Tuforu

di speranza_illusione
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C'era una volta, in un regno lontano, un principe dall'animo nobile e valoroso, un uomo che era più interessato alla salvaguardia del regno e alla fiducia di suo padre che alla sua stessa vita. Un giorno, alcuni notabili si accorsero che non erano arrivate le dovute tasse da una città dell'estremo est del regno, e lo fecero presente al Re che convocò immediatamente il Consiglio per discutere sulla situazione. Alla fine si decise di mandare il principe con la sua Guardia Scelta, una delle unità più addestrate che avesse mai calpestato quelle terre, a indagare. Così il Re mandò a chiamare il figlio per informarlo sul suo nuovo incarico. -sua maestà, il principe è in attesa e chiede il permesso di entrare- disse il servo. -fallo entrare-rispose il Re. Appena dentro alla sala il principe si inchinò. -mio Re, padre, mi avete fatto convocare, vi ascolto- -alzati pure figliolo, avvicinati! Nelle ultime settimane non abbiamo ricevuto le tasse da una città ad est...- -devo andare a controllare la situazione, padre?-chiese il principe. -Sì figliolo, chiedi il motivo per il quale non sono arrivate le loro tasse, e porta con te la Guardia, non voglio brutte sorprese. Parti domattina,dai tempo ai tuoi uomini di prepararsi e salutare le loro famiglie, non si sa mai. Nonostante la severità, il Re era in grado di far fronte a tutti i bisogni di cui eventualmente i suoi sudditi necessitavano, tra questi, l'affetto per la famiglia. -sì, mio Re, addio- -addio figliolo, che il signore ti protegga- All'alba del giorno dopo il principe e la Guardia si diressero a est per raggiungere la città. Ci vollero 6 giorni e 6 notti per raggiungere la meta e, una volta arrivati, capirono che non serviva pretendere denaro, non potevano più pretendere nulla, la città era stata distrutta. -odore di sangue e carne bruciata, che diavolo è successo qui?- chiese un membro della Guardia mentre setacciavano le macerie -com'è possibile che una città così grande possa essere stata distrutta in meno di un mese- -fa silenzio-lo zittì il principe -cercate i sopravvissuti, voglio chiarire questa faccenda- Vagarono in mezzo alle macerie e i morti per ore finché non arrivarono a un edificio ancora intatto, senza particolari danni causati dalle fiamme. -entriamo! forse c'è qualcuno, occhi aperti! Al minimo movimento avvertite gli altri- disse il principe, con i muscoli già tesi. -piano terra libero- si sentì una voce poco dopo -Va bene, passiamo al prossimo- rispose il principe mentre si dirigeva alle scale. Dopo aver controllato quasi tutto il piano arrivò all'ultima stanza, la camera riservata alla servitù. Una volta entrato, li comparve dinanzi una figura con la spada sguainata in mano, era già in guardia, pronta ad attaccare. "Un corpo troppo minuto per essere un soldato o un'aristocratico, vestiti troppo sporchi e stracciati per essere benestante" -chi sei?- chiese il principe in tono meno calmo di quanto volesse mostrare. Nessuna risposta, solo un respiro affannato che traspariva rabbia e diffidenza.




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