« Senpai. »
« Mhh. Che
c’è? »
« Non ti
sembra che la giornata stia durando un po’
troppo? » Nijimura alza lo sguardo dalla sua rivista,
puntandolo sul suo adorato kohai. Beh, non più. Eppure
Haizaki sembrava quasi divertirsi nel chiamarlo in quella maniera, non
preoccupandosi nemmeno di ricevere uno scappellotto.
«
Probabilmente sarà in corso una storia e
l’autrice non sa come finire la giornata. Oppure è
impegnata a fare le descrizioni. »
« Ah.
» Haizaki si trova ad accettare quella
spiegazione, sorseggiando un poco del proprio tè e tornando
alla propria lettura. Questo finché Kise Ryota non fa la sua
disperata trionfale entrata in scena.
« Haizaki, ci
servi. » dice, statuario. «
Oh, Nijimura-senpai! »
« Non ne ho
voglia. »
« Veramente,
nemmeno io avevo voglia di venire a prenderti.
Ma la scelta era tra me e Aominecchi, e non credo saresti stato felice
di vederlo. » il biondo incrocia le braccia al petto,
assottigliando lo sguardo. Haizaki capisce al volo.
« Oddio, no.
»
悪夢だよー!
akumu da yō!
Se deve essere sincero,
Haizaki crede di non avere abbastanza forza.
E’ sopravvissuto a una madre negligente,
un’adolescenza disastrata, a un senpai che lo menava per
dimostrargli il suo affetto, un piccolo psycho più
pericoloso di quando immaginasse e Aomine Daiki, a cui doveva
restituire un bel livido.
Però capire
in cosa si era cacciato gli tolse tutte le
energie in suo possesso. Non era abbastanza forte per inserirsi in una
storia di Mary Sue.
D’accordo,
aveva una lunga esperienza come antagonista
– si appuntò di aggiungerlo al proprio curriculum,
in futuro – ma quella cosa andava ben oltre la sua portata.
Era abituato a essere malmenato da Nijimura, con il quale aveva da poco
stabilito una relazione che poteva essere chiamata seria, ma quello che
stava per subire poteva benissimo essere chiamato maltrattamento.
Si sentì
improvvisamente grato del suo pessimo ruolo. Non
aveva la stessa visibilità di Kise. O Aomine, o Akashi.
Almeno lui, salvo qualche rara eccezione, era al sicuro.
Si concesse di provare
un po’ di pena per il resto del cast.
«
Haizaki-kun. » Shougo si morse la lingua per lo
spavento.
« Tetsuya.
» bofonchiò, cercando di
riprendere un minimo di sensibilità.
«
E’ strano vederti qui, Haizaki-kun. »
«
…E’ strano anche per me. » a
quel punto, notando che lo sguardo di Tetsuya fosse ben oltre, Haizaki
si trovò a seguirlo. Vide Kagami e una ragazza.
«
E’ lei? »
«
Sì. » ai suoi occhi, non era
minimamente attraente. Nonostante la Suethor avesse cercato di
riempirla di opulente descrizioni, che le volteggiavano intorno
tranquillamente dandogli quasi fastidio, Haizaki trovò quel
personaggio solamente irritante.
« Meh, niente
di speciale. »
« Non so se
stai cercando di essere gentile, Haizaki-kun, ma
sta funzionando. »
Shougo si trova a non
sapere la risposta. In fondo, Kuroko era un
povero diavolo al quale veniva fregato puntualmente il fidanzato
– tutti ormai sapevano che stavano insieme. E lo subiva
stoicamente.
Fosse stato al suo
posto, si sarebbe ribellato molto tempo fa.
« Piuttosto,
perché sono qui? »
« Servi per
un flashback alla Teiko. » la frase lo
raggiunge all’ultimo. In un attimo, fanno nuovamente capolino
i suoi capelli argentei e la divisa delle medie.
« Merda.
»
Osservando Haizaki
andarsene canticchiando quella che gli sembra
“Let it go” – in inglese, soprattutto
–, Kagami non riesce a frenare la sua perplessità.
Scuote la testa. Aveva ben altri problemi.
Il primo, il fatto che
Kuroko lo evitasse come la peste.
E il secondo che, come
Akashi ha supposto e scoperto – come,
sfugge all’umana comprensione – che
l’ultimo ostacolo verso il finale sarà proprio
lui. Lui e le sue forbici. Nel frattempo l’oggetto dei suoi
pensieri si liscia con nostalgia l’uniforme delle medie,
sospirando.
« C’è ben
poco da fare. »
nella sua mente risuona la voce del suo fratello minore.
«
Finirà anche questa. » pensa di
rimando, cercando di infondere un poco di tranquillità
nell’altro. Era un bravo nii-san,
lui.
« E ne inizierà
un’altra. Dovremmo
prendere il controllo di questo perverso business.
»
« E come
credi di fare, otouto?
» Bokushi ha sempre
avuto idee geniali quanto pericolose. Ancora ricordava con un brivido
la sua promessa di cavarsi gli occhi per motivare la propria squadra.
