
dormire.
Nobita annuì e si sdraiò
in uno dei letti a disposizione. Doraemon attese che si addormentò,
poi aprì la finestrella e fece un fischio. Un uccellino gli si
avvicinò. Mangiò un po' di Gelatina traduttrice e gli
sussurrò qualcosa. L'uccellino annuì e volò via.
Doraemon sorrise soddisfatto e poté
andare a dormire tranquillo.
.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:.
Doooraemooon!- fece la voce
di un bambino, seguito da una allegra risatina. Era di spalle, con
le braccia congiunte dietro la spalla, intorno c'era molta luce
accecante- Doraemon, facciamo a chi arriva prima?
Il gatto azzurro lo osservò
mentre il bambino appoggiava sulla testa il Copter giallo e spiccava
un salto, allontanandosi sempre più in quella luce accecante.
I raggi del sole entrarono dalla
piccola finestra. Doraemon aprì gli occhioni disturbato dalla
luce e si svegliò. Si guardò intorno inizialmente
confuso, ma poi ricordò. Si trovava ancora nella collinetta
insieme al bambino che era scappato di casa. Sì, ma lui
dov'era? Si guardò intorno preoccupato. Possibile che
Nobita avesse deciso di andarsene senza avvertirlo? Si alzò
dal letto precipitandosi fuori, nella speranza che non fosse troppo
tardi per raggiungerlo.
Oh, ti sei svegliato Doraemon- il
bambino aprì in quel momento la porta trasportando tra le
mani un fagotto- Bene, facciamo colazione?
Dov'eri andato?- chiese il gatto
curioso di sapere cosa avesse portato Nobita.
Visto che ieri mi hai aiutato,
volevo sdebitarmi- sciolse il fagotto sul tavolo. Si sparsero in
giro palline colorate, che sembravano bacche, mirtilli e more- Ho
raccolto in giro questi frutti- gli sorrise soddisfatto.
Doraemon lo guardò e poi prese
in mano alcune di quelle bacche.
Nobita, queste bacche sono
velenose- disse il gatto analizzandole. Nobita sembrò sotto
shock e guardò meglio quello che aveva raccolto, però
si bloccò al sentire un sibilo. Da sotto la stoffa strisciò
un serpentello.
Ahhhhh!- esclamarono Nobita e
Doreamon, uscendo di fretta e furia dall'accampamento e sbattendo la
porta dietro di loro.
I due ripresero fiato e si guardarono
dietro. Avevano appena rinchiuso lì dentro il serpente con
tutta la loro roba, e non sapevano neanche se era velenoso.
Aaah, sono senza speranza!- disse
il bambino sospirando e lasciandosi scivolare sulla porta. Si
raggomitolò stringendo le ginocchia- Perché combino
solo guai?
Non è colpa tua- disse
Doraemon appoggiandogli una mano- Hai cercato di fare una
gentilezza. Sei stato solo sfortunato.
Solo?- ripeté con sarcasmo-
Pare che io sia nato con la sfortuna.
Non dire così. La sfortuna
è questione di coincidenze. Vedrai che avrai anche tu momenti
di fortuna.
Be', spero proprio che arrivi
presto e ci salvi da quel serpente. Non me la sento proprio di
convivere con lui per il resto dei miei giorni.
Il gatto ridacchiò.
Tranquillo- frugò nella sua
Tasca Quadrimensionale e tirò fuori un becco giallo. Lo
posizionò sulla bocca- Non c'è nessun serpente qui
dentro.
Cosa? Ma certo che c'è, lo
abbiamo visto entrambi...- Doraemon gli aprì la porta e
Nobita guardò dentro con cautela- Hai ragione, non c'è-
lo guardò sorpreso- Come hai fatto?
Il becco “questa bugia è
vera”- indicò la sua bocca- O più semplicemente,
il bugia transformer. Qualsiasi bugia io dica con questo ciuski,
automaticamente diventa vera.
