Guy di Gisborne
Locksley
Tales
Premessa
Isabella Thornton, – nata Gisborne – fatta
prigioniera nelle segrete
del Castello di Nottingham, ricevette la visita di suo fratello
maggiore, Guy – da poco alleatosi con Robin Hood nella lotta
contro lo Sceriffo Vaisey di Nottingham e
Isabella stessa e con il quale aveva scoperto di condividere un
fratello, divenuto il punto d'unione tra i due da anni nemici in
armi e
in amore.
Guy si presentò a lei recando con sé una fiala di
veleno
che
in prima battuta pensò
di lasciare a sua sorella, condannata a morte certa, per risparmiarle
la
sofferenza e l'umiliazione di un'esecuzione pubblica. In Guy,
nonostante da tempo avesse assunto gli atteggiamenti tipici di un
tiranno, risiedeva
ancora quella piccola e fievole luce di umanità e
bontà
–
ereditata da sua madre, Ghislaine – che la sola Lady Marian
aveva
intravisto
prima di tutti
pur non ricambiando i sentimenti di lui e preferendogli Robin.
Ripensandoci, però, Gisborne si rese conto –
avendo avuto
modo di sperimentarla sulla
propria
pelle – della cattiveria di Isabella, la aveva tentato di
uccidere sia lui
che Robin Hood, approfittando della collaborazione di Archer
– il
quale aveva erroneamente creduto di potersi arricchire alleandosi con
Isabella – perciò decise infine di non
fidarsi di sua sorella, immaginando che avrebbe potuto trovare il modo
di fuggire e vendicarsi.
Così, entrato nella cella dove era stata rinchiusa sua
sorella,
la costrinse, non senza soffrirne lui stesso, ad assumere il veleno
dopo aver avuto con lei un
breve dialogo; in questo modo Gisborne pose fine alla vita di Isabella
Thornton, scampando lui stesso alla
morte, come avrebbe scoperto poco più tardi.
Uccidendo Isabella, infatti, a sua insaputa Guy mandò a
monte
non soltanto la vendetta di lei contro gli uomini che avevano cercato
per anni di sottometterla, – indiziando con l'assassinio di
suo
marito, Thornton, e intendendo proseguire con l'uccisione di Guy, il
quale l'aveva ceduta in sposa per denaro quando aveva soltanto tredici
anni – ma anche i piani di Vaisey, lo Sceriffo che Guy aveva
creduto di aver
ucciso
e che era invece sopravvissuto, fingendosi morto, e intendeva
riprendersi il titolo di Sceriffo della città, sterminando i
traditori e l'intera banda di Robin Hood.
Guy, intanto, promise a se stesso che quella di Isabella sarebbe stata
l'ultima
uccisione per mano sua – tra i molti cittadini innocenti,
sulla
sua coscienza gravava anche il peso della morte di Lady Marian
–
e che avrebbe fatto ricorso alle armi solo se
strettamente necessario, decisione questa che collimava perfettamente
con gli ideali di Robin Hood e della sua banda; ragion per cui,
comunque fossero andate le cose, Guy decise che si sarebbe unito alla
banda di fuorilegge se Robin glielo avesse permesso.
Robin Hood, messo al corrente di quanto accaduto a Isabella,
cambiò
definitivamente opinione su Guy e insieme a lui, saputo anche del
ritorno di Vaisey, decise
di organizzare la difesa
contro l'assedio da parte dello Sceriffo e la sua armata.
Dal momento che Vaisey aveva dimostrato di essere in possesso del
cosiddetto fuoco greco, la banda pensò che l'uomo dovesse
avere,
tra le mura del Castello, una scorta degli elementi che servivano a
prepararlo, così, con l'aiuto di Archer – che era
un
esperto di alchimia – Tuck scoprì come procurarsi
quell'arma tanto potente e si mise all'opera affinché si
potesse
cacciare definitivamente Vaisey dall'intera Contea di Nottingham.
Nel mentre, un'esplosione attirò l'attenzione
di Guy che, istintivamente volle muoversi in direzione del trambusto.
L'ex Sceriffo e i suoi uomini volevano, infatti, introdursi nel
Castello
attraverso il passaggio segreto che, solo poche ore prima, aveva quasi
ucciso
Robin, Guy e Much grazie ad una trappola architettata da Isabella e
messa in atto da Archer – poi ravvedutosi e tornato a
collaborare
con Robin e Guy, che l'avevano salvato da morte certa a York solo
qualche giorno prima.
Robin, volendo seguire Gisborne, lasciò il comando a Tuck e
Little John per andare
incontro a Vaisey ed i suoi uomini insieme anche ad Archer.
