Caruso
{Disclaimer
| Questa storia è ispirata a personaggi realmente esistiti, tuttavia
le vicende di seguito narrate sono frutto della fantasia
dell'autrice. La storia non è stata scritta a scopo di lucro.}
{Note
dell'autrice | Joshua
Winslow 'Josh' Groban è nato a Los Angeles il 27 febbraio 1981, da
una famiglia di origini ebree, russe e norvegesi. Dapprima
intenzionato a diventare attore, converge verso il mondo della
musica, facendo il suo debutto nel 1999 durante le prove per i Grammy
Awards del medesimo anno, quando il produttore David Foster gli
chiede di sostituire Andrea Bocelli e cantare al fianco di Celine
Dion sulle note di The
prayer. Il suo debutto
discografico avviene nel 2001, quando esegue, assieme a Lara Fabian,
la canzone For always,
contenuta nella colonna sonora del film A.I.
Intelligenza Artificiale.
Il suo album d'esordio, Josh
Groban, viene
pubblicato nel 2001, raggiungendo prima il Disco d'oro e
successivamente il Disco di platino. Contemporaneamente Josh si
concede un'incursione del mondo della recitazione, interpretando un
piccolo ruolo nella celebre serie tv Ally
McBeal, al fianco
della protagonista Calista Flockhart. I suoi successivi album
(Closer,
2003; Awake,
2006; Noël,
2007; Illuminations,
2010; All that echoes,
2013) consolidano la sua fama, portandolo anche a collaborare con
artisti di grande livello, come Barbra Streisand, Mireille Mathieu,
Sarah Brightman, Placido Domingo, Charles Aznavour, e a duettare con
lo stesso Bocelli durante un evento. Corona ancora il suo sogno di
diventare attore recitando in due episodi della serie tv Glee
e in un piccolo ruolo nella commedia Crazy,
stupid love.
Conosciuto per la sua voce di baritono, riesce a spaziare tra diversi
generi musicali, che vanno dalla musica classica a quella pop;
inoltre è un cantante poliglotta (riesce ad esibirsi in inglese, sua
lingua madre, ma anche in francese, italiano, portoghese e spagnolo).
Oltre ad essere un cantante di successo, Josh Groban è anche un uomo
attivamente impegnato nel sociale e nella beneficenza, spesso
collaborando con altri artisti ad incisioni di gruppo con scopi
benefici (ad esempio, nel 2010 ha partecipato alla re-incisione della
canzone We are the
world a sostegno della
popolazione haitiana, colpita quell'anno dal terremoto). Ha un cane
di nome Sweeney che spesso lo segue in giro per il mondo, e un
fratello minore, Chris, nato il giorno del suo quarto compleanno.}
{Personaggi
| Josh Groban}
Sarò
a casa per Natale
I
am dreaming tonight of a place I love
even
more than I usually do,
and
although I know it's a long road back
I
promise you
I'll
be home for Christmas.
{I'll
be home for Christmas,
Bing Crosby, 1943 |
re-incisa
da Josh Groban per l'album natalizio Noël
(2007)}
A sei anni erano le luci
scintillanti e le mani paffute di Chris che tentavano di afferrare le
palline dell'albero a fare il Natale – e il profumo dei biscotti
allo zenzero lasciati come tributo a Babbo Natale, e la mamma che
saliva in soffitta a cercare le calze da appendere al camino, e il
papà che decorava la veranda. Adesso, più di vent'anni dopo, il
Natale è spesso fatto di asettici alberghi e schermi a cristalli
liquidi che mostrano fuochi che non scaldano, e le sole calze che si
vedono in giro sono quelle che dovrebbe mettere in valigia, quelle
che partono sempre in coppia e ritornano sempre spaiate.
A
sei anni l'orizzonte era la scuola, al massimo la casa dei nonni –
il punto più lontano che fosse concesso vedere. Adesso la sola
frontiera è l'immaginazione – di cinque continenti, non ne esiste
uno sul quale Josh non sia sbarcato, non uno sul cui suolo non abbia
intonato una melodia. A trentatré anni, Josh ha girato il mondo,
eppure non ha ancora trovato un luogo simile a casa.
A
sedici anni casa
era un modo gentile per dire prigione
– casa
era un luogo dal quale fuggire, una costrizione, il sistema che tarpa
le ali e annulla ogni sogno di gloria. Adesso, finita l'adolescenza,
casa
non è poi un posto così tremendo in cui tornare, soprattutto quando
l'alternativa è vedere film natalizi con la sola compagnia di cibo
spazzatura e calde pantofole.
Mentre sale su un taxi
diretto all'aeroporto e si lascia scivolare via nel traffico
rallentato dalla nevicata, Josh fissa lo sguardo sui passanti che
circondano il suo piccolo mondo di lamiera e plastica – sembrano
tutti felici, sembrano tutti realizzati, ciascuno concentrato su una
meta o un obiettivo, ognuno a suo modo perso nella magia di una festa
che non smette di affascinare, neanche dopo centinaia di repliche.
Mentre si sottopone al
check-in e uno steward lo accompagna al suo posto, Josh non riesce a
smettere di sorridere, perché a quasi trentaquattro anni gli riesce
ancora difficile non credere che i sogni possano diventare realtà –
sa che è impossibile, perché la bufera minaccia di intensificarsi e
modificare ogni piano, ma in cuor suo ancora spera di arrivare in
tempo per festeggiare il Natale in famiglia – in tempo per guardare
suo padre tagliare il tacchino, in tempo per aiutare sua madre a
servire la cioccolata calda, in tempo per farsi battere da suo
fratello a Monopoli, in tempo per aprire la porta ai coristi di
strada e offrire loro una bevanda bollente, in tempo per la messa di
mezzanotte nella chiesa che ha visto i suoi sposarsi.
Mentre
allaccia la cintura e chiude gli occhi, aspettando il decollo, Josh
sorride e sogna un Natale da trascorrere a
casa,
insieme alle persone che ama e che lo amano di rimando, pur non
vedendolo mai. Josh sorride, e dietro le palpebre chiuse si fa strada
un desiderio: essere finalmente a
casa per Natale.
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