"...Madame,
la mia coscienza mi costringe ad obiettare di fronte a questa idea."
affermò
Wandsworth, galleggiando a mezz'aria e distendendo delicatamente le sue
tre
appendici prensili.
"Andrà
bene Alfred." rispose madame.
Secondo i
banchi di memoria di Wandsworth, era la 10° iterazione in cui si
trovavano a
ripetere quella medesima conversazione: per quanto i fini particolari
differissero di volta in volta, come sempre madame sembrava
intenzionata ad
ignorare le sue obiezioni. La sua programmazione interna impediva però
a
Wandsworth di non insistere: quella e la sua coscienza in verità. Per
quanto
Wandsworth fosse infatti solo un robot, un vecchio modello Mr. Handy
per essere
precisi, anche lui era in grado di preoccuparsi di quelli che erano
affidati
alle sue cure.
Il merito, e
la colpa, di questo, dell'avere espanso cioè la propria programmazione
di base
fino a raggiungere non già l'autocoscienza, che era fornita di serie
dalla casa
madre, ma il libero arbitrio, era proprio della persona con cui stava
obbiettando.
La Vagabonda Solitaria, la chiamavano nella Distesa, e ascoltando i
bollettini
radio GNR, sembravano credere davvero che si trattasse della seconda
venuta del
Messia, sorta dal sottosuolo della Distesa radioattiva di Washington DC
per
raddrizzare torti e riportare la fede in un deserto sfregiato dalla
luce del
conflitto nucleare...
Sciocchezze,
per quanto concerneva Wandsworth: nessuno di quei tremebondi e
superstiziosi
stolti aveva anche solo una minima idea di chi fosse la persona che
idolatravano,
né dei sacrifici ingrati a cui continuava a sottoporsi.
La Vagabonda
Solitaria la chiamavano... ma quanti fra loro, conoscevano il suo vero
nome?
Quanti di loro potevano dire di conoscere davvero Lucy Walker e la
persona che
era? La sua storia? Quanti di loro sapevano davvero cosa avesse fatto
per loro
quella ragazza di 19 anni, che aveva visto per la prima volta il sole
solo 8
mesi prima, inseguendo un padre ramingo fuori da un rifugio
antiatomico, dove
era cresciuta sotto un regime totalitario e soffocante?
Wandsworth era
stato solo un semplice Mr. Handy, quando lei lo aveva acquisito assieme
alla
casa a Megaton che sarebbe diventata il suo unico rifugio dai problemi
dalla
Distesa...
Come si era
guadagnata quella dimora? Disattivando un ordigno nucleare risalente
alla
grande guerra che aveva bruciato il mondo quasi due secoli prima e che,
nonostante tutto, alcuni stolti abitanti di Megaton adoravano come
reliquia
della loro fede. Stolti, tutti loro, dal primo all'ultimo... anche se
forse,
paragonare qualsiasi abitante della distesa a madame era ingiusto. Era
una
fortuna quando quegli ebeti sapevano già scrivere il proprio nome...
E a
proposito di nomi, era stata proprio lei a dare a Wandsworth il suo,
come prima
cosa: un modo per avere in lui non solo un sussiegoso maggiordomo
robot, ma
anche... un amico. Otto mesi dopo quel fatidico incontro, e metà dei
computer
che ora affollavano i due piani della residenza di madame, costruiti a
partire
da pezzi recuperati per tutta la distesa, erano occupati dai processi
mentali
di Alfred Wandsworth, dato che lo spazio disponibile all'interno del
suo corpo
sferico era diventato insufficiente ad accogliere tutte le migliorie
apportate
da madame.
Il robot
galleggiò in aria, alzandosi di un paio di spanne per la stizza, e
strabuzzando
i suoi tre ricettori ottici: la RobCo non aveva costruito i Mr Handy
con l'idea
di creare compagni degli esseri Umani, ma solo servitori. Ecco perché
aveva
dato loro una forma così simile a quella di una medusa di metallo:
perché
l'empatia umana non fosse d'ostacolo quando fosse venuto il momento di
sostituire il vecchio modello con quello nuovo.