Oh- incrociò le braccia,
poco contento- Ora capisco. Suneo una volta l'ha portato a scuola ed
erano successe alcune cose strane. Quindi c'era il tuo zampino.
Ehm, non è come pensi-
disse Doraemon a disagio e mettendo via il gadget- Non avevo idea di
come l'avrebbe usato Suneo.
Nobita lo guardò poco convinto e
andò verso il suo zaino, chinandosi per raccogliere qualche
oggetto.
Cosa stai facendo?- chiese il
gatto.
Preparo lo zaino, devo rimettermi
in marcia.
Vuoi andartene? Ma qui hai un
posto dove dormire e mangiare...
Mi trovo ancora troppo vicino al
mio quartiere. Mi troverebbero subito- infilò dentro il cibo
avanzato- Sempre che mi cerchino ancora...- aggiunse a voce bassa,
senza poter nascondere la sua tristezza.
Però dove andrai? Hai già
pensato a come farai a sopravvivere?
Non lo so...- si fermò e
guardò assorto lo zaino- Non ne ho idea...
Nobita...- gli si avvicinò-
Sei certo che scappando risolverai i tuoi problemi?
Il bambino era di spalle, ancora con lo
zaino tra le mani. A Doraemon per qualche istante apparve davanti
agli occhi l'immagine fugace di un suo sogno.
Io...- Nobita strinse lo zaino a
sé- che alternative ho? Cosa mi aspetta se ritorno?
Una madre e un padre, un tetto e
cibo, e...- fece una pausa- amici.
Io non ho amici- disse lui senza
voltarsi.
Ne sei proprio certo?- gli porse
la mano. Nobita si voltò a guardarlo- Piacere di conoscerti
Nobita...- gli sorrise dolcemente- Vuoi essere mio amico?
Il bambino lo fissò sorpreso e
senza saper cosa dire. I suoi occhi si fecero umidi. Si voltò
subito dall'altra parte e si strofinò il braccio sugli occhi
sollevando gli occhiali, per poi alzarsi in piedi. Si girò
verso Doraemon esibendo un bel sorriso e porgendogli anche lui la
mano.
.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:.
Nobita!!!- la donna si inginocchiò
e lo strinse con forza tra le braccia- Oh, figlio mio! Stai bene!
Nobita!- l'uomo circondò
entrambi in un abbraccio ansioso- Ci hai fatto così tanto
preoccupare!
M-mamma... papà... mi
state... soffocando...- disse il bambino con fatica. I due genitori
allentarono l'abbraccio. Nobita poté notare gli occhi
arrossati di entrambi e l'enorme sollievo nelle loro espressioni-
Mi... dispiace...- disse sinceramente pentito. Ora che aveva visto
quanta preoccupazione aveva dato ai suoi genitori, si sentiva uno
sciocco a essersene andato in quel modo. E non si sarebbe stupito se
lo avrebbero messo in punizione per un anno.
Non pensiamoci ora- disse il
padre, accarezzandolo affettuosamente sulla testa- L'importante è
che tu sia qui.
La donna annuì d'accordo con il
marito e si asciugò le lacrime.
Nobita annuì sollevato e grato.
Poi si voltò a guardare il robot azzurro.
Ti va di unirti a noi?
Certo, vieni anche tu- disse la
madre raggiante.
Ti siamo riconoscenti per esserti
preso cura del nostro Nobita- disse il padre.
Doraemon sembrò indeciso, però
il sorriso dei tre lo convinse. Quando varcò la soglia di casa
Nobi, l'atmosfera che percepì gli sembrò da subito
familiare. Ed era la prima volta che metteva piede in quella casa.
Nobita e Doraemon accettarono, andarono
in bagno e si immersero nella vasca piena d'acqua calda. Fu un
toccasana per entrambi. Rimasero a mollo, con solo la testa fuori e
le guance arrossate per il calore.
I tuoi genitori sono persone
gradevoli- disse il robot gatto. Nobita annuì.
