TITOLO:
Legame
AUTORE:
Akane
SERIE:
Inferno e Paradiso (Tenjho Tenge)
TIPO:
direi leggero incesto in un certo senso, anche se dipende dalle
interpretazioni…
GENERE:
introspettivo
RATING:
giallo/PG13
PAIRING:
Shin e Maya
AMBIENTAZIONE:
quando Shin era ancora vivo e andava al liceo. Poco prima che
arrivasse Mitsuomi nelle loro vite.
MODO:
POV di Maya
DISCLAMAIRS:
i personaggi non sono miei ma di Oh! Great. Purtroppo…
perché
ce ne sono un paio che vorrei tanto in prestito per qualche
secolo…
li tratterei benissimo, giuro!
NOTE:
questa fanfic non era poi tanto programmata, è uscita
così,
da sola, in una sera di piena ispirazione. Non sapevo cosa volevo
scrivere, solo che dovevo farlo. Mi sono messa al pc e dopo un
po’
ho localizzato Inferno e paradiso, che ho studiato in questi giorni
per il mio sito, quindi mi sono messa a scrivere qualcosa su di lui.
Mi sono resa conto mentre scrivevo che era su Shin e Maya e
che…
bè, era probabilmente una delle parti più
particolare
del manga. Secondo me, almeno. Mi piacerebbe riuscire a fare anche il
POV di Shin. Non so se qualcuno lo ricorda, ma tempo fa scrissi una
sui fratelli Takayanagi, da entrambi i pov, dissi che volevo farne
una sui Natsume con entrambi i pov, ma alla fine, ora, mi è
uscito solo quello di Maya. All’idea di fare Shin vado un
attimo in
tilt. È più complicato di quel che pensavo anche
se
alla larga so cosa scrivere. È il come che mi angoscia. Shin
è
fuori dal comune, non so se ci riuscirei. Ma magari un giorno do di
matto e lo faccio. Chissà. Ad ogni modo avevo in mente, in
questi giorni, un'altra fanfic su questo manga, ma ancora non mi
viene l’ispirazione giusta per farla. Spero di farla prima o
poi.
Comunque
auguro buona lettura. Baci Akane
RINGRAZIAMENTI:
ringrazio chiunque leggerà e commenterà.
LEGAME
La
doccia mi ristora donandomi la prima piacevole sensazione della
giornata.
Non mi
sono fermata un attimo, mi sono allenata molto come al solito e poi,
sempre come al solito, a parte la scuola, mi sono occupata della casa
e di mia sorella.
Shin è
il capofamiglia ma alla fine rimane sempre un ragazzo… e per
di più
pieno di cose per la testa… il suo club Katana di cui si
vanta
tanto è come se fosse suo figlio, la sua vera famiglia. Alla
fin fine è più là che qua ma mi sta
bene, ho più
respiro.
Certo
che ce l’ho.
Anche
se poi la sensazione di oppressione ce l’ho sempre.
Anche
se poi la su presenza in un modo o nell’altro
c’è sempre,
intorno a me, come se non mi mollasse mai veramente.
L’idea
di essere sola e tranquilla non ce l’ho mai.
L’idea
della mia pace interiore, pace di libertà, è
lontana.
Da
quando i nostri genitori imprigionarono mio fratello perché
aveva cominciato ad usare l’Occhio del Drago ed io lo andavo
a
trovare, non so più cosa sia la pace e la libertà.
Non
posso biasimarlo se quando si è liberato li ha uccisi. Anche
se erano comunque i nostri genitori e mi dissero che sarei stata il
fodero di Reiki, che non avrebbero mai dovuta usarla altri che non
fossi io.
Che
stanchezza…
Dopo di
allora Shin non si è più staccato da me. Anche se
c’era
Aya, per lui ormai sono esistita solo io e di questo capisco che la
piccola ne risente, ma non posso farci nulla, non mi fa piacere.
D’altronde
ero l’unica che gli sono sempre stata vicino, come le falene
che
vanno sul fuoco sapendo che si bruceranno, ma lo fanno ugualmente
perché agognano quella luce calda. Io e Shin siamo stati
così.
Lui il
fuoco ed io la falena. Non sono mai stata capace di voltargli le
spalle e lasciarlo solo, l’ho sempre amato e lui mi ha
ricambiato.
