Quale miglior regalo di Natale se non l’ultimo capitolo
della fic?Ok,non voglio essere megalomane ma voglio ringraziare tutte le
persone che hanno commentato e letto la mia storia.
Ma state tranquilli non vi abbandono proprio a Natale perché
ho appena pubblicato una nuova storia che spero vi piacerà il cui titolo è “The little marmeid” ispirata ad un dolcissimo
doujinshi che possiedo su Get Backers
e che troverete già in sezione…Colgo l’occasione per augurare a tutti Buon
Natale!
BUONA LETTURA!
Mezzogiorno era passato da poco,
quando quegli occhi bruni si schiusero lenti e
spaziarono per la stanza.
-Ben sveglio...-esclamò
arricciandogli una ciocca dei capelli biondi tra le dita. Ginji sorrise e si
strusciò contro il corpo del compagno che per tutta risposta lo strinse a sè
coprendolo maggiormente con le lenzuola.
Il biondino si strinse
maggiormente a lui sorridendo ripensando a quanto d’improbabile era accaduto
tra loro. Ban gli baciò il affettuosamente il capo quasi tentando di
comunicargli quanto fossero simili i pensieri che ora avevano in testa. Ginji
si alzò un pochino e gli diede un dolce bacio sulle labbra.
-Ho un regalo per te...-sorridendo
di fronte all’aria stupita del compagno -aspetta...-detto questo allungò il braccio verso il comodino e aprì il cassetto. Ne
tirò fuori una scatolina blu scuro con un piccolo fiocchetto d’orato.
-Aspettavo il
tuo risveglio...-esclamò porgendoglielo. Ban lo prese ancora piuttosto
sorpreso e dopo aver sciolto il nastro sollevò il coperchietto.
Sorrise.
Li sollevò delicatamente con le
dita rimirandoli contro luce
-...sono identici...-.
-Già, non sai quanto ci ho messo
per trovarli così. Non potevo sopportare che tu non li avessi
più, quegli altri erano andati completamente in pezzi...-.
Ban li indossò voltandosi poi
verso il compagno -Direi che ora sono tornato completamente me
stesso...-e gli accarezzò in volto -...anzi ora ho qualcosa in più...-e lo
baciò.
Ginji non rivelò mai che i suoi
precedenti occhialetti viola dormissero sul fondo del suo comodino, rimessi
minuziosamente insieme con colla e grande speranza, perchè quella non sarebbe
morta mai.
Ginji stava di vedetta alla
finestra del soggiorno che dava direttamente sulla strada di sotto, era
talmente impaziente ed emozionato che non faceva altro che andare su e giù per
l’appartamento, innervosendo non poco il moro.
-Insomma, mi spieghi
il perchè di quest’agitazione?Mi sento un come un animale raro posto per
la prima volta alla vista del pubblico...-disse spazientito sedendosi sul
divano.
A quell’affermazione Ginji non
aveva potuto che sorridere ma la sua espressione era mutata radicalmente nel
vedere l’amico che si accendeva una sigaretta.
-Sei pazzo?!-esclamò
sottraendogliela immediatamente e andandola a gettare nel cestino
dell’immondizia.
-Che combini?Sei
completamente andato?Quella è una rarissima Malboro che conservavo da tempo!-
disse raggiungendolo all’istante ma non sufficientemente da impedire che la
sigaretta finisse cestinata.
-Il dottore è stato chiaro, niente
sforzi, niente fumo, niente alcool,...-affermò
enumerando sulla mano tutti i divieti imposti nei riguardi dell’amico.
-Hai dimenticato niente sesso...-aggiunse mentre ricercava nel cestino la sua preziosa
sigaretta. Ginji era arrossito di botto a quell’affermazione, ma come non dire che
era la verità più assoluta?
-Dannazione, ma dove l’hai
nascosta?-
Il biondino sospirò e mettendosi
le mani in tasca se n’uscì dalla cucina ben consapevole che ce n’avrebbe messo
di tempo prima di trovarla,anche perchè non era quello il posto in cui l’aveva
nascosta. Ritornò alla finestra e scostando la tenda poté appurare che non vi
era traccia ancora di alcuno. Che strano...
D’improvviso due braccia lo strinsero e dopo
il primo attimo di panico rise, sapeva bene che Ban aveva capito il suo
piano...
