Capitolo
2
Era
passata una settimana da quando Cathleen era arrivata alla Newton
Academy e quel giorno sarebbe tornata a scuola Tiffany Anders, sua
sorella maggiore. Da quando lei e Lisa avevano dovuto convivere con
Alice tutto si era rivelato molto più complicato. Ma
nonostante tutto si era formato un gruppo: Cathline, Lisa, Ben e
Alex. Insieme frequentavano alcune lezioni, mangiavano, andavano in
biblioteca, studiavano e si divertivano.
Quella
mattina Cathleen e Lisa si erano svegliate presto nonostante fosse
domenica.
“Secondo
te con questo vestito vanno meglio le Converse viola o le ballerine
nere?” chiese la ragazza dai capelli corvini mentre esaminava
due paia di scarpe.
L’amica,
intenta a pettinarsi i capelli, rispose con una smorfia.
“Insomma!
La volete smettere di parlare?!” sbottò Alice
rigirandosi nel letto. “Sono le otto e mezza di mattina e
vorrei dormire! Non vorrei avere delle brutte occhiaie!”
aggiunse poi, con voce stridula.
“Ma
oggi arriva mia sorella. Voglio farle una sorpresa!” ribatté
Cathleen, rivolgendo all’amica uno sguardo disperato.
“Evviva”
esclamò la scontrosa in tono sarcastico. “Arriverà
un’altra buona a nulla alla Newton! Vi spiacerebbe uscire e
lasciarmi dormire in pace?”
“Ah,
no! Prima devo decidere tra Converse e ballerine!” si intromise
Lisa.
“È
uguale, tanto sei orribile lo stesso!” disse pungente Alice,
girandosi verso il muro.
Cathleen
sospirò mentre Lisa si infilava un paio di scarpe a caso e
entrambe uscirono dalla stanza.
“Dove
ci dobbiamo incontrare con i ragazzi?” chiese la bionda.
“Ho
detto a Ben di farsi trovare vicino al Central Caffee, ma non so se
saranno puntuali.”
“Spero
di sì” sussurrò piano Cathleen tra sé, ma
non abbastanza piano.
“Non
vedi l’ora di rivedere Alex, eh?”
“Sì,
lo ammetto. Lo sai benissimo che mi piace. E poi spero che siano
puntuali a prescindere, sai che odio aspettare! E comunque io non
credo di piacere ad Alex.”
“Lo
dici solo perché è più grande di te di due
anni.”
“No,
non è per quello. Comunque, Tiffany non sa niente di questa
cotta per Alex e non voglio che lo sappia, altrimenti mi prenderà
in giro tutto l’anno. Non glielo devi dire per nessun motivo al
mondo. Prometti?”
“Promesso!”
Intanto,
nella stanza di Alex, si era propagato il caos. Ben era passato a
prendere il suo amico, ma non era ancora pronto.
“Insomma,
Alex! Lo vuoi capire che siamo in ritardo di un quarto d’ora!?
Cat e Lise ci staranno già aspettando!”
“Lo
so, ma sta arrivando Tiffany! Mi piace quella ragazza e tu lo sai
bene! Non posso fare brutta figura, altrimenti non si innamorerà
mai di me!”
“Ti
ricordo che io ho fatto colpo su Lise in un pigiama party organizzato
dalla scuola media, ed ero in pigiama! Non c’è bisogno
di mettersi bei vestiti per conquistare…”
“Sì,
sì! Smettila di blaterare e sistemami i capelli!”
“Ma
se hai il codino come diavolo faccio a sistemarteli?!”
“Non
lo so, sistemameli e basta! Come sto?”
“Sai
chi mi sembri? Mia sorella Emily al suo primo appuntamento con il suo
ragazzo! Piantala di comportarti da ragazzina complessata e usciamo!”
“Ma
io stravedo per quella ragazza!”
“Dopo
due anni che le corri dietro non ti sei ancora arreso!? Perché
invece non ti prendi la sorella, Cat? È molto carina!”
“Sei
impazzito! Io non voglio Cathleen, che cos’hai nel cervello?”
“In
questo momento ho l’immagine di due ragazze imbestialite perché
ci siamo presentati con mezz’ora di ritardo, andiamo!”
Detto
questo, Ben afferrò Alex per un braccio e lo trascinò
di corsa in cortile.
Arrivati
alla loro meta, i due ragazzi, sfiniti dalla corsa, si tuffarono
nella prima sedia libera al tavolo nel quale le loro amiche si erano
stabilite più di venti minuti prima.
“Non
ci credo che siete riusciti ad arrivare in ritardo anche questa
volta!” li rimproverò Lisa.
“Quando
dovrebbe arrivare tua sorella?”, domandò Alex a
Cathleen, ancora col fiatone.
