Capitolo 73
Capitolo 73
Vi è stato
forse raccontato,
che in
momenti di grande pericolo la mente inizia a rievocare immagini della
propria vita, come una specie di racconto in sintesi... certo, come se
fosse
anche solo possibile riassumere tutta una vita in pochi secondi.
Quindi non credeteci, non
è vero, o almeno non lo fu
per me.
Mentre correvo a perdifiato in mezzo al clangore delle armi,
non avevo in testa nulla. I miei ricordi erano bloccati, la mia anima e
i miei pensieri ancorati saldamente al presente. Perchè non
potevo permettermi errori, in quegli istanti non puoi
permetterti
errori.
Avevo solo un’immagine in
testa, ed era quella che stavo ricercando attorno a me. Non avevo certo tempo di
abbandonarmi
ai ricordi, anche se sarebbero stati sicuramente più
piacevoli della
guerra che stava imperversando ovunque il mio sguardo si posasse.
Quando le mie gambe
minacciarono di
non reggermi più, mi fermai ansante, poggiando i palmi sulle
ginocchia. Guardandomi intorno, vidi che le porte ormai erano vicine e
non mancava molto per raggiungerle.
Riabbassando lo sguardo,
mentre prendevo un altro profondo respiro, vidi che a terra vicino a me
c’era uno
scudo. Il suo proprietario giaceva sotto di esso, intuii che si
trattasse di
un elfo solo dalle vesti, il resto era stato totalmente sfigurato
da chi lo aveva ucciso e mi augurai con tutto il cuore che chi avesse
fatto ciò, fosse a terra con la testa mozzata.
Il mio sguardo venne
infine catturato
dal riflesso del mio viso sullo scudo... stentai a riconoscermi, ero
l’ombra di me stessa.
Il viso, ormai lurido, aveva il lato destro coperto di
sangue rosso e nero, le ferita sulla fronte aveva un colore vivido e la
pelle intorno ad essa stava diventando tesa e gonfia, anche i miei
capelli avevano assunto una tonalità scura, stretti nella
loro
treccia.
L'immagine della giovane nana che si specchiava d'estate nei
torrenti degli Ered Luin era solo un ricordo.
Mi restò però l'orgoglio, di vedere che i miei
occhi brillavano
determinati. Mentre mi fissavo sulla superficie, alzai la mano
sinistra portando l’anulare con la fede alle labbra.
-
Mahal ti prego aiutami, Eru veglia su di me, Kili…
- mormorai la mia preghiera sul metallo freddo.
Poi abbassai la mano e
ricominciai a
correre.
Il pendio si fece più ripido mentre
raggiungevo lo spiazzo davanti alle porte di Erebor; notai che
lì lo scontro sembrava essere volto a nostro sfavore, gli
orchi stavano
prendendo sempre più piede, costringendo
l’alleanza a
retrocedere e a lasciare terreno.
Continuando ad avanzare e tenendo lo sguardo dritto davanti a me, il
mio sogno prese vita a poco, poco.
Gli Orchi, disposti in
semicerchio,
erano fermi; sembravano godersi qualche sorta di spettacolo che si
stava svolgendo davanti ai loro occhi.
La
prima cosa che vidi fu Thorin, a terra. Non capivo se fosse sveglio o
meno, sapevo solo che mio padre era a terra inerme. A proteggerlo,
sopra il suo corpo,
c’erano un paio di grandi scudi. Mi ci volle meno di un
battito di ciglia per capire a chi appartenessero.
Subito accanto a Thorin
c’era
Fili, anche lui a terra, si teneva la gamba destra con una mano mentre
con l’altra cercava invano di rialzarsi.
Poi c’era Kili, un
ginocchio piegato a terra ed entrambe le mani sull’elsa della
spada, guardava sopra di sè con espressione feroce, il
labbro
sanguinante e
una freccia conficcata nella spalla.
E infine c’era lui…
Bolg sovrastava tutti e tre, mentre avvicinandosi con passo lento,
esibiva un largo sorriso
ferino e soddisfatto al tempo stesso; in mano teneva la mazza ferrata
di
suo padre Azog. Stava dicendo qualcosa che non riuscivo a sentire, ma
pian piano
continuava ad avvicinarsi, alzando sempre di più
l’arma. Lo
vidi fermarsi davanti a Kili, il sorriso si allargò ancora
di più e il suo occhio scintillò mentre
portava la mazza sopra la testa.
Poi, vidi il mio pugnale cozzare
contro il suo rudimentale spallaccio.
Bolg, congelandosi in
quella posizione, abbassò con lentezza il capo per guardare
che cosa lo avesse colpito.
-
Bolg!! - gridai con tutto il fiato che mi era rimasto.
L’orco si
girò verso di
me, l’unico occhio rimastogli dopo il nostro
scontro ad Esgaroth, si puntò su di me e io lo fissai di
rimando. Dovetti metterci tutta me stessa per non far scivolare lo
sguardo sui nani a terra che avevano preso ad urlare il mio nome.
