Cap 25
Parlai ancora un po’ con Eddie e poi andai a cercare il signor Dashkov che sembrava stesse meglio.
-Signor Dashkov, sta meglio?
-No,
Rose… la mia bambina forse è una Strigoi… Puoi
farmi un favore? Chiama Yuliya e Anastasia e di loro di quello che
è successo. - disse lui con voce stanca e triste.
-Non si preoccupi, lo farò.
Mi
diressi verso la mia stanza e improvvisamente mi ricordai che avevo
piazzato Dimitri lì; quando rientrai non lo trovai ma
sicuramente era da qualche parte ad aiutare.
Ero
così arrabbiata per tutto quello che era successo, il senso di
colpa mi tormentava ma cercai di calmarmi per evitare che i miei super
poteri causassero seri danni.
Composi con tanta ansia il numero di Yuliya e chiamai.
-Pronto Rose? Che succede? - rispose lei.
All’inizio
feci un giro di parole ma alla fine le dissi tutto; è inutile
dire che cominciò a piangere come una fontana e promise che lei
e Anastasia sarebbero arrivate domani.
Mi
misi a sedere sul letto e presi la mia testa fra le mani pensando che
dopo tutti questi mesi, questo mondo mi era ancora estraneo, non mi
sentivo me stessa vivendo questa vita.
All’improvviso fui catapultata nella testa di Lissa, ed era molto arrabbiata perchè non poteva aiutare.
-Liss, non puoi curare tanti feriti, sai che cosa ti succede e potrebbe aver effetto anche su Rose. - le disse Christian.
Questa volta fu più corta la mia intromissione non voluta nella sua testa.
I'm coming home
I'm coming home
tell the World I'm coming home
Let the rain wash away all the pain of yesterday
I know my kingdom awaits and they've forgiven my mistakes
I'm coming home, I'm coming home
tell the World I'm coming…
Avevo
una voglia improvvisa di tornare a casa mia ma io non avevo più
una casa… l’unico posto in cui posso stare è questa
dannata scuola che non sopporto. Anche se volessi non potrei andare
via, lascerei Lissa da sola e Dimitri non potrebbe venire mai con
me… ero disposta a lasciarli qui e andarmene? A dire il vero,
quest’idea mi era passata per la testa tante volte ma non ci
avevo mai pensato seriamente come adesso… Guardavo il mio
armadio con insistenza e senza pensarci, mi alzai e lo aprii, tesi la
mano verso una maglietta… aspetta, no, non potevo andare via e
lasciare Lissa e Dimitri.
Mi
sentivo agitata per un motivo a me sconosciuto e mi sentivo così
impotente ma cercai di calmarmi malgrado i tentativi furono vani; era
la prima volta in cui ero consapevole che i miei poteri si sarebbero
scatenati, era come un’energia che stava dentro di me pronta per
esplodere; corsi al posto dove io e Dimitri ci allenavamo e mi sedetti,
per fortuna quella sensazione era sparita ma adesso mi sentivo come
vuota… era impressionante come potevo cambiare stato
d’animo.
Ero
abituata a correre quando ero agitata o non potevo calmarmi ma di certo
non potevo mettermi a correre per il campus, così decisi di
usare l’uscita segreta che Mason mi aveva fatto vedere, iniziai a
correre per il bosco senza paura dato che era giorno e la cosa
funzionò… mi sentivo così bene e libera.
Corsi
tanto, credo per ore e mi ero ormai allontanata dall’Accademia ma
mi procurai dell’acqua da un fiume e ripresi le forze per tornare
indietro.
Entrai con cautela nella mia stanza.
-Rose!
- disse Christian. -Dove sei sparita? Lissa era molto
preoccupata… per non parlare di Dimitri che è andato
fuori di testa…
-Sono stata a correre, non mi sentivo bene.
-Dimitri è alla chiesa ad aiutare padre Andrew, io vado da Lissa per tranquillizzarla.
Quando
uscivo per correre a Los Angeles, i miei genitori sapevano che potevo
badare a me stessa e non davano di matto a tal punto da chiamare anche
l’FBI per trovarmi, mi sentivo come una piccola fragile che ha
bisogno di protezione costantemente.
-Ciao padre Andrew. - dissi io salutando il vecchio uomo che puliva la chiesa.
-Oh,
Rose, eccoti! Io avevo detto a Dimitri che non ti era successo niente
ma lui era troppo preoccupato per ascoltarmi. - disse lui.
-Sono uscita per fare una corsa nei boschi, ne avevo bisogno…
-Ti capisco, ti capisco. Con tutto quello che hai passato, dovevi scaricarti in qualche modo.
-Rose! - disse Dimitri correndomi incontro e baciandomi. -Stai bene?
-Si, tranquillo, ero uscita per una corsa nei boschi.
-La
prossima volta devi dirmelo. - disse lui in quel tono da guardiano che
con me usava molto raramente. -Ricordati che dopotutto sono anche il
tuo guardiano.
-Tranquillo,
era una semplice corsa. Non devi prendertela per così poco. -
dissi con un tono non tanto amorevole. Non sapevo cosa mi prendeva ma
ce l’avevo con lui per il semplice fatto che mi abbia
contrastata, cosa per cui io non mi arrabbiavo.
Girai i tacchi e uscì dalla chiesa.
I miei piedi mi condussero verso la stanza di Adrian.
Bussai e lui mi aprì subito.
-Ciao, Rose. - disse lui abbattuto.
-Come va? - gli chiesi io.
-Male, Natalie non se lo meritava…
-Quindi hai saputo?
-Si.
