I suoi occhi erano tanto limpidi da riflettere la loro
stessa immagine, che proveniva dallo specchio, che a sua volta rifletteva
nuovamente la loro luce, in un gioco di infiniti rimandi. Ma in fondo a quegli
occhi, oltre l’ennesima riflessione, un bagliore nascosto tradiva l’apparente
limpidezza di quello sguardo.
Ma nessuno poteva accorgersene. Egli era lì che fissava lo
specchio con aria di vaga sfida, quasi a voler strappare a quel pezzo di vetro
l’urlo lacerato che giaceva cristallizzato tra le sue fibre.
Ma tutto taceva. Il silenzio immobile di quella stanza, le
luci al neon, le superfici che odoravano di detergente, tutto sembrava
ricordare l’atmosfera sterile di una sala operatoria. L’unico flebile rumore,
che intermittente interrompeva quella quiete innaturale era il suono ovattato
del motore di una lavatrice, che proveniva evidentemente da una stanza lontana.
Non un muscolo nel suo volto si muoveva. La sua figura si
stagliava immobile, eretta, di fronte al lavello, senza tradire la minima
emozione.
Egli pareva perfettamente calm… perfetbzzz… calmAHHH.
Er…LASCIAM… la stanza er%fzzz… pulit… SANGUE!!! Perfettamente pulita… nooo… NON
VOGL… l’odore di detergente aleggiava nell’LASCIAMI PORCO! TU NON HAI MAI
CAPIT… clic.
Improvvisamente si scosse dalla sua posizione statuaria. Un
altro rumore ruppe il silenzio. Lo scrosciare dell’acqua nel lavandino si
sovrappose al sommesso brontolio della lavatrice. Una leggera pressione fece
abbassare lo stantuffo del sapone liquido, facendo cadere vari millilitri di
denso liquido sulla mano sottostante. L’acqua, mescolandosi al sapone, scendeva
verso lo scarico descrivendo cerchi concentrici che si stringevano sempre di
più fino a giungere, inevitabilmente, al termine della loro corsa.
Infine, altre gocce, più rade, caddero nel lavello, fino a
cessare del tutto. Un asciugamano venne rimosso dal proprio supporto, per poi
essere rimess… bzzz… IL BAMBIN… AHHHHHH!!! ££%$$%$£&/ biiiiiiiiip.
Rewind
Sgorga, sgorga abbondante. Esce copioso, si riversa come un
fiume, che dalla sorgente scende lungo le alture, forma laghi, rigagnoli,
zampilli, cascate. Rossi laghi. Zampilli scarlatti. Cascate ematiche. Sgorga
dalle profondità, risale le doline carsiche scavate con facilità estrema.
Scavate con piacere perverso da quella morbida lama che, quasi senza incontrare
ostacoli, penetra nella carne, ne raggiunge i profondi recessi. E il sangue
esce, esce sempre di più, crea uno specchio perfetto per terra, dove egli può
vedere la sua immagn… NOO!!!!!
Fast
forward
…per poi essere rimesso a posto. Lo spazzolone era stato
rimesso al suo posto, nello sgabuzzino. Gli stracci stavano perdendo ogni
macchia nella lavatrice. I guanti… bruciati. Con meticolosità accurata si lavò
nuovamente le mani. Di nuovo si asciugò con l’asciugamano. L’aveva preso pulito
dal cassetto della biancheria. Adorava l’igiene. Udì il bip finale della
lavatrice. Senza fretta si recò nell’altra stanza. Fortunatamente
quell’apparecchio funzionava anche da asciugatore. Estrasse i capi e li posò
delicatamente in una tinozza. Li portò poi in un’altra stanza. Il ferro era
nell’armadietto, lo sapeva. Lo prese, lo attacco alla spina. Ovviamente dopo
aver indossato i guanti. Iniziò a lisciare con cura le pieghe degli stracci e
dei lenzuoliiiiiii….%$£&$£RE$%Y
Rewind
Non sparisce! Gli stracci sono gettati l’uno sull’altro.
Ammonticchiati. Le lenzuola bianche si colorano in pochi attimi. La
depravazione scaccia tanto in fretta l’innocenza! Il sangue ammorba in fretta,
penetra per capillarità fin nelle fibre più profonde del tessuto. Scaccia il
bianco. Il rosso vince! E presto gli asciugamani sono madidi di sangue. Guarda
come si inzuppano di morte! Con che sete bevono la vita altrui! Sì, ancora…
gridate al mondo la mia perversione. Fategli credere che io sia pazzo,
semplicemente perché non sono in grado di capirmi! Voi non potete capirm… non
potete capirm… non potete… ete… ete… ete… clic.
Stirava con cura i capi, uno a uno, con mano esperta. Il
ferro scorreva sicuro su quei morbidi panni. Il vapore eliminava una ad una le
pieghe, le annullava rapidamente. Dopo poco tempo, una pila di soffici
asciugamani di spugna, accuratamente ripiegati, faceva bella mostra di sé sul
ripiano del bagno. Alcuni secondi dopo, le casse dello stereo diffusero in
tutta la casa piacevoli note di musica classica… gli urli sarebbero stati
atroci se non li avesse soffocati con il palmo della mano… la sinfonia andava
aumentando, in un crescendo sublime… si preparava a sferrare il colpo finale,
alzò alto il coltello e…
La chiusa grandiosa pose fine all’esecuzione del brano.