Amami ora come mai!

di mucho
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Capitolo 16.

-Sono desolato signori, non volevo interrompervi ma siete desiderati al tavolo 19, nel prato, accanto l'albero di ulivo- disse un cameriere molto giovane ed educato di circa venticinque anni, perciò Ken afferrò la mia mano e con passo sicuro ci avvicinammo al tavolo 19 dove ovviamente erano già accomodati Castiel e la sua bellissima ragazza Sarah.
Sarah aveva i lunghi capelli neri legati in una treccia corposa e lucente, indossava un vestito verde che era abbinato alle scarpe altissime e alla borsa, ovviamente lei aveva abbondato col trucco rispetto a me, io non ero solita usare i cosmetici forse perchè da piccola ero fermamente convinta che non dovevo assomigliare a Clara e sul campo trucchi Clara osava moltissimo. Facendoci attenzione i tratti di Sarah erano molto simili a quelli di Clara tralasciando i capelli ovviamente, stessi lineamenti, stessa corporatura, stesso modo di apparire. "Deve essere solo una tua impressione Helena" pensai.
-Ciao Castiel! Piacere Kentin- disse il mio ragazzo rivolgendo la mano alla fidanzata del rosso che ricambiò con un sorriso e un'altra stretta di mano vigorosa. -Lei è la mia bellissima fidanzata, Helena- continuò Ken, sembrava euforico di quella serata.
-Piacere. Ciao Castiel.- risposi io porgendo la mano. -Sediamoci e ordiniamo, è già tardi!- continuai io con un tono molto freddo.
Dopo che lo stesso cameriere di prima si avvicinò per prendere le ordinazioni notai che gli unici a parlare erano Ken e Sarah, parlavano di musica, Sarah raccontava che cantava in una band e Kentin le raccontava che il suo sogno più grande era quello di suonare la sua amata batteria davanti a un pubblico; erano entrambi coinvolti in quella discussione, Castiel passava il tempo a fumare, io osservavo il fumo proveniente da quest'ultime quando decisi di alzarmi e fare una passeggiata verso il lago, non potevo sopportare più quei discorsi sulla musica.
-Vado a fare una passeggiata, quando arriva il risotto avvertitemi- dissi io alzandomi.
-Accompagno Helena.- disse Castiel a quei due musicisti fanatici che acconsentirono ma dopo qualche minuto capii che quest'ultima frase di Castiel era solo frutto della mia immaginazione.
In quei pochi minuti di silenzio e tranquillità camminai spensierata godendomi quel paesaggio magico ma quando la mia mente era al punto di essere all'apoteosi della serenità sentii due braccia muscolose che mi abbracciavano, mi girai e vidi il rosso, restai ferma immobile, non sapevo come comportarmi, eravamo abbastanza lontani e nessuno ci avrebbe visti per fortuna. -Castiel!- dissi io spostandomi di botto.
-Come mi hai chiamato?!- disse incredulo Ken. Non ci potevo credere, i miei occhi avevano visto quel rosso al posto del mio ragazzo "Stupida mente, stupida me." Pensai.
- Ero venuto a chiamarti per il risotto...- disse Ken.
-Arrivo ...- risposi, non sapevo come scusarmi, cosa dire ma mi sentivo alquanto stupida, ero certa di aver ferito Ken, tornai al tavolo a testa bassa ma quello che notai subito era il sorriso beffardo sul viso di Castiel, il solito ghigno soddisfatto, come se avesse capito perfettamente ciò che era successo.




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