-Io mi sento in colpa, l’avevo vista cadere a terra senza vita ma non potevo portare il suo corpo con me…
-Rose, Dio è dannatamente crudele, ecco perchè io sono ateo! - disse lui.
-Io ho smesso di credere che Dio esista da molto tempo… - dissi io.
-E fai bene! - disse lui. -Vuoi? - mi chiese lui porgendomi un bicchiere con una bevanda che sicuramente conteneva alcool.
-No grazie…
-Ti vedo abbattuta. Dai, racconta tutto a zio Adrian. - disse lui facendo la vocina da bambino.
-Vorrei andare via da questa scuola.
-Amore mio, basta che tu me lo chieda ed io ti porto via da qui. - disse lui lanciandomi uno sguardo sexy.
-Non lo so, qui c’è Lissa, lei è l’unica famiglia che mi è rimasta.
-Rose,
Lissa starà bene, vi potrete vedere quante volte tu desideri. Si
vede che l’ambiente che c’è qui ti fa male. I miei
genitori possono assumere degli insegnanti privati per te così
finirai l’anno.
-Grazie mille Adrian, ci penserò… - disse io dandogli un bacio sulla guancia.
-Non usare questa mossa, non mi piace quando sono debole davanti ad una ragazza. - disse lui.
Io gli risposi con una leggera risata.
-Se ti fa sentire meglio, puoi rimanere qui. - disse lui.
Ci pensai un attimo e qualcosa mi diceva che volevo veramente restare nella sua stanza.
Adrian fu molto gentile con me e la sua presenza era davvero piacevole e mi dava tranquillità.
Parlai
con lui e scoprì tante cose carine su di lui, come per esempio:
era uno che studiava tanto, era timido, tutte le ragazze fuggivano e lo
rifiutavano.
-Non ci credo, questo sei tu! - dissi ridendo mentre mi faceva vedere una sua foto da quando aveva 15 anni.
-I miei anni più bui. - disse lui.
Alla fine finì per addormentarmi mentre guardavamo un film: “Half Light”.
-Merda! Arriverò in ritardo! - dissi io vedendo l’ora quando mi sveglio.
-Calmati, non si fa lezione oggi, tutta la scuola è in lutto. - disse lui.
-Grazie per l’ospitalità, ora devo andare. - dissi io.
-Ti accompagno.
-Mi sono appena ricordata che dovevamo iniziare da un pezzo quelle esercitazioni con le gemelle Szelsky.
-Le faremo un’altra volta.
Camminando
verso la mia stanza, vidi un sacco di gente nuova, mentre piangevano,
erano sicuramente le famiglie di quelli che sono morti…
La mia attenzione fu attratta da una persona in particolare.
-Eleazar! - era uno dei professori che avevano aiutato me e Liz con i nostri poteri all’inizio.
-Rose! Come va? - disse lui abbracciandomi.
-Insomma… Tu che ci fai qui?
-Mio fratello è morto… - disse lui.
-Non sapevo avessi un fratello?
-Si chiamava Mason, Mason Ashford.
Rimasi scioccata… non avrei mai pensato che Mason e Eleazar fossero fratelli.
-E’ complicata la cosa, io e Mason non abbiamo lo stesso padre.
-Mason ha dato la sua vita per salvare la mia, era mio amico.
-Tipico Mason, lotterebbe contro un esercito di Strigoi. - disse lui con leggero sorriso.
-Si, lo avevo intuito anche io. - dissi io altrettanto con un sorriso.
-Vai, devi essere stanca. Ci vediamo domani ai funerali…
Mi
diressi verso la mia stanza e pensai al modo in cui avevo parlato a
Dimitri e ripensandoci, non credevo alle mie stesse parole. Non era da
me rispondergli così.
Andai a cercarlo e uscì immediatamente, quasi fuggendo.
A quanto pare la porta era chiusa, bussai.
-Si?
-Sono Rose. - si udì subito dopo la chiave che girava nella serratura e la porta che si apre.
-Entra. - disse lui.
-Finito
per oggi? - mi sentivo come se non fosse il mio ragazzo, forse anche
lui era rimasto male per il tono che avevo usato con lui prima.
-Si.
-Fino a quando sei libero?
-Fino a domani sera. - disse lui asciugandosi i capelli con l’asciugamano.
Mi alzai con una voglia matta di abbracciarlo e baciarlo.
Andai
e lo abbracciai da dietro. Smise di fare quello che stava facendo e si
girò, ricambiando il mio abbraccio. Avvicinai le mie labbra alle
sue e la loro morbidezza e dolcezza mi sconvolsero ancora una volta.
Quanto mi era mancato intrecciare le mie dita alle sue, sembrava
un’eternità da quando non lo facevamo.
-Non so cosa mi sia presa prima, sembrava che non fossi io.
-Sarà stato lo stress. - disse lui guardandomi con dolcezza.
-Tu mi sopporti fin troppo. - gli dissi io.
-Non è il fatto di sopportarti, ognuno di noi ha i suoi momenti di debolezza.
Misi
le mie braccia intorno al suo collo e lo guardai: a volte mi sembrava
di non meritarlo, mi amava così tanto ed io avevo
l’impressione di non dargli neanche la metà di quello che
lui dava a me.
Mi regalò un sorriso così beato e di un uomo che chiaramente mi amava.
Mi
domando dove andremo una volta che io avrò finito la scuola.
Compreremo una casa tutta nostra? Andremo nel suo villaggio? Per ora
non potevo saperlo, mi rimaneva solo godermi la sua presenza al massimo.
Cominciai a ricoprire le sue labbra di baci e lui fece lo stesso mentre mi stringeva nelle sue braccia forti e protettive.
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