La RobCo non
aveva previsto la grande guerra nucleare però... né che sarebbe stata
delle sue
creazioni l'ultima risata:
"...Oh,
madame, non ho dubbi che andrà bene. I suoi calcoli sono come sempre
perfetti,
e la programmazione delle mie nuove subroutines di prim'ordine. Perfino
sullo
scopo del progetto non ho obiezioni..."
"E
allora cosa ti turba, Alfred?" rispose lei, compiendo gli ultimi
controlli
sulla capsula di stasi, un marchingegno davvero diabolico, costruito
con pezzi
recuperati dal complesso della VSS, con cui la Vagabonda Solitaria si
preparava
ad andare... oltre.
"Madame...mi
preoccupo per lei. E vorrei approfittare dell'occasione per compiere un
recapito temporale delle modifiche passate, se me lo permette."
"Credi di
farmi cambiare idea?" gli chiese, alzando gli occhi dai cilindri
sospesi
sopra la capsula: metà erano pieni di sangue, zero negativo, metà
invece di
soluzione salina irradiata, conservata in cilindri piombati.
"Credo,
madame, che sia mio dovere almeno provarci, prima che lei proceda
oltre."
rispose Alfred: tutt'intorno a loro il ticchettio dei tubi a vuoto dei
computer
era come sempre il confortevole sottofondo delle loro conversazioni.
"D'accordo
Alfred." rispose lei, sedendosi sul bordo capsula e posando i suoi
strumenti diagnostici: "...Procedi con un recapito cronologico."
Bastò un
millisecondo a Wandsworth per richiamare i dati dai suoi banchi di
memoria, un
tempo questo, di cui approfittò per compiere una scansione dei
lineamenti di
madame: sembrava così stanca.
Secondo le
sue informazioni, madame possedeva quelli che si sarebbero potuti
giudicare
lineamenti affascinanti, col colorito tipico di chi ha passato la
maggior parte
della propria vita sottoterra però. Un naso piccolo in un volto ovale,
zigomi
alti che le davano un'apparenza franca e simpatica. Una fronte ampia, a
sottolineare la sua grande intelligenza, sfregiata però in modo
orribile sopra
l'occhio destro da una cicatrice che si allungava fino a scomparire in
una
selva di capelli nerissimi, e che Wandsworth solamente si pregiava di
sapere tenere
in ordine. L'unica anomalia, in quell'uniforme setoso nero, erano due
ciocche
bianche, che dall'attaccatura della fronte si allungavano verso la
nuca, così
anomale nella loro simmetria, da non poter essere altro che il
risultato di una
mutazione. Solo Wandsworth però ne conosceva le specifiche: forse il
primo sasso
che aveva originato la valanga che ora Alfred cercava di fermare...
Iridi verdi
lo stavano fissando, di un verde intenso e molto scuro, che attendevano
con
pazienza che parlasse: occhi segnati dalle troppe notti passate a
progettare e
costruire, piuttosto che riposare. Occhi che avevano visto troppo per
appartenere ad una ragazza di 19 anni che aveva appena finito di
crescere...
Se avesse potuto, Alfred avrebbe sospirato in quel momento:
"Madame...
Lucy, credo che abbiamo superato da tempo anche i limiti della Marchesa
di
Queensberry."
Lucy non
rispose, priva com'era dei riferimenti letterari che il suo robot stava
citando, ma rimase ad ascoltare:
"...Il
mio interrogativo presente è questo: quando sarà soddisfatta, madame?
Quando si
fermerà?"
"La
risposta a questa domanda è semplice Alfred: quando sarà abbastanza."
"Intende
dire quando l'Eden risorgerà dalle sue ceneri sulla Distesa... o magari
su
tutto il mondo? Lucy..." disse Alfred avvicinandosi a lei e prendendo
delicatamente una mano della sua signorina nella sua fredda pinza
metallica:
"...Nessuno dovrebbe farsi carico del destino del mondo da solo. Né dei
suoi abitanti. Vorrebbe forse mettere l'intera Distesa in bottiglia per
poterla
meglio difendere?"
"Riconosco
che può sembrare assurdo..."
"Lo è
madame."