Se si dà amore si riceve amore, nell’uguale misura
e tipo.
Se si
dà odio si riceve odio. Non ci sono altre regole.
Ad Aya
non stiamo dando molto e lei di rimando se ne sta sempre sulle sue
non capendo a fondo che tipo di vite viviamo io e lui.
Non è
facile essere la sorella minore di Shin. Non lo è per me che
sono sempre stata così legata a lui. È diventato
un
falco che vola alto nel cielo, libero di fare quel che desidera,
vincente in ogni caso, fortissimo. Io non sono che una falena,
ancora, confronto a lui. Una buona a nulla che non riesce a
prevalere, che vive alla sua ombra, che non spicca davvero il volo e
forse nemmeno ci prova. Dico solo di voler volare, ma rimango ferma
dove sono a guardarlo lassù che si libera e che, in fondo,
anche se torna sempre a proteggermi e tenermi stretta a sé,
si
allontana sempre più.
La sua
mente si allontana, il suo cuore, il suo animo.
Io
forse sono l’unica che lo capisce davvero e non posso
lasciarlo.
In sé
porta un fardello che gli pesa sempre più, lo sta divorando,
ed io non posso lasciarlo solo, non posso vivere la mia vita
indipendente da lui anche se vorrei. Le mie rimangono solo parole.
Parole
mentre mi faccio corrodere dentro dai rimpianti.
Ci sono
sempre più cose che desidero e che non tento di prendermi.
Forse
dovrei ma ho come una sensazione, che se lo facessi, poi, non ci
sarebbe un punto di ritorno e me ne pentirei per tutto il resto della
mia vita.
Amaramente.
Io e
Shin siamo un po’ come il capofamiglia e sua moglie, da anni
ormai
è così.
Lui ha
i suoi affari da cui mi protegge, non mi coinvolge e mi tiene
lontano, quindi viene a casa quando gli pare e sta con me. A volte
capita che ci alleniamo un po’ insieme con le spade
però non
sono veri allenamenti.
Eppure
anche se lui fa le sue cose tenendomi lontana da sé, sento
sempre la sua presenza intorno a me, mi spia, mi sorveglia, non mi
lascia mai davvero sola.
Però
non mi sta bene. Vorrei che mi lasciasse o completamente libera o
completamente legata a sé.
Questo
non lo capisco.
Non mi
avvicina in ogni granello della sua vita, si tiene gli affari per
sé
ed il suo cavolo di club Katana… però non mi
permette di
fare quel che voglio.
Cioè,
in apparenza potrei fare quel che desidero però appena provo
a
liberarmi anche io mi sento inchiodata al suolo dalla sua presenza.
Perché
la sua presenza non mi permette di volare?
È
la sua volontà?
Non
vuole che me ne vada da lui ed io sento ciò?
O sono
io a non voler andarmene veramente?
Non lo
so…
La vita
che conduciamo insieme io e lui, con soli due anni di differenza,
è
di tutt’altro pianeta rispetto a quella che sta facendo Aya.
Aya
che ci considera un po’ come suo padre e sua madre.
E
spesso mi sembra che lui consideri me come sua moglie.
Una sua
proprietà.
È
così?
Ma se è
così allora anche lui lo è per me. Lui e tutte le
cose
che sono sue.
Perché
non mi permette di entrare davvero nella sua vita?
È
un mistero anche se sono quella che lo capisce meglio degli altri.
Si,
perché gli altri non conoscono nemmeno la sua superficie.
Lui è
un lago talmente profondo ed oscuro che nessuno immagina.
Io lo
so ma non l’ho mai visto davvero completamente.
Lui
pretende di stare completamente nella mia vita e di controllarmi, lo
so che è così, però non mi lascia fare
altrettanto.
Vorrei
solo essergli più vicino, davvero però, non solo
parzialmente.
Raggiungerlo.
Lui ed
il suo infinito mondo oscuro, oscuro ma luminoso. La luce che lo
divora interiormente e che mi attira da sempre impedendomi di
scappare per salvarmi la vita, per non bruciarmi.
Prima o
poi succederà e non so cosa farò.
Mi lavo
via il sapone dal corpo sentendolo scorrere scivoloso insieme
all’acqua calda che crea vapori intorno a me. Mi
dà davvero
una bella sensazione.