Lo scontro
si rivelò inevitabile e feroce e sia Robin che Guy rimasero
feriti; nonostante fossero in minoranza, però, riuscirono a
respingere i nemici quel tanto che bastava per tornare indietro,
avvisare Little John e Tuck e radunare tutti in modo tale da avere il
via libera: mentre l'ex Sceriffo – intenzionato a uccidere
tutti
e tornato subito con più uomini ancora – passava
letteralmente sotto gli occhi della banda e della popolazione
–
nascostisi in un tunnel secondario –
per infilarsi nel Castello, Robin guidò tutti fuori,
salvandol
l'intera popolazione dall'imminente esplosione causata dal fuoco greco
che Tuck aveva
preparato e che attendeva solo di essere innescata.
Successivamente, infatti, Robin e Archer fecero
velocemente ritorno al Castello per
scoccare una freccia infuocata contro
uno dei barili predisposti dal frate: il tempo di qualche attimo ed
il Castello esplose uccidendo una volta per tutte Vaisey e i suoi.
Introduzione
A causa della violenta esplosione che aveva segnato la fine della
tirannia di Vaisey, Nottingham era completamente distrutta, –
ad
eccezione delle solide mura
che la circondavano – e i suoi cittadini erano stati
costretti a
stabilirsi tra Locksley e i villaggi vicini; questo però non
aveva scoraggiato nessuno, tant'è che la volontà
di veder
rinascere Nottingham libera dalle angherie di uno Sceriffo che mirava
soltanto al
potere e al denaro, era palpabile; tanto più
perché Re
Riccardo I era finalmente rientrato in
patria e aveva iniziato a ripristinare ordine e giustizia spodestando e
diseredando suo fratello, il Principe Giovanni.
I fuorilegge come Robin Hood e la sua banda poterono quindi tornare ad
essere uomini liberi e da
tutti considerati eroi.
Dopo i grandi festeggiamenti per l'inizio di quello che si prospettava
un periodo di pace, serenità e ricchezza, tutti i fuorilegge
della banda di Robin Hood tornarono ad abitare le rispettive abitazioni
che erano state loro confiscate e ritrovarono, in questo modo,
l'equilibrio che era venuto a mancare anni addietro.
Nonostante le cose fossero nettamente migliorate rispetto agli anni di
terrore appena trascorsi, però, Robin, Allan, Little
John, Tuck, Much, Kate, Archer e Guy – tutti membri della
vecchia banda – non smisero di fare del
bene a chi più ne aveva bisogno, cominciando da chi, tra
loro, non aveva una casa da abitare.
Guy restituì volentieri a Robin le terre che gli
appartenevano
per diritto, a
Locksley, anche se l'arciere aveva espresso la volontà di
amministrare i suoi possedimenti insieme a lui ed Archer.
Robin iniziò a considerare sia Guy e che Archer come suoi
fratelli e li coinvolse pienamente in ogni sua attività,
sostenendoli e impegnandosi a recuperare il tempo perduto durante gli
anni di separazione; inoltre era molto affezionato a tutti i
componenti della sua banda – preoccupandosi per ognuno di
loro in
ogni modo possibile – e in particolare nutriva un
forte
sentimento nei confronti della bella Kate. Pur avendo creduto di
amarla, il tempo trascorso accanto a Gisborne,
in attesa che quest'ultimo si riprendesse dalle ferite
subìte
nello
scontro con Vaisey, gli aveva dato modo di riflettere e aveva capito,
così, di
non essere ancora riuscito a separarsi dal ricordo dell'amore
provato per Marian, morta l'anno precedente per mano dello stesso
Gisborne.
Perciò ritenne giusto mettere in chiaro la situazione
con Kate – la quale soffrì molto per
questo, pur
scegliendo infine di restare fedele
al gruppo nonostante il terremoto emotivo, perché le ragioni
che la spingevano a lottare per il bene comune superavano i legami
d'amore.
Allo stesso modo, qualche tempo prima, anche Much era rimasto.
Tale era la situazione quando la giovane Kaelee arrivò a
Locklsey per stabilirvisi.
Kaelee era una ragazza che, partita da un villaggio non molto
lontano da Locksley e Nottingham con l'unico intento di trovare Robin
Hood, aveva raggiunto il villaggio di Locksley in compagnia del proprio
cavallo e la prima persona che aveva incontrato era Allan. La sua
determinazione l'aveva portata, nel giro di poco tempo, ad ottenere un
incontro con Robin in
persona al quale la ragazza aveva raccontato di aver sentito parlare di
lui e delle sue imprese dai
fratelli più grandi e per questo aveva deciso di trasferirsi
là dove Robin Hood risiedeva, per unirsi alla sua causa.
Tutti erano stati molto contenti di avere un'ulteriore presenza
femminile nel
gruppo – tanto più perché la sua
presenza
sembrò da subito essere molto di sollievo a Kate, che aveva
deciso di ospitarla – e Kaelee, da parte sua,
instaurò in
breve tempo un buon rapporto con
l'intera truppa.
Mentre Allan e Much già raccoglievano scommesse su chi tra
Robin
e Archer avrebbe conquistato il cuore della ragazza, lei fece tutto
quanto era in suo potere per rendersi utile alla comunità,
svolgendo le più svariate mansioni e dimostrandosi
disponibile a
imparare molti mestieri, se necessario.
