Pozzi di Caffè

di Fidi_
(/viewuser.php?uid=91248)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


P o z z i  d i  C a f f è

questa storia fa parte della serie Kintsugi

 

Alan presentava sempre qualcosa di primordiale, durante il sesso.
Per lui era rituale, sciamanico. Persino sacro.
Si trasformava in qualcosa di bellissimo, divino, e allo stesso tempo, così dolorosamente mortale, nel fare l'amore, che sembrava potesse cadere in pezzi da un momento all'altro. Un essere che prescinde la sua stessa natura, un automa, ma dotato di anima.
E Ben avrebbe quasi voluto scrutarlo dall'esterno, con rigore scientifico, stupore infantile, e un pizzico di perversione voyeuristica, ogni volta che si amavano; Alan era per lui una scoperta continua.
Osservava, rapito, i movimenti sinuosi dell'uomo sopra di lui, la “S” della sua schiena curvarsi e inarcarsi al ritmo delle proprie spinte, le labbra schiuse in un sospiro prolungato. E i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi scuri, chiusi, serrati, come se ne andasse della sua stessa vita.
Se li avesse aperti sarebbe precipitato, ne era sicuro, in un abisso dorato dal quale non sarebbe riuscito a risalire.
Ma Ben aveva bisogno dei suoi occhi.
Ridestatosi da quella sorta di introspezione, afferrò il viso dell'altro con dolcezza, tastando brevemente le sue guance, con i pollici.
«Guardami.»
Pronunciò in un soffio.
Dopo un attimo di esitazione, Alan spalancò i suoi profondi pozzi di caffè sul suo amante, che ne restò, puntualmente, spiazzato.
Ben lo strinse a sé, carezzandogli la schiena con gesti ampi e rilassati.
«Non ti lascio...» ripeté allo stremo, mentre finivano, e guardandolo in quegli occhi che si era ostinato a tener chiusi fino ad allora, fece in modo da trasmettergli tutta la sicurezza di cui aveva bisogno.
Stremati, si addormentarono l'uno fra le braccia dell'altro.
E il mattino dopo, fu Alan ad aprire gli occhi per primo.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3094812