"...Hai
ragione Alfred. Ma non possono farne a meno: io sono la figlia di mio
padre." un argomento su cui nemmeno Wandsworth sapeva molto: era, in
parole molto povere, complicato.
"Allora
mi limiterò ad un semplice recapito: lei si è sottoposta, più o meno
accidentalmente, già ad otto modifiche del suo organismo. E ora sta per
sottoporsi ad un cambiamento estremamente radicale. È sicura che questo
sia
l'unico modo, madame?"
"Lo
dici come se fosse una cosa negativa Wandsworth." rispose Lucy
ritirando
la mano e passando lo sguardo sui server monolitici che riposavano
contro le
pareti.
"Difficilmente
upgrade al mio hardware sono equiparabili a quelli che ha fatto a sé
stessa."
"Davvero?
E quale sarebbe la differenza?"
"Il
fatto che lei stia integrando allo stesso tempo biologia e tecnologia
nel suo
corpo ad esempio. E mentre le mie banche dati sono state tutte
equipaggiate con
hardware e software compatibili col mio modello, difficilmente la
stessa cosa
può essere detta per ciò che sta cercando di portare a termine... ma
questa è
semantica, madame. Lei mi aveva chiesto un recapito cronologico."
"Me ne
sto già pendendo..."
"Temo
ormai che sia troppo tardi, madame." rispose Wandsworth non senza
simpatia:
"...In ordine cronologico. Uno: integrazione di materiale genetico di Camponotus Penssylvanicus mutante,
comunemente note come formiche giganti di fuoco, a opera del dottor
Lesko. Mutazione
primaria: crescita di funicoli nella regione frontale del cranio..."
Senza che
Lucy potesse impedirselo, le due ciocche di capelli bianchi si ersero
in tutta
la loro lunghezza, separandosi dal resto dei capelli:
"Chi
poteva immaginare che il grosso delle proprie percezioni, le formiche
lo
canalizzassero attraverso i loro funicoli, invece che gli occhi?"
sbottò
la ragazza, agitando rabbiosamente le sue antenne.
"Chiunque
abbia letto un'enciclopedia, madame. E fa differenza? Tutto
considerato, credo
che se la sia cavata piuttosto bene. O avrebbe preferito avere degli
occhi
composti?"
Lucy non
arrivò a rispondergli: solo ad aprire la bocca e alzare un indice,
prima che
Alfred la fermasse.
"...Non
risponda, madame. Genialità e follia sono due facce della stessa
medaglia, così
dice l'antico adagio, ma la prego... mi dia ancora l'illusione di
muovermi in
un territorio conosciuto." Alfred simulò un colpo di tosse con i suoi
sintetizzatori vocali, prima di continuare:
"...Mutazione
secondaria indotta: parziale biomineralizzazione del tessuto connettivo
profondo, con una resistenza al calore aumentata del 25%."
"Andiamo
Alfred... non si nota nemmeno..." si lamentò la ragazza.
"Forse
no... ma le ricordo madame, che le persone dovrebbero bruciare quando
vengono
arse."
"E
allora? Sono un po' meno combustibile degli altri... qual è il
problema...?" chiese esasperata la ragazza, passandosi una mano tra
capelli e antenne.
"...Due:
mutazione dovuta all'esposizione volontaria
e deliberata ad una concentrazione di
radiazione superiore alle 600 unità." ricordò esasperato Wandsworth:
"Mutazione primaria: rigenerazione tessutale spontanea in presenza di
una
concentrazione di radiazioni superiore alle 400 unità, con effetti
simili a
quanto accade nei ghoul..."
Uno dei
prodotti più emblematici della grande guerra: morire a causa del
fallout radioattivo
era stata una benedizione, piuttosto che l'alternativa. Le cause esatte
non
erano note, ma coloro che sopravvivevano a concentrazioni molto elevate
di
radiazioni per un lungo periodo di tempo, si trasformavano in ghoul:
umanoidi
immortali, nel senso che smettevano di invecchiare, completamente
sterili, in
grado di metabolizzare le radiazioni... e piagati da un corpo che
continuava a
decadere perennemente. C'erano ghoul, perfino nella Distesa, che
ricordavano la
grande guerra di due secoli prima, e avevano avuto tutto il tempo di
pentirsi
di essere sopravvissuti: il loro aspetto era quello di cadaveri
putrescenti, e
per questo erano dei pariah per tutti quelli che non fossero come loro.