Fu solo dopo un paio di settimane dal suo arrivo a Locksley che si
imbatté
in
Guy di Gisborne, il quale si era finalmente ripreso quanto bastava
perché potesse alzarsi dal proprio letto senza far danni.
L'alba
della Speranza
Locksley.
Era da poco sorto il Sole sulla bella Inghilterra – e su
Locksley
in particolare – quando Kaelee finì di infornare
il
pane insieme ai numerosi giovani che aiutavano il vecchio Tyrik,
padrone del forno del villaggio e uomo dal cuore davvero grande,
perché da solo offriva lavoro a moltissimi giovani di
Locksley evitando che finissero col dedicarsi ad attività
disonorevoli e contemporaneamente insegnando loro un'arte che gli
avrebbe garantito un futuro. Kaelee, che non aveva mai fatto altro che
lavorare la terra appartenente alla sua famiglia di origine, gli era
molto grata per l'opportunità che le era stata offerta e non
si
rifiutava mai di aiutarlo, se la chiamava per qualche mansione anche al
di fuori dei turni a
lei destinati; ad esempio era capitato, qualche volta, che Tyrik le
chiedesse di consegnare una pagnotta ad una vecchia signora che
faticava a muoversi e lei lo aveva sempre fatto con molto piacere,
trovando in quel compito l'opportunità di familiarizzare con
tutti gli abitanti di quel bel villaggio circondato da Sherwood.
Sebbene di tanto in tanto le mancasse il suo villaggio d'origine, era
ben felice di essersi trasferita a Locksley, tanto più
perché tutti le avevano manifestato fin da subito simpatia e
disponibilità; sopratutto Kate, la quale aveva insistito per
ospitarla nella sua abitazione, che era diventata subito una valida
amica, ragion per cui Kaelee non poteva che essere pienamente
soddisfatta della sua scelta.
Dopo essersi privata del grembiule
da lavoro e
della
cuffietta
che, ne era convinta, la faceva sembrare una bambolina, si
asciugò la fronte
sudata, fissò le mani
sui
fianchi e sorrise al giorno in arrivo. Il viaggio per Locksley aveva
messo in evidenza la sua incredibile voglia di vivere: se era partita
alla ricerca di Robin Hood era principalmente per il sogno di essere
libera; libera da un destino che altri avevano iniziato tempo addietro
a scrivere per
lei, da un futuro che l'avrebbe vista costretta a sposare un uomo che
non
amava
e a far figli per lui in cambio di una vita priva di ogni fatica;
libera di vivere la appieno l'esistenza che Dio le aveva regalato,
perciò preferiva mille volte fatica e vero amore alle catene
che
la sua famiglia aveva tentato di imporle e aveva la sensazione che
quel posto, per il solo fatto che vi risiedesse Robin Hood, avrebbe
potuto
offrirle tutto ciò di cui aveva bisogno e renderla la donna
che
sempre aveva desiderato essere.
Quando Kaelee uscì dal forno di Tyrik, poté
godere della
luce soffusa che avvolgeva il villaggio, simile a quella delle
candele, ma molto, molto più morbida, immensa e bella, e
ringraziò il cielo per quel dono.
Nella sua camera da letto Guy sfuggì ad un brutto sogno
svegliandosi
bruscamente, con la fronte imperlata di sudore. Il
ricordo di Lady Marian che moriva per mano sua lo tormentava da molto
tempo e, anche se non si sarebbe mai abituato a quell'apparizione,
aveva
iniziato a rassegnarsi all'idea di fare i conti con le sue colpe per il
resto della vita, perciò lo sconvolgimento che si
impossessava
di lui subito dopo ogni incubo, durava non più di qualche
minuto; ultimamente, però, a turbare il suo sonno si era
aggiunta Isabella: mentre con la
spada trafiggeva Lady Marian, poteva sentire sua sorella ridere con una
malignità
insopportabile mentre gli indicava anche il corpo esanime di Meg, morta
per salvarlo. La presenza delle tre donne insieme, ognuna
così determinante per il suo percorso di vita, era davvero
troppo
per lui e il senso di colpa che si riversava nel suo cuore dopo quegli
incubi era così insopportabile, che chiedere l'aiuto di
Fratello
Tuck non sarebbe servito a molto – sebbene parlarne con lui
certamente lo avrebbe rasserenato facendo volgere in positivo una
giornata iniziata nel verso sbagliato.
Dal momento, quindi, che rigirarsi sul fianco e sperare di
riaddormentarsi era nient'altro che
un'utopia, Guy decise di alzarsi nonostante Robin e
Archer
più
di tutti gli avessero impedito categoricamente di sforzarsi dopo lo
scontro con Vaisey e la conseguente ferita che aveva riportato.
Tuttavia erano
giorni che non sanguinava più neanche un po' e stava quindi
finalmente iniziando a
rimarginarsi, per questo Guy ritenne di poter uscire a guardare l'alba
senza arrecarsi alcun danno e senza scatenare le proteste di Robin Hood.
