Who You Are

di Pseudonimo Letty
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Ciao! 

Dunque, da dove posso iniziare? Ho scoperto Lorax solo nel 2014 e me ne sono istantaneamente innamorata. Ovviamente mi sono innamorata anche di Once-ler (ditemi che non sono l'unica!) e come ogni pazza maniaca da chiudere in manicomio e buttare la chiave buona fangirl ho pensato di scirvere la mia verisone di una presunta storia tra Oncie e un personaggio nuovo.

Perciò non tergiversiamo oltre; vi lascio alla storia.
Buona lettura ;) 

Disclaimers:

- Lorax, Ted e i luoghi citati (Thneedville e la Valle di Truffula in primis) appartengono al Dr.Seuss

Prologo

Gli occhi azzurri della ragazza osservarono attentamente il paesaggio.

Intorno a lei, alberi di Truffula rossi, gialli e arancioni crescevano selvatici e rigogliosi.

"Deve tenere davvero molto a questi alberi..." pensò aggiustandosi il cappuccio della felpa blu, di modo da nascondere il viso.

Improvvisamente si domandò se avesse DAVVERO fatto bene ad andare in quel luogo. Osservò la casa dalla struttura sbilenca e sentì una fitta di paura nel cuore.

"Ok, ok, calma. Devi solo stare calma" pensò stringendo la tracolla della chitarra per infondersi fiducia.


"Non c'è Paura se non le dai la possibilità di esistere"


Le "parole magiche" le infusero quella sicurezza e quel coraggio che da tempo non sentiva più. Inspirò profondamente; il profumo vagamente zuccheroso e fresco delle Truffule fu come un balsamo per il suo corpo stanco.

"Aveva ragione sull'odore delle Truffule..." pensò deliziata.

Dei piccoli artigli le si avvinghiarono alla gamba sinistra, facendola sobbalzare.

"Tranquilla, Pinzillacchera." commentò carezzando la testolina dell'orsetto. "Non avere paura. Tra poco tutto finirà"

... O forse qualcosa inizierà?


Dalla finestra più alta, il vecchio signore dai guanti verdi sorseggiava una tazza té freddo assieme a Ted.

Era un pomeriggio tranquillo come tutti gli altri... Finché le note di una chitarra elettrica non entrarono nelle sue orecchie e lo riportarono indietro di molti anni.

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Piccoli singhiozzi echeggiavano nella grotta. Singhiozzi limpidi e piccoli come le gocce che cadevano dal soffitto naturale di pietra.

"Bambina, perché piangi?"

Una voce vicino a Lei la fece sobbalzare, provocando l'aumento della sua paura.

Davanti a sé, un ragazzino la stava fissando, una torcia pesante e dalla luce debole puntata verso di lei.

"Sigh... Sono entrata nella grotta e mi sono persa..."

"Perché sei venuta fin quaggiù?"

"P-Perché, volevo vedere se c'era qualcosa..."

Il bambino osservò la bambina per alcuni secondi; poi sorrise.

"Ehi! Anch'io sono sceso quaggiù per vedere cosa c'era sotto al collina! Se vuoi ti porto all'uscita della caverna" aggiunse allungando una mano verso la piccola, ancora per terra e mezza tremante.

"Io mi chiamo Once-ler"

La bambina tese la piccola mano verso di lui.

"Io mi chiamo Gloria"





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