la fata bianca nella Foresta Nera

di gigliofucsia
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Il cielo era così annuvolato che, davanti a quella foresta nera, esso sembrava una grande distesa di stoffa candida e immacolata come quella del suo lungo vestito. Doveva attraversarla per forza perché aldilà c'era casa sua. Ma ogni volta che vedeva quegli alberi color carbone gli tremavano le gambe e gli si immobilizzavano le ali.

Avanzò un passo tremante con le mani giunte. Libellula si disse di non avere paura, nessuno gli farà del male finché prega e in più... non c'é niente in quella foresta di cui avere paura.

Ad un tratto sentì uno schiocco sotto la suola della sua scarpetta. Guardò, aveva pestato un ramo. Questo cominciò a buttare sangue rosso. Libellula spaventata si mise a correre. Si ripeté di non aver paura mettendosi a recitare una preghiera.

Due mantelli gli tagliarono la strada. La fata si fermò. “chi siete?!” esclamò, due occhi truci la puntarono da sotto il cappuccio. Le saltarono addosso. Libellula non oppose resistenza, con i denti stretti si mise a pregare. “Questa la vendiamo e ci pagheranno bene”

“con i soldi potremmo comprarci un castello! O perché no? Un intero villaggio”.

La legarono con delle corde e la trascinarono fino all'entrata della Foresta Nera. Non era ancora venuto nessuno ad aiutarla.

Ad un tratto si accorse che dal pallore della nebbia fitta, venne a galla un'ombra scura con un lungo mantello e uno scettro in mano. Libellula sentì i banditi tremare, uno di loro urlò “ una strega!”.

Si voltarono subito correndo verso il cuore della foresta. Il bandito che la teneva cadde di faccia. Libellula rotolò via. Il bandito si rialzò e scappò lasciandola a terra.

Dalla nebbia ne uscì la figura che batté lo scettro sul terreno. Le corde si sciolsero come serpenti.

Libellula si alzò “grazie!”. La strega tirò fuori una pergamena e una penna che si mise a scrivere da sola, “non mi interessa... ti posso chiedere di recapitare questo messaggio ai tuoi genitori?”. Gli consegna la pergamena in mano e Libellula annuisce allontanandosi da lei con la pergamena in mano. Una volta nella radura, Libellula consegnò la pergamena a suo padre.

La lettera raccontava l'accaduto dicendo inoltre che la prossima volta non avrebbe mosso un dito per aiutarla. In quel momento suo padre le disse che era giunta l'ora di insegnargli una magia difensiva.





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