Ancora non si capacitava di come fosse possibile riuscire ad andarci
d'accordo dopo aver trascorso anni ed anni a darsi
battaglia per questiomi morali, politiche e amorose, oltre che per
capricci personali; se ci ripensava, con il senno di poi, tutto
ciò che era accaduto tra loro gli sembrava assurdo e non
riusciva a trovare una sola ragione per cui valesse veramente la pena
uccidere così tante persone e perdere amici, amori e una
parte di se stessi.
Nonostante Tuck gli avesse raccomandato di non fare della sua
redenzione una fissazione, di non indugiare troppo a lungo nell'arco di
una sola giornata sui suoi trascorsi, alle volte Guy sentiva di non
poterne fare a meno, così pensava e pensava fino a farsi
venire un gran mal di testa. E se invece di andare via da Locksley,
dopo l'incendio che aveva ucciso i suoi genitori, fosse rimasto? Se lui
e Robin fossero diventati amici? Se avessero collaborato per il bene di
Locksley e Nottingham? In che modo sarebbe cambiato il destino della
città, della Contea e dell'Inghilterra? In che modo sarebbe
cambiato il suo destino?
Eppure Fratello Tuck gli aveva detto che tardi era pur sempre meglio
che mai, perciò probabilmente aver lottato fianco a
fianco con Robin Hood, averlo protetto ed aver ricevuto le sue cure e
attenzioni, stava infine offrendo a Gisborne un'alternativa,
l'opportunità di vivere un'esistenza nuova e migliore
– anche se Guy era convinto che
Robin lo avrebbe preso volentieri a calci nel sedere, se gli si fosse
presentata l'occasione.
Aprire la porta a un nuovo giorno, quella mattina, fu come svegliarsi
dopo un lunghissimo sonno; sicuramente in parte quella sensazione
derivava dal periodo di riposo forzato, durante il quale gli era stato
quasi impossibile godere della luce del sole o dell'aria fresca sul
viso, di una cavalcata in libertà o di una passeggiata a
piedi per le vie del villaggio, ma c'era anche dell'altro, come un
sensto senso che lo convinse ad affrontare la giornata appena iniziata
con un atteggiamento totalmente positivo; quindi, tanto per cominciare,
avrebbe cercato Robin e gli avrebbe detto che intendeva pranzare al
Maniero o da qualsiasi parte che non fosse casa sua.
Mettendo il naso fuori dalla porta, Guy si accorse dell'unica figura
intenta ad osservare il Sole nascente non molto distante da dov'era
lui, ma non vi si soffermò, troppo intento a godersi l'aria
fresca e pulita che gli accarezzava il volto e gli riempiva i polmoni,
troppo desideroso di muovere i primi passi nella nuova esistenza che
era riuscito in qualche modo a guadagnarsi, liberandosi dello Sceriffo
e
del Principe Giovanni.
Trascorsi cinque minuti buoni, Kaelee decise che era il momento di
rientrare, tanto più perché la stanchezza di una
notte trascorsa ad impastare iniziava a farsi sentire.
Non avere una casa tutta sua non le recava alcun fastidio,
né le dispiaceva condividere ogni cosa con Kate –
che non avrebbe mai ringraziato abbastanza per quanto aveva fatto per
lei quando era arrivata in quel villaggio. Non era stato facile
convincere Allan a combinarle un incontro con Robin Hood e non era
stato semplice spiegargli la sua situazione e chiedergli che quella
conversazione restasse tra loro, perché non voleva essere
compatita dagli uomini della banda o dagli abitanti di Locksley;
l'arciere, però, aveva accettato le sue condizioni e l'aveva
subito presentata al gruppo permettendole di legare con la donna che
era presto diventata sua amica.
Kaelee era a conoscenza dei trascorsi sentimentali di Kate e sapeva
che non se la passava bene anche se spesso tendeva a
minimizzare; a Kaelee anche se non conosceva Kate da molto,
dispiaceva vederla tanto triste, perciò voleva essere al suo
fianco quando si sarebbe svegliata, voleva augurarle una buona giornata
e voleva anche vedere un viso amico prima di piombare nel sonno
profondo che la stanchezza le avrebbe imposto; forse era un desiderio
un po' infantile, ma dato che non recava danni a nessuno
perché non regalarsi quella piccola gioia?
Fu in quel momento, quando si voltò per imboccare la via di
casa, che Kaelee scorse la sagoma di un uomo dinanzi all'ingresso di
un'abitazione. Istintivamente si soffermò a guardarlo anche
se la poca luce le impedì di distinguerne i lineamenti,
sebbene fosse chiaro che il suo viso era incorniciato da una chioma
medio-lunga e, con ogni probabilità, anche molto scura;
ciò di cui aveva, invece, una percezione tutt'altro che vaga
era l'imponenza di quella figura, che si stagliava come un'enorme ombra
verticale su un paesaggio abbracciato dai primi raggi solari. Si
domandò se avesse mai visto prima quell'uomo, salvo poi
chiedersi se fosse consono
guardare qualcuno con tanta insistenza senza avere almeno l'intenzione
di alzare la mano in cenno di saluto; quando le sembrò che
lui
si fosse voltato
nella
sua direzione, si disse che era meglio riprendere a camminare e
rincasare.
