Lolaehl - il destino in una rosa bianca

di VioletTurner
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Capitolo 1: Un incontro inaspettato


Un bel sole risplendeva su Rivendell, ero andata a fare una delle mie tante visite a mio padre Elrond, mezz’elfo e alla mia sorella Arwen, che mi accudì come una mamma. Gil, quello era vero nome di mia madre, era invece di razza nanica e purtroppo perì, subito dopo aver sentito il primo mio gemito da neonata. Ho così pochi ricordi di lei, nemmeno il volto. Ascoltavo solo i racconti di mio padre. Un giorno addirittura prese coraggio e tirò fuori un almanacco pieno zeppo di tutti i disegni e ritratti di Gil e, finalmente, la conobbi, se così si può dire.
Sfogliavo quel libro in continuazione, giorno per giorno e rimiravo quel volto. : occhi marron verdi e capelli biondo cenere,come la sua poca barba sugli zigomi e sul mento. Assorta com’ero nella lettura delle sue memorie, nelle sue spedizioni da vera guerriera non mi accorsi dell’arrivo di un gruppo di 13 nani a Rivendell, accompagnati da uno hobbit e uno stregone. Mi alzai dalla panca di marmo e li vidi avvicinarsi attraversando un ponte che proveniva da uno stretto passaggio nelle montagne e proseguiva fino all'entrata di Rivendell. Mio padre era assente con il suo esercito quindi dedussi che il gruppo fosse qui senza ‘appuntamento’ .Nei paraggi non notai nessuno disposto ad accoglierli così provai a farmi avanti scendendo i primi gradini. Sentii una mano bloccarmi da dietro. Lindir scosse la testa “Vado io principessa… voi restate qui, non si sa mai che intenzioni abbiano” disse gelido . “Ma chi sono?” domandai curiosa “Tu li conosci?”
“E’ una compagnia di nani…” Lindir aveva alle volte quel tono così arrogante che odiavo me stessa di far parte per metà, alla sua specie.
“Questo lo vedo anche da me…grazie tante…” risposi fredda “E il modo in cui pronunci la parola nani non mi piace affatto…ti ricordo che ho sangue di una grande donna nano, una grande guerriera, una Piediferro!”
“Vi consiglio principessa di abbassare la voce…voi avete solo letto quelle storie…siete cresciuta fra gli elfi, dimenticate le storie dei nani. Siete figlia di Elrond”
“Io non rinnegherò mai di essere un nano…la mia altezza è quella d’altronde” risposi io acidamente ma Lindir si era già avviato verso il gruppo senza degnarmi di ascolto. Non potevo rinnegare di essere parte della gente che faceva parte di quel gruppo. Come tutti i nani mal sopportavo l’arroganza degli elfi quando questi mi davano un buon motivo per arrabbiarmi. Di elfico avevo le orecchie a punta, non avevo la barba e parlavo la lingua.
L’unico legame veramente forte con gli elfi che sentivo erano mio padre e mia sorella. Lindir scese le scale avvicinandosi ai nani che bisbigliavano diffidenti tra di loro. Lo hobbit in disparte si guardava attorno con una faccia meravigliata e mi venne da sorridere “Mithrandir!” appellò l’elfo di corte e lo stregone si girò appoggiandosi sul suo bastone “Ah…Lindir…!” disse quell’altro piegando appena il capo in cenno di saluto. Sentii l’elfo rivolgerglisi nella nostra lingua“Vi abbiamo sentito attraversare la Vallata”
“Devo parlare con re Elrond” tagliò corto lo stregone
“Il mio signore Elrond non è qui…” rispose Lindir. Mithrandir, o Gandalf così lo chiamavano tutti, guardò con cipiglio sospettoso il consigliere elfo “Non è qui…e dov’è?”. Aveva visto giusto, Lindir non aveva intenzione di essere d’aiuto. Un suono di corno arrivò da ovest seguito dal rumore di zoccoli di cavalli al galoppo. Portai il mio sguardo verso quella direzione e sorrisi “Papà…finalmente!” sussurrai felice per poi scendere le scale. Di nuovo Lindir bloccò il mio passaggio con il braccio. Feci spallucce e lo superai semplicemente piegandomi un pochino. Mi dovetti fermare perché appena si avvicinarono i cavalli ecco che i nani più vicini ai cancelli cominciarono a spaventarsi e a tirare su le proprie asce e i propri martelli per difendersi. Ebbi paura e mi nascosi.
