Un nuovo mondo

di lykke
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Fin da quando era piccola Caroline era stata abituata ad essere refrattaria alle emozioni, non conosceva la compassione o l’amore, non provava rimorso per le vittime causate. Eppure un’emozione la conosceva bene: l’indignazione, un sentimento maturato nei lunghi anni al servizio della nazione al quartier generale di Esperia.
In quel luogo si consumavano tutti i più osceni scenari che si possano immaginare.
La struttura non era accessibile a tutti, solo un gruppo scelto di persone potevano accedervi e usufruirne. Ovviamente la signorina Ervin era tra i prescelti e viste le sue eccellenti doti da alchimista e spia lo sarebbe stata comunque anche senza l’interesse di Jacob, ma come si sa le malelingue non muoiono mai e ben pochi al di fuori della capitale le riconoscevano il merito. Probabilmente la forte antipatia se l’era guadagnata a causa del suo carattere freddo e cinico, in perfetto contrasto con l’aria da bambola di porcellana che aveva, la chiamavano “la contessa”.
In quella calda giornata non se ne sarebbe più andata dal mare, non che le piacesse particolarmente il nuoto tutt’altro come sport l’annoiava a morte e non ci vedeva niente di glorificante ad andare “avanti e indietro” come diceva lei. Si faceva cullare dalle onde e lasciava che il sole le dipingesse altre ciocche più chiare nella sua capigliatura ribelle. Non si rendeva conto del tempo che passava, come non si rendeva nemmeno conto di essere al mondo d’altra parte, alternava piccole bracciate a momenti di assoluta pace sul bagnasciuga. Non aveva vergogna di essere nuda, conosceva bene quella spiaggia e sapeva che nessuno sarebbe arrivato per disturbarla. Aspettò che il cielo si scurisse di qualche tonalità e fatte seccare le ultime gocce salate si ricompose e tornò al quartier generale.
, urlò la portinaia vedendola arrivare. Sventolava una busta gialla tipica delle comunicazione ai militanti, Caroline non accelerò il passo continuò a camminare lentamente e svogliatamente: intuiva già il contenuto della lettera e le sembrò quasi ridicolo leggerla.
Il generale Fonten la inviava per direttissima a Central city, non avrebbe cambiato identità e la motivazione del suo trasferimento sarebbe stata l’indagine sui “terroristi del treno” che avevano macchiato l’onore di Esperia. L’avrebbe accolta il colonnello Roy Mustang, il quale le avrebbe mostrato il procedere delle indagini. La partenza era prevista per la sera stessa, allegati alla lettera c’erano il biglietto di sola andata e l’indirizzo del suo nuovo appartamento.
Fece meccanicamente la valigia e dopo aver chiamato un taxi si fece portare alla stazione, il suo biglietto le imponeva un posto in prima classe su una linea privilegiata in modo da farle risparmiare tempo, il treno partiva alle ore 22.15 e il suo arrivo era previsto per le 2.00 del mattino seguente anziché alle 4.00.* Un risparmio notevole che solo i papponi e i soldati come me si possono permettere, peccato per gli alberi abbattuti* , sperava di essere sola in cabina e con grande piacere fu accontentata. Si addormentò dolcemente nel velluto rosso delle poltrone, si svegliò per l’una in modo da prepararsi perfettamente. La porta della cabina era chiusa a chiave  ( privilegio solo per i soldati in viaggio) ,si rese presentabile e indossò la sua odiata divisa grigia e azzurra. Trovava la gonna troppo attillata disagio per le sue forme,ma  ciò non la imbarazzava affatto ,  lasciò leggermente sbottonata la scollatura della camicia e si abbottonò sopra la giacca della divisa. Dopo essersi cambiata riaprì la porta e aspettò che il sorvegliante l’accompagnasse per scendere. Non dovette aspettare molto, si mise i tacchi neri e si fece accompagnare.
Come da copione il colonnello l’aspettava appena fuori dalla stazione.
  < E lei il colonnello Mustang, piacere di conoscerla >, Caroline notava con piacere come l’attenzione del colonnello rimbalzasse dalle sue labbra rosate alla leggera scollatura fino a sotto il velo di collant color carne. < 19 appena compiuti>




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