Capitolo
1
Era una giornata come le altre che
passavo all’ospedale,
Il Santa Barbara per precisione, per
via
di una rara malattia genetica, da ormai due settimane ed iniziavo ad
avere
nostalgia della mia casa, però, almeno avevo qualcuno con
cui parlare tra
pazienti ed infermieri, mentre nel mio appartamento abitavo da solo.
L’unica pecca in
quell’ospedale era il dottore che mi
avevano affidato, era sempre scontroso e misterioso nei miei confronti
e ciò mi
infastidiva. Si
chiamava Watanabe Eisuke.
Però, questa mattina,
si era comportato davvero in modo
molto insolito.
Era l’ora della
colazione ed insistette per fare
colazione assieme nella terrazza dell’ospedale.
.
. .
-
Ti piace la
terrazza? - Mi
chiese, con lo sguardo
altrove.
- Si, almeno si respira un aria
migliore di quella della
stanza e poi c’è davvero un bel panorama - dissi io mentre
sorseggiavo il mio tè caldo.
- A proposito - si girò
per guardarmi - Non so ancora il
tuo nome, sta scritto su ogni cartella dei nostri pazienti ma io non ci
faccio
mai caso .. Potresti dirmelo? –
Rimasi a bocca aperta per la sua
domanda, insomma, faceva
parte del suo lavoro, poteva pure darci solo un occhiata!
- Inoue Fumio - Gli dissi con tono
offeso, senza
aggiungere altro e dopo di che non ci dicemmo più niente.
Me ne tornai nella stanza,
ringraziandolo dell’invito e
lasciandolo lì, mentre si finiva il suo caffè.
. . .
Dopo essere tornato nella mia
stanza mi misi a giocare a
carte con i miei (anziani) compagni di stanza, ogni tanto organizzavano
delle
partite dove, invece di puntare i soldi, puntavano
delle caramelle o cose di pochissimo valore
ma era comunque divertente parteciparvi.
Dopo poco vennero alcuni parenti a
fare visita ai loro
cari, era l’orario delle visite dopotutto, e smettemmo di
giocare.
Ovviamente vennero i parenti di
tutti, tranne i miei.
Ero rimasto orfano in tenera
età e molti dei miei parenti
abitavano in tutt’altre città e non potevamo
vederci spesso.
Decisi di uscire dalla stanza per
fare una passeggiata, e
mi rifugiai nel giardino dell’ospedale, era molto grande e
pieno di fiori di
ogni tipo.
Adoravo quel posto.
Feci un enorme sospiro, mettendomi
a pensare del più e
del meno finché non sentii la presenza di qualcuno.
Mi girai.
Era Eisuke.
- Uh? come mai sei qui a
quest’ora? – Gli chiesi,
abbastanza sorpreso. Da quel che ricordavo, quello, non era
l’orario di pausa.
- Sono venuto a farti compagnia,
mi sembri un cane
abbandonato - Disse, quasi con un sorrisino nostalgico sul viso.
Lo
guardai
abbastanza irritato, non avevo bisogno di essere compatito da lui.
- Fa’ pure allora -
Gli risposi poi, voltandomi e ritornando a guardare
ciò che mi
circondava -
Sentii un tepore scorrere lungo
tutta la mia schiena.
Solo dopo mi accorsi che mi stava
abbracciando da dietro,
tenendo le braccia attorno al mio collo e la sua guancia destra contro
la mia
sinistra.
All’inizio lo lasciai
stare, poi appoggiai le mie mani
sulle sue braccia per distaccarle e, con lieve timidezza, provai a
parlare.
- C - Cosa ti salta in mente? Con
una donna poteva pure
andare, ma con un uomo .. -
Lasciai la frase in sospeso,
mettendomi a riflettere.
Con un uomo, cosa? Cosa
c’era che non andava in quel
gesto? Lo facevo spesso con i miei amici mentre scherzavamo ed era
sempre
andato bene, quindi perché era così strano in
quel momento?
E’ vero, non eravamo poi
così “amici”, io e lui, da fare
gesti come questi però sentivo come se c’era una
nota stonata in tutto ciò.
Lui non rispose, mantenne
l’abbraccio e restammo così per
un bel po’ finché, ad un tratto, mollò
la presa e rientrò dentro l’ospedale con
una certa fretta.
- Dove vai? - Gli chiesi,
voltandomi per guardarlo.
- A fare il mio lavoro –
Rispose lui, chiudendo poi la
porta dietro di se.
Forse, in fondo, era una brava
persona, non ostante il
lavoro aveva trovato il tempo per farmi compagnia senza farmi sentire
solo per
via dell’orario di visite.
O forse stavo troppo leggendo tra
le righe io.
Però, mi era
sembrato un gesto abbastanza carino da parte
sua, non si sarebbe mai detto dal suo modo di fare.
Forse era solo timido.
Mi feci una risatina, lui timido?
Ma dai, neanche fra
cento anni!
Rimossi quell’idea dai
miei pensieri e tornai a guardarmi
attorno, era davvero una bella vista quella che si poteva ammirare dal
giardino.
Davvero bella.
Mi tornò in mente
ciò che era appena successo ed il mio
cuore iniziò a scalpitare, cosa stava succedendo?
Perché mi sentivo
così nel ripensarci?
Scossi la testa, provando a
pensare ad altro ma non ci
riuscivo ed un lieve rossore faceva spazio nelle mie guance.
Capii che c’era qualcosa
di strano in me, qualcosa di
davvero molto strano.
Spazio
dell’autrice.
Ehehhh, eccomi qui con un'altra
FanFic! (•̀ᴗ•́)و ̑̑
Questa volta ho deciso di farne
una a capitoli, speriamo
che vada tutto bene.
Ebbene, che ne dite?
Vi è piaciuta o no?
Fatemelo sapere, ne sarei
felicissima! ヽ(;▽;)ノ
Nel prossimo capitolo
proverò ad introdurre dei nuovi
personaggi ed approfondire meglio la storia dei due protagonisti.
E niente, ci rivediamo nel
prossimo capitolo! °˖ ✧◝(○ ヮ
○)◜✧˖ °
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