Gli elfi del nostro esercito munito di bandiere alzate circondarono il gruppo nanico
spaventato procedendo al trotto in due file diverse una che andava in direzione opposta all’altra, in circolo. “Gandalf !” salutò mio padre
“Re Elrond! Mellon en! Dove sei stato?”
“Abbiamo cacciato un branco di Orchi che proveniva dal Sud…ne abbiamo uccisi parecchi vicino al Passo Nascosto” disse scendendo da cavallo, dopodichè si scambiarono un abbraccio “Strano gli orchi avvicinarsi tanto ai nostri confini…qualcuno o qualcosa li avrà attirati” commentò mio padre tirando fuori come bottino di guerra un arma da orco “Magari siamo stati noi” disse Gandalf lievemente in imbarazzo. Un nano, il più alto di tutti con occhi azzurri e capelli neri striati di bianco si fece avanti buio in volto.
“Benvenuto Thorin figlio di Thràin” saluto mio padre cordialmente. “Non penso che ci conosciamo…” parlò il nano con una voce profonda.
“Vostro nonno aveva lo stesso portamento, conoscevo Thròr quand’era Re sotto la Montagna…” diceva mio padre scrutandolo.
“Ah si? Non mi hanno mai parlato di voi”
Re Elrond cominciò a parlare in elfico usando un tono un po’ alto nella voce
“Che sta dicendo? Ci sta insultando per caso?” sgridò un nano dalla barba e dai capelli rossi. Cominciai a ridere e il silenzio attorno a me mi fece capire che mi avevano sentito e uscii dal mio nascondiglio.
“No…” dissi sorridendo “Mio padre vi sta solo invitando a fermarvi da noi per trovare ristoro e cibo”.
Fu in quel momento che mio padre mi notò e mi sorrise “Vieni figlia mia…fatti avanti! Da quanto tempo non ti vedo” mi disse in elfico. “Ero venuta a farti visita ma a quanto pare eri impegnato a difendere i confini” lo abbracciai. I nani avevano tutti gli occhi su di me e bisbigliavano tra loro “Piccolina per essere un elfo!” commentò divertito lo stregone “Lolaehl è difatti una mezzosangue, una dwelf… sua madre Gil, mia prima moglie, era una Piediferro dei Colli Ferrosi” dichiarò mio Re Padre. I nani del gruppo cominciarono a mormorare tra loro ancora più rumorosamente, solo uno di loro non partecipò a quella fitta conversazione. Un giovane nano, dai profondi occhi castani e capelli di colore scuro e davvero molto attraente. Il suo sguardo mi fece superare quell’imbarazzo causato dal chiacchiericcio dei nani. Gli sorrisi appena poi mi sentii arrossire e lui rispose al mio sorriso. Il nano biondo vicino a lui, anche lui molto bello lo vide imbambolato “Kili…non sta bene fissare una principessa in quel modo” bisbigliò. “Per me è una novità più unica che rara” mi sorrise Thorin “Principessa” si inchinò. Quando vide che i nani non si erano ancora genuflessi Thorin ordinò a denti stretti “E inchinatevi maleducati!”