Chiudo
gli occhi e cerco di catturarla accostandola a qualcosa che ci
somiglia, ma non trovo nulla paragonabile all’acqua che lava
via la
fatica ed i pensieri.
Shin.
Vorrei
solo entrare anche io in te e non solo tu in me.
Così
mi sento solo imprigionata e controllata nel tuo amore protettivo, se
mi lasciassi arrivare veramente a te sarebbe diverso.
Ma tu
scappi da me, non ti fai avvicinare anche se mi ami e non mi lasci
mai sola.
È
un rapporto complicato il nostro.
Non
saremo mai in grado di voltarci le spalle, come io di dirti di
lasciarmi in pace. Io sono off limits per chiunque e la cosa potrebbe
essere piacevole se tu mi concedessi il tuo cuore ed il tuo animo,
invece di tenertelo segregato in te. Così è solo
una
tortura che mi fa male.
Mi fa
troppo male.
Io devo
fare qualcosa o non sopravvivrò. Non se continuo a vivere
con
lui.
Chiudo
il rubinetto e con un sospiro esco dalla doccia aprendo il box,
quindi asciugandomi l’acqua dagli occhi e dal viso,
portandomi i
capelli indietro con una mano, cerco con l’altra
l’asciugamano
che dovrebbe essere appeso qua accanto. Non lo trovo quindi apro gli
occhi e con uno spavento non indifferente faccio un salto
all’indietro davanti alla figura ferma e silenziosa di Shin.
-
Dannazione, fratello, fa un po’ di rumore, no? Mettiti un
campanellino al collo, che ne so… mi hai fatto prendere un
colpo! –
Da quanto è lì?
Non
l’ho sentito arrivare.
Ha le
mani sprofondate nelle tasche dei jeans, è appoggiato con la
schiena alla parete del bagno e mi guarda con un aria molto seria ed
indecifrabile.
Cosa
pensa?
Vorrei
proprio saperlo.
Istintivamente
sento dell’imbarazzo e senza aspettare una risposta che so
non
arriverà mai, io e lui non parliamo poi così
tanto,
distolgo lo sguardo per cercare il telo che pensavo di aver
preparato. Non lo trovo.
-
Scusa, potresti prendermi un asciugamano? Pensavo d’averlo
preparato… - Qua finalmente si stacca dal muro e dal mio
corpo e va
a prendermene uno. Sparisce un istante nella stanza accanto dove
teniamo i panni e mi dà modo di pensare velocemente che
anche
se siamo fratello e sorella e ci vediamo nudi praticamente dalla
nascita, ogni volta è sempre più imbarazzante.
Non
capisco bene perché, non è da me in
fondo… quando mi
vedono gli altri, mezza nuda, non mi fa né caldo
né
freddo, ma ormai con lui è diverso.
Torna
con una salvietta grande e bianca, quindi mi avvicino a lui e la
prendo.
- Ma
come mai sei qua? Ti servivo per qualcosa? – Chiedo mentre lo
apro
e finalmente posso coprirmi. Mi avvolgo coprendomi il seno, per
quanto stia coperto, e il resto. Le gambe rimangono comunque per la
maggior parte scoperte, ma almeno non sono completamente
nuda…
- Devo
lavarmi anche io, aspettavo il mio turno. – Alzo un
sopracciglio
mentre con le mani mi sgocciolo i lunghi capelli bagnati.
- E
aspettavi qua? –
- Dove
dovevo aspettare? – Non trovo una risposta poiché
mi
distraggono le sue mani che afferrano i lembi della maglietta
attillata che indossa e se la sfila dall’alto, buttandola nel
cesto
dei panni sporchi. Non contento continua a spogliarsi davanti a me
slacciandosi i jeans che gli stanno stretti, quindi se li cala con un
certo stile, come fa ogni cosa, e mostrando le sue gambe mi
dà
il colpo di grazia sfilandosi anche i boxer.
Così.
Davanti
a me.
In
questo modo.
Certo,
Maya, l’hai visto nudo altre volte… da
bambino… e lui ha visto
te… ultimamente non capitava da un po’, per lo
meno che fossimo
completamente nudi. Però ora… mi sembra una cosa
più
che voluta. Ricercata!