Il
peggio però, era che intrappolati in quelle terribili sembianze, il
loro
spirito resisteva come poteva... fino al giorno in cui non riusciva più
a
farlo, e il ghoul diventava solo una creatura ferale, che rifuggiva la
luce del
sole, passando il tempo a rosicchiare la sua stessa carne, la mente
annientata
dalla sofferenza e dall'oblio.
"Ok...
ammetto che quella possa essere stata una cattiva idea... ma non la
peggiore
che ho avuto. Ed è andata bene, no? Guarda." gli disse, tirandosi la
pelle
della guancia, morbida e liscia per non aver visto il sole per 19 anni.
"...Niente
decomposizione o decadimento dell'epidermide."
"Solo
perché lei, madame, era... più resistente di altri agli effetti delle
radiazioni. Una resistenza che è andata ad aumentare nel tempo, lo
riconosco,
anche artificialmente, ma è stato probabilmente solo una caso che lei
non
stia... marcendo."
"Come
se l'aspetto di una persona abbia qualcosa a che fare con la sua
personalità...
prendi Gob ad esempio..." disse Lucy, riferendosi al barista ghoul che
ora
gestiva il saloon della città, dopo la misteriosa dipartita
del precedente proprietario.
"Non
sia ingenua, madame." la interruppe il robot: "...Crede davvero che
la Distesa l'accoglierebbe con lo stesso favore se fosse una ghoul, o
se anche
solo sapessero che lei stava per diventarne uno? Che solo la sua
naturale
resistenza alle radiazioni, principalmente dovuta ad una vita spesa in
un
rifugio, le abbia permesso di mutare e di adattarsi, prima di venire
sopraffatta dagli effetti nocivi e soccombere ad essi?"
"Alfred...
mi stai ripetendo le stesse conclusioni che ho inserito nelle tue
banche
dati."
"Solo
per questo non sta cercando di confutarle, madame." rispose il
maggiordomo
robot: "...Io e lei possiamo sapere di meglio, ma non dimentichi che la
maggior parte della popolazione di questa regione è composta da stolti
ignoranti."
"Adesso
sei ingiusto, Alfred..."
"Temo
che su questo, madame, dovremo convenire di dissentire... Nello stesso
periodo
in cui prendeva confidenza con la sua nuova capacità di rigenerarsi
tramite
radiazioni, abilità che è culminata in quest'ultimo periodo con la
capacità di
metabolizzarle, un imprevisto adattamento, ha cominciato ad integrare
nel suo
organismo migliorie di tipo cibernetico. A cominciare dalla sua spina
dorsale."
"...Hai
mai visto un supermutante dal vivo?"
"Come
lei ben sa, madame, le mie esperienze sono limitate a queste quattro
mura. E
non dimentichi che l'ho aiutata a rinforzare la sua schiena, gestendo
le
apparecchiature che aveva costruito per lo scopo." il loro primo
esperimento in quel senso, che aveva gettato le basi per tutte le
successive,
di cui il culmine era senza dubbio la situazione presente.
Se avesse
potuto immaginare allora dove sarebbero arrivati, forse Wandsworth
avrebbe
protestato prima:
"Non ho
riserve, madame, nel suo furto di materiale da caveau militari
dimenticati
dalla grande guerra: per mia fortuna non sono un modello Mr Gutsy. Né
ho
particolari riserve dall'aver rinforzato la sua spina dorsale con
l'Adamantio
che lei ha così procurato. Tuttavia, mi rendo conto solo ora che si è
trattato
di una china molto ripida da discendere: dalla spina dorsale, ha
insistito per
apportare le stesse modifiche anche al resto dei suoi arti, in modo da
conservare mobilità, e capacità di combattimento, anche in caso di
ferite che
dovrebbero normalmente azzoppare un essere umano e renderlo inerme.
