Incredibile quanto si possa arrivare ad amare una persona.
E il corso degli eventi, soprattutto. Quello è
particolarmente strano. Eri abituato a vederlo, a parlarci, sorridevi
pigramente quando i parenti ridevano e gli facevano notare quanto
somigliasse a tua madre, ti piaceva fargli domande sul suo lavoro
perché trovavi inspiegabilmente strano che un uomo come lui
potesse fare un mestiere del genere. Ma con il senno di poi ti sei
congratulato con te stesso, con un punta di orgoglio, per essere stato
l'unico ad aver compreso chi fosse, lui, in realtà.
Questo ti ha sempre fatto sentire speciale, vero, Yukihito?
Il fatto che tu sia stato il primo. In ordine cronologico e di
importanza. Il primo ad intuire qualcosa, il primo ad averlo visto con
quel rossetto che ormai si mette sempre, il primo ad averlo seguito -
con tutto l'affetto possibile, con tutta la dedizione di questo mondo -
e ad averlo sostenuto fin dall'inizio.
Ed eri anche orgoglioso di essere il solo, l'unico. Quando ti faceva
leggere le sue prime storie, e ti diceva che non le avrebbe fatte
leggere a nessuno tranne a te, mentre ti consegnava le pagine fresche
di stampa con sguardo ansioso e avido di pareri. Voleva la tua
opinione, e allora la tua era l'unica che contasse.
Solamente la tua, non gliene servivano altre.
Poi hai iniziato ad incolparti.
Ha pubblicato Haru Wo Daite Ita e fu un successo immediato. E ti chiedevi
come mai andasse alla ricerca di nuovi lettori, lettori che non fossero
te. Sentivi che non eri più abbastanza per lui, e allora hai
cominciato a parlare un po' di più, convinto che il problema
stesse nel tuo troppo silenzio e nella poca comunicabilità
che c'era tra voi. Anche dopo lo sforzo che hai fatto per essere
più partecipe della tua attività di scrittore -
abbozzavi recensioni, commentavi, criticavi quel poco che c'era da
criticare - non hai notato cambiamenti e ti sei sentito più
sconfortato che mai. Anzi, lui continuava a lavorare ad un ritmo ancora
più sostenuto, e pareva che più scrivesse,
più la sua vena artistica non trovasse limiti.
L'ultima cosa che volevi era essere messo da parte, ma non sapevi dove
diamine sbattere la testa per riavere la vita di prima. La vita a cui
eri abituato e che adoravi, perché tutto quello che facevate
era stare in quello studio accogliente e disordinato, che sapeva di
cioccolata calda e di stampante appena usata. E lui scriveva e tu
leggevi, schiena contro schiena, lui che spiava di sottecchi la tua
espressione mentre scorrevi le righe del foglio ancora caldo con fin
troppa concentrazione.
Ti sentivi protetto, ti sentivi a casa.
Il momento in cui uscì Haru Wo Daite Ita, però,
rovinò tutto.
Distrusse quel piccolo mondo in cui nessuno, tranne te, poteva entrare.
E parte della bellezza delle storie che ti faceva leggere era data
proprio dal fatto che sembrava scriverle apposta per te, dato che eri
il solo a cui era concesso posare gli occhi su quei fogli. Pensavi che
fosse una specie di segreto tra voi, un altro magico filo che
aggiungeva tessuto a ciò che c'era tra voi, e ti piaceva
davvero tanto.
E' per questo che all'inizio non capivi, e ti chiedevi
perché volesse far leggere quello a degli
estranei. Poi, non ti ricordi neanche come e quando, hai finalmente
compreso. Ma il risultato è stato che ti sei sentito ancora
più triste e abbandonato.
Dovunque ti girassi o posassi lo sguardo, non vedevi altro che suoi
ammiratori. Fan accaniti, soprattutto, perché erano quelli
che più si facevano notare e - da te - più
detestare. Hanno iniziato anche a inviargli lettere, e la cosa ti ha
sconvolto in un modo che non pensavi neppure.