Alza
poi gli occhi sui miei con quell’aria di eterna sfida
incomprensibile ed io trovo ogni sua parte dannatamente sexy.
È
mio fratello ad esserlo oltre che bello. È uno dei
‘premi’
più ambiti dalle ragazze dell’istituto.
Lo so.
Però
vedermelo così dopo tanto tempo… così
cresciuto… mi
sconnette e mi confonde un attimo.
Rimango
impalata a fissarlo.
Ha un
bellissimo corpo, allenato, muscoloso ma non esagerato. E…
bè,
è sviluppato.
Già!
Così
come lo sono io.
Solo
adesso mi rendo conto della situazione in cui siamo.
E che
vorrei saper leggergli nel pensiero per sapere cosa prova davvero per
me, perché spesso, anzi, da molto, ho la sensazione che
questo
suo proteggermi in quel modo strano ed allontanarmi da sé
allo
stesso tempo, sia qualcosa che va al di là
dell’amore
fraterno.
Per
lui.
Credo.
Anche
se non è un modo normale di amare qualcuno, in ogni senso si
possa intendere.
Per me,
però, cos’è?
Cos’è?
Se un
ragazzo interessante e decisamente bello, ora, mi venisse a chiedere
di uscire con lui io che farei?
Come mi
comporterei?
Accamperei
la scusa del fratello possessivo oppure me ne fregherei e andrei lo
stesso, come sarebbe nel mio carattere?
Certo,
il punto è anche un altro… Shin geloso
è in grado di
fare una strage a chi mi porta via mentre me non mi sfiorerebbe
nemmeno con un dito.
Non so,
in questo momento ho la mente troppo annebbiata, come lo è
questo bagno che però mi fa vedere sin troppo bene la
visione
che ho a poca distanza da me.
Comincia
a muoversi per andare verso la doccia dietro di me, dovrei spostarmi,
dovrei andarmene, dovrei essere disinvolta e…
Però
la sensazione che le cose siano sempre più strane, da quando
i
nostri genitori non ci sono più, contribuisce a rendermi
indecisa.
Io non
sono mai indecisa, solo quando riguarda Shin lo sono, dannazione.
Mi
influenza fino a questo punto?
Non so…
Ora è
davanti a me e si ferma, forse aspetta che mi sposti ma non dice
nulla, continua solo a guardarmi negli occhi.
Finché
non scende con le sue iridi chiare sul mio collo e poi sulla mia
scollatura. La piega dei miei seni prosperosi non è mai
stata
così accentuata, forse, ma magari è solo una mia
impressione visto che il cuore mi pulsa improvvisamente veloce.
Lui col
suo Occhio del Drago cosa sa di questo mio stato d’animo?
Forse
ne sa più di me, chissà…
Anzi,
sicuramente.
Ma non
parla.
Non
condivide mai, mi allontana per proteggermi.
E mi
controlla di nascosto.
Facendomi
sapere che se faccio qualcosa che lo allontana poi altri ne
pagheranno le conseguenze.
Questo
non è un rapporto normale di amore fraterno.
Non lo
è.
E per
ora mi è andato bene perché non ho avuto
desiderio di
qualche altro ragazzo, ma se ora arrivasse qualcuno… oh, che
farei?
Se
quest’altro si interesserebbe a me e saprebbe rubarmi il
cuore…
questo qualcuno morirebbe.
Ora che
l’ho davanti ne ho la certezza finalmente.
E un
misto di terrore ed eccitazione mi invade.
Sono
forse cosciente.
Lo sono
perché non ho ancora incontrato questo qualcuno.
Nessuno,
per ora, mi ha rubato il cuore.
È
ancora qua che accelera davanti a mio fratello nudo che.,.. mi guarda
il seno… e col suo potere, forse, lo vede senza asciugamano.
Quante
volte mi avrà visto nuda, col suo Occhio?
Forse
era questa la sensazione strana di prima.
Sapevo
che non era la prima volta che mi vedeva… ma
perché mi
imbarazza se è LUI a vedermi?
Arrossisco
violentemente e lui alza la mano, che farà?
Agitazione
sempre più forte.
Sono
imbambolata, qualunque cosa mi farà, ora, non
reagirò
affatto, lo so. E non so cosa vorrei fare, invece.