Poi, spinta
dal suo spirito caritatevole, lo stesso probabilmente che le permette
di domare
Yao Guay nella Distesa, ha ingannato un emissario dell'Istituto del
Commonwealth, e la sua guardia del corpo androide, facendosi consegnare
chip
oculari per poi sopprimerli. Non contenta, madame, ha integrato quella
tecnologia nel suo sistema... non mi stupirebbe se quei pericolosi
Synth un
giorno venissero ad assediare Megaton per rappresaglia."
"Un
motivo in più per finire quello che abbiamo cominciato..."
"Non ho
finito, madame." Lucy chiuse la bocca: "...Non contenta di tutto
questo, ha trovato anche il modo di subire una contaminare secondaria
da FEV,
fortunatamente in modo... lieve."
FEV, Virus
ad Evoluzione Forzata: una delle più terribili eredità della Grande
Guerra. Ciò
che le radiazioni potevano causare ad un corpo umano era niente se
paragonato
agli effetti più devastanti del FEV: i supermutanti, per esempio, erano
solo
una dei possibili frutti del suo contagio, e probabilmente il meno
disgustoso
da osservare.
"...Harold
mi ha implorato di porre fine alla sua vita, Alfred. Implorato. Se solo
lo
avessi visto..."
"E per
aver ascoltato le richieste di un'anima sola e sofferente, cosa che le
fa onore
come sempre, lei ora madame è in grado di svolgere fotosintesi, mentre
la sua
pelle risulta più resistente alle lacerazioni. Un cyborg mutante,
madame,
questo è quello che è diventata. Con buone intenzioni, non lo nego, e
per il
malriposto senso di responsabilità che nutre verso gli abitanti della
Distesa... ma perché ancora continuare su questa strada, madame? Non
crede sia
ora di fermarsi?"
"Intendi
dopo che hanno cercato di lobotomizzarmi, Wandsworth?" gli chiese Lucy.
Una delle avventure
della Vagabonda Solitaria l'aveva portata in un luogo... beh, esistono
rovine
sulla Terra sfregiata dal conflitto nucleare, che sono il più lontane
possibili
dal cielo: le rovine di Pittsburgh sono un esempio di un luogo
simile...
Poi ci sono
luoghi che invece sono un po' più vicini all'inferno: come il Maryland.
La
Vagabonda Solitaria si era avventurata in quei luoghi, per cercare una
figlia
dispersa e ribelle per una madre preoccupata... ma la persona che era
tornata
non era la stessa che era partita da Megaton, e non era solo per la
cicatrice
che aveva in fronte, dove in quel luogo di follia e di male, le era
stato
aperto il cranio da un maniaco che collezionava parti di cervello
altrui...
Wandsworth
aveva scoperto che una parte di lui odiava la sua impotenza: era solo
un Mr.
Handy, ma a volte, avrebbe voluto essere qualcosa di più. Non Liberty
Prime,
quel colosso sarebbe stato inutile per aiutare la sua padroncina, ma...
un modello
come i famigerati C27 umanoidi da combattimento... quello sarebbe stato
perfetto per aiutare la Vagabonda Solitaria nel suo errare. Ma i sogni
di
Wandsworth si erano scontrati presto con la sua incapacità di
programmare
subroutines da combattimento: per quanto volesse diversamente, Alfred
restava
solo un Mr. Handy, adepto delle pulizie casalinghe... anche le
modifiche che
erano state apportate da Lucy erano di tipo medico... una miglioria di
programmi già esistenti.
"...E
comunque Alfred, hai dimenticato qualcosa nel tuo recapito."
Il robot
ruotò su se stesso per guardarla con due dei suoi tre occhi:
"E che
cosa madam?"