-Dove l’hai
messa?-chiese con un tono fintamente risentito. Il biondino scosse il
capo dicendo che non gliel’avrebbe consegnata per nessuna ragione.-Dovrai cercarla per tutta la casa, e non ne troverai
altre perchè non ce ne sono...-esclamò ridendo.
Ban allora si fece furbo -Ma io so per certo di sapere dove sia. Quale miglior
nascondiglio di sè stessi?-disse infilando una mano nelle tasche di Ginji.
Il ragazzo subito si liberò della
presa ridendo -non credere che io sia così stupido da
permetterti di riprendertela così facilmente...-
-Ma io credo di si...-esclamò
con tono malizioso avvicinandosi mentre Ginji faceva dei passi indietro.
-Ban-chan
no,...Ban-chan...fermo lì!-disse ridendo mentre
continuava ad arretrare finchè non si trovò contro il muro.
-Ti sei fregato da solo come tuo
solito...-esclamò andandogli di fronte e appoggiando le mani contro il muro.
-Tanto non te la do la
sigaretta...-
-Lo vedremo...-esclamò
iniziandolo a baciare e a cercare nelle sue tasche benché Ginji tentasse invano
di impedirglielo.
In quella il citofono trillò ed
entrambi sobbalzarono per lo spavento. Ban sospirò e lasciò la presa ed
entrambi si fissarono per qualche istante negli occhi.
-Ti ricordi il piano?-domandò il
biondino serio mentre apriva il portone a quello che presubilmente
doveva essere Kazuki.
-Ehi,guarda
che questa raccomandazione è tutta tua. Io sono Ban Mido!-esclamò mentre si avviava verso la camera.
-Spiritoso...-poi osservandolo
meglio vide la sigaretta -Ridammela!Ban-chan!-e lo
afferrò da dietro.
-Oh, oh,
vuoi il gioco pesante?-esclamò nascondendo l’oggetto della controversia. Ginji
gli lanciò un’occhiata poco amichevole.
-Ban-chan...-
Trillò la porta e Ginji sospirando
andò ad aprire tentando di mascherare il più possibile la sua allegria.
-Ciao Kazu-chan...-esclamò
mostrando un piccolo sorriso. Ma subito notò che dietro Kazuki c’era Shido,
Hevn, Himiko e perfino Akabane. Certo non immaginava una tale affluenza...
-Spero non ti dispiaccia se ho
invitato anche loro...-esclamò calmo l’amico ma Ginji
scosse il capo e l’invitò ad entrare.
Si accomodarono tutti in soggiorno
e il ragazzo servì loro il te, voleva prendersi quanto più tempo possibile, ma
altri non erano del medesimo avviso...
-Insomma vuoi dirci che è successo
a Ban?!-domandò d’improvviso Himiko
battendo un pugno sul tavolino.
Ginji sobbalzò, non poteva
immaginare che...
Certo che immaginava, che stupido
che era stato, loro non lo sapevano mentre lui...
-Chiedo scusa...-esclamò sedendosi
al fianco di Kazuki -ma ecco, per me è così complicata
che credevo che tirando alla lunga le cose...perdonatemi...-ammise abbassando
tristemente il capo.
Kazuki gli mise una
mano sulla spalla comprensivo -Se ce ne parli, sarà più semplice...-.
Ginji annuì
stringendo tra le mani la tazza ancora tiepida -Ieri il medico è venuto
per il solito controllo settimanale e...ha riscontrato un’anomalia,...sembra
che Ban-chan...-e la voce s’incrinò.
-Sembra cosa?!-domandò
agitata Himiko saltando in piedi.
-Che meglio di
così non possa stare...-
Un silenzio irreale catturò tutti
i presenti.
A Hevn mancò l’ossigeno.
Ad Akabane scappò un sorrisetto
compiaciuto.
A Himiko le gambe si fecero
instabili e si lasciò cadere sulle ginocchia.
A Kazuki mancarono le parole.
A Shido cadde dalle mani la tazza che
s’infranse rumorosamente terra risvegliando tutti i presenti da quell’apparente
stato comatoso.
Ginji sorrise volgendosi verso Ban
che con la sua solita aria malandrina aveva fatto la sua entrata trionfale nel
soggiorno, non volendo rinunciare ad un poco di sano protagonismo.
-Ehi garzone da circo, quella
tazza me la ricompri...-esclamò acido e fu quello il
chiaro segnale che la persona davanti a loro era Ban Mido in carne ed ossa.
Inutile dire che la reazione fu
alquanto confusa e rumorosa.