-
Bolg, figlio di
Azog il profanatore, mio padre portò via al tuo un braccio
così come io
ho portato via il tuo occhio, sono qui per completare l'opera e cavarti
anche
l’altro! - esclamai sorridendo.
L’orco
grugnì qualcosa in lingua nera ai suoi per poi mettersi a
ridere.
-
Ridi? Dopo che
una nana ti ha portato via un occhio e che ora si accingerà
a portarti
via quello che ti rimane? Saranno le tue truppe, a ridere, sotto il
comando di un inutile pezzo di carne menomata! - replicai.
Bolg smise
immediatamente di ridere,
un’espressione feroce prese il posto di quella ilare e
l’orco si girò completamente verso la mia
direzione con la
mazza stretta sul fianco. Io sorridendo gli feci cenno di
avanzare, mentre gli altri orchi intorno a noi iniziavano a fare versi
striduli, probabilmente un incoraggiamento verso il loro capo.
Vidi Kili cercare di
alzarsi senza riuscirci, i suoi occhi terrorizzati mi fecero vacillare
per un
attimo e mi affrettai a distogliere lo sguardo.
Bolg prese ad avanzare e
io feci lo
stesso con Ruthia stretta saldamente con entrambe le mani.
Dapprima
camminai, poi mi misi a correre all’indirizzo del mio
avversario.
Fattami carico di tutto l'odio e il risentimento, avanzavo implacabile.
Fu quando mancavano non più di
20 piedi dalla sua figura massiccia, che la prima freccia mi
colpì sotto la scapola
sinistra.
Gemetti, ma continuai a correre: ne contai altre 4 dopo di
quella.
Due mi colpirono alla
schiena, la
terza al fianco, trapassandomelo, e la quarta fu quella che mi fece
rovinare a terra dopo avermi colpito l’interno coscia. Caddi in avanti e Ruthia
scivolò dalla mia presa. Battei il mento contro il terreno e
sentii il sapore metallico del sangue invadermi la bocca. Provai a
sollevare la testa e vidi le gambe di Bolg farsi sempre più
vicine; dietro di lui Kili, rimessosi barcollante in piedi, stava
cercando di
raggiungerci, venendo però fermato da alcuni orchi.
Cercai di tirarmi di
nuovo in piedi, ma un calciò alla spalla mi
ribaltò sulla schiena. Urlai di dolore mentre alcune frecce
si
spezzavano penetrando di più nella mia carne. Ebbi un
eccesso di
tosse per il sangue andatomi di traverso e quando smisi, sputai un
denso
grumo rosso scuro mentre il mio corpo sembrava aver appena preso fuoco.
Appoggiato il capo sul suolo devastato dalla battaglia, guardai
sopra di me.
Bolg incombeva con un sorriso trionfalmente
divertito sull’orrido muso.
-
Figlia di Thorin,
sarà per me una gioia ucciderti davanti agli occhi della tua
famiglia prima di scuoiarli vivi - disse con voce gutturale premendomi
un piede sul ventre e facendo roteare la mazza.
Io lo fissai per un
momento con la
testa in confusione, poi mi
misi a ridere.
Questo fece infuriare l’orco ancora di più,
portandolo a premere maggiormente
il piede sul mio torace.
Le fitte lancinanti che mi pervasero non
riuscirono però a spegnere il sorriso che mi era nato sulle
labbra.
-
Ti strapperò
quella bocca ghignante e darò in pasto ai mannari i tuoi
resti! -
esclamò furibondo Bolg sputacchiando saliva nell'impeto.
-
Non.. n... non
farai - sbiascicai sentendo il sangue colarmi dalla bocca -
nulla.. d.. tutt..o ciò - affermai.
-
Ah no? E perché mai, nano femmina? - chiese
divertito l’orco.
-
Perché… - rantolai, ricacciando un
eccesso di tosse - ho vinto io. - conclusi.
L’ultima cosa
che vidi, fu il ghigno divertito di Bolg prima che
un’enorme zampa d’orso gli portasse via la testa di
netto.
“Sono
salvi..” pensai e poi le macchie nere che mi baluginavano
davanti,
invasero tutto il mio campo visivo.
Spazio
Autrice:
Mi
mancavano i capitoli introspettivi e completamente dedicati ad Harin.
Mi auguro con tutto il cuore che questo capitolo vi abbia tenuti con il
fiato sospeso e che alla fine vi abbia suscitato un qualche senso di
trionfo; per il resto vorrei lasciare che sia la vostra fantasia a
pensare a cosa ne sarà di Harerin. Ascoltare i
vostri
pareri mi piacerebbe molto!
C'era forse chi desiderava che fosse la stessa Harin ad uccidere Bolg,
ma ho preferito mantenere la linea del libro. Lo dovevo a Beorn.
Ringrazio
i lettori, i recensori in special modo Baris D Lawrence,
chi mi segue, mi ha preferita (Imamiahen)
e mi ricorda. A voi devo il raggiungimento delle 500 recensioni, quindi
grazie dal più profondo del cuore.
Tak
khaz meliku suz yenetu,
Marta
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