Sono sorpreso però- Nobita
guardò in alto pensieroso- Sono stato via tre giorni, ma non
sono così agitati come credevo.
Eh, questo perché li ho
continuamente tenuti aggiornati sulla tua situazione.
Eh??- fece sorpreso Nobita- Ma
come hai fatto se sei stato con me tutto il tempo?
Quando dormivi, mandavo un
messaggio ai tuoi genitori rassicurandoli. Ho usato un ciuski per
comunicare con gli uccelli e farli recapitare i miei messaggi. Se
non l'avessi fatto, la faccenda si sarebbe ingigantita. E poi ero
certo che, avresti fatto ritorno volontariamente. Era questione di
attendere.
Questo spiega perché in tre
giorni non abbiamo notato nessun cambiamento- incrociò le
braccia- Lo dicevo io che era strano non vedere nessuno sulle mie
tracce. E tu che hai cospirato alle mie spalle. Ti credevo un amico.
L'ho fatto per te. Se te l'avessi
detto prima, avresti finito per reagire male.
Be', almeno non posso lamentarmi-
si appoggiò al bordo della vasca- In questi tre giorni mi
sono divertito. E' sembrato più una escursione, che una fuga.
Già, anch'io mi sono
divertito- ammise il gatto robot- Ma la prossima volta dovrai
organizzarti meglio se vuoi tentare una fuga.
Oh, dubito che lo rifarò.
Mi basta questa esperienza- risero entrambi- Me l'hai detto tu,
scappare non serve. Affronterò la vita senza tirarmi
indietro.
Bene- sorrise soddisfatto.
Ehi...- Doraemon lo guardò.
L'altro fissava il soffitto- Grazie...
Di niente.
I due uscirono dalla vasca e dopo
essersi asciugati, scesero al piano di sotto per andare a mangiare.
Sul tavolo era già tutto preparato e i due adulti erano lì
ad attenderli.
Doraemon guardò i tre.
Sorridevano e mangiavano di gusto i piatti preparati dalla madre. Non
erano i piatti dell'alta cucina che la famiglia di Suneo gli
preparava, però stare a tavola insieme ai Nobi rendeva gustoso
qualsiasi cibo. Una nuova sensazione di famigliarità lo
pervase, ma cercò di non farci caso.
.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:.
Vai di già?- chiese il
bambino.
Sì, devo tornare dai
Honekawa. Saranno in pensiero anche loro dopo questa mia assenza- si
mise sulla testa il Copter e si avviò alla porta. Fuori si
era già fatto buio.
Mh, immagino che sia giusto così.
Sono loro la tua famiglia- Nobita sembrò un po' dispiaciuto,
però gli sorrise- Allora, ci vediamo domani...
Sì...- annuì e si
voltò a guardare la famiglia Nobi riunita all'ingresso di
casa.
Quando vorrai venire a trovarci,
sarai sempre il benvenuto- disse la madre di Nobita. Il padre annuì.
Grazie- il gatto robot spiccò
il volo e lasciò alle sue spalle la casa dei Nobi, non prima
di aver visto il bambino salutarlo agitando il braccio.
Sorrise e sorvolò il cielo
notturno.
.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:.
Tutto sommato è il minimo
che ti poteva capitare. Il maestro è stato comprensivo.
Questo lo dici perché non
sei tu a dover sgobbare sui libri- si spettinò i capelli
neri- Recuperare tre giorni di compiti, è un impresa ardua
per chiunque.
Il gatto robot ridacchiò
sistemandosi bene sul bordo della finestra.
Almeno ora sai che non sei mancato
solo ai tuoi genitori.
Già...- appoggiò la
matita sulla scrivania e incrociò le braccia dietro la testa-
Mi sono sorpreso. Non mi sarei aspettato che Gian e Suneo mi
avrebbero chiesto scusa.
Suneo è alquanto sbruffone,
ma questa volta ha compreso di aver sbagliato.
