Capitolo I
PREMESSA
Come al solito, una premessa è assolutamente doverosa.
Inizio già con l'anticipare che i personaggi che vedrete,
sono pressoché identici a quelli dell'altra storia che sto
scrivendo su Dragon Age Origins. Questo perché, in
realtà, questi personaggi nascono dal genio (?) delle loro
creatrici: Lady Phoenix
e Afep, che
insieme a me hanno dato vita ad alcuni di questi personaggi su un gioco
di ruolo.
Personalmente io muovevo Serana e Jorre mentre Lady Phoenix aveva Iris
e Viktor; e Afep Iselinn e il piccolo Uthred.
Nick, Ol e Mildred, Kharl e tutti gli altri, invece, sono personaggi
che a mano a mano inserivamo all'interno della nostra storia
così da arricchirla maggiormente e renderla decisamente
stravagante!
Inutile dire che ci siamo affezionate a questi personaggi, che abbiamo
mosso in gioco per un anno all'incirca, ed ora ogni occasione
è buona per scriverci sopra delle fanfiction.
Buona lettura!
PERSONAGGI
Ragazze
Ragazzi
CAPITOLO
I
~Uthred~
C'è qualcosa
che non va.
Qualcuno mi
sta spingendo e la cosa non mi piace.
Mi sento
schiacciare in una maniera terribile e c'è qualcosa che mi
dà
fastidio: una luce accecante, bianca, che si fa sempre più
vicina.
Perché
succede questo? Stavo bene qui. Mi sentivo al sicuro e protetto. In
realtà sentivo tante cose: sentivo una voce ma sembrava
così
distante, eppure se restavo fermo e mi concentravo, potevo sentirla
parlare e cantare. Mi piaceva tirare dei pugni o dei calci, quando me
lo chiedeva. Anche se a volte li tiravo per far interrompere quel
*bum-bum-bum*,
che
continuava ad infastidirmi.
Eccola, vedo
questa luce e mi sento schiacciare sulla testa. NON. CI. PASSO!
«Un'altra
spinta! Coraggio, Iselinn!»
Chi è? Chi
è
che grida?! Oddio ecco che riparte. Mi sento confuso e sto..sto per
cadere!!!!
«Eccolo,
qui!»
Chi? Chi c'è?
E..
«..UEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!»
Finalmente
respiro!!!!
«Oh,
perbacco! Che polmoni che ha questo signorinello!»
«UEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!»
E tu chi
sei? Mettimi subito giù! E spegnete questa cosa bianca! Non
vedo!
NON VEDO!
«Sì, sì
tranquillo. Non agitarti, ora ti mandiamo dalla mamma..»
«..UEEE!
UE-UEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!»
No!
Voglio che togli sta cosa bianca!!
Che fate?
Chi è che mi tocca? Dove mi portate? E spegnete sta cosa!!
«Ciao,
Uthred..Sono la mamma..»
«...»
Questa
voce, io me la ricordo. Adesso è così vicina e
non c'è più quel
fastidioso *bum-bum-bum*..
«Shh..bravo
così..»
Com'è
bella...Ma perché piange?
Però, pensandoci bene, anche qua fuori non è
così male e finché i miei occhi restano
chiusi, anche questa luce non mi dispiace..
~Jorre~
Ogni volta è
sempre la solita storia: mi alzo, faccio colazione, passo una fetta
di prosciutto -ma facciamo anche due- al cane di Viktor, e vado in
bagno a vestirmi.
Sono lì,
intento a lavarmi la faccia, raccogliendo con le mani messe a coppa
un'ingente quantità d'acqua, che poi porto vicino al viso.
Mi guardo
allo specchio e sospiro. Dio, come faccio ad essere
così bello
anche da sveglio?
Mostro il più
bel sorriso smagliante e..
BUM-BUM-BUM!
«Jorre! Apri
sta cazzo di porta! E' da un'ora che sei lì dentro e
c'è qualcuno,
che a differenza tua, deve andare a lavorare!»
Ah, sì, lui
è Viktor, il ragazzo che divide con me l'appartamento. Lo so
a cosa
state pensando e: no. Vi prego, lo so che sarei capace di far cadere
anche gli uomini ai miei piedi, insomma me lo posso permettere
perché
sono dannatamente bello ma..a me piacciono le donne!
Mi concedo
così un profondo sospiro:
«Uff, quante
storie per un po' d'attesa..» borbotto, recuperando un
asciugamano,
che vado a posarmi sulle spalle, afferrandolo con entrambe le mani
all'estremita.
Apro la porta
del bagno:
«Ecco a lei,
madame...» commento sarcasticamente al mio coinquilino, che
nel
frattempo fa una faccia schifata e si copre gli occhi con una mano
«Argh!
Jorre! Ma che schifo!» esclama schifato, portando
così a voltarmi
con assoluta non curanza
«Che c'è?»
chiedo innocentemente, facendo spallucce
«Mettiti le
mutande, cazzo! Possibile che ogni volta è sempre la solita
storia?!»
«Che c'è
che non va, scusa? Io non mi sento a disagio ad essere nudo.»
ero
anche appena uscito dalla doccia, infondo, e lo sa benissimo che mi
piace vestirmi in camera, dove ho sistematicamente ordinato i
miei cassetti e il mio armadio.