Suo malgrado e nonostante l'ora, trovò Kate già
sveglia e non propriamente allegra.
Anche se caratterialmente Kaelee era una ragazza positiva e ottimista,
non la infastidiva dover avere a che fare con una persona che vedeva
tutto nero in quel momento della sua vita; del resto, anche se non si
era mai innamorata in vita sua, riusciva a capire quanto grande dovesse
essere la sofferenza per Kate: pur non avendola vissuto sulla propria
pelle, era più che certa che essere lasciata dalla persona
amata non era affatto un'esperienza piacevole o facile da affrontare e
superare.
Si unì allora a Kate nella preparazione della colazione, che
consumò volentieri in sua compagnia, e riuscì a
farla sorridere
raccontandole un aneddoto che aveva a che fare con gli impasti per il
pane e il putiferio che uno dei ragazzi di Tyrik aveva quasi scatenato
quella notte; le faceva enormemente piacere poter essere utile, non
solo economicamente, alla persona che, senza
sapere nulla di lei e senza costrizioni, aveva deciso di offrirle un
tetto sotto cui vivere.
«Va' pure a riposare. Hai lavorato
tutta la notte, sarai stanca»,
le disse Kate, rivolgendole un sorriso.
«Ti ringrazio, ma se hai bisogno di qualsiasi cosa puoi
svegliarmi in qualunque momento», le rispose, sinceramente
disposta a stare sveglia per altre otto ore filate, se necessario.
«Me la caverò»,
chiuse Kate nell'evidente tentativo
di
rassicurarla.
Kaelee annuì e la
strinse brevemente prima di
separarsi da lei – che sarebbe andata ad aiutare sua madre,
Rebecca, con la decorazione di alcuni vasi da vendere al Mercato
– prima di andare al piano superiore e addormentarsi
immediatamente dopo essersi stesa.
Kaelee si svegliò che era ormai passato mezzogiorno, come la
posizione del Sole indicava chiaramente, e si
accorse
subito
del trambusto che regnava al piano inferiore; nonostante la
mente ancora confusa e mezza addormentata, non ebbe
difficoltà a riconoscere le voci
di Much
e Allan oltre a quella di Kate.
D'istinto scosse il capo al pensiero di tutte le storie che Allan si
sarebbe messo a raccontare pur di attirare su di sé
l'attenzione dei presenti, ma poi sorrise tra sé immaginando
Much che preparava uno dei suoi
piatti, soprattutto
per Kate: non era un segreto per nessuno, infatti, che la donna fosse
la sua
più grande fonte di ispirazione e contentezza. Perfino lei
si era subito accorta del sentimento che lo legava a Kate e le
era stato impossibile non sperare che tra i due nascesse qualcosa prima
o poi, perché Much le dava la netta sensazione di essere un
uomo buono, di quelli che non mancherebbero mai di rispetto alla donna
che amano, di quelli capaci di dare valore alle piccole cose.
Si stiracchiò prima di alzarsi per darsi una sistemata e
raggiungere gli altri, compito per nulla semplice come avrebbe potuto
sembrare.
Dopo qualche minuto impiegato in maldestri tentativi di acconciarsi i
capelli, Kaelee dovette per forza arrendersi all'indomabile chioma che
si ritrovava e accontentarsi di
fermare alcune ciocche scure che troppo
spesso
le ricadevano indisciplinate davanti agli occhi, infastidendola oltre
ogni dire; quindi scese con l'allegria che era solita portarsi dietro,
intenzionata a condividerla con Kate attraverso il supporto anche di
Allan e Much.
Dando per scontato che sarebbero stati solo loro quattro per il pranzo,
come altre volte era accaduto, non
guardò nella stanza prima
di
aver sceso l'ultimo scalino; così si
accorse del nuovo
ospite quando era ormai troppo tardi per tornare indietro e prepararsi
mentalmente a fare una nuova conoscenza.
Quando le voci arrivarono distintamente alle sue orecchie, la
conversazione tra i presenti doveva essere già iniziata da
un po'.
«In
tutta sincerità nemmeno io riesco a credere di poter
pranzare fuori casa», disse lo sconosciuto con una voce
profonda e piacevole.
«E in nostra compagnia!», esclamò Allan.
I presenti risero e si lanciarono in una breve serie di battute che
Kaelee non colse, ancora
stordita da quella presenza e, forse, anche perché
ciò che faceva ridere tutti non sarebbe mai riuscito a far
ridere anche lei, dal momento che si faceva riferimento a fatti che lei
ignorava.
Mentre indugiava ancora sull'ultimo gradino, Much la notò e
ne richiamò l'attenzione.
«Kaelee!
Mi chiedevo quando saresti arrivata.
Manca giusto il pane», disse, inducendo inevitabilmente
l'ospite a voltarsi nella sua direzione.