Sì...- fece un espressione
sognante- Anche Shikuza era in pensiero per me. Si è anche
offerta di aiutarmi a recuperare nello studio- Doraemon sorrise
vedendolo felice. Era evidente quanto fosse contento delle
attenzioni della bambina.
Nobita, la merenda- disse la madre
entrando in stanza- Oh Doraemon, ciao- appoggiò il piatto sul
tatami. Erano dei Dorayaki- Serviti pure, ne ho preso qualcuno in
più.
Doraemon annuì felice, mentre
Nobita si alzava dalla sedia e andava a sedersi per terra, insieme al
gatto robot. La madre sorrise e uscì dalla stanza.
E' strano- disse d'improvviso il
bambino, mentre mangiavano la merenda.
Cosa?- chiese Doraemon con la
bocca piena.
La mia vita era un disastro...
eppure, da quando sei intervenuto tu, le cose non mi vanno più
così male. Quando sei al mio fianco, ho come l'impressione
che tu ci sia sempre stato.
Doraemon inghiottì l'ultimo
Dorayaki e lo guardò pensieroso.
Sai, ci ho pensato anch'io... E'
da quando ti ho seguito nella collinetta, che continuo a sentire una
strana sensazione. Come se non fosse la prima volta che stavamo
insieme. Come se...
… se ci conoscessimo da una
vita- concluse il bambino e guardò Doraemon- Eppure ci
conosciamo da poco tempo e prima non avevamo avuto modo di parlarci.
Suneo trovava qualche scusa per non invitarmi ai suoi viaggi e
feste.
Già- ammise Doraemon un po'
dispiaciuto dei dispetti di Suneo e guardò assorto il piatto
vuoto- A volte penso che Suneo non ha realmente bisogno di me.
Io...- alzò lo sguardo- avrei dovuto essere mandato a una
persona come te...
Nobita alzò le spalle.
Doraemon sorrise gradevolmente
contento, ma poi il suo sguardo cadde su un punto della stanza.
Arghhhh!!!- gridò a
squarciagola e spiccando un balzo. Nobita sobbalzò dallo
spavento e si guardò intorno come aspettandosi di vedere
apparire un mostro nella stanza.
Che succede??- chiese non vedendo
niente.
Lì, lì!- indicò
il gatto robot saltando sulla testa del bambino, che a malapena
sorreggeva il suo peso.
Doraemon, calmati. Non mi fai
vedere niente- disse il bambino con gli occhi tappati dalle braccia
del robot.
Lì, lì! Mandalo
via!- insistette Doraemon agitandosi e saltando sulla scrivania.
Nobita notò solo in quel momento
muoversi qualcosa nella stanza. Era un piccolo roditore. Il
bambino si alzò e afferrò il topo dalla coda, che non
oppose resistenza, aprì la finestra e lo depositò sul
tetto. Una volta chiusa la finestra, si voltò a guardare
Doraemon, che gli saltò letteralmente in braccio.
Nobita, grazie!- piagnucolò
lui. Nobita non poté fare a meno di sorridere divertito.
Doveva essere il topo spaventato da lui, e non viceversa.
Non credevo che un gatto robot del
futuro avesse questo tipo di paure.
Non è proprio così...-
disse lui triste e si sedette per terra, appoggiandosi alla parete
della cabina armadio. Nobita lo imitò sedendosi affianco.
Tempo fa non avevo paura dei topi,
finché...- si toccò istintivamente la testa pelata e
liscia. Nobita lo notò- Finché un giorno...
... un topo ha rosicchiato le tue
orecchie da gatto- terminò di dire Nobita. Doraemon lo guardò
sorpreso e annuì- Questo spiega perché non hai le
classiche orecchie da gatto.
Guardandomi allo specchio senza le
orecchie, mi sono spaventato molto- sospirò triste.
Ed è lì che sei
diventato blu.
Doraemon si voltò a guardarlo
ancora sorpreso.
Come fai a sapere queste cose? Io
non te le ho mai dette.
