PokéPasta: Sei un maschio... o sei una femmina?

di Zeon97
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Anche essendo nel 2015, non ho mai smesso di essere affezionato ai vecchi titoli Pokèmon per gameboy. Per questo motivo presi la mia adorata cartuccia di Pokèmon verde foglia, la misi dentro il mio gameboy e avviai una nuova partita.

Comparve il professor Oak che fece il suo solito discorso di introduzione e alla fine fece la sua solita domanda.
 

“Sei un maschio o sei una femmina?”
 

Risi.

Da piccolo davanti alle domande che mi poneva il gioco sentivo l’obbligo di dire la verità, ma non ero in grado di capire che dietro a questo c’era un team di sviluppo, e nemmeno immaginavo che fossero loro a scrivere queste cose. A questo pensiero mi venne voglia di fare una cosa per prendere in giro il caro vecchio prof. Oak: scelsi “femmina”.

Poi mi chiese il nome, quindi misi “Max”.


“Un personaggio femmina con un nome da maschio, ho risolto il suo dilemma professore?” mi rivolsi in modo sarcastico al gioco.

 

Poi chiese il nome del mio rivale che fu naturalmente “Cazzo”.

Stavo creando una partita per pura noia, senza serietà.

Confermai e andai avanti.

Finalmente la partita cominciò con il personaggio nella sua cameretta. Scesi e parlai con la mamma

 

“...” rispose lei.

 

Erano passati anni e non ricordavo questa frase, ma nemmeno quella normale. Ignorai la cosa e uscii dalla casa.

Feci le cose del gioco normale per arrivare ad ottenere il primo Pokèmon, ma stavolta successe evidentemente qualcosa di strano: il mio rivale non c’era e io riuscii a prendere tutte e 3 le Pokeball.

Era evidente che fosse un bug, ma ne ero entusiasta. Poi il prof.Oak mi diede il Pokèdex.

Quando uscii dal laboratorio la schermata diventò nera per alcuni secondi, ma dietro a quel nero riuscii a intravedere una sagoma sforzando la vista, però non fui capace di capire cos’era.

 

“E’ colpa della vecchiaia della cartuccia” conclusi scocciato.

 

Andai avanti nel gioco e quando sconfissi un Pidgey selvatico di livello 2 mi accorsi che tutta la mia squadra aveva ricevuto più esperienza del normale avendo usato solo il primo Pokèmon.

A quel punto capii che questa cartuccia era stata modificata, ma da chi?

Non mi diedi tempo per rispondere a questa domanda perché ci tenevo a scoprire cosa altro c’era in questa bizzarra versione, quindi andai avanti nel gioco.

Andai parecchio avanti in questa versione facilitata del gioco, senza mai incontrare quel Cazzo di rivale. Arrivai alla lega Pokèmon nel giro di due ore e sconfissi i Super quattro, ma al posto del Campione c’era il Prof. Oak, e si aprì una schermata di dialogo.

 

“Ora che hai completato il gioco dimmi la verità… sei un maschio... o sei una femmina?”

 

Probabilmente questa era la domanda finale di questa versione modificata, quindi scelsi di nuovo femmina.

Lo schermo diventò nero, e con sottofondo una musica inquietante a 8 bit simile a quella del gioco di Super Mario, lentamente comparve una frase.

 

“Non si dicono le bugie”

 

Scomparsa quella scritta, quella figura che intravedevo dietro lo schermo ogni volta che entravo o uscivo da una casa divenne sempre più definita e chiara: era una figura femminile realistica, ma aveva un qualcosa di familiare.

Non riuscivo più a sentirmi tranquillo. Per qualche motivo mi stavo pentendo di aver fatto quella partita, mentendo in quel modo. Quella sensazione aveva un qualcosa di nostalgico, che non provavo da diverso tempo… era una sensazione che non provavo da quando ero piccolo.

 

Spensi il gioco e andai a dormire, ma feci fatica a prendere sonno perché mi sentivo continuamente osservato anche lasciando una luce accesa.

Usando il mio buon senso cercai di convincermi che stavo entrando in paranoia e che dovevo dormire.

Spensi tutte le luci, mi stesi sul letto e chiusi gli occhi per attendere il sonno. Sentivo come se qualcuno stesse scrutando con lo sguardo dentro fino alla mia anima senza smettere un momento ed era in attesa. Sentendomi tormentato da quella sensazione, nella mia testa immaginavo che vicino a me ci fosse una figura nera con lo sguardo rivolto verso di me.

Avevo paura ad aprire gli occhi, ma in qualche modo riuscivo a mantenere la calma e dopo qualche ora secondo la mia percezione del tempo presi sonno.

 

La mattina dopo aprii gli occhi tranquillamente.

Quando alzai la testa notai del sangue sulle mie lenzuola, ma quando le tolsi rimasi sconcertato da quello che vidi: ho subito una operazione per la riassegnazione chirurgica del sesso.

Mi guardai allo specchio, e riconobbi il nuovo volto. Era lo stesso di quello che vidi sul gameboy alla fine della partita.

Inoltre sullo specchio erano attaccati dei pezzi di carne fresca, probabilmente avanzi dell’operazione, e formavano la frase “Sei un maschio o sei una femmina?”

 

Mi venne in mente tutto quello che avevo fatto nel gioco.

Quando avevo rivolto la parola a mia madre con un nome maschile e un corpo femminile;

Il modo in cui avevo preso in giro il nipote del prof.Oak, facendogli passare la voglia di fare parte del gioco per non sentirsi chiamare con quel nome che io gli avevo dato;

E le mie menzogne…


“Si prof.Oak, ora sono una femmina... ” dissi singhiozzando con le lacrime agli occhi “...adesso siamo pari, giusto?”




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