Gli occhi chiari che quello
puntò nei suoi quasi le tolsero il respiro tanto erano
accesi di curiosità.
«Much...
Il pane lo preparo e lo lascio al forno del vecchio Tyrik, non me lo
porto mica a
letto»,
gli rispose arginando l'imbarazzo e facendo ridere Allan di gusto.
Much rimase interdetto per qualche istante e Allan si propose di
risolvere la questione facendo un salto al forno del vecchio Tyrik.
Kate intanto stava preparando la tavola e Kaelee
si rese conto che era buona educazione presentarsi all'uomo e poi
aiutare
l'amica.
«Io sono
Kaelee.
Non mi sembra di conoscervi», esordì tendendo la
mano allo sconosciuto.
Lui si alzò, rivelando la sua notevole altezza, e contrasse
per un attimo le labbra sottili in una
smorfia di dolore senza che lei potesse intuirne l'origine.
«Guy
di Gisborne», rispose infine, sollevandole la mano fin quasi
a
sfiorarla con le labbra in un gesto elegante e gentile. «Robin mi ha parlato di voi e del vostro
trasferimento a Locksley. Ben arrivata anche da parte mia»,
concluse.
Senza che ci fosse un razionale
motivo, il cuore di Kaelee prese un ritmo a lei completamente nuovo;
simile a quando correva a perdifiato, ma non uguale; simile a quando
infrangeva qualche sciocca regola, ma non uguale.
Sentì il viso riscaldarsi improvvisamente e
immaginò le guance colorarsi di rosso, come al solito, ma
nonostante questo non potè trattenere
un
sorriso quando gli occhi cristallini di lui si incastrarono di nuovo
nei suoi, manifestando subito una predisposizione d'animo per niente
ostile.
Si accorse, ora che gli era così vicina, che ciglia e
sopracciglia scure li rendevano ancora più
ipnotici di quanto dovessero essere realmente, –
"pericolosamente ipnotici", corresse nella mente – al punto
che l'unica soluzione era distrarsi
aiutando Kate ad apparecchiare.
«Vi
ringrazio e spero
vi abbia detto soltanto cose
interessanti», scherzò, scoprendo che era
più
facile nascondere quelle sensazioni sconosciute se non
lo guardava negli occhi.
Lui si sedette di nuovo e diede vita ad una leggera e piacevolissima
risata.
Kate, che aveva conosciuto la parte oscura e cattiva di Gisborne, che
aveva dubitato di lui anche quando Robin aveva deciso di fidarsi, aveva
ora dinanzi a sé innegabilmente una persona molto diversa,
anche
se non gli dava ancora completa fiducia. Non
riusciva a credere, infatti, che il caratteristico ghigno avesse
abbandonato il volto di Guy,
rimpiazzato da un sorriso gentile; non poteva credere che la voce
rabbiosa avesse lasciato il posto a toni pacati, e il tutto in un tempo
così piccolo. Ancora adesso, mentre era nella sua casa e
nella sua cucina, l'atteggiamento di Guy di
Gisborne e la sua gentilezza verso Kaelee non la convincevano
pienamente e se si era mostrata disponibile ad ospitarlo per
pranzo era soltanto perché Robin gliel'aveva chiesto come
favore personale essendo lui e Archer impegnati in un giro di
ricognizione sul limitare della foresta.
I suoi pensieri, mentre continuava a osservare Gisborne con sguardo
critico e Kaelee con materna attenzione, furono interrotti da Allan, il
quale
irruppe rumorosamente e allegramente in casa annunciando di avere il
pane, per la gioia di
Much, permettendo così ai cinque di mettersi a tavola.
Con Much e Allan non c'era davvero il pericolo di annoiarsi e il pranzo
fu allegro e colmo di risate sincere.
Per Guy fu un piacevole ritorno alla vita di tutti i giorni, che si
prospettava diversa in tutto e per tutto dalla precedente esistenza
vissuta al fianco di Vaisey e in qualità di suo braccio
destro, – nessuno, infatti, gli avrebbe chiesto di prendere
con la forza il denaro a questa o quella famiglia, nessuno lo avrebbe
costretto a mozzare la mano ad un uomo solo perché aveva
rubato una mela al Mercato, nessuno gli avrebbe ordinato di uccidere un
innocente in cambio di denaro e potere – e si rese conto di
provare sentimenti considerati perduti per sempre: si sentì
sereno, felice, mentre scopriva che la speranza
poteva
nascere perfino nel suo cuore lacerato.
N.B.
Il
capitolo è stato rieditato in
data 27/11/2015.
Il lavoro non ha comportato modifiche a livello di trama ed
è invece consistito nella revisione della forma e
nell'aggiunta di qualche dettaglio e informazione.
N.d.A.
Salve a voi coraggiosi, che siete giunti fino alla fine di
questo primo e sperimentale capitolo, e benvenuti!