“Non v’è bisogno Thorin, davvero…anzi…se volete seguirmi…vi mostro le vostre camere e la sala da pranzo” sorrisi io avviandomi e la Compagnia mi seguì. “La trovo stupenda…mai vista una mezzosangue in vita mia Fili” bisbigliò Kili al fratello “Ma non eri quello attratto dagli elfi femmina tu? Ieri stesso mi hai confessato di essere alquanto curioso di conoscerne una?” “No…non posso dire di gradire gli elfi femmina…hanno gli zigomi altissimi e la pelle cremosa…troppi pochi peli sulla faccia…” disse guardandosi attorno “Anche se…questa che suona la cetra non è male” finì di dire indicando la creatura seduta sulla panchina di marmo vicino alla quale stavamo passando “Quello non è un’elfo femmina” dissi io senza voltarmi, rivelandogli la triste verità. La creatura lo guardò e il giovane nano venne colto dall’imbarazzo. Il fratello seguito dagli altri nani cominciarono a ridere prendendosi gioco di lui “Perfetto, grazie ragazzi,ah… proprio una bella figura davanti alla principessa” si lamentò il bel nano…

Il pranzo che venne offerto loro era accompagnato dalla musica elfica l’unica alla quale ero abituata. La trovavo così noiosa che a volte preferivo ritirarmi in camera mia a cantare gli spartiti nell’almanacco di mia madre, canzoni antiche dei nani. Quella volta però ero piuttosto contenta di rimanere a mangiare a corte, sentivo che mi sarei divertita come non mai…e poi la presenza di quel bellissimo esemplare di nano avrebbe di sicuro allietato le mie giornate.
Mio padre si sedette con Gandalf , Thorin Scudo di Quercia, me e mia sorella Arwen ad un tavolo rotondo molto vicino a dove invece erano i nani che , a ragione , si lamentavano per la totale assenza di carni al banchetto “Ci sono le patatine fritte?” disse uno di loro, Ori.
Kili non toccava cibo, non ne aveva voglia come il resto della Compagnia. Mi fecero molta pena, nemmeno io in tanti anni ero abituata al cibo verde. Come nana sentivo voglia di carne, prosciutto, ossa da spolpare, conigli da arrostire. Quel regime vegetariano non faceva per me, perciò neanche io toccai cibo “Ehy ma…non mangi nulla?” mi chiese Arwen preoccupata “No…non ne ho voglia…più tardi magari andrò come al solito a cacciare” dissi “Nella dispensa ci sono dei cosci di montone…magari più tardi potrai portarli ai nani…non mi sembra gradiscano tanto il cibo offerto” mi suggerì lei. Le sorrisi
“Buona idea” dissi poi guardandoli “Mi domando perché il re padre tenga così tanta selvaggina e non la condivide mai”
Arwen scosse la testa senza rispondere “Sembrano affamati…” disse poi sorride “Specie lui, ma non di cibo…” fece indicandomi appena con la testa da una parte oltre il nostro tavolo.
Il suo sguardo, quello del nano dai bellissimi lineamenti era posato su di me. Le sue labbra si allargarono in un sorriso sensuale ed ammiccò. Distolsi lo sguardo imbarazzata e quello che era un sorriso pieno di malizia come quello di Kili si trasformò in un sorriso divertito. Il fratello, il nano biondo vicino, notò lo scambio di sguardi e quasi scoppiò a ridere. Kili se ne accorse “Che c’è? Non posso nemmeno fare conquiste in pace?” bisbigliò scocciato.
“Certo che puoi fratellino, anzi scusami se ti ho interrotto, ma sei così buffo quando fai quegli occhi da cucciolo!”
“Il mio è uno sguardo sensualissimo…!” protestò Kili tornando con lo sguardo su di me. “Cucciolotto!” scherzò Fili pizzicandogli una guancia con due dita “Oggi ho collezionato due belle figure…grazie ancora!” disse nervoso e si alzò.
“Uhoooo” mormorarono un gruppo di nani vicino a lui. Il principe si ritirò dal banchetto e si avviò da solo per i portici di Rivendell. Non seppi se seguirlo o no…alla fine mi alzai e andai a cercarlo, non conoscendo il luogo magari si sarebbe perso. Forse nel profondo, volevo solo rimanere da sola con lui per conoscerlo.




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