Non l'hai fatto- annuì il
bambino incrociando le braccia e guardando il soffitto pensieroso-
Ma non so perché, le sapevo già queste cose. È
come se le avessi sempre sapute. Anche quando sei comparso con
Suneo, ho avuto quella sensazione di conoscere già il tuo
nome.
Doraemon lo guardò perplesso,
però non disse niente. Rimasero seduti un altro po', mentre
dalla finestra si poteva vedere la soffusa luce arancione del sole
calante.
Non dovresti tornare da Suneo?-
chiese Nobita rompendo il silenzio e guardando il tatami un po'
triste.
Uh, sì, ma non c'è
fretta- guardò fuori dalla finestra e mosse le mani
distrattamente.
Sicuro?- insistette Nobita.
Certo. Starà giocando con
Gian ora, non ti preoccupare. Non si sarà neanche accorto
della mia assenza.
Il bambino lo osservò e poi
sorrise compiaciuto.
Doraemon smise di guardare dalla
finestra e si girò verso Nobita.
Non è una costrizione, a me
fa piacere stare qui- disse serio il gatto robot. Non voleva che il
bambino pensasse che era un obbligo per lui- E poi, a Suneo non
serve il mio aiuto- aggiunse. Nobita lo guardò curioso- Lui
può permettersi quello che vuole con i soldi, va
discretamente con lo studio e lo sport, e ha l'abilità di
maneggiare le persone per i suoi scopi- sospirò- Eh sì,
sa cavarsela egregiamente da solo. Quello che gli mancherebbe è
un po' di umiltà. E poi- gli sorrise- a me piace la tua
compagnia. Non sei un asso in quello che fai, ma ci metti
sentimento.
Nobita arrossì imbarazzato e
ridacchiò toccandosi la testa.
Mi chiedo come sarebbero andate le
cose, se invece di Suneo, saresti venuto ad aiutare me.
Già, me lo chiedevo
anch'io...- disse Doraemon soffermandosi a guardare la libreria-
Ahh!- d'un tratto saltò in piedi con un esclamazione e Nobita
si guardò intorno allarmato aspettandosi di trovare un altro
topo- E se fosse davvero così?- chiese indicando il
bambino, come se avesse fatto un enorme scoperta. Nobita non lo
seguiva.
Velocemente Doraemon frugò nella
sua Tasca Quadridimensionale e ne estrasse un oggetto molto
voluminoso. Nobita strabuzzò gli occhi nel ritrovarsi al
centro della stanza una cabina telefonica rossa piuttosto
ingombrante.
Cos'è?- chiese incuriosito,
mentre il gatto robot sembrava stesse controllando il telefono.
La cabina dei desideri- spiegò
Doraemon- Non l'avevi mai vista?
Nobita scosse la testa.
No, raramente Suneo mi faceva
vedere i tuoi ciuski.
Lo immaginavo... Non potevi
conoscerlo... Eppure qualcuno l'ha usato- gli fece cenno alle frecce
poste sulla cima della cabina.
Suneo?- ipotizzò lui.
No, non glielo avevo ancora
mostrato. Ma se è come sospetto... non siamo tanto nel torto-
Nobita lo guardava senza capire, ma vide spuntare un sorriso al
gatto robot- Sai, da un po' di tempo faccio un sogno strano. C'è
una persona che mi chiama, ma ogni volta che tento di raggiungerla,
mi sveglio. Non so spiegarti, ma la sensazione che provo ogni volta,
è la stessa che provo ora a stare in tua compagnia. Come se
noi...
… ci conoscessimo da tempo-
terminò Nobita. Doraemon annuì.
Esatto. E questo mi ha fatto
pensare che non può trattarsi di una semplice coincidenza-
terminò di trafficare con la cabina e infine appoggiò
gli attrezzi per volgere il suo sguardo alla cabina.
Lo so che può sembrare
assurdo o un rischio, o che non cambi niente, ma il mio istinto dice
che devo farlo. Annullerò gli effetti del commando dato in
precedenza- lo guardò con decisione e Nobita non poté
fare a meno di annuire con la stessa determinazione.
