Forse farò lo spettacolo, ma prima voglio gli applausi!

di Malinconica
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Che opera d’ arte è l’ uomo!
Com’ è nobile nella sua ragione,
infinito nelle sue capacità,
agile e bello nella forma e nei movimenti,
angelo nell’ azione,
dio nel pensiero:
la bellezza dell’ universo, il paragone degli animale-
e con questo?-
Che cos’ è, per me, questa quintessenza di polvere?*
 
                                                      
Ecco cosa pensava, o poteva pensare, la primadonna dell’ Operà Garnier mentre debuttava per l’ ennesima volta, tra la marea di applausi e ammiratori, ammirazione e invidia. Carlotta, la cui voce era una tra le più perfette e potenti mai esistite, si crogiolava sul palco, cinguettando come un usignolo le arie più famose e amate del momento.
 
Non pensava che tra gli spettatori, quella sera, ce n’ era uno di cui le capacità superavano di gran lunga quelle degli uomini. Un mostro che celava il proprio genio dietro una maschera di ombra e anonimato, fingendo di essere un morto tra i vivi.
 
 
Fu questione di un attimo e l’ uomo -che non poteva essere considerato tale- agì.
 
Un rumore osceno e inverosimile uscì dalla bocca della Carlotta:
 
“Questa voce solitaria che canta nel mio cuore…CRUAC!”
 
 
FIN
 
 
 
 
 
 
*William Shakespeare, Amleto, atto secondo scena seconda




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