Non
voglio nemmeno saperlo.
È
un momento delicato.
Finalmente
la sua mano arriva alla mia vita e leggero scende sul mio fianco,
così con l’altra mi scosta una ciocca bagnata dal
viso, me
la sistema dietro la spalla nuda e mi fa rabbrividire da capo a
piedi. È una bella sensazione.
Sa come
toccarmi.
Non lo
fa mai ma quando lo fa mi piace sempre.
Ho
sempre cercato, dopo quella volta in cui era imprigionato e mi
abbracciava attraverso le sbarre, le sue braccia ed il suo calore.
Man mano che è cresciuto me ne ha dati sempre meno.
Però
mi mancano.
Ma come
mi mancano?
Come
mancherebbero ad una sorella o ad un amante?
Cosa
sono io per lui e lui per me?
Penso
lo capirò, o avrò l’onestà
di capirlo, solo
quando arriverà qualcuno fra noi.
Credo
sarà così.
Questo
tocco mi ricorda uno in particolare, però. Di non molto
tempo
fa.
Non
ricordo cosa gli fosse successo e forse non me lo ha mai detto.
Fatto
fu che lo trovai in palestra da solo in uno stato chiaramente
pietoso. Era in crisi, lo capii subito al primo sguardo.
Mi
avvicinai, era al buio, e mi inginocchiai davanti a lui seduto a
terra. Gli chiesi cosa fosse successo e mi uscì un tono di
voce così dolce che non mi riconobbi. E forse nemmeno lui si
riconobbe.
Quindi
lui non disse nulla ma mi abbracciò circondandomi la vita
con
le braccia, mi attirò a sé ed io, dopo un primo
momento
di sgomento, lo cinsi a mia volta facendogli rifugiare la testa sul
mio petto morbido. Quella volta rimanemmo così un
po’ e lo
sentii tremare. Tremare fino a che, stringendolo più che
potevo, nel silenzio più perfetto, non sentii il suo viso
muoversi impercettibilmente. E sempre impercettibilmente aprire le
labbra, cercare lentissimamente un pezzetto di pelle lì
sulla
mia scollatura dove aveva la testa, in mezzo ai seni, e baciarmi
leggero. Mentre le sue mani mi carezzavano leggere la schiena. Mentre
poi, sul finale, mi parve come di sentire la sua lingua inumidirmi
quella parte di pelle che aveva trovato. Forse fu una mia impressione
o forse non lo so davvero… però la sensazione che
provai fu
di calore e brivido su ogni parte del corpo, fino ad espandersi anche
nel mio basso ventre. Non lo allontanai ma chiusi gli occhi e lo
tenni a me sperando che qualunque cosa fosse, non smettesse.
Pensando
che così vicini non lo eravamo mai stati e che sarebbe stato
fantastico esserlo di nuovo.
Mi
parve quasi di trovare il suo cuore, quella volta.
Forse
sono alla ricerca di quella sensazione che non riprovai più.
Non la
riprovai poiché lui non mi toccò più a
quel
modo. Forse qualche volta mi ha sfiorato, per sbaglio. Ovviamente
escludo le volte in cui ci alleniamo.
Ora la
sensazione che provo mentre mi tocca così è
simile a
quella volta.
Se…
se mi stringesse fra le braccia… se sentissi di nuovo il suo
respiro sulla mia pelle… potrei capire quello che mi sfugge,
tornare a quella sensazione magica… ottenere le mie risposte.
Vedere
il suo cuore.
Dov’è
il tuo cuore, Shin?
Perché
lo tieni nascosto?
Io per
te e tu per me siamo tutto ciò che abbiamo, ormai.
Non
lasciarmi ancora sola a lungo o il desiderio di vivere se ne
andrà
via per sempre, da me. Definitivamente.
Non
tenermi protetta senza stare con me.
Sento
che mi sto spezzando.
Sento
che per avvicinarti farei qualunque cosa e ben presto
arriverò
a distruggere tutto il tuo mondo pur di non dividerti con qualcosa di
cui io non farò mai parte.