Hevn abbracciò calorosamente il
ragazzo, ben felice di vederlo in piena salute.
Shido si alzò e scuotendo il capo
andò verso Ginji dandogli un leggero pugnetto -Da quando
idee questi scherzi contro di noi?Scommetto che è stata tutta opera di quel
serpente bastardo...-
Ginji annuì ridente a
quell’affermazione e voltandosi verso Akabane notò che si era alzato e si
dirigeva verso la porta.
-Akabane-san, vai già?-domandò non del tutto
dispiaciuto.
-Beh, noto con
piacere che hai mantenuto la tua promessa, Ginji-kun. Sembra che Mido
Ban-kun sia tornato in forma...-esclamò rivolgendosi
verso il moro.
-Ne dubitavi?-
ribatté sprezzante Ban. Akabane si limitò al suo sorriso per poi
congedarsi con tutti e andarsene dall’appartamento.
“Sarebbe stato molto noioso senza
quei due...”.
Himiko aveva nascosto al meglio le
lacrimucce per la gioia, ma aveva in ogni caso permesso a Kazuki di consolarla
con qualche parola carina.
Era difficile trattenere i
sentimenti anche ora, non riusciva più a mantenere quella sua maschera dura che
poco si conformava alla sua giovane età.
Ban le si
avvicinò di spalle e le diede un piccolo pugnetto sul capo -Ehi,tutto
bene?-domandò serio essendosi accorto che qualcosa non andava nella ragazza.
Himiko annuì con il capo sperando invano che il moro non si accorgesse di
quegli occhi lucidi.
-Via, via...sono vivo, no?-esclamò
asciugandole gli occhi lasciando che il volto della giovane si tingesse di
rosse e sfuggisse quasi subito la presa.
-Lo...lo so
benissimo...-esclamò voltandosi. Ban sorrise, quella ragazza non
cambiava mai...
Il silenzio regnava nella stanza,
rotto da qualche fugace sussurro e piccolo riso, il buio li circondava
completamente fuorché quei raggi di luce che provenivano dalle insegne al neon
di locali al di fuori del palazzo e che riuscivano a trapassare le fessure
delle tapparelle.
-Sei il solito
prepotente...-disse con un tono finto arrabbiato distaccandosi un poco
da lui e voltandosi sul lato. La risposta fu una piccola risatina.
-Tanto lo so che in realtà ti è
piaciuto...-esclamò cingendolo con le braccia robuste
e solleticandogli la schiena con il respiro.
-Dai smettila!-esclamò
ridendo e voltandosi verso il compagno, lasciandosi stringere maggiormente da
lui.
-Ho forse torto?-chiese prima di
baciarlo sulle labbra. La risposta fu un radioso sorriso.
-No...-ricambiò la dolce effusione
con una tanto affettuosa.
Poco importava che il letto fosse
stretto, che le molle cigolassero, che la luce entrasse dalla finestra benché
fosse l’una di notte passata. Infondo in quel momento a loro bastava essere
insieme stretti l’uno all’altro.
-Che avevi da parlare con Akabane,
prima?-domandò ad un certo punto mentre gli
accarezzava i capelli.
-Cos’è sei geloso?-chiese sghignazzando, aspettandosi una
risposta acida e seccata. Ma quelle parole sembrarono non arrivare mai, infatti
aveva percepito un leggero tremito durante quella carezzevole attenzione. Che
avesse detto qualcosa che non avrebbe dovuto?Ma lui stava solo scherzando...
Stava per correggersi, o perlomeno
salvare la situazione quando Ban rispose.
-Sarei stupido a
non esserlo, non credi?-esclamò sorridendo e interrompendo un momento
quelle attenzioni. Ginji lo fissò in quegli occhi brillanti che rappresentavano
per lui l’unica luce in quel buio seppur apparente.
-Ban-chan...-
Era raro che il compagno lo
lasciasse senza parole, e questa era una di quelle volte. In tali occasioni non
aveva mai parole sufficientemente appropriate, aveva sempre il timore di cadere
in banalità o far arrabbiare il compagno, così che si limitava a rimanere in
silenzio e a mostrare un imbarazzato sorriso o un timido assenso. E così fece
quella volta, o perlomeno tentò, difatti qualcosa lo spinse a parlare, forse la certezza che quella volta
non avrebbe sbagliato...
-Ai shiteru, Ban-chan...-
OWARI