Decode (...me)

di Ibber
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Shiho non è abituata al contatto con le persone, che questo implichi conoscerne di nuove o rivederne di vecchie. D'altro canto nessuno smania di parlarle, col suo aspetto goffo e trasandato, gli occhiali spessissimi e rotondi e i capelli perennemente scomposti.
Perciò non è biasimabile se le è preso un colpo al cuore quando le è stato detto che sarebbe stata affiancata da quel ragazzo dall'acconciatura indefinibile, la fronte corrugata in una smorfia infastidita e lo sbuffo assonnato sempre a portata di bocca. Shikamaru, dalla sua, pareva non averla nemmeno notata. Si sono scambiati un paio di frasi di circostanza, poi hanno cominciato a lavorare sul messaggio che Jiraya aveva inciso sulla schiena di Fukasaku.
Shiho ha avuto modo di notare, in quelle poche ore da che avevano cominciato a riflettere insieme, dell'esistenza di un batticuore insolito che con possibili patologie cardiache non aveva nulla a che vedere; capitava ogni qual volta quel ragazzo le si rivolgesse per un motivo o per un altro. Si è riscoperta rossa in viso di una timidezza sfuggevole, a restare a corto di parole perché col suo silenzio concentrato Shikamaru gliele divorava tutte. 
Ad un certo punto l'ha visto piegarsi sul tavolo, a sostenersi coi gomiti, offrendo alla giovane collega il profilo affilato dalla giovinezza di un sedicenne e la maturità di un uomo, e in qualche modo se ne è sentita affascinata, intrigata dai filamenti che tessono lo sguardo scuro come fosse quello, il vero codice da interpretare. 
Se si permette di osservarlo così scrupolosamente è solo perché Shikamaru è così concentrato sulla decriptazione effettiva da non prestarle attenzione. 
In altre circostanze ci sarebbe pure rimasta un pochino male, infondo non ci si abitua mai davvero ad essere ignorati tanto stoicamente da qualcuno; se però il ragazzo non la degna di un'occhiata, Shiho ha la possibilità di guardarlo senza che lui se ne accorga, risparmiandosi l'indubbia onta che ne seguirebbe altrimenti. 
Sta per lasciarsi andare ad un sospiro languido, quando lo sente. 
«Mi stai fissando» le fa notare col tono immancabilmente scocciato. «È una seccatura.»
La bionda boccheggia, presa alla sprovvista, scattando indietro all'inverosimile.
«M-ma come hai...» balbetta paonazza, chiedendosi mentalmente come abbia fatto ad accorgersene stando voltato dall'altra parte.
Shikamaru solleva finalmente il capo, inclinando di poco il viso in sua direzione. Le fa un sorriso pigro che Shiho sente scivolarle addosso fin sotto il camice bianco, al centro del petto, dove qualcosa, per un attimo, si ferma.
«Sai com'è» continua annoiato, con una punta sottilissima di sarcasmo nella voce. «Il tuo sguardo si sente
La criptografa sgrana gli occhi dietro le spesse lenti, le guance sempre più rosse e le labbra ad un passo dal pavimento.
Quando il ragazzo la invita poi ad aiutarlo nuovamente, in un ultimo momento di lucidità Shiho spera solo che Shikamaru non riesca a decifrare anche lei. 














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