Chi conosce nel dettaglio la serie televisiva di appartenenza,
avrà facilmente intuito, già leggendo la
premessa, che
non ho
amato particolarmente il finale della terza ed ultima stagione di Robin
Hood; ragion per cui mi sono presa la libertà di apportare
qualche modifica,
ponendo come presupposto che Robin, Allan e Guy non siano morti.
Per chi non è pratico del fandom ed è arrivato
ugualmente
a questa storia, preciso che nella premessa ho sintetizzato quello che
è il finale alternativo, quindi di mia invenzione, da cui
prendono il via le vicende che racconterò di qui in avanti.
Con l'introduzione, ho invece gettato le basi per le nuove avventure,
ho voluto dare uno sguardo generale alla situazione
in cui intendo ambientare i personaggi e ho approfittato per inserire
brevemente l'arrivo di Kaelee a Locksley. Lei non fa parte della serie
tv in alcun modo, neanche trasversalmente comparendo per pochi istanti
nel corso di un episodio, ed è, quindi, completamente mia;
la
conosceremo meglio insieme,
nel
corso delle vicende, dal momento che intendo incentrare il tutto su lei
e Guy di Gisborne (è principalmente per lui che ho sentito
il
bisogno di
scrivere).
Ci tengo inoltre a precisare che adoro Much e sapendolo
innamorato di Kate, vorrei provare a dargli un'opportunità;
non
sono certa di come andrà a finire: mi lascerò
trasportare
dai personaggi.
Prima di chiudere voglio precisare che siamo nel 1194, lo stesso anno
in cui è ambientata la terza stagione della serie tv, e
voglio
fare un piccolo riepilogo sui personaggi e i loro eventuali legami, sia
per coloro i quali hanno seguito la serie, sia per chi ha nozioni
generiche sul personaggio di Robin Hood.
Robin di Locksley:
ha
31 anni, ha un Maniero a Locksley e altri possedimenti nei villaggi
adiacenti, è nobile di nascita; ha un fratellastro di nome
Archer (nato dall'unione di suo padre con la madre di Guy di Gisborne)
e ha sempre amato Lady Marian; dopo la sua morte ha avuto brevi
relazioni con Isabella Thornton e Kate; ha combattuto nella Guardia
Reale di Riccardo I, in Terra Santa e crede in un'Inghilterra giusta e
libera; il suo più fedele alleato è Much, che
è
stato anche il suo servo quando entrambi abitavano al Maniero prima di
partire per la Crociata di Re Riccardo.
Much:
ha 33 anni, vive
al fianco di Robin come suo leale servitore da diverso tempo e non
desidera altro che la Tenuta a Bonchurch promessagli da Robin dopo
l'esperienza in Terra Santa; è sensibile e si innamora in
fretta; un ottimo cuoco e un amico sincero; vuole molto bene a Robin
Hood e spesso manifesta gelosia in chiunque ne riceva le attenzioni; ha
una brevissima relazione con Eve, una giovane donna di Bonchurch, alla
quale fa una promessa (affronterò l'argomento nel corso dei
capitoli) e si innamora a prima vista di Kate.
Allan A Dale:
ha 30
anni e diventa subito membro della banda di Robin Hood; è
incline a pensare spesso al proprio tornaconto, ma non per questo
è una cattiva persona; nel corso degli eventi si ritrova a
dover
scegliere tra la propria vita e la fedeltà alla banda;
collabora
con Sir Guy di Gisborne e lo Sceriffo Vaisey senza mai tradire davvero
i suoi amici; è un imbroglione nato, ottimista e positivo,
allegro e dalla battuta facile; ha una cotta per Djaq la Saracena, ma
non lotta per lei quando la ragazza dichiara di amare Will.
Will Scarlett:
ha 21
anni, vive a Locksley con suo padre Dan (che verrà ucciso
dallo
Sceriffo) e suo fratello minore Luke (che si trasferirà a
Scarborough; si unisce alla banda di Robin Hood dopo essere stato quasi
impiccato per aver infranto le assurde regole dello Sceriffo di
Nottingham; resta fedele al gruppo e combatte al fianco dei suoi
compagni fino a quando, tutti insieme, partono verso Acri, in Terra
Santa, per salvare Lady Marian e fermare Vaisey e Gisborne che vogliono
uccidere Re Riccardo; innamorato di Djaq la Saracena, decide di
stabilirsi ad Acri con lei per sposarla e costruirsi una famiglia;
lascia la banda nel 1193.
Djaq la Saracena:
ha
28 anni, è originaria di Acri e il suo vero nome
è
Safiya; ha un fratello gemello di nome Djaq, del quale assume
l'identità dopo la sua morte; arriva in Inghilterra come
prigioniera e si unisce alla banda di Robin Hood fingendosi uomo;
è esperta di medicina e sarà spesso utile alla
banda in
tal senso; ha un carattere forte, è un valido alleato sul
campo
ed è di mentalità molto aperta; si innamora di
Will al
quale si dichiara il giorno del compleanno di Robin Hood, quando
l'intera banda rischia la vita; lascia la banda nel 1193.
