Un canzoniere ubriaco

di Mucenje
(/viewuser.php?uid=830567)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Non arrivasti mai.



Ti attesi infinite ore,
su una panchina della stazione, solo, povero e pazzo,
cercandoti in una folla di nuvole e sabbie mobili,
non arrivasti mai.

Ricordai le agrodolci parole che mi giurasti,
le irrealizzabili realtà che giacciono tra le stelle e le comete lontane,
mentre con gli occhi umidi seguivo i treni passare per i deserti,
pensai.

Quando mi dicesti «Che male vuoi che ci sia?» io ti credetti,
e finii incastrato tra i tuoi denti e la tua gola,
aggrappato con un dito all'amore che non mi davi,
sprofondai.

Un brivido mi percorse la schiena,
ed invocando Dei in cui non credevo,
incatenati in orizzonti che non vedevo,
pregai.

Accanto a quella lastra di marmo,
ti attesi per anni, immobile,
con un mazzo di crisantemi rossi in mano,
ma non arrivasti mai.

Nel silenzio mi chiesi perché,
e non seppi rispondermi.
Ti attesi, ti attendo e ti attenderò,
finché tu ti ricongiungerai alle stelle.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3132294