capitolo 1
CAPITOLO 1
Lemoi passeggiava per il ponte principale della Primeva. Sopra la sua
testa, uno schermo olografico proiettava i notiziari della terra,
migliaia e migliaia di anni luce di distanza.
Il capitano aveva ordinato di mantenere la calma, nonostante la
situazione surreale che in poche ore aveva scosso l'intero sistema
dell'alleanza.
Un attacco suicida aveva distrutto un intero pianeta, Kjalla, una
colonia aliena, e da quel momento tutti erano impazziti. Si
rivendicavano attacchi ogni mezzora, e tutti i governi planetari
avevano il terrore di dichiarare guerra.
E poi c'erano loro, che a bordo di un ex mercantile, dovevano portare
in salvo una manciata di dignitari terrestri. La terra non era mai
sembrata così lontana.
La giornata era iniziata davvero male.
Si sedette al solito posto, la solita colazione: il solito pane
artificiale assieme alle solite uova artificiali, uguali a quelle del
giorno prima ed a quelle che avrebbe mangiato l'indomani.
Tagliò il pane con il coltello. Era ancora caldo, fresco di
forno, e sistemate due fette dorate nel suo piatto, vi sistemò
sopra le uova, speziate con pepe ed origano, ed un pizzico di sale per
gradire. Avevano appena fatto sosta in un pianeta-giardino, quindi i
rifornimenti per qualche settimana non sarebbero mancati.
''Ehi, Lemoi!'' Frank, uno degli ingegneri a bordo, con la testa liscia
come vetro, si avvicinò, sedendosi al suo stesso tavolo, e prese
l'uovo con le mani, divorandolo d'un boccone. ''Lemoi, hai dato al
comandante i nuovi piani di navigazione, vero?''
''Si, Frank.'' Borbottò, dando piccoli morsi al pane con l'uovo.
''Le ha guardate, sembravano piacergli. Ho scelto una sosta, tra una
settimana, dove potremmo trovare altri dignitari. Dobbiamo solo
allungare di una decina di anni luce, niente di più.''
''Si parla di quante ore di viaggio?''
''Due giorni in più.'' Borbottò, deglutendo. ''Ma credo sia accettabile.''
Il silenzio dell'ingegnere calvo gli fece capire subito cosa pensava di
quella scelta. ''Accettabile? Benedette macchine, sai quanto
l'equipaggio voglia tornare a casa, e tu gli dai due giorni in
più solo perché possiamo trovare altri politici!? Quelle
pance grasse servono solo a fregarsi le nostre riserve di cibo!''
''Calmati. Abbiamo due mesi di viaggio da fare. Sei davvero convinto
che qualcuno noti questo viaggio in più?'' Gettò il pane
nel piatto. Fantastico, era iniziata davvero male la mattinata, e stava
finendo ancora peggio.
''Lemoi, Non vedo mia moglie da due anni. Ogni giorno è una tortura!''
''Allora immagino tu debba ringraziare che io non sia un sadico, o mi masturberei sapendo che tu soffri per una mia azione.''
''Sei peggio dei macchinisti. Almeno loro evitano queste battutacce.''
Il sorriso gli spuntò in automatico. ''Oh, non ho mai detto che era una battuta la mia.''
''Ho capito, vuoi essere lasciato in pace. Bastava dirlo, Navigatore
Lamoi.'' Sbottò l'uomo, che riprese il suo vassoio con la
colazione e si portò s'un altro tavolo.
Rise lui, vedendolo andare via. Non gli piaceva Frank, era troppo
grezzo, sentimentale e poco pratico, e visse con quel dialogo in testa
fino a quando non finì di mangiare il suo pane con l'uovo.
Il resto della mattinata si svolse come sempre, con lui, chino sul
quadro di comando, a controllare che la rotta seguire una traiettoria
accettabile. ''Capitano Kelle.'' Mormorò, Sollevando lo sguardo
verso colei che era a capo di quella bagnarola. ''Deve deviare a
sinistra di zero punto sette gradi, risparmieremo tre ore di viaggio,
in questo modo.
''Come vuole lei, Navigatore.'' Rispose la donna, che si alzò,
percorrendo il ponte della nave per raggiungere la mappa dei sistemi.
Angolo di rotta, invertito a sinistra di zero punto sette gradi. Eseguo.