- Dove
sei finito, Shin? Noi due siamo tutto il nostro mondo, sin da
piccoli, non ne abbiamo un altro. Se tu però te ne prendi un
altro e mi lasci indietro impedendomi di raggiungerti, io non
sarò
mai capace di trovarne uno mio. Non da sola. –
La
frustrazione e la confusione che sento… le percepisci anche
tu?
Fa
qualcosa perché questo è tutta colpa tua.
Mi è
uscita dal cuore, questa frase, e spero solo che lui capisca e questa
volta parli.
Parla,
ti prego.
Ma
veramente.
Arriva
finalmente un altro soffio, si è avvicinato ulteriormente,
ora
i nostri corpi si sfiorano e le sue mani continuano ad essere su di
me.
Parla,
fammi capire cosa provi, fammi vedere dove sei.
E
mentre penso questo ho la certezza che mi hai sentito grazie alla
luce di dolore nei tuoi occhi.
Che
guerra stai combattendo con te stesso?
Solo
ora la vedo chiaramente, ma perché non me ne rendi partecipe?
Non mi
permetti di aiutarti?
Se
continui così ci perderemo davvero… ed io ho
paura di
arrivare ad odiarti se le cose continueranno ad andare sempre
più
in questa direzione disastrosa.
Ne ho
paura.
E
finalmente si apre un attimo a me, come quella volta.
Il
cuore mi manca qualche battito mentre ogni mia funzione vitale si
sospende. Non capisco altro se non che le sue labbra si appoggiano
leggerissime sulle mie.
Solo
questo.
Non fa
altro.
Quando
si stacca, dopo qualche secondo che è rimasto lì
a
trasmettermi la sensazione di morbido che ha la sua bocca, il muro
torna alto ed insormontabile davanti a sé e al resto del
mondo. Anche da me. La sua guerra interiore riprende. Una guerra che
nessuno potrà mai capire.
Però
mi ha dato la certezza di cosa è.
Amore.
Quell’amore per cui si è disposti a morire.
Lui
morirebbe per me e morirebbe pur di non rendermi infelice, morirebbe
pur di proteggermi e non sporcarmi.
Morirebbe
pur di non trascinarmi nella sua follia.
Perché…
perché proprio mentre penso a questo i brividi caldi che mi
attraversavano si raggelano e mi pare come se una lama mi sfiorasse
la spina dorsale?
Come
se… potesse accadere davvero quel che ho pensato.
Come se
un giorno lui morirà davvero per me, per permettermi di
vivere
nella mia felicità, nella mia libertà.
Che sia
questa, la sua guerra interiore?
Fra la
parte che vuole me in ogni modo e quella che sempre per lo stesso
amore che nutre nei miei confronti, vuole lasciarmi libera per
proteggermi fino in fondo?
È
solo un flash che però mi darà un lungo spunto di
riflessione.
È
qua che ci separiamo, lui si allontana e senza dire nulla o fare
assolutamente niente di più, mi passa accanto entrando nella
doccia, chiudendosi lo sportello dietro di sé.
Rimango
lì, col batticuore e mille sensazioni contemporanee che mi
incasinano.
Dannazione,
cosa devo pensare, ora?
Vorrei
solo che non continuasse a volare via da me, facendo piazza pulita
intorno a me.
Vorrei
che lui rimanesse con me, ma veramente.
Vorrei
che potesse amare come desidera, come le persone normali, che la sua
guerra finisse senza la disfatta di qualcuno.
Vorrei
che buttasse giù quel muro e che si facesse aiutare da me.
Non so
se nelle mie mani esiste un qualche tipo di potere, non so se
potrò
mai fare qualcosa per lui, non so se potrò cambiare la
nostra
situazione.
So solo
che finché sono qua non smetterò di provarci.
Anche a
costo di strisciare e diventare meschina, anche a costo di stare a
terra e non rialzarmi più.
Se
dovesse accadere sono certa che prima o poi qualcun altro arriverebbe
a salvarmi.
Se non
sarà Shin un altro angelo mi rialzerà dandomi uno
scossone.
Però
io non posso smettere di provare a salvare mio fratello.
Quella
che sta facendo lui, non sono battaglie che si fanno da soli.
Non
sono battaglie a cui si sopravvive.
Ho
paura.
Che
qualcuno mi aiuti a mettere fine a questa sua sofferenza.
Shin,
non lasciarmi.
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