Like a phoenix

di LaMusaCalliope
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~~Dopo che Ares lo aveva ucciso, Efesto si era sgretolato. Aveva sentito il suo corpo rinsecchirsi, il cuore cessare di battere. L’aria non arrivava più ai polmoni. Il dio si era sentito perso. Lui, abituato da millenni a lavorare con delle macchine efficienti, di cui conosceva a memoria il meccanismo; si ritrovava racchiuso in un corpo che non rispondeva più ai suoi comandi. E alla fine, quando anche l’ultimo battito si spense, Efesto divenne cenere.
Il sole sorse e tramontò tante di quelle volte da perderne il conto, o forse era solo una percezione. L’anima di Efesto era rimasta nei pressi del luogo in cui Ares lo aveva ucciso. Non era cambiato molto da allora. Sperò ardentemente che Perseo fosse riuscito a trovare suo padre, Zeus. Nel frattempo, la pazzia lo logorava. Odiava non poter armeggiare con ingranaggi e cavi, non poter progettare qualcosa e poi vederlo funzionare, ma la cosa che trovava più scomoda di tutto era il fatto che lui stesso adesso non era nulla. Gli uomini avevano smesso di credere nel suo culto. Nulla aveva più un senso.
Durante quella che sembrava essere l’ennesima alba priva di significato, una giovane donna dalla veste candida di Atene si avvicinò al luogo in cui era morto il dio. Subito dietro ve ne era un’altra, molto più matura e dall’aria altezzosa. Lo spirito di Efesto le riconobbe: erano Estìa e Gea. Il dio provò a dire qualcosa, ma niente rispondeva ai suoi comandi. La dea comprese le sue intenzioni e alzò una mano, come per fermarlo. “Divino Efesto, non scomodarti. Siamo a conoscenza della tua attuale condizione; ed è proprio per questo che noi siamo qui.” La giovane dea arretrò, lasciando il posto a Gea, la Madre Terra, che sorrise ad Efesto. “Voi dei siete indispensabili per il bene dei mortali. Senza di voi, ci sarebbe di nuovo il Caos. Adesso io sono qui, come sono stata dagli altri dei, per ridarti la vita e il potere di cui godevi un tempo” quindi chiuse gli occhi, mormorò una litania a fior di labbra.
Da principio, il dio non avvertì nessun cambiamento, ma solo dopo, quando la Madre Terra ebbe finito di parlare, percepì un forte calore invadergli il petto e diramarsi lungo tutto il corpo. Sentì il cuore tornare a battere, il sangue scorrere nelle vene. Ordinò agli occhi di aprirsi e loro lo fecero. Guardò il suo corpo e lo vide avvolto da una fiammata alta due metri. Tutto intorno a lui era dei colori del fuoco; piccole fiammelle si staccavano dal muro per depositarsi su di lui. Gli entrarono nella pelle e ricoprirono il suo corpo. Il suo potere. Quando si sentì del tutto forte, il muro di fuoco si spense e lui si ritrovò da solo sulla piana, con lui non c’erano ne Estìa ne la Madre Terra. Aprì il palmo della mano ed evocò una fiammella che non tardò a comparire. Sorrise come un bambino e osservò quella fiamma, ammirato. Si sentì di nuovo potente e allora capì cosa doveva fare: aiutare Perseo. E per farlo avrebbe dovuto uccidere Ares.




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