L'I.A. della nave comunicò il cambiamento e lui tornò
alla sua routine, di controllare ed aggiornare i parametri che, veloci
come un fiume in piena, lo tenevano costantemente sotto pressione.
''Lemoi.'' Lo chiamò il capitano Kelle.
''Si, signora?''
''Fatti dare il cambio da Gwen. Ci vediamo nel mio ufficio, devo parlarti in privato.''
''Come desiderate.'' Rispose, impostando il navigatore automatico, e
seguì Kelle, fino all'ascensore della nave, poi via, nel ponte
equipaggio. L'ufficio del comandante era in fondo ad un lungo corridoio
segnato da luci intermittenti che indicavano le zone di carico piene,
in quel caso, di dignitari, politici e le rispettive famiglie salvate
durante le missioni di recupero.
La stanza dove loro entrarono era la più piccola delle stive di
carico, ed al posto della merce, era stata sistemata una larga
scrivania in poliestere ed alcune comode sedie imbottite di spugna
sintetica.
''Posso chiedere per cosa mi avete potato qui, capitano?''
''Certo, ma immagino tu abbia già saputo. In una nave così piccola,le informazioni girano veloci.''
Lemoi drizzò la schiena, scostando lo sguardo da un punto
all'altro della stanza, nervoso. ''Riguarda il comandante in seconda,
vero?''
''Ferren è morto questa notte. Non ha retto le ferite dell'ultima missione.''
''È morto a causa mia, lo sappiamo entrambi, capitano..''
Mormorò, guardando la poltrona, non riuscendo ad incrociare lo
sguardo del suo superiore. ''Gli Steamer erano in superiorità
numerica, dovevo essere più deciso nel comando, ma ho lasciato a
lui la scelta.''
''Hai fatto quanto in tuo potere.'' Lo rincuorò Kelle. ''Potevi
solo ritardarlo, ma la testaccia dura di Ferren alla fine gli è
costata la pelle.''
''Capisco.'' Disse, massaggiandosi una spalla. ''Come volete proseguire ora, capitano?''
''Tanto per iniziare, raggiungiamo il pianeta che hai segnato sulla
mappa, da li, decideremo. Mancano due mesi di viaggio, non possiamo
permetterci troppe perdite, o saremo costretti a reclutare i civili per
coprire i posti tenuti occupati perché si.'' Kelle fece cenno di
sedersi pure. Evidentemente avrebbero perso altro tempo a parlare,
oppure c'era altro, e quello era poco ma sicuro. Solo la morte del
capitano in seconda Ferren non poteva essere la causa di quella loro
riunione. ''Sarai tu il secondo ufficiale. Sei tra quelli più in
alto nella scala gerarchica, ed oserei dire che sei dannatamente bravo
nella navigazione strategica. In caso io muoia, sarai tu a portare quei
politici a casa.''
''Capitano, non credo di essere esattamente la persona più
indicata per questo ruolo. La navigazione richiede cura costante, e non
posso faro se devo guidare anche l'intera nave.''
''Piantala, non ti ho chiesto un dannato favore. Tu sei la mia prima
scelta, sai come funziona questa nave. Diamine hai supervisionato il
progetto e l'assegnarti alla navigazione è stato un insulto.''
Il tono del capitano non accettava repliche, era come un masso. Lei era
ferma, il punto saldo della nave. Sarebbe riuscito lui ad assecondarla?
''Come desiderate, capitano Kella.'' Disse solo. Aggiungere altro sarebbe stato superfluo per lui.
''Bene, allora torna alla navigazione, lascerò un dispaccio che
ti nominerà ufficialmente capitano in seconda a partire da
domani. Intesi, Lamoi?''
''Sissignora, come desiderate.''
Una promozione bastò per renderlo da navigatore pragmatico ed
intrattabile, alla seconda persona più importante della nave. Ma
assieme al prestigio arrivarono anche i doveri, e con essi, le
richieste dell'equipaggio, e senza neanche avere il tempo di respirare
passò una settimana.
Sbarcare s'un pianeta era complicato, burocraticamente parlando. La
prassi poteva richiedere anche alcune ore, ed in tutto questo, la nave
doveva restare fuori dall'orbita del pianeta, ma abbastanza vicina da
poter permettere le trasmissioni.
