Light
Avviso: versione
nuova e ricorretta, non mi piaceva molto e l'ho un po'
cambiata, insieme al titolo ^^.
Beta:
Miracle Clary :**
Non conosco
queste due splendide persone, non sono di mia proprietà e
non
scrivo a scopo di lucro, anche perchè altrimenti dovrei
pagare
alle suddette persone i crediti, e guardate un po' sono al verde. XD
Maniac
Il
braccio di Brian era steso sopra al divanetto nero in pelle, il solito,
nel
camerino.
Erano appena arrivati, dall’hotel dove al momento
alloggiavano, e Brian era
stanco. Ma talvolta stanco per lui poteva voler dire semplicemente
annoiato –e ormai
tutti ne erano a conoscenza, quindi si poteva benissimo fare finta di
non accorgersi dei
suoi continui lamenti-.
Tolse lo sguardo dalla piastrella che da più di un quarto
d’ora stava fissando
insistentemente –quasi la volesse perforare-, e si mise ad
osservare incerto
Stef.
Stava facendo qualcosa di indefinito –per Brian almeno-
trafficava con la sua
roba sul tavolo, ma il cantante era troppo lontano per vedere- e forse
troppo
svogliato.
Era appena rientrato e non si era neanche degnato di rivolgergli lo
sguardo
quello spilungone, e ora Brian
stava
aspettando che lo facesse.
Passarono pochi minuti e l’egocentrismo del più
piccolo messo a dura prova con
tutta quell’indifferenza prevalse sulla noia, così
Brian provò a mugugnare qualcosa,
affondando la testa nel bracciolo nero.
Finalmente, il suo migliore amico si era deciso a dargli un
po’ di attenzione
–come se non ne
avesse a sufficienza
tutti i giorni-.
«Brian, capisco che aspettare il turno del tuo sound-check
sia terribilmente
estenuante, ma non startene lì a far niente, va a cercare
Matt, che ne so,
tanto anche lui non avrà nulla da fare, no?»
Chiese a quel punto il bassista guardandolo dall’alto, Brian
risolse che
l’altezza del suo amico era terribilmente eccessiva, gli
toglieva la luce coprendo
persino la lampada –e ciò non era affatto
accettabile-.
Il vocalist emise un mugugno per –come sempre- manifestare la
sua noia, e
infastidito si rigirò nel divanetto piegando le gambe, per
mimare forse una
posizione fetale.
Sentì Stef sospirare e farsi più vicino a lui, il
bassista gli prese le gambe e
dopo essersi seduto in fondo al divano nero le mise sulle sue gambe.
«Cosa
c’è?» mormorò Osdal
carezzandogli il
polpaccio lentamente.
Brian con un mormorio si girò e a pancia in su si rimise
nuovamente a
guardarlo.
Dopo qualche attimo di silenzio prese un respiro e sbuffò.
«Niente, Stef, vado a cercare Bellamy,magari lo becco nel suo
camerino» Fece
leva sui gomiti e si tirò su per poi alzarsi e prendere la
porta.
Stef annuì sinceramente rincuorato e aspettò che
Brian se ne andasse per
ritornare a quel che stava facendo precedentemente.
Matthew Bellamy era appena uscito dal suo camerino e si stava dirigendo
verso
l’uscita perché a quanto diceva lui,
l’anidride carbonica all’interno di quel
posto era in pratica l’unica cosa che respiravano, oltre al
fumo passivo. E non
voleva passare un altro minuto in quella camera a gas.
Non fece neanche in tempo ad alzare lo sguardo dal suo cellulare che un
qualcuno di non molto pesante gli finì addosso.
«Bellamy!! Sempre con la testa fra le nuvole!!»
Esordì arrabbiato Brian, ovvero colui che gli aveva fatto
cadere
“accidentalmente” il BlackBerry dalle mani
schiantandosi contro di lui.
«Brian!»
Ed era capitato così. Leggero, mentre il sorriso leggermente
sbilenco di Matt
s’insinuava nei ricordi di Brian per non uscirne
più. E si mescolava al suo,
circondato da quelle labbra accentuate dal rossetto.