"Alfred...
ho visto la mia prima alba solo 8 mesi fa. E l'ho vista con addosso dei
vestiti
ancora macchiati di sangue non mio, e una pistola fumante in mano. Ero
sola,
con la certezza che tutto quello che mi era stato raccontato nella mia
vita fosse
solo una bugia. Non era così ovviamente, ma in quel momento ne ero così
certa... e tuttavia, nonostante quell'ultima terribile notte nel Vault,
quando
facce amiche, alcune delle persone con cui ero cresciuta, avevano
tentato di
uccidermi per essere la figlia di mio padre; non ho potuto fare a meno
di
ammirare la Distesa. Di chiedermi non cos'era, ma cosa poteva
diventare. Avevo
solo una tuta e una pistola, e prima di quattro giorni, avrei venduto
la mia
tuta per avere qualcosa da mangiare e proiettili da sparare. E guarda
dove sono
arrivata... Alfred." lo chiamò teneramente: "...Ho ucciso mia madre
venendo al mondo, per me mio padre ha lasciato incompleto un progetto
in grado
di dare agli abitanti della distesa l'acqua priva di radiazioni a cui
tutti
avrebbero diritto... ed è morto prima di vedere quel progetto
completato. Però
Alfred, per quanto io sia figlia di mio padre, non l'ho seguito fuori
dal Vault
e per la Distesa per ricongiungermi a lui, ma per far parte di qualcosa
di più
grande della mia esistenza. Per vivere, piuttosto che sopravvivere:
quando sono
uscita dal Vault, non avevo altro che la mia intelligenza..."
"La sua
grande intelligenza, madame." obbiettò Alfred: c'era più materia grigia
in
Lucy Walker che nel resto della Distesa messo insieme.
E grazie
alla sua intelligenza, la Vagabonda Solitaria aveva imparato ad
eccellere in
tutto: ad essere... speciale.
"...La
mia intelligenza, ingenui ideali e un passo leggero." gli ripeté: "Ma
non vedi? Posso essere per la Distesa l'ispirazione di cui hanno
bisogno per
vivere, Alfred, invece che sopravvivere. Per essere migliori e per
aspirare a
qualcosa di migliore: di fronte a questo, cosa sono qualche modifiche al
mio
corpo?"
"Madame...
questa strada è senza fine." protestò debolmente il robot.
"Forse,
Alfred. Ma so di poterla affrontare, fino a quando avrò un luogo a cui
tornare
e un amico che mi aspetterà... solo qui, con te, posso essere davvero
Lucy
Walker, piuttosto che la Vagabonda. Solo questo luogo mi spinge a
tornare,
sempre. Mi aiuterai allora? A... finirmi?"
Wandsworth
non rispose, ma richiamò su una consolle lì vicina i progetti per
l'endoscheletro metallico che avrebbe trasformato la sua Lucy
definitivamente
in un cyborg: progetto TX, l'aveva battezzato la Vagabonda. Che nome
sciocco...
"...Io
sono l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine. A chi ha sete, io darò
liberamente dalla fonte dell'acqua della vita..." recitò Wandsworth:
chi
aveva scritto quel passaggio, sapeva davvero a quali acque ci si
riferisse?
Perché le
acque della vita non sono altro che il sangue, liberamente versato per
altri. E
chi versa il proprio sangue per gli altri? Solo persone come la sua
Lucy...
"...L'aiuterò
madame. Se non altro, perché sono certo che riuscirebbe a causare
un'improbabilità se facesse da sola."
"Grazie...
Alfred?"
"Sì
madame?"
"...Mi
racconteresti una delle tue battute?"
"...Il
miglior contraccettivo per le persone anziane è la nudità." rispose
pronto
il robot.
L'espressione
della sua Lucy ne valse la pena.
Nell'attesa per
Fallout 4, non ho potuto fare a meno di riprendere in mano il terzo
capitolo, a distanza di anni dalla prima volta in cui lo avevo
completato.
Col senno di poi, e a distanza di tempo... devo ammettere che la cosa
che mi ha colpito di più della storia è l'incredibile quantità di
transumanismo presente, che non viene sviluppato in alcun modo dal
gioco. Arrivati a livello 30, il Vagabondo Solitario è davvero un
cyborg mutante... ma non sembra importare a nessuno.
Ho scritto questo pezzo un po' per divertirmi a fare il recapito di
cosa, esattemente, la mia eroina fosse diventata, e per divertirmi.
Spero che vi sia piaciuto anche nella sua brevità.
Hi Fis.
|