Ma non fu quello il caso. Le trasmissioni erano andate al diavolo, e l'intero pianeta era stato attaccato dagli Steamer.
Quelle creature erano una razza aliena di non recente entrata nel
sistema. L'alleanza contava quasi una ventina di razze, tra ospitate e
governanti, più una che era la razza suprema.
Ma tutto era andato nei casini. Un gruppo ribelle di quegli alieni
aveva ben deciso di distruggere il pianeta natale dei Zahal, una delle
specie rientranti nella cerchia che governava. Attaccarli in maniera
diretta o indiretta equivaleva al dichiarare guerra all'intero sistema,
e questo di Steamer lo sapevano bene, ma avevano un solo, piccolo
vantaggio. Quegli alieni xeno-morfi avevano iniziato degli scavi s'una
loro colonia ed avevano rinvenuto un cannone ad antimateria vecchio di
milioni di anni. Era inattivo, certo, ma nel giro di pochi giorni, quei
laboriosi esseri avevano studiato il cannone e dopo, lo avevano montato
su ogni loro nave, persino quelle civili. Per ogni nave nemica
abbattuta, correva voce che il governo Steeniano offriva un generoso
pagamento. I mercenari di tutte le razze erano accorsi, e ciò
non aveva fatto altro che aumentare la paura di entrare in una vera e
propria guerra inter-sistema.
Una volta atterrati in mezzo ad una giungla di alberi argentei con le
foglie color bronzo, Lamoi, il capitano ed altri sette uomini della
sicurezza erano scesi. Secondo i rapporti, gli Steamer di quel pianeta
avevano potenziamenti cibernetici quindi il capitano aveva disposto un
arsenale da ricognizione. Non mancarono i fucili ad impulsi e le
granate EMP.
Nessuno voleva usarli, ma, si sapeva, gli Steamer ed i mercenari loro
alleati avrebbero sparato a vista a qualunque umano. E l'equipaggio
della Primeva era in cima alla lista dei bersagli umani.
''Capitano in seconda Lemoi, Si sistemi in coda al gruppo, ci
guarderà le spalle ci darà indicazioni per Nova Londra.''
Lemoi annuì, carabina in mano. ''Sissignora.'' Rispose con
decisione. Non se lo fece ripetere due volte, e si lasciò
superare dalle truppe di sicurezza. ''Ad ogni modo, secondo la
mappatura rilevata sulla nave, dobbiamo proseguire per duecento
chilometri in direzione Sud, capitano Kelle.''
''Ricevuto, Lemoi. Sentito uomini? Muoversi!'' Incitò lei, guidando il gruppo.
Un altro pianeta-giardino. Il codex della nave aveva rilevato il cibo
come non-commestibile. Presentava un elevata presenza di sostanze
allucinogene nelle piante e nei vegetali, ed un alto tasso di metalli
pesanti negli animali. Mangiare qualcosa, in quella situazione,
equivaleva a morire.
''Capitano...'' Mormorò un uomo della squadra di sicurezza.
''...rilevo presenza Steamer a duecento metri da noi, e sono in
avvicinamento.'' Avvertì.
Il capitano si fermò, probabilmente per ascoltare con più
attenzione. ''Ronzio.'' Affermò, voltandosi verso Lamoi.
''Navigatore, il vostro scanner rileva grotte o simili?''
''Nulla di simile, capitano, però ci sono delle rovine, a
trecento metri a sud ovest. Potremmo passare lì la notte, che
dovrebbe arrivare tra un'ora.''
''Abbiamo scorte limitate, possiamo permetterci solo una pausa. Per
domani ce la faremo a partire da Nova Londra in tempo, Lamoi?''
Massaggiandosi il viso, il capitano in seconda fece qualche calcolo
mentale. Era difficile, una pausa era comunque richiesta anche al
ritorno, avrebbero dovuto correre. ''Se partiamo prima dell'alba,
forse. Su questo pianeta il sole è alto nel cielo solo per una
dozzina di ore durante la stagione calda, e noi, siamo nell'equivalente
terrestre dell'autunno, signora. Possiamo contare otto-nove ore di luce
al giorno.''
Kella sollevò il fucile sulle spalle, fissando la proiezione
olografica del soldato che indicava con dei lampeggianti rossi, gli
Steamer in avvicinamento. ''Sistemiamoci qui, nascondiamoci e speriamo
che non ci vedano.''