Little John:
ha 54
anni, è originario di Locksley, ha una moglie di nome Alice
e un
figlio di nome Little Little John che nasce quando lui è
già un fuorilegge; quando viene dichiarato fuorilegge
è
costretto a fingersi morto per evitare problemi a sua moglie; si mette
a capo di un gruppo di fuorilegge, ma quando conosce Robin si unisce
volentieri alla sua banda; sue caratteristiche peculiari sono forza
fisica e bontà; è un compagno leale e sensibile
ai drammi
esistenziali; non si fida facilmente delle persone.
Fratello Tuck:
ha 43
anni, è un frate di colore e torna in Inghilterra nel 1194;
nello stesso anno si unisce alla causa di Robin Hood riportandolo sulla
retta via dopo la morte della donna amata; diventa subito una colonna
portante della banda; è allegro, ma anche molto intelligente
e
trova nella fede la sua forza; è un ottimo combattente.
Kate:
ha 30 anni (ho
deciso io l'età non avendo trovato indicazioni da nessuna
parte)
e vive a Locksley con sua madre Rebecca, sua sorella Maggie e suo
fratello Matthew (che verrà ucciso da Gisborne);
è
istintiva e incline a moti irosi; non sopporta catene e costrizioni,
perciò entra a far parte della banda di Robin Hood nel 1194,
dopo l'uccisione di suo fratello; si innamora di Robin.
Archer:
ha 20 anni ed
è il fratellastro di Robin di Locksley e Guy di Gisborne; sa
poco e niente dei suoi genitori e vive gran parte della sua vita
girando il mondo; si trova imprigionato a York quando conosce i suoi
fratelli, arrivati a liberarlo; scopre di avere anche una sorella che
è lo Sceriffo di Nottingham, così decide di
allearsi con
lei per denaro, ma presto capisce che la donna è corrotta e
si
unisce alla banda di Robin Hood nel 1194; è scaltro ed
è
un abilissimo arciere.
Lady Marian:
muore nel
1193 all'età di 22 anni, per mano di Guy di Gisborne; vive a
Knighton insieme a suo padre, Sir Edward, e veste i panni di Guardiano
Notturno per contrastare l'operato dello Sceriffo Vaisey; per qualche
tempo vive al Castello di Nottingham insieme allo Sceriffo e a
Gisborne, facendo la spia per conto di Robin Hood, del quale
è
innamorata; viene costretta a sposare Gisborne, ma lo abbandona
all'altare; quando viene scoperta nei panni di Guardiano Notturno
rischia l'impiccagione, ma viene salvata da Gisborne e Allan; condotta
in Terra Santa insieme allo Sceriffo e Gisborne, dopo aver tentato di
uccidere il primo, viene uccisa dal secondo; viene sepolta in Terra
Santa.
Isabella
Thorntorn:
muore nel 1194 all'età di 30 anni, per mano di suo fratello
Guy;
perde entrambi i genitori in un incendio, a Locksley, e viene poi
venduta da suo fratello all'età di tredici anni; molti anni
più tardi decide di scappare da suo marito e si reca a
Nottingham, dove chiede protezione a suo fratello Gisborne; prova, in
realtà, a entrare nelle grazie del Principe Giovanni e
riesce a
farsi eleggere Sceriffo dopo la finta morte di Vaisey, vendicandosi
così di suo fratello Guy; si innamora di Robin Hood, ma non
riesce a conquistarlo.
Sir Guy di
Gisborne:
ha 36 anni e dopo una vita trascorsa al fianco di Vaisey,
considerandolo un padre, lo uccide (così crede) mirando a
diventare Sceriffo; fatto invece prigioniero da sua sorella, nominata
Sceriffo, conosce una ragazza di nome Meg e grazie a lei capisce di non
voler più vivere nella cattiveria; innamorato di Lady Marian
cerca di conquistarla in ogni modo possibile, offrendole i propri averi
e il proprio cuore, ma non ci riesce e, accecato da rabbia e dolore, la
uccide; si pente e ne soffre molto finché sceglie di unirsi
a
Robin Hood dopo aver scoperto di avere un fratellastro in comune con
lui, Archer (figlio di sua madre e del padre di Robin di Locksley);
entra a far parte della banda nel 1194 e collabora alla distruzione di
Vaisey.
Vaisey di
Nottingham:
muore nel 1194 a 54 anni; è il maligno Sceriffo di
Nottingham
che trama alle spalle di Re Riccardo e in coalizione con il Principe
Giovanni.
Dopo aver parlato brevemente dei componenti della banda di Robin
(attuali e non), di chi ha avuto un ruolo importante ed è
poi
morto e dei due cattivi principali (di cui uno è ora dalla
parte
dei buoni e l'altro è passato a miglior vita, quindi
aspettatevi pure l'ingresso di nuovi antagonisti), credo di potervi
salutare.
Mi auguro che non ve la prenderete troppo con me per aver
stravolto un po' le cose e vi ringrazio in anticipo per la lettura e
l'eventuale recensione.
Alla prossima!
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