I'll be right here... in the sky

di cartoonkeeper8
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Elliot tirò su col naso, le guance rigate dalle lacrime. Era la prima notte che dormiva senza E.T.

Sentiva terribilmente la mancanza dell’amico, e anche se sapeva che ora, a casa sua, il piccolo alieno era felice e in salute, non poteva fare a meno di piangere calde lacrime. Aveva perso un amico.

Un particolare attirò la sua attenzione. C’era un oggetto bianco a terra, che prima non aveva notato. Si alzò e a piedi scalzi si chinò a raccoglierlo. Era un libro, uno di quelli che sua madre leggeva a Gertie prima di andare a dormire. Ma che ci faceva lì?

Lesse il titolo: “Il piccolo principe”. L’aveva lasciato lì E.T., prima della sera di Halloween? Ma perché?

Elliot notò che nel libro c’era un rigonfiamento. Verso la fine, l’alieno aveva piegato lo spigolo di una pagina, come a tenere il segno. Per lui? Aprì il libro, e lesse il contenuto di quella pagina. E mentre scorreva le dolci parole del bambino curioso venuto da un altro pianeta, le lacrime si asciugarono nei suoi occhi, lasciando il posto al sorriso più radioso. E.T. sarebbe sempre stato lì, con lui.

 

Di notte, ricordati di guardare le stelle. Dove sto io è troppo lontano perché possa mostrarti dove si trova la mia. Meglio così. La mia stella sarà per te una qualsiasi, e allora ti farà piacere guardarle tutte... Saranno tutte tue amiche.

«Quando la notte guarderai il cielo, poiché io abiterò in una di esse, e riderò in una di esse, per te sarà come se ridessero tutte le stelle. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!» E rise ancora. «E quando ti sarai consolato (poiché ci si consola sempre) sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E ogni tanto aprirai la finestra, così, per puro piacere... E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu gli dirai: "Sì, le stelle mi fanno sempre ridere!". E penseranno che sei pazzo. Ti avrò fatto un bello scherzetto...» E rise ancora. «Sarà come se, invece delle stelle, ti avessi dato tanti sonagli che sanno ridere...»





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