« Ascoltami bene…
»
«
E’ una mia impressione, o Akashi si sta
alternando? » Aomine non può che sentirsene
inquietato. Satsuki era seduta poco distante da lui, con espressione
seria. Adesso era lei l’amichetta del cuore. E ciò
comportava una dose di OOC incredibile.
« Forse.
» gli risponde, non prestandoci troppa
attenzione. Cosa che Aomine non sopportava.
« Ohi,
Satsuki! »
« Dai-chan.
» la voce di Momoi è
lapidaria. « Sai cosa significa avere questo ruolo? Essere
completamente snaturata, perdere il proprio essere? Lo sai?!
» Aomine, il potente e lucente Aomine, deglutì.
« Non dirmi
che hai pure il ciclo. » quando Kuroko
si trovò a fare da scudo a quella pantera fifona che era
Aomine, comprese che Momoi-san non stesse affatto bene.
« Aomine-kun,
sei peggio di Kagami-kun. »
« Tetsu,
quella donna è pericolosa! »
« Momoi-san
è solo stanca e un po’
nervosa. » replica lapidario Kuroko, assumendo
un’aria seria.
« Quindi
dovrei portarle da mangiare? »
« Sarebbe il
minimo. »
« Kagami
Taiga. » nel sentire quella voce, la spina
dorsale del ragazzo ha un violento brivido. Nell’incontrare
occhi eterocromatici voltandosi, la sua preoccupazione cresce in
maniera esponenziale.
«
Sì, che vuoi? »
« Un
linguaggio da contadino, come sempre. »
sussurra Bokushi. Scuote la testa. Forse non era una buona idea.
« Vorrei proposti un patto. »
« Nel quale
ti impegni ad ammazzarmi, come minimo. »
« Prego?
»
« Se io
crepo, farò in modo che il mio fantasma ti
perseguiti in eterno. Soprattutto se oserai avvicinarti a Kuroko.
»
« Santo
cielo, perché sei dell’idea che
io sia fissato con Kuroko? »
« Lo dicono
le fangirl. »
« Oh.
» e quelle erano creature tanto spaventose
quanto veritiere. « Beh, insomma. Non è questo il
punto. »
« Preferirei
che finisse con Aomine che con te. »
« Taiga,
piantala di fare la moglie gelosa! Sei ancora vivo,
per la miseria! » era raro che Bokushi perdesse la pazienza,
ma nel caso succedesse era un fatto eclatante. L’OOC non
rendeva le cose facili, poi.
L’attenzione
di Kagami, però, si svia presto.
Perché ai suoi occhi c’è un rivale
ancora più pericoloso: Ogiwara Shigehiro.
« Devo dire
che mi ha sorpreso la tua richiesta di una
shortcake. » dice Shigehiro, allungando il sacchetto
contenente la torta.
« Non
è per me. » risponde Kuroko,
avvicinandosi a Momoi e offrendole il dolce. Inutile narrare
dell’abbraccio stritolatore.
« Oh,
Tetsu-kun, sei un vero gentleman!
» Satsuki
quasi piange, nell’assaggiare il dolce. « Mica come
Dai-chan! »
Ogiwara si trova ad
osservare quel quadretto affettuoso, prima di
percepire un’inquietante bruciore sulla nuca. Non ha nemmeno
bisogno di voltarsi.
« Kuroko,
quante volte dovrò dire al tuo ragazzo
di essere etero? »
« Parecchie,
Ogiwara-kun. » Shigehiro si lascia
andare a una risata nervosa, cercando di sviare il discorso.
« E
così, anche oggi siete al lavoro. »
«
Già. » conversare con una tigre alle
spalle che pensava di divorarti non era semplice. Se si aggiungeva la
vista del soggetto che ti ha fatto odiare ciò che amavi,
l’umore inevitabilmente calava a picco.
«
E’ una fortuna non essere coinvolto. »
« Solo
perché entri nella trama molto tardi. Dopo
aver girato la terza serie, e soprattutto quando il mondo la
vedrà, toccherà anche a te. » Ogiwara
deglutisce.
« Stai
cercando di spaventarmi? »
« Ci sono
riuscito? »
« Credo
proprio di sì. »
« Benvenuto
nel club. »
Eccoci qui con
il seguito di questo.
Surprise,
surprise. ~❤
Che dire?
C'è un po' di NijiHai, l'onnipresente KaKuro,
accenni di un'affettuosa AoMomo e Ogiwara! *O* Le avventure continuano.
Non me la sono
sentita di strapazzare troppo Haizaki, d'altronde
è un pargolo incompreso. Invece Aomine lo strapazzamento se
l'è cercato, altroché. Don't mess with a woman.
Se fa di cognome Momoi, soprattutto.
I due Akashi
tramano nell'ombra, successivamente vedremo se riusciranno
a prendere il controllo del perverso
business.
"Otouto" significa "fratello minore", giusto per specificare.
E niente,
prendetela con leggerezza. <3
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