D'accordo. Sono con te.
Doraemon sorrise e gli diede le spalle,
mentre prendeva la cornetta del telefono.
Nobita?
Mh?- si avvicinò.
Qualsiasi cosa accada... spero che
rimarremo amici.
Sempre- confermò Nobita,
come se non ci fossero dubbi al riguardo.
Doraemon prese fiato e parlò a
gran voce alla cornetta del telefono.
Un suono simile allo squillo di un
telefono si elevò nell'aria.
.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:._.:*~*:.
Doooraemooon!- pianse un bambino,
andando a cercare conforto da un robot azzurro. Si inginocchiò
e con qualche lacrima agli occhi abbracciò Doraemon.
Che altro succede Nobita?- chiese
preoccupato, aspettandosi già cosa gli avrebbe raccontato il
bambino.
Devi aiutarmi! Gian mi cerca per
picchiarmi! Suneo non fa che farmi scherzi! La mamma è
furiosa per l'ultima verifica che ho preso zero! E Shizuka si è
arrabbiata perché mi ha sentito criticare Dekisugi! Mi odia!-
raccontò agitando le braccia con dramma, quasi fosse la fine
del mondo.
Doraemon alzò gli occhi al cielo
e sospirò.
Che vorrebbe dire che non faccio
altro che lamentarmi!
È così! Invece di
apprendere dai tuoi errori, non fai che ricascarci!
Non è colpa mia se Suneo mi
invita a casa sua, solo per vantarsi dei suoi giochi! Se la mia
famiglia fosse ricca come quella di Suneo, non verrei così
spesso a chiederti aiuto.
I soldi non ti renderebbero un
bambino migliore, Nobita!
Ma sicuramente non avrei bisogno
dei tuoi gadget per risolvere i miei problemi!
Aaah!- esclamò Doraemon di
fronte al piatto vuoto, le guance di Nobita gonfie e la sua
espressione colpevole- Il mio Dorayaki! Te lo sei mangiato! L'avevo
tenuto apposta da parte per mangiarmelo con calma!
Mi dispiace- disse lui, mentre
finiva di inghiottire il dolce- Non sapevo che era tuo. Non trovavo
la mamma e ho pensato che l'avesse lasciato lei.
E così hai pensato bene di
mangiartelo!- disse Doraemon con evidente rabbia- Non potevi usare
per una volta il tuo cervello e pensarci prima di far agire la tua
bocca!
Ehi, ho già detto che mi
dispiace!- disse Nobita un po' risentito delle parole di Doraemon.
Sì, sì, come no!
Tutte le volte è così. Dì la verità che
lo fai apposta!
Non è vero!- si alzò
in piedi, sentendo che si stava arrabbiando. Appena aveva saputo che
era di Doraemon il Dorayaki e aver visto la sua espressione
scioccata, voleva subito uscire di casa per ricompraglielo, ma
Doraemon non gli aveva dato il tempo per parlare. Ora si sentiva
offeso e non se la sentiva più di rimediare al suo errore.
Che poi non l'aveva neanche fatto apposta!
Tante storie per un Dorayaki!
Neanche fosse d'oro!- cerco di sdrammatizzare.
Non un Dorayaki, ma il
Dorayaki- precisò il gatto robot- Avevo messo da parte i
soldi per comprare questo Dorayaki a tiratura limitata! E con la
paghetta di mamma Nobi ci vorranno settimane prima che accumuli di
nuovo quella somma.
Oh, mi dispiace che non abbiamo
così tanti soldi come la famiglia di Suneo!- disse Nobita
incrociando le braccia stizzito e guardando da un'altra parte.
Che c'entra ora Suneo!
C'entra! Se tu vivessi in casa
sua, riceveresti laute paghette e sicuramente non faresti questo
scandalo per un solo Dorayaki!