E i capelli scompigliati, la classica giacca rossa che gli rimase
talmente
impressa da venirgli in mente anche quando la situazione non suggeriva
per
niente la presenza di Matt -quella giacca rossa ormai lo avrebbe
perseguitato
fino alla fossa-.
Matt si rese conto di adorare il modo in cui Brian nervosamente
sistemava le
ciocche dei capelli dietro alle orecchie, la piega dei pantaloni che
incontrava
le scarpe, gli scolli che mostravano il collo e parte delle spalle
pallide del
cantante in un modo così tentatore da non poter non
incollarci gli occhi su
quelle scapole scoperte e terribilmente diafane.
La scarsa altezza che lo faceva sembrare una specie di folletto
fastidioso, ma
terribilmente accattivante e adorabile.
Le orecchie, che –Brian non lo avrebbe mai ammesso- erano un
po’ a sventola, ma
che adorava talmente tanto che ogni volta che si trovava ad accarezzare
il
volto di Brian finiva per ripassarci talmente tante volte da imparare a
memoria
la loro forma e la loro consistenza.
«Bellamy lo sai che sei un maniaco di padiglioni
auricolari?»
Matt si riscosse e tolse lo sguardo da quello che stava accuratamente
osservando e carezzando contemporaneamente e lo posò sul
viso dell’altro.
«Ma che dici?»
«Sai, ogni malato di mente ha una fissa, ci sono i pervertiti
che adorano le
ragazzine impaurite ed indifese, gli anoressici che trovano un qualcosa
di
morboso nel ficcarsi due dita nella gola, gli obesi che non riescono a
fare a
meno di qualsiasi oggetto commestibile e poi ci sono i maniaci come te,
oggi ho
finalmente confermato la mia ipotesi. Tu sei malato
d’orecchie.»
Finì Brian, assolutamente convinto di tutto il discorso
appena articolato. Matt
lo guardò leggermente accigliato.
«Non sto scherzando, Bells! Qui c’è il
pericolo che in un attacco di
perversione, tu nel pieno della notte mi assalga e mi tagli un orecchio
–o
peggio due!- per poi farci una specie di tempietto, o
–peggio!!- mangiartelo!»
Vide Brian angosciarsi a tal punto da mettere le mani sul volto stile
“Urlo di
Munch” e cominciò a pensare di dover porre rimedio
a quella situazione con una
botta in testa, o simili, perché Brian lo stava leggermente
preoccupando.
«Io ho paura, Bellamy, dobbiamo assolutamente prenotarti una
visita dallo
psicanalista, non vorrei che acc-»
Stufo di tutte quelle idiozie, Matthew si era avvicinato al volto di
Brian, che
inconsapevole gesticolava ancora afflitto per la terribile scoperta
appena
fatta. Aveva poggiato le sue labbra su quelle dell’altro,
sorridendo.
Stranamente intraprendente sì, ma incredibilmente
compiaciuto della risposta
dell’altro, che dopo un breve attimo di sconvolgimento aveva
ricambiato
bloccando nel nulla le mani che si erano agitate fin pochi attimi prima.
Erano cadute lungo i suoi fianchi, sbattendo sul materasso ricoperto
dal
piumone e permettendo al più giovane di salirgli su a
cavalcioni.
Brian fece un’altra scoperta quel giorno: pur essendo malato
d’orecchie, Matt
sapeva baciare piuttosto bene.
°°°
°*Merry
Xmas°*
Mia
prima Mollamy.
L'ho
scritta per augurarvi buon Natale, dopotutto ve lo meritate eh?
XD
Adoro
il signor Molko oltre qualsiasi cosa e non potevo non scrivere qualcosa
su di lui.
Quindi
eccola qui.
Spero
vi abbia fatto piacere ^^
La
dedico ad ognuna di voi scrittrici, che si fa il mazzo per riempire il
mondo di slash. Vi ammiro ragazze.
E anche alla mia Twinna, che lowo tanto tanto *-* amore, ti
è piasiuta?
Alla prossima, darlings
kisses
:**
sweetcurry
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