Il buio

di _Pulsar_
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Correva, doveva correre, lo faceva per salvarsi la pelle. Sapeva che era inseguito, ma non sapeva da chi, non sapeva dov’era e non sapeva dov’erano gli altri. Inciampò. Sentiva la paura crescere dentro di se. Si rialzò e riprese a correre. Doveva farlo, doveva scappare e soprattutto doveva trovare gli altri, la sua famiglia. Si sentiva solo, immensamente solo, percepiva di essere osservato e non sapeva dove andare. Il buio lo avvolgeva, ma di questo era abituato, anche se in quel momento tutto era diverso dal solito. Non aveva nessuno che per indicargli la direzione gli batteva nella mano, nessuno che gli parlava. Solo buio. Quel qualcuno che lo inseguiva si avvicinava sempre più. Nell’aria risuonavano i suoi passi leggeri, si fermò, un rumore attirò la sua attenzione. Silenzio. Eccolo di nuovo, un urlo simile a quello che emettevano gli eliminatori quando erano furiosi, quando erano assetati di sangue. L’urlo si faceva sempre più vicino, sempre più forte. Di nuovo silenzio, nessun rumore, l’aria iniziava ad essere soffocante e i suoi respiri affaticati. Un ramo si spezzo, riprese a correre e andò a sbattere contro un muro. Le sue mani riconobbero quei mattoni, era del rifugio dove avevano vissuto per diversi anni dopo essere scappati con Jeb.





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