Ah, certo!- disse Doraemon
imitando il gesto di Nobita e con un sorriso di sarcasmo- Se io
vivessi con Suneo starei benissimo! Non dovrei litigare per la
merenda ogni giorno, non dovrei preoccuparmi che si svegli tardi,
sua madre non si arrabbierebbe per ogni suo brutto voto e non dovrei
dividere la stanza con un ingrato.
Nobita digrignò i denti e guardò
furioso Doraemon.
Se preferisci la famiglia di
Suneo, perché non vai a vivere da loro! O meglio ancora,
perché non ti occupi di Suneo da adesso in poi e mi lasci in
pace! Ne ho abbastanza di sentire i tuoi sermoni!
Oh, ne sarei incantato! Mi
sembrerà di essere in vacanza!
Ottimo, allora vai pure!- disse
ravvicinando il suo viso contro quello di Doraemon, mentre i due si
lanciavano scintille di astio dagli occhi e ringhiavano come due
cani.
Certo che me ne vado!- Doraemon
allontanò il viso, facendo perdere l'equilibrio a Nobita, che
cadde a terra- Anzi, farò di meglio- frugò nella sua
Tasca Quadridimensionale e tirò fuori la cabina dei desideri
sbattendola sul pavimento. Nobita si mise seduto- Posso fare in modo
che Suneo sia la persona che avrei dovuto aiutare, e non tu.
Lo guardò in modo di sfida,
aspettando una reazione da Nobita. In cuor suo sperò che il
bambino si ravvedesse, lo fermasse e che potessero far pace. Non
sapeva neanche lui perché si era spinto così
all'estremo nella discussione. Nobita captò la sua
indiretta, ma era così arrabbiato e offeso, che questo gli
impedì di cedere per prima. Voleva che fosse lui per prima a
chiedere scusa.
B-bene! Stupenda idea! Fa pure!-
disse con un sorriso sicuro, quando in realtà era teso e
preoccupato. L'aver tirato fuori quella cabina lo inquietava. E se
il gatto robot non stesse fingendo e fosse davvero intenzionato a
farlo? No, non avrebbe mai potuto... Sì, insomma, lui era
Doraemon, non aveva mai fatto niente di così estremo.
Doraemon lo guardò per un
istante dispiaciuto, dopo aver ricevuto una risposta che non si
aspettava. Allora per Nobita non importava niente di lui? Non gli
cambiava niente se facevano questo scambio?
Abbassò la testa, per non farsi
vedere triste ed entrò nella cabina.
Nobita lo guardò allarmato. Lo
avrebbe fatto davvero? Non gli importava niente della loro amicizia?
Davvero gli sarebbe piaciuto vivere nella famiglia di Suneo?
Allora... lui era infelice a casa loro? Quest'ultimo pensiero lo
intristì molto e si chiese se dopotutto non fosse la cosa
migliore per Doraemon. In fondo, a lui importava davvero la sua
felicità. E se era questo che desiderava, non lo avrebbe
fermato. Anche se si sarebbe dovuto separare per sempre dall'amico.
Allora... io vado- disse Doraemon
afferrando la cornetta del telefono, con la fievole speranza che
Nobita reagisse. Gli sarebbe bastato anche solo una parola da
Nobita, per mandare al diavolo la cabina e l'assurda idea di
dividersi da lui.
Nobita si alzò in piedi e lo
guardò serio.
Ma era chiaro a quel punto, che nessuno
dei due si sarebbe tirato indietro.
Un lungo driiing partì dalla
cabina e si estese nell'aria.
Quando lo pronunciò per
davvero, se ne pentì nello stesso istante. Ma non ebbe il
tempo di voltarsi e guardare Nobita, che lui era già
scomparso... dalla sua vista e... dai suoi ricordi. Il seguente
che ricordava, era di trovarsi a casa di Suneo e che quella fosse la
cosa più normale del mondo.
Un bambino e un gatto robot erano in piedi al centro
della stanza, alle loro spalle un enorme cabina telefonica rossa. Il
silenzio regnava sovrano nella stanza, il suono del campanello
rimbombava ancora nella loro testa. I loro sguardi persi si
incrociarono, incapaci di dire qualcosa.