“Verso
le dieci, quindi abbiamo cinque minuti per correre all’ingresso
e aspettare che arrivi.”
“Allora
corriamo!” esclamò Lisa.
“Non
abbiamo forze! Abbiamo attraversato mezza scuola di corsa per
arrivare qui! Scordati che adesso io mi metta a correre!”
protestò Ben.
“È
un problema tuo! Peggio per te!” rispose la sua ragazza,
spingendo indietro la sedia per alzarsi.
“Concordo!”
disse Cathleen, imitando l’amica. Le due cominciarono a correre
ridendo.
“Aspettate!”
gridarono i ragazzi rimasti indietro.
Tiffany
stava per arrivare alla Newton Academy. Aveva passato delle vacanze
meravigliose a Seattle con la famiglia della zia Helen; adorava suo
cugino Charlie e si divertiva un mondo con lui. Quando avevano
passato il fine settimana in una casa al mare, aveva conosciuto
Simon, di cui si era innamorata. Si erano messi insieme solo dopo
quattro giorni, ma c’era qualcosa di magico che li legava.
Tiffany
aveva i capelli biondo platino, lisci, poco più lunghi di
quelli della sorella e gli occhi azzurri.
Molti
la consideravano una barbie, ma non era mai stata una perfettina o
vanitosa. Era il tipico maschiaccio e non si metteva problemi a
sporcarsi un po’ le mani. Inoltre era molto spericolata e aveva
sfidato un milione di volte Charlie a tuffarsi dagli scogli, anche se
la zia non era d’accordo.
Arrivata
al parcheggio, accostò l’auto e scaricò i suoi
bagagli. Era impaziente di rivedere sua sorella e sapere se lì
alla Newton aveva incontrato qualcuno di interessante, degli amici o
qualche ragazzo. Voleva molto bene a Cathleen e non vedeva l’ora
che entrasse nell’adolescenza per poterla aiutare nei momenti
difficili, soprattutto nella prima cotta. Non aspettava altro!
Quando
varcò i cancelli della scuola, la vide correrle incontro.
“Cat!”
gridò.
“Tiffyyyyyy!!!”
strillò l’altra stritolandola in un abbraccio che quasi
le impedì di respirare. Conosceva bene quell’abbraccio,
lo stesso che le dava ogni volta che stavano lontane più di
quattro giorni.
“Se
mi chiami Tiffy ancora una volta, ti uccido!”
Il
resto della comitiva guardava la scena sghignazzando.
“Sono
i tuoi amici, questi? Alex? Non me lo sarei mai immaginato! E tu sei…
Tim, mi sembra.” disse Tiffany, avvicinandosi ai ragazzi.
“Ben”,
la corresse lui. “Tu e Alex eravate insieme a biologia e a
francese, ti ho vista, ma non sapevo avessi una sorella minore. Beh,
ora l’ho scoperto!”
Alex
si fece avanti un po’ imbarazzato. Trovava Tiffany
incredibilmente bella, anche se non era mai stato abbastanza
coraggioso da chiederle un appuntamento.
“Ciao!
Ho saputo che la tua compagna di stanza non è più in
questa scuola” annunciò.
“Mary?
Perché?” chiese lei confusa.
Alex
si sentiva un perfetto idiota. Come sperava di conquistarla
parlandole della sua compagna di stanza? Come minimo doveva farle un
complimento, ma si vergognava infinitamente.
“Ehm,
non lo so.”
“Una
scusa in più per stare con noi!” si intromise Cathleen.
“Ciao
Tiffany, sono Lisa, l’amica e compagna di stanza di Cat”
si presentò Lisa.
“Molto
piacere! Ma io ti conosco… l’anno scorso hai vinto un
concorso letterario!”
“Ehi,
che ne dite di prendere una granita?” propose Ben.
“Buona
idea!” accettò Cathleen, e insieme si incamminarono
verso il Central Caffee.
“Ragazzi,
ho una sorpresa per voi!” annunciò Alex mentre i suoi
amici si sedevano a un tavolo con il vassoio del pranzo.
“E
che sorpresa è?” chiese Lisa incuriosita.
“Aspetta
e vedrai” rispose, poi andò via.
Dopo
un po’ tornò con un ragazzo riccioluto.
“Ragazzi,
questo è mio fratello Lionel. Ha tredici anni e da oggi
frequenterà la Newton. Vi dispiace se mangia con noi?”
“Certo
che può rimanere!” esclamarono i ragazzi quasi in coro.
Lionel
aveva i capelli castano scuro ricci e molto fitti, abbastanza da
formare una bella chioma e gli stessi occhi del fratello: verde
smeraldo.
