UN NATALE PIENO DI
SORPRESE
Gus era da solo nel salotto di villa Spaulding. Si stava guardando in
giro, quando sentì dei rumori alle sue spalle. Voltandosi
vide che nella stanza era appena entrato suo fratello Alan Michael.
- Gus! Che sorpresa, sei venuto anche tu
nella tana del lupo?
- A dire la verità mi ha
chiamato zia Alex.
- Si, anche a me! Chissà che
vorrà.
- Forse farci qualche invito per Natale.
- Oh, ti prego! Non credo che ce la farei
a passare il giorno di Natale in questa casa, con mio padre.
Gus prese fra le sue mani una cornice dal mobile davanti a
sé. All’interno vi era una foto di Phillip. Alan
Michael, vedendola sbuffò. Gus notò la sua
reazione e si accigliò.
- Sai, zia Alex mi ha detto che tu e
Phillip non siete mai andati d’accordo.
- E ha ragione. Sai, per me è
sempre stato difficile essere uno Spaulding. Papà vedeva
solo Phillip e io non riuscivo a conquistarmi neanche un suo sguardo.
E, ovviamente, siamo sempre stati in competizione, anche se, lui era
sempre avanti a me di almeno due passi. Così, alla fine,
stufo di questa situazione, me ne sono andato. Io sono cresciuto con
mia madre, del resto. Venire qui a stare da mio padre è
stato un capriccio solo mio. Lei mi aveva messo in guardia. Sai che,
quando mi sono sposato con Harley, lei non è venuta neanche
al matrimonio, per non vedere Alan?
Gus alzò le sopracciglia, anche se un po’ gli era
sembrato strano sentire nominare Harley. A volte dimenticava che era
stata sposata con entrambi i suoi fratelli, prima di conoscerlo.
- All’inizio, appena arrivato a
Springfield, odiavo gli Spaulding. Figurati quando ho scoperto di
essere il figlio di Alan! Ci ho messo diverso tempo, prima di accettare
la cosa.
Alan Michael gli sorrise.
- Ecco perché tu mi piaci.
Sai, sono contento di averti come fratello. Finalmente qualcuno di
normale, in questa famiglia!
Alan Michael dette una pacca sulle spalle a Gus e i due ridacchiarono.
Alexandra fece il suo ingresso e si sorprese di vederli così
affiatati. Era raro vedere in quella casa un po’ di allegria.
A malincuore si schiarì la voce, interrompendoli.
- Ciao nipoti.
- Zia Alex!
- Come mai ci hai voluto qui?
- Volevo darvi questi e farvi gli auguri
di Natale.
Alexandra dette ai suoi nipoti due pacchetti.
- Zia Alex non dovevi!
- Grazie.
- Non c’è di che,
ragazzi miei. Ho anticipato un po’ le cose, ma ci tenevo a
vedervi prima di partire.
- Partire?
- Si, quest’anno
festeggerò il Natale in Europa, con Nick. Alan Michael, ti
ricordi quando abbiamo festeggiato il Natale in Francia insieme?
Alan Michael annuì. Certo che lo ricordava. Sembrava
un’altra vita, eppure non era passato poi tanto tempo da
quando abitava in Francia ed era sposato con Lucy. Gus ed Alan Michael
rimasero a parlare un po’ con Alexandra, poi la salutarono e
andarono via.
***
Ava si buttò sul letto. Era esausta di tutti quei
preparativi per la partenza. Inoltre, man mano che il momento di
trasferirsi si avvicinava, la sua insicurezza aumentava. Non era sicura
che partire per l’Inghilterra fosse esattamente la cosa
giusta per lei. Da una parte sentiva che allontanarsi da Springfield
fosse l’unico modo per ritrovare un equilibrio interiore.
Tutto quello che era successo negli ultimi mesi l’aveva
turbata molto. Però, allo stesso tempo, un po’ le
dispiaceva doversi separare dai suoi genitori, appena ritrovati. Di
certo non erano le persone più amabili che potesse sperare
di avere come padre e madre, ma erano pur sempre gli unici legami di
sangue che aveva. Voltando la testa vide un foglietto ripiegato
spuntare dai pantaloni che Coop aveva buttato con noncuranza sul letto.
Non resistette alla curiosità e lo prese per leggerlo. In
realtà, si trattava solo di un numero di telefono. A parte
quello, sul foglietto c’era un nome: Lucy. Chi era Lucy? Ava
non credeva di dover essere gelosa di Coop, perché era tanto
un bravo ragazzo! Eppure questo nome, a dire la verità, non
le era del tutto nuovo, anche se non riusciva proprio a ricordare dove
lo avesse già sentito. Mentre era ancora lì che
ci rifletteva su, entrò Coop. Lei si affrettò a
nascondere il foglietto, anche se Coop sembrò accorgersi di
qualcosa.
- Ciao.
- Ciao... Tutto bene?
- Si, perché?
- ...Niente. Allora, hai finito con i
bagagli?
- Quasi. Diciamo che mi ero appena presa
una pausa!
Coop sorrise, poi la raggiunse a sedere sul letto.
- Sicura che sia tutto apposto?
- Certo. Sono solo un po’
stanca. Mi sembra una corsa contro il tempo! Spero di farcela entro il
24!
- Ecco, a proposito di questo... Ci
sarebbe una cosa di cui ti dovrei parlare.
- Di che si tratta?
Coop si grattò la testa, come faceva quando non sapeva come
spiegare qualche guaio. Ava lo guardò di traverso,
già preoccupata che qualcosa, come al solito, non sarebbe
andato per il verso giusto. Prima che iniziasse a farsi idee troppo
negative, tuttavia, Coop si decise a parlare.
- Stavo pensando... Per te sarebbe un
problema rimandare la partenza alla prossima settimana?
L’espressione sul volto di Ava divenne subito più
rilassata. Dentro di sé era anche più sollevata,
a dire la verità.
- No, figurati!
- E’ che vorrei approfittarne
per passare il Natale in famiglia. Ovviamente te sei ufficialmente
invitata a casa di Harley con me!
- Oh, certo! Mi fa piacere passare il
Natale con Buzz e gli altri! Ormai per me siete una famiglia in tutto e
per tutto!
- Grazie, amore. Non sai cosa significa
per me!
Solo a quel punto, Ava riuscì a focalizzare
l’unico punto dolente, la cosa che, probabilmente, aveva
fatto esitare Coop.
- Certo, se siamo da Harley e
c’è tuo padre, allora questo vuol dire che ci
sarà anche...
- Si. Ci sarà anche Olivia.
- Oh... ok.
- Non è un problema?
- No.
- Sicura?
- Certo che sono sicura! Stai tranquillo!
Ava lo baciò. Forse non era un’idea
così brutta quella di passare il Natale con sua madre.
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