Sono ormai 5
anni che viviamo insieme, come fa a non essersi abituato ancora, dico
io?
«Perché tu
SEI un disagio. E va a coprirti.» conclude, chiudendo
così la porta
del bagno con un tonfo. Io ovviamente faccio spallucce e chino la
testa, verso il mio amico. Lo contempo per qualche breve istante e
dopo un'altra scrollata di spalle, torno a muovermi in direzione
della camera da letto. Tra qualche ora, un altro servizio fotografico
mi attende.
~Viktor~
Ogni volta è
sempre la solita storia: mi alzo, faccio colazione, preparo da
mangiare a Otto (il mio BassOTTO, l'avete capita?
Eh? Eh?
Eh?), innaffio le piante e poi, se la sera precedente avevo caricato
la lavatrice, mi metto a stendere i panni; ed infine vado a lavorare,
se non sono di riposo. Faccio il pompiere, quindi per me il week-end
non esiste quasi mai.
Comunque,
questa prima parte della giornata mi rilassa, sebbene verso una certa
ora sono costretto ad andare in bagno; o meglio: a tirare fuori dal
bagno Lui, la mia spina nel fianco da ormai 5 anni, non che il mio
coinquilino: Jorre.
E anche
questa volta, dopo aver passato un'ora per farsi una semplice doccia
-che io faccio in due minuti-, è uscito nudo dal bagno.
«..Perché
tu SEI un disagio. E va a coprirti.» richiudo così
la porta, con un
tonfo, abbandonandomi ad un profondo sospiro. Se non fosse per il
fatto che ami rigirarmi tra le le lenzuola le sue sorelle, me ne
sarei andato via quanto prima.
Mi spoglio
pressoché immediatamente, fiondandomi direttamente sotto la
doccia,
di cui tutte le mensoline sono strapiene di prodotti di Jorre: creme
per il corpo, bagnoschiuma, balsami, shampoo..tutti prodotti a suo
unico uso esclusivo...Per questo, qualche volta, mi diverto a
mescolarglieli tra loro. Lo so, sono infantile, ma non avete idea di
quello che devo passare ogni giorno, e farmi entrambe le sue sorelle
non è abbastanza.
Mi lavo e
dopo qualche minuto esco dalla doccia, asciugandomi, fino a quando
non sento bussare alla porta
«Sì..?»
chiedo, mentre mi asciugo
«Viktor, sei
tu?» era Nick, il fratello di Jorre, anche lui vive con noi.
Un tipo
alquanto strano e bizzarro ma per lo meno, non è vergognoso
come
Jorre..Forse.
Prendo un
profondo respiro:
«No, Nick.
Sono la tua coscienza..» gli rispondo, piuttosto
sarcasticamente, in
effetti, andando così a mettermi i calzini, le mutande e i
jeans.
Afferro anche l'asciugamano, che uso per togliere l'alone di vapore
sullo specchio, così da potermi sistemare i capelli.
«Oh.»
commenta Nick, sopreso «Quindi anche la coscienza va in
bagno?»
Non posso
credere che l'abbia detto davvero.
«Perché no,
scusa?» sospiro di nuovo, asciugandomi con l'asciugamano i
capelli,
fino a renderli umidi
«Giusto. In
effetti non lo so, perché non dovresti. Come stai?»
Ma perché ci
sto ancora parlando? Ah, giusto: mi sto pettinando.
«Sto bene,
grazie.» borbotto, in un tono di voce basso, che ormai
è quasi
arrivato al limite della sopportazione. Possibile che con 7 miliardi
di persone nel mondo, mi dovevano capitare proprio questi due?! Che
ho fatto di male?
«Pensa alle
gemelle, Viktor..» mi do coraggio da solo, in un sussurro
basso
«Oh! Sono
felice che tu stia bene, Coscienza! Volevo chiederti se ti va di
venire a fare colazione perché poi pensavo che potremmo
uscire e
andare a Central Park e..»
No, era
troppo. Davvero.
Afferro la
maglietta e vado ad aprire, guardando con aria impassibile e seria
Nick
«Nick.» lo
saluto, osservando il suo sguardo stupito
«Viktor! Che
ci facevi con la mia coscienza nel bagno?!?» mi chiede,
visibilmente
schifato davanti all'idea di solo-lui-sa-cosa.
«Ero io,
Nick.»
«Tu sei la
mia coscienza?!?»
«No, dicevo
che ero io che facevo finta di esserlo..» gli spiego con
calma,
infilandomi la maglietta.
«Quindi se
facevi finta di essere la mia coscienza, significa che fai anche
finta di essere Viktor?!?»
«Ma che
cazz...?»
«CHI SEI
TU?!? IO NON TI CONOSCO!» e correndo come una ragazzina in
preda al
panico, scappa verso la camera, agitando le braccia e gridando un
sonoro: AHHHHHHHHHHHHH!
«Che
succede? Mi stavo specchiando!» ecco che esce Jorre, a torso
nudo
adesso, sempre meglio di niente
«No, io
esco.» commento arrendevole, afferrando le chiavi di casa e
della
macchina e, recuperato il giubbotto, esco da quella gabbia di matti,
che chiamo casa.
|