Din don.
-Chi è?- ha una bella voce, così cordiale e
apparentemente piena di vita…
-Solo un venditore signorina.- mi piace farmi chiamare così
e a differenza degli altri ciò che vendo io è
gratuito e perfettamente funzionante.
-Spiacente non ho bisogno di nulla.- risponde, ma io non ho bisogno del
suo permesso, per entrare mi basta poggiare la mano sulla maniglia e
spingere indipendentemente dal fatto che sia chiusa a chiave o no,
dopotutto sono pur sempre un demone…
-Mia dolce signorina, non crede che sia il momento di smetterla.-
sembra molto sorpresa… è davvero un peccato,
è ancora così giovane e desiderosa di vivere -Sei
morta, davvero non lo ricordi?- la piccola in un primo momento mi
guarda stordita poi comincia a singhiozzare, si accascia a terra e
mette la testa fra le mani.
-Non è vero… n-non… non può
esserlo.- la sua voce è molto tremolante -No, nooo!-
-Non puoi più restare nella casa dei tuoi genitori e far
finta di niente, Misao. Il tuo non accettare la morte mette il tuo
luogo di sepoltura in una posizione intermedia fra il mondo dei vivi e
quello dei morti e provoc…- la ragazza alza la testa e
comincia a ridere istericamente.
-Luogo di sepoltura? Hai davvero il coraggio di chiamarlo
così? Il mio corpo non è sepolto ma semplicemente
sminuzzato in quello schifo di struttura!- la ragazza tenta di
asciugarsi il viso ma è inutile non riesce a calmarsi,
infondo è anche comprensibile però.
-Hai perfettamente ragione, ma sei fortunata in un certo
senso… Io non sono un venditore qualunque, sono un demone in
realtà e dò ai defunti la possibilità
di maledire chi li ha fatti soffrire.- lei non mi risponde, distoglie
lo sguardo confusa e comincia a fissare il pavimento -Sai, i tuoi
compagni non sembrano molto turbati dalla tua scomparsa, ascoltarli
deve essere davvero una tortura per la tua testa, dopotutto si trova
ancora lì. Questo dovrebbe essere un ottimo motivo per non
attendere oltre nel rispondermi, giusto?- posso percepire
ciò che sente il cranio della povera fanciulla, i suoi
compagni scherzano sulla sua scomparsa e sui presunti fenomeni
paranormali che avrebbe provocato. È quasi comico il modo in
cui gli esseri umani si ostinano a considerarsi creature
empatiche… “Misaaao, non malediiiirci! Ti prometto
che faremo i braviiii! “ ah, il tono di quel biondino
è veramente fastidioso. Misao mi afferra la mano e comincia
a fissarmi, la sua espressione infuriata non sembra più
quella dello spettro di una povera ragazzina, ma quella di uno
splendido e vendicativo demone... è stata la frase del
ragazzo a provocare questa reazione?
-Ovvio che voglio vendicarmi. Loro non mi hanno permesso di vivere
quindi li trascinerò con me!-
-Loro?- ad ucciderla è stato
l’insegnante… perché ha utilizzato il
plurale?
-Non è stata una sola persona ad uccidermi ma un intera
classe…- quanto amo quel sorriso diabolico su un volto un
tempo innocente…
Il foglietto, il foglietto, ta tatta.
Appendo il foglietto ta tatta, tatta ta tatta.
Spero sul serio che qualcuno lo trovi e addobbi la classe…
Un luogo allegro non lo è mai stato, per questo mi
è sempre piaciuto addobbarla con dei fiori.
A breve saremo collegati col mondo dei viventi, mi sento
così eccitata e anche gli altri lo sembrano. La ragazza del
piano forte ha già cominciato a suonare, vuole che qualche
vivente l’ascolti e in caso contrario… beh, gli
farà saltare la testa… Ci sono anche altre belle
cose da ascoltare in questa dimensione, per esempio
c’è la bambina che canticchia kagome,
kagome… bambina? Questa è una scuola superiore,
perché c’è una bambina qui? Ora che ci
penso c’è ne una anche nel corridoio…
Visto che ci sono spargerò qualche foglietto amichevole con
scritto muori…
Eccomi sul tetto… quante volte il mio spirito è
risalito qui e quante volte si è sporto da questa ringhiera?
La morte di quella ragazzina bruna ha smosso molte cose qui la mia
invece… no… perché no? La sua voglia
di vivere era superiore alla mia!? Beh, probabilmente sì,
del resto io mi sono suicidata… Però…
io volevo vivere… non avevo altra scelta, ho provato ad
essere amichevole, ma loro erano così ostili e le loro
parole così dolorose, dolorose come una decina di spilli per
centimetro quadrato di pelle e anche le loro percosse facevano male,
tanto male... Ora che un corpo non c’è
l’ho più tendo a ricordare le parole in modo
più doloroso delle percosse, ma quando ero in vita cosa mi
faceva più male? Uhm… Chi se lo ricorda
più. Io ho provato a reagire, ci ho provato… alla
fine non avevo altra scelta… o forse sto solo cercando di
giustificare il mio gesto? No! Non è stata colpa mia o in
ogni caso non solo mia, ma anche loro… soprattutto
loro…
Un terremoto?! Bene il momento è giunto,
inaugurerò il tutto con un bel tuffo... Allora che comincino
i giochi… Uno, due, tre…
Non importa se il finale è brutto, durante la caduta il
vento che ti colpisce provoca una sensazione fresca e
piacevole… se solo avessi un corpo per
percepirla… ma in ogni caso la ricordo così bene
che è un po’ come la se la sentissi veramente. Oh
ecco il pavimento.
Splatt!
Uhm… essendo morta sul colpo non ricordo bene la caduta, ma
sono abbastanza sicura di essere caduta all’esterno quella
volta non in un corridoio… ah ah! È davvero
strana la fisica di questa
dimensione...
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