Non ti voglio più
guardare. Non voglio più vederti, mai più.
Vorrei non aver scorto proprio il tuo viso quel giorno, tra i tanti.
È folle, lo so.
Sai quanto può essere
spaventoso perdersi? Ti è mai
capitato? Guardare negli occhi qualcuno e sentirsi annullare nella
più
irrazionale voglia di rubare un bacio da un paio di labbra che parlano
senza
sapere di essere desiderate?
Un giorno ti guarderai indietro e mi
vedrai sempre qui, alle
tue spalle, ad aspettarti da sempre. Sono rimasta qui tutto il tempo, per impedirti di cadere, per evitarti ogni male.
È una storia strana da
raccontare. Non c’è un Principe
Azzurro, né lieto fine. Ci siamo solo io te, fianco a
fianco, su vie parallele.
Hai mai notato quanto riescono ad essere
distanti due persone
che potrebbero tenersi per mano?
Mi piaci, sai, anche quando mi fai
del male, anche quando
ogni tuo gesto sembra volermi dire che sono solo una come tante altre.
Niente
di particolarmente bello, niente di particolarmente brillante. Niente
di
speciale.
Tu, ai miei occhi, sei tutto.
Ci hai mai pensato a noi due? Sarebbe
così semplice, se tu
ci credessi. Se solo questa possibilità avesse mai sfiorato
la tua mente. Ma tu
a me non ci pensi, non come vorrei, perché appartengo alla
metà di mondo che tu
non riesci a vedere alla luce che invece a me sembra ogni volta
più forte, da
quando ci sei tu.
Non voglio più
incontrarti. Non voglio più ascoltarti. Non
voglio più sognarti.
E spiegami che differenza
c’è tra il mio amore e quello di
qualcun altro. Un cuore che batte non ha volto, non ha distinzioni. Un
cuore
che batte – che batte per te
– culla
un sentimento vero, sincero, a prescindere da a chi appartiene. Sai di
cosa
parlo?
Non voglio più sospirare
per te. Non voglio più cercarti.
Non voglio più aspettarti.
Sei ovunque e in qualunque momento,
anche quando non ti
vorrei. Sei nell’aria che respiro, nel tempo che vivo, nelle
parole che scrivo.
Non voglio più scrivere
per te.
Proveresti compassione per me, se
solo sapessi, e questo mi
ucciderebbe.
Non chiamarmi più, per
favore.
Non toccarmi più.
Non sorridermi più.
Ti prego, basta.
Non esistere più.
Non voglio più sentire la
tua mancanza. Non voglio più
lasciarti senza sapere quando ti rivedrò.
Ti manco, qualche volta?
Non lo so. Non lo voglio sapere.
Non voglio più ricordarmi
di te. Voglio dimenticare tutto da
qui all’inizio, bruciare i ricordi, cancellare le tracce.
Voglio la serenità
dell’oblio, tra noi due.
Non intossicarmi più. Non
voglio più sentirmi dipendente da
te. Non voglio più avere bisogno di te. Per esistere, per
resistere, per sentire
il sapore della felicità nelle cose.
Vedi?
È folle. È
insano. È deleterio. Tu mi distruggi e a me non
importa.
Sai cosa significa desiderare
qualcosa che non è fatto per
appartenere a te?
Sai cosa significa dover sottostare
ad una regola, pur
sapendola sbagliata, ed ingiusta, e sciocca?
Tu forse la condividi. Non lo so, non
me lo hai mai detto,
né io avrò mai il coraggio di chiedertelo.
Sono vigliacca, vedi? Mi nascondo
dietro alla metà di me
stessa che tu non temi, ed intanto l’altra metà
urla, lottando per
raggiungerti, implorando un solo istante di libertà per
dirti tutto quello che
resterà sempre taciuto.
Non pensare che io sia egoista o
immatura. Il fatto è che
non ho mai saputo accettare le perdite, e se tu mi lasciassi, sai,
finirei col
riempire il tuo vuoto con altro vuoto, restandomene lì ferma
sul ciglio della
voragine ad osservare la tua impronta nella mia anima, croci su croci a
segnare
giorni perduti, una spirale tortuosa da appendermi al collo come un
gioiello,
grave e splendente, ancora profumata di te.
Non aspettarmi più. Non
voglio più correre da te.
Non seguirmi più. Non
voglio più farmi tentare.
Non pensarmi più. Non
parlarmi più. Non tornare più.
Uno schiocco, una scintilla, una
nuvola di fumo.
Voglio che tu sparisca come per
incanto, che tutto di te
evapori nei primi raggi della prossima alba.
Non voglio più stare
chiusa qui a sperare.
Eppure…
Aspetto.
Aspetto
ancora.
Ancora…
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A/N: a te, sempre e comunque. |