Nobita! Dora-chan!- esclamò una donna
entrando nella stanza e rompendo il silenzio, facendo sobbalzare i
due che istintivamente si abbracciarono. La madre guardò
l'enorme cabina- Ancora a giocare con uno dei gadget di Dora-chan-
mormorò un po' esasperata- Mettetelo via e scendete. Sono
appena tornata dalla spesa e vi ho preparato la merenda- uscì
dalla stanza senza aspettarsi i commenti dei due.
Nobita e Doraemon si accorsero di essere ancora
abbracciati. Si staccarono subito e guardarono imbarazzati il
pavimento.
Si guardarono in silenzio, poi sorrisero ridacchiando.
Si abbracciarono e risero versando qualche lacrime di felicità.
Non avrei dovuto essere così testardo- si
scusò Nobita.
Non avrei dovuto prendermela per così poco-
si scusò Doraemon.
Mi sei mancato.
Anche tu. Sono contento che tutto sia tornato come
prima.
Mh- annuì e poi si staccò
dall'abbraccio un po' triste- Però, sei certo della tua
decisione? Non stavi meglio da Suneo?
Il gatto robot scosse subito la testa.
Nobita sorrise soddisfatto a quella risposta.
Doraemon annuì e mise dentro la sua tasca la
cabina dei desideri. Entrambi scesero le scale ed entrarono in
salotto, dove c'era la madre che stava sgranocchiando un
biscotto. Guardando i Dorayaki che li attendevano per la merenda,
non poterono far a meno di ridacchiare per la coincidenza.
Mh? Tutto bene voi due?- chiese la madre
sospettosa per il loro sorriso complice.
Eh? Perché?- chiesero i due mentre si
sedevano.
Non so, sembrate diversi oggi.
I due alzarono le spalle e mangiarono. Doraemon
assaporò il dolce quasi estasiato, mentre Nobita e la madre
gli sorridevano. Era proprio così, il cibo migliore era quello
condiviso con la propria famiglia.
Nobita sorrise sollevato. Almeno Shizuka non lo odiava
del tutto dopo quel bisticcio.
Ci andiamo subito- disse Doraemon prendendo Nobita
per il braccio.
Ma... - fece incerto Nobita. Per quanto fosse
felice che Shizuka lo avesse invitato a casa sua, non era detto che
l'avesse perdonato del tutto. Doraemon gli diede un Copter e gli
sorrise sicuro.
Così eviteremo Gian e tu potrai fare la
pace con Shizuka.
Nobita annuì grato. Era davvero felice che
Doraemon fosse al suo fianco. Osservò il gatto robot
spiccare il volo e attenderlo. Guardandolo, in cuor suo ringraziò
il giorno che Sewashi l'aveva portato da lui e non da un altro
bambino, perché era la cosa più bella che avesse mai
ricevuto. La sua amicizia.
Nooobita!
Arrivo! Arrivo!
E avrebbe fatto di tutto per stare sempre con lui.
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Ci tengo a lasciare delle precisazioni. I gadget di
Doraemon, in alcuni siti li ho visti trascritti “ciuschi”
e in altri “ciuski”. Sono andata per la seconda opzione.
Takeshi Goda, il bullo della serie di Doraemon, viene
soprannominato in Italia “Gian”, un abbreviazione della
parola “gigante”. In Giappone il soprannome viene
pronunciato Jaian. Sebbene preferisca la parola Jaian che è
più fedele all'originale, per questa volta ho lasciato la
traduzione italiana, così come i nomi dati ai gadget di
Doraemon. Esistono diverse versioni dei nomi e anche i ciuski nelle
varie serie animate cambiano aspetto. Ho cercato comunque di essere
il più possibile fedele, ove possibile.
Per qualsiasi curiosità visitate anche il mio
blog: www.nobitaland.tumblr.com
Ci vediamo alla prossima fic!
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