''Sissignora.'' Ripeterono i soldati all'unisono. Lamoi rimase in
silenzio. Approvava la scelta, seppur rischiosa. Al suo posto? Avrebbe
probabilmente fatto lo stesso.
Passarono dieci minuti per preparare un nascondiglio. Sistemarono
alcune trappole EMP a corda. Se gli Steamer fossero stati troppo vicini
a loro, sarebbero stati fritti. O questo si sperava. Non si aveano
rapporti di tecnologia Steamer da qualche mese prima della scoperta del
cannone ad antimateria. Ora potevano avere qualsiasi tipo di tecnologia
con loro.
Il ronzio aumentò, seguito da dei passi, e rumori di scariche
elettriche. Era quasi notte, e nel buio, delle piccole luci azzurre si
fecero via via più vivide con l'avvicinarsi
dell'oscurità. E si avvicinavano. Si facevano più
luminose e numerose, ma ciò che dava veramente sui nervi, era
quel dannato ronzio.
E poi, eccoli lì. Gli steamer. Alieni xeno-morfi simili ai
rinoceronti terrestri, ma più magri, su due zampe ed alti due
metri. La loro corazza naturale era ora potenziata con qualche sorta di
nanotecnologia. Il solito vapore che emettevano dal naso, da cui
dovevano il nome, era ora diventato una scarica statica costante, ed
era essa a produrre quel fastidioso ronzio.
''Capitano...!'' Sussultò uno dei soldati del gruppo di
sicurezza, ma Kelle lo zittì con un gesto della mano,
riparandosi dietro quel muro naturale di pietre e rampicanti argentei.
Quei colossi si erano potenziati con inserti sintetici. E l'unica cosa
visibile era la corazza metallica che li ricopriva, oltre alla scarica
statica dal naso.
''Capitano.'' Disse sottovoce Lemoi. ''Abbiamo due granate ciascuno,
noi. Diciotto in totale. Non bastano per tutti quei bestioni, dobbiamo
lasciarli passare.''
''Navigatore, al momento limitatevi a pianificare una fuga.''
Incredibile, pensò. Quella donna aveva già pensato a tutto, sapeva che non potevano farcela.
E cadde il silenzio. Il ronzio del loro respiro era tutto ciò
che sentivano, oltre ai loro pesanti passi, che schiacciavano rami e
radici sotto i loro piedi.
Il gruppo di Steamer si divise. Tre rimasero lì, mentre altri quattro proseguirono.
''Sergente, rintraccia le loro trasmissioni. Voglio sapere se stanno cercando noi oppure no.''
''Certamente, capitano.'' Obbedì l'uomo, e mentre lui eseguiva,
Kelle si alzò in piedi, gettando entrambe le sue granate EMP
verso i tre Steamer.
Esse caddero a terra quasi senza far rumore, poggiandosi sull'humus
ambrato, e quando esplosero, i colossi rimasero storditi. Le luci delle
corazze si spensero e tutti i tre parvero immobilizzati.
Non partì nessun colpo dalla carabina del capitano, riparata tra due massi, usati come una feritoia di fuoco.
''Sono...sono morti?'' Balbettò un soldato. ''Signora? Sono morti?''
''Diamine, sono immobili e le luci si sono spente. Spero di si!''
''Abbiamo fritto i loro sistemi, capitano.'' Spiegò Lemoi.
''Credo che la rete neurale di questo gruppo sia stata modificata da
organica a sintetica. Se tutti gli Steamer sono così? Sarebbe
sciocco da parte loro. Ci darebbe facile vittoria.''
''Mi basta che non si muovano, navigatore.'' Ribatté il
capitano. ''Forza, marciamo verso Nova Londra. E voi del gruppo di
sicurezza, continuate a badare alle loro telecomunicazioni ed i loro
spostamenti. Se ci sono Steamer nel raggio di mezzo chilometro, voglio
saperlo.''
''Capitano.'' La chiamò uno dei soldati della sicurezza. ''Non dovremmo portarne uno con noi?''
''Marcate questa posizione, ed al ritorno, se avremo tempo, li porteremo con noi.''
''Ricevuto.'' Rispose l'uomo.
''Se non c'è altro, andiamo.''