Avresti voluto bruciare tutto, subito, e gridare al mondo di lasciarlo
stare perchè non capivano niente, niente, di quello
che scriveva e soltanto tu eri in grado di comprendere fino in fondo
"Sawa_sensei".
Come si permettevano, estranei da tutto il Giappone, di tempestarlo di
lettere? Alcune volte erano travestiti che si sentivano vicini a lui,
altre erano donne che speravano di fargli cambiare idea riguardo ai
suoi gusti sessuali, altre ancora erano semplicemente persone che gli
scrivevano, in toni entusiastici, di quanto fossero belli e realistici
i suoi libri.
In linea di massima, queste erano le categorie di persone che mandavano
lettere. Quelli che più ti infastidivano, però,
erano gli ultimi. Si sperticavano in lodi esagerate, usando aggettivi
altisonanti, e spesso parlavano del fatto di quanto avesse significato,
per loro, leggere "una nuova opera di Sawa_sensei".
Il senso di tradimento ti strappò quasi il cuore, Yukihito.
Te la ricordi benissimo ancora oggi, quella sensazione di terrore, come
se ti stessero strappando una parte di te. Pensavi che tutta quella
gente là fuori non aveva il diritto di toglierti qualcuno
che, per di più, non conosceva nemmeno.
Si erano innamorati del personaggio. Di quell'immagine che lui si era costruito. Eri arrivato a questa conclusione,
ed era quella che ti piaceva meno di tutte. Secondo te, provare
ammirazione o addirittura venerare, come appunto facevano in molti, una
persona senza averla mai né vista né conosciuta,
era quanto di più lontano ci fosse dal rispetto.
Ti sei arrabbiato, allora, ti sei arrabbiato da morire.
Perché in quel modo ti sembrava che lo stessero prendendo in
giro, e non tolleravi che la persona che più amavi al mondo
fosse circondato da gente simile. All'improvviso, ti sei sentito in
dovere di proteggerlo, disprezzando sempre di più quel mondo
che prima te lo aveva portato via e poi si era rivelato un esempio di
crudeltà e superficialità. Come spesso sei
arrivato ad affermare, perfino di ipocrisia.
Egoisticamente, per un po' hai addirittura sperato che la gente si
dimenticasse dello scrittore Nagisa Sawa.
Ma poi sono arrivati loro, e hai capito improvvisamente che era troppo
tardi per tornare indietro. Anzi, ti sei ritrovato a pensare che forse
la pubblicazione di Haru Wo Daite Ita aveva portato qualcosa di buono.
Qualcuno.
Hai visto il primo raggio di sole dall'uscita di quel libro nel momento
in cui ti sei trovato a dire grazie a quei due. E se ci pensi bene, non
è che l'inizio sia stato uno dei migliori.
E' stato dopo, infatti. Hai scoperto che amici meravigliosi potessero
essere quando hai creduto di non avere più nulla. Quando sei
tornato a casa, ricordi? E l'hai trovato legato, mani e piedi, con una
benda sugli occhi. E hai pensato che quella era la crepa - provocata
sempre da quel libro a cui, ormai, eri solito dare ogni colpa - che non
si sarebbe più rimarginata. Mai. Ti sei trattenuto dal
gridare che lo sapevi che sarebbe successa una cosa del genere, che era
tutta colpa sua per aver ricercato un successo a cui doveva sempre meno
serenità.
Yukihito, invece tu lo sapevi.
Come avevi sempre saputo che lui non era come gli altri. Te lo sentivi,
semplicemente. Come questa volta sentivi la vostra vita sgretolarsi e
perdere l'ultimo, fragile tassello di un mosaico rovinato da tempo.
Solo che questa volta
avevi la strana sensazione di non essere completamente nel giusto.
