Il diario al contrario

di LonelyWriter
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Fu il freddo a costringere il diario a rialzarsi. Non ne poteva più della neve. Ci aveva  giocato a lungo ma il vento era gelido e lo spinse ad andarsene.
Insieme a lui sette ombre spensero il misero fuocherello che parevano adorare, per seguirlo. 

 

-“Per mille capitoli, questo freddo bestiale, perfin le ossa mi assale!”-

 

Il diario discese velocemente il versante opposto, gettandosi a slitta, per raggiungere il caldo il più velocemente possibile. Una distesa blu, lo accolse infine.
Dietro di lui svettavano i monti che aveva appena lasciato, da cui un rivolo d’acqua aveva preso a seguire la sua scia. Il fiume sfociò nel mare cristallino,
contornato dalla splendida sabbia bianca. Il diario raggiunse la riva, affondando i piedi nei granelli bollenti.

 

Ogni dove attorno a lui camminavano creature che gli parvero nuove. Perfino nell’immenso blu di fronte a lui, qualcosa nuotava allegro.

 

Era stanco, molto stanco, e non capiva perchè. Più proseguiva, più era felice, e più scriveva, ma gli rimaneva sempre meno tempo, sempre meno pagine.

 

-“Sull’orlo del mondo, scrivo il mio verso più profondo.”-

 

Fu così, nell’ultima pagina bianca, che il diario decise di congedarsi, nemmeno lo spazio per la firma vi rimase. 

 

Dunque il diario era finito. Una fine inutile forse?

Eppure si era lasciato dietro qualcosa. Insieme alle verdi foreste, le gialle pianure e le candide montagne, dalle sue pagine non erano uscite solo rime.
Un idea aveva preso forma. Qualcosa di più grande del semplice libro, qualcosa che non poteva morire, non poteva finire. 

 

Le pagine ingiallite di un libro giacevano sulla sabbia, mentre un gruppo di sette persone radunava del legno sulla riva del fiume. Il primo pareva perduto,
ed alcuni ridevano di lui. Un altro osservava allegro come due pietre, battendo tra loro, creassero colori sgargianti,  ma per troppo poco.
Un terzo entrava ed usciva dal fiume come una saetta, cercando di pescare evitando gli alligatori. Altri due raccoglievano la legna, il primo pacato e sorridente,
il secondo sparlava con fare importante. Uno, in lontananza, esplorava armato di lancia le caverne marine, cercando di sventare ogni pericolo.
L’ultimo dava ordini destra e a manca, fermo al centro della radura. Egli sì, sapeva cosa fare. 

 

Era la fine del sesto giorno, ed il diario, finalmente, riposava.

 

Vi ho lasciato qualcosa, o ve l’ho portato via? 

Gli onori di casa, al lettore. 

 

Applausi.

 

Sipario.

 

Luci.

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Eccoci alla fine di un altra delle mie divagazioni, un viaggio breve come sempre, ma (spero) piacevole.
Grazie a tutti i lettori! :3

 





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