Ed il gruppo partì, incamminandosi in quella giungla argentata, affamato e stanco, con l'avvento del buio.
Quella notte nessuno dormì. Arrivarono a Nova Londra alle prime
luci dell'alba, ma la città era quasi completamente rasa al
suolo. Il sole non era visibile attraverso la coltre di fumo che
oscurava il cielo, e respirando l'aria, cenere e polvere riempivano le
narici. L'aria era irrespirabile e calda, più del dovuto.
Carcasse di umani morti erano ovunque. C'era il corpo di una bambina,
nascosto sotto il relitto di un'aeronave civile. I genitori erano
lì dentro, con i crani esplosi a contatto con i colpi degli
Steamer.
''Dannati bastarti.'' Borbottò un soldato. ''Dovremmo bombardare
il loro pianeta natale. Sterminarli. Chi fa questo a dei civili, non
merita nemmeno...''
''Taci, maggiore! Non siamo il reparto di crimini di guerra, siamo la
truppa di recupero. Noi recuperiamo e portiamo in salvo chi è
abbastanza forte o fortunato da sopravvivere in quest'inferno.''
''Ma signora!'' Ribatté il sergente che, ore prima, aveva avuto
il compito di tracciare la fuga. ''Crimini come questi! Uccidere
civili! È contro ogni trattato e convenzione tra i sistemi!''
Kelle fece una risata ironica, guardando entrambi. ''Benvenuti i
guerra, bambini. L'addestramento finisce qui, ora siete nell'esercito
dell'Alleanza dei sistemi Delta.''
''Signora, sappiamo qual'è il nostro posto, ma siamo solo il corpo di sicurezza di una nave mercantile.''
''Se non volevi combattere potei far richiesta e rimanere sulla nave,
Maggiore. Mi dispiace dirtelo, ma se hai un fucile e sai mirare e
sparare nello stesso tempo, per quanto mi riguarda hai le carte in
regola per scendere in ricognizione.''
''A dire il vero, capitano Kelle...'' Lemoi si fece avanti. ''...avremo
problemi più urgenti che convincere delle truppe sulla loro
determinazione con la missione. Stando alle nostre informazioni, il
faro di segnalazione partito una settimana fa, segnalava i dignitari a
pochi chilometri dalla nostra attuale posizione. Potrebbero
essere morti o peggio. Propongo di tralasciare la morbidezza del
maggiore e del sergente.''
Lo sguardo del capitano Kelle passò in rassegna i tre uomini di
fronte a se e sbuffò, rilassando i muscoli delle spalle.
''Perdonatemi.'' Sibilò. ''So cosa provate, e so ch'è la
vostra prima volta contro gli Steamer. Quest'aria pesante non giova a
nessuno di noi, abbiamo bisogno di stendere i nervi. Tutti noi.'' Il
comandante fece un cenno a Lemoi. ''Cerca un riparo. Riposiamo per una
ventina di minuti e poi si riparte. Se dovete mangiare, fatelo con
parsimonia.'' Settò il cronometro da polso, lasciando che il
contatore digitale iniziasse un conto alla rovescia. Ma non si mosse
dal masso.
Nessuno di loro si aspettava quella reazione dal capitano. Lemoi aveva parlato con gli uomini e tutti loro erano nervosi.
''Non riusciremo a tornare a casa, vero, navigatore?'' Chiese il maggiore.
Uno degli uomini che prima non aveva proferito parola, lo
guardò. ''Perché sei così pessimista? Abbiamo
scoperto che bastano degli impulsi elettromagnetici per stendere gli
Steamer di stanza qui, puoi tirare un respiro di sollievo.''
''Seguite gli ordini.'' Borbottò Lemoi. ''Se non sapete cosa
fare, seguite gli ordini. Il capitano Kella è la donna
più coraggiosa che io conosca, e francamente, l'unica persona a
cui affiderei la vita, sulla Primeva. Se non vi fidate di lei, non
chiedete nemmeno a me cosa fare, perché ripeterei le sue stesse
parole, uomini.'' La luce del cronometro brillò, accompagnata da
un quasi impercettibile allarme.
''Pausa finita.'' Kella si avvicinò a loro. ''Forza,
rimettiamoci in marcia, I dignitari potrebbero essere ovunque, ed il
faro di segnalazione non resterà attivo per sempre.''
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