“Ciao”
disse evidentemente imbarazzato. Si sentiva a disagio in mezzo a
tutti quei ragazzi più grandi perché nella scuola media
che frequentava prima, generalmente stava con ragazzi della sua età.
“Ciao
Lionel! Io sono Lisa, chiamami pure Lise!” si fece avanti la
ragazza dai capelli corvini.
“Ciao!
Tu… sei una ragazza del primo anno, vero?”
“Sì,
non sei l’unico nuovo, rilassati! Anche Cat è arrivata
quest’anno.
“Io
sono Tiffany, ho sedici anni. Non so se Alex ti ha già parlato
di me, sono la sua compagna di classe” si presentò
Tiffany.
Alex
deglutì rumorosamente e fulminò il fratello minore con
lo sguardo. Eccome se aveva parlato di lei, ma non in veste di
semplice compagna di scuola. Sperava che il fratello non dicesse
niente che potesse far insospettire gli altri.
Lionel
capì lo sguardo e inventò una bugia.
“Sì,
aveva detto che eri… molto brava in biologia.”
La
ragazza sorrise.
Ben
non aveva bisogno di presentazioni, poiché aveva parlato
migliaia di volte con lui.
“E
io sono Cathleen. Non immagini nemmeno come ho conosciuto questi
pazzi! Se mi sono trovata bene io, ti troverai bene anche tu!”
Lionel,
che fino a quel momento aveva guardato la punta delle sue scarpe,
alzò la testa e la vide, bellissima, che gli sorrideva.
Rimase
ipnotizzato a fissarla, poi sorrise. Aveva capito fin da subito che
quella ragazza gli piaceva davvero, se pur più grande di lui
di un anno.
Ormai
era quasi notte. Cathleen, Lisa e Tiffany erano rimaste in biblioteca
fino a tardi e dovevano andare nelle loro stanze. Mentre camminavano
videro un ragazzo seduto sul bordo della fontana con una maglietta a
maniche corte nonostante si gelasse quella notte.
Aveva
i capelli corti e biondi tirati indietro e schiacciati in testa e due
occhi grigi e spenti.
“Angel!”
esclamò Tiffany avvicinandosi a lui. Le altre, incuriosite, la
seguirono.
“Ma
cosa ci fai da solo qua fuori a quest’ora con una maglietta a
maniche corte, per giunta. Si gela!”
“Ah,
ciao Tiffany. Diciamo che mi hanno cacciato dalla mia stanza per
stanotte. I miei compagni dovevano fare una serata tra uomini e
guardare un film horror, e mi hanno detto che non mi volevano tra i
piedi.”
“Di
nuovo!? Ma è la millesima volta che ti cacciano, è la
tua stanza! Non puoi opporre resistenza?”
“Ci
ho provato.”
“Ah!”
disse Tiffany, facendo un cenno verso le due ragazze che le stavano
alle spalle. “Loro sono Lisa e Cathleen. Sono due ragazze del
primo anno. Cathlee, è mia sorella.”
“Ciao
Angel!” lo salutarono le due ragazze.
“Beh,
ora noi dobbiamo tornare ai dormitori. Chiedi a Alex se ti può
ospitare!” consigliò Cathleen.
“Grazie,
glielo chiederò” rispose lui.
Le
tre continuarono a camminare.
“Ma
chi è quel ragazzo?” chiese Lisa.
<<È
un mio compagno, uno di quelli un po’ sfigati. Poverino, lo
trattano tutti male” rispose Tiffany.
“Lo
hanno cacciato dalla camera? È veramente inaccettabile!”
commentò sua sorella.
“I
suoi compagni sono Jason Parks e Dylan Freeman, due dei peggiori
ragazzi del terzo anno. Non è facile per nessuno avere a che
fare con loro. In prima c’era finito Albert Helley, e si è
trasferito in Texas per colpa di un loro scherzo.”
“Oh,
cavolo! In Texas?” commentò Lisa.
“Non
potremmo aiutarlo in qualche modo?” chiese Cathleen.
“Oh,
no! Scordatelo! Altrimenti mi farà di nuovo la corte
spietata!” rispose sua sorella.
Cathleen
scoppiò a ridere, ricordando gli aneddoti che le raccontava la
sorella.
“Ti
voleva conquistare?!” chiese Lisa incuriosita e divertita.
“Ah,
non me ne parlare!”
“E
perché non ti metti con lui? Sareste una coppia favolosa!”
scherzò la ragazza bionda, dando una pacca sul braccio della
sorella maggiore.
Le
due più piccole risero.
“Ah,
voi due finirete per farmi impazzire!” si lamentò
Tiffany, aprendo la porta che conduceva all’atrio dei dormitori
femminili.
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