La storia di un amore

di RoseDust
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Joanne Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Lo vidi per la prima volta qualche anno fa, nel negozio di Diagon Alley "Il serraglio stregato".
I suoi occhi gialli e il pelo fulvo mi colpirono immediatamente, così come il coraggio e l'istinto da cacciatore che possedeva.
Quando Harry e Ron uscirono dal negozio, correndo dietro a Crosta, lui girò il musetto un po' schiacciato verso di me e mi fissò dritta negli occhi; capii che aveva già deciso per me: sarebbe diventato mio, perché io ero già sua.
Lo portai in albergo con me e iniziammo a conoscerci: come avevo già intuito, Grattastinchi era un cacciatore nato.
Dopo l'arrivo a Hogwarts, mi resi conto che era anche un esploratore: amava girovagare per l'edificio, cercando di scoprirne ogni segreto.
La notte, però, restava sempre con me.
All'inizio dormiva acciambellato sui miei piedi, sopra le coperte, ma dopo qualche giorno cominciò a sentirsi più sicuro e decise che il mio cuscino era il posto più comodo per un sonnellino.
Iniziammo a dormire così, con il mio viso contro il suo muso, stabilendo un legame che si rafforzava ogni giorno.
Ora lo guardo, disteso sulle mie gambe a farsi accarezzare, e mi rendo conto che la mia vita non è più la stessa da quando Grattastinchi ne fa parte.
Lo amo, provo un affetto nei suoi confronti che non ho mai provato per nessun altro: è un misto di senso di protezione, gratitudine e mille altre cose.
Sono davvero fortunata ad averlo.
Questo gatto così speciale mi tiene compagnia quando mi sento sola, mi osserva e mi conosce meglio di chiunque altro; ormai siamo insieme da talmente tanto tempo che separarmene è una tortura.
Con le lacrime agli occhi gli prometto che tornerò da lui, lo ritroverò, come farò con i miei genitori.
Emette un basso miagolio e sembra cercare di convincermi a non lasciarlo, ma non può venire con me nell'avventura che sto per affrontare.
A lui non serve che cancelli la memoria: certi incantesimi non funzionano sui gatti, soprattutto su quelli che sono per metà Kneazle.
Lo accarezzo un'ultima volta, gli dico addio; mi giro e mi allontano rapidamente da quella stanza e da quella casa, prima che i ricordi comincino a indebolire la mia determinazione.
Ho deciso, ormai: non devo più voltarmi indietro.




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