Strano, vero? Eri completamente certo dello sbaglio che Haru Wo Daite
Ita aveva rappresentato per voi due, ma qualcosa ti diceva che non era
la stessa cosa.
Eppure tu le cose le intuivi subito. Non era sempre stato
così fin dall'inizio, Yukihito? Proprio strano.
Forse è stato proprio questo tuo essere spaesato e confuso
come non mai che ti ha portato a premere il tasto di quel citofono e a
dire, tremante, il tuo nome.
Ti hanno accolto, Yukihito. Li hai visti, preoccupati da morire. Non
è stata la tua immaginazione, ti hanno veramente asciugato i
capelli fradici, messo a letto e confortato. E vi hanno aiutato. Hanno
rimesso in piedi quello che c'era tra voi, hanno restaurato il mosaico
con belle parole che venivano dal cuore.
Sì, perché tu le hai sentite, le parole di Iwaki,
anche se non l'hai mai detto né hai mai confessato che hai
fatto uno sforzo immane per non far scendere le lacrime che tanto
premevano per sgorgare. Hai soffocato i singhiozzi sul cuscino
perché non ti scoprissero, dalla stanza accanto, e non
sapessero che stavi ascoltando tutto quanto. Il perché,
probabilmente, non lo sai nemmeno tu. Forse per non mostrare che avevi
cambiato idea riguardo a loro, riguardo tutto, anche quel
libro che avevi tanto maledetto, perché avevi scoperto che
Iwaki e Katou lo valevano. Valevano tutto, quei due ex-attori di AV,
anche tutta l'angoscia che ti aveva attanagliato per tanto tempo.
Ti ha quasi accecato, quella luce, Yukihito. E per la prima volta hai
pensato che, forse, il prezzo da pagare per la notorietà e
il successo di "Sawa_sensei" erano inferiori a ciò che
invece avevate guadagnato entrambi.
L'altra cosa, d'altronde, la
scoperta, quella che ti ha fatto sorridere quasi come
quando eri bambino, chi te l'ha mostrata? Chi, se non Iwaki e Katou?
E' stato un semplice suggerimento.
"Hai mai letto i libri di Sawa rilegati?" ti aveva chiesto Iwaki, con
uno strano sorriso.
Hai risposto di no, che non era necessario visto che li avevi letti
tutti appena usciti dalla stampante di casa. Quella era un'abitudine
che ti è rimasta.
"Io credo che dovresti, invece." aveva aggiunto Katou, incrociando lo
sguardo con quello del compagno. Inquietantemente complici, per una
volta.
Iwaki si è alzato, ha preso un volume a caso dalla vostra
libreria e te l'ha messo sulle ginocchia, facendoti segno di
sfogliarlo. Tu l'hai guardato, incerto, e hai aperto il libro alla
prima pagina, quella dove di solito gli scrittori usano porre la dedica.
"A Yukihito, senza il
quale io non saprei vivere né tantomeno scrivere.
Perché scrivere è il mestiere che mi fa
sopravvivere, ma lui è colui che mi fa vivere."
Non avevi parole, di fronte a questo, eh? Tutte le tue convinzioni, i
tuoi ragionamenti, le tue paure, tutto svanito.
Hai rialzato la testa e li hai guardati, quei due. Sorridevano
sornioni, sembravano invitare anche te a sorridere.
E lo farai da adesso in poi, vero, Yukihito?
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La mia prima fanfic su Harudaki, oh.
L'idea originale era di scrivere qualcosa incentrato completamente su
Sawa, il mio personaggio preferito, ma Yukihito ha scalciato talmente
che gli ho lasciato un bello spazietto introspettivo.
Ah, per quelle che seguono Don't Call It Fanservice: tranquille, non
sono morta, e spero che in questa vacanze la finirò, 'sta
benedetta fanfiction. Ma voglio finirla in un certo modo, e madama
ispirazione si fa desiderare ç___ç Comunque, non
disperate xD
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