La paura di Nana
«Perché si ha paura del buio, Mr. D?»
La domanda le era salita così spontanea sulle labbra da non riuscire a
trattenersi.
«Nessuno ha paura del buio, cara», rispose, «si ha paura di quello che
il buio potrebbe celare.»
Nana si scostò un ciuffo rosso dal viso e guardò in faccia il suo
interlocutore con aria interrogativa.
«E cosa potrebbe celare il buio?»
«Ogni genere di male», rispose Mr. D.
Non sembrava convinta. Per niente. Girò la testa da un lato come se si
stesse concentrando su un pensiero difficilissimo, poi sbatté due volte
le palpebre.
«Non capisco. Come posso smettere di avere paura?»
Mr. D sorrise leggermente. L’ingenuità di quella domanda lo sorprendeva.
«Diventando oscurità tu stessa», rispose. «In questo modo non dovrai
più aver paura del buio, perché sarai tu il buio che tanto temi.»
Nana lo guardò un po’ spaventata. Riusciva a sentire il rumore della
pioggia sbattere sulla finestra.
«Ma in questo modo avrei paura di me stessa, non crede?», disse.
Mr. D rifletté attentamente su quella osservazione. Era sinceramente
colpito.
«Questo dipende dalla tua forza, da quanto sei in grado di sopportarlo.
Credi di potercela fare?»
Nana scosse la testa.
«Allora come hai fatto ad uscire dalla tua camera quando ti abbiamo
“soccorso”? Anche in quel momento era buio.»
«C’era Ghirò con me. Con lui non devo avere paura.», rispose,
riferendosi al suo pupazzo bianco di peluche.
«Ma perché ti sei svegliata nel cuore della notte?», chiese Mr. D. La
voce iniziava leggermente a tremare.
«È stato Ghirò a dirmi cosa fare. Lui voleva salvarmi. Ha detto che mi
avrebbe portato in un castello, oltre l’orizzonte, ai confini del
mondo.»
Mr. D accavallò le gambe e si mise la mano sul mento. Continuava a
piovere. Sempre più forte.
Lacrime che cadono dal cielo.
«Ma non sei arrivata ai confini del mondo. Sei qui, con me», disse.
«Lui ha detto che tornerà a prendermi. Mi porterà ai confini del
mondo», rispose Nana con sicurezza.
«D’accordo, cara. Ti credo», disse Mr. D. «Ma cosa hai provato quando
hai sceso le scale per andare al piano terra, in cucina? Eri spaventata
per quello che stava per succedere?»
«Le ho detto di no!», disse Nana seccata, «Ghirò mi ha detto cosa fare.
Lui mi porterà ai confini del mondo.»
Mr. D si alzò. Capiva che non poteva fare più niente per quella ragazza.
«Ora devo andare, Nana. Ma tornerò a trovarti, d’accordo?»
Nana sorrise. Poi Mr. D lasciò la stanza appoggiando leggermente la
porta. Riusciva ancora a sentire la ragazza ripetere incessantemente la
frase: “Ai confini del mondo, ai confini del mondo.”
Il dottor Aresio lo aspettava dall’altra parte.
«Allora?», chiese l’uomo.
«È totalmente fuori di sé», disse Mr. D. «Non si è accorta minimamente
di quello che ha fatto. Non sa, non davvero, di essere scesa in cucina
a prendere un coltello. E non comprende nemmeno di aver ucciso sua
madre seguendo le istruzioni datele da un giocattolo. Vive in una
dimensione che non è la nostra. Forse qui potremo aiutarla, ma sarà
dura. Non ho mai visto un paziente con un così alto grado di paranoia.»
In quell’istante un leggero bagliore accese soffusamente la camera di
Nana. Mr. D e Aresio rimasero stupiti per qualche secondo, poi, temendo
un principio di incendio, si precipitarono entrambi all’interno della
stanza, ancora sigillata.
Solo che di Nana non c’era più nessuna traccia.
|