Chi sei, Ryan?

di lapoetastra
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Vedo un gruppo di persone venirmi incontro, e per forza dell’abitudine paro il fucile di fronte a me, pronto a difendermi in caso di attacco.
Quello che è sicuramente il comandante mi fa segno di stare calmo, e così mi tranquillizzo, anche se solo parzialmente.
< Sei James Ryan? >, mi chiede allora, ed io noto il suo volto scavato e la sua mano tremante, segno evidente di tutti gli orrori a cui ha dovuto assistere in questa guerra senza fine.
Annuisco, piano.
Lo vedo sorridere, ma è un sorriso che riguarda solo le labbra e non coinvolge gli occhi.
D’improvviso penso che quell’uomo, se ma lo è stato, non sarà più in grado di essere felice, e mi domando il perché.
< Devi venire con noi. Ti portiamo a casa, da tua madre. La guerra per te è finita. >
Le sue parole mi fanno sussultare, e subito penso di aver capito male.
Non è così.
Posso davvero tornare alla mia vita, posso veramente continuare a vivere.
Dovrei chiedere spiegazioni per questo privilegio che per chissà quale motivo è stato concesso proprio a me, tra tanti soldati valorosi, ma rimango in silenzio.
E piango, piango tutte le lacrime che ancora mi restano, perché qualunque sia il motivo io tornerò a casa, potrò riabbracciare la mia famiglia, potrò provare a dimenticare tutto questo orrore indicibile che mi ha completamente distrutto.
Tra la cortina d’acqua salata che mi appanna lo sguardo, osservo quegli uomini che hanno affrontato chissà quanti pericoli per arrivare fin qui da me.
I loro occhi sono spenti, privi di luce.
I loro volti pallidi e scavati.
Le mani tremanti, le labbra secche e screpolate.
Hanno visto l’Inferno, e l’hanno anche vissuto.
E tutto questo per me, un uomo di cui non conoscevano altro che il nome.
Si può soffrire così tanto o addirittura morire solo per un semplice nome?
No.
Ed anche se non parlano, se hanno le bocche serrate, io riesco a sentire distintamente la domanda che i loro cuori martoriati si sono posti infinite volte.
Chi sei, Ryan?
Sono io, Ryan.
E non sono affatto così speciale come dovrei essere per ripagare tutti i loro sforzi e sacrifici.
Sono solo un uomo.
Un semplice e giovane uomo, che sta per essere travolto dai sensi di colpa.




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