Cross Ange - Futatsu Sekai no Border

di Carlos Olivera
(/viewuser.php?uid=4135)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


SECONDA PARTE

JOURNEYS

 

 

Il colpo incassato dal Vilkyss era stato molto più grave del previsto, tanto che alcuni sistemi erano andati in tilt.

Invece, il ragna-mail usato da Sylvia non aveva subito alcun danno apparente, e la ragazza, rientrata nel proprio mezzo, si era nuovamente scagliata contro la sorella, impegnandola in un duro corpo a corpo.

«Perché lo state facendo?» domandò Ange cercando, faticosamente, di opporsi all’assalto

«Anche se te lo spiegassi dubito che riusciresti a capire» rispose, fredda, Sylvia. «Del resto, non sarebbe altrimenti. Ormai è questo il tuo mondo, e di quello che succede nel nostro non potrebbe fregartene di meno, ho ragione?»

Tusk, nel frattempo, era riuscito a riprendere almeno in parte il controllo del suo para-mail, ma quando provò ad andare in soccorso della sua compagna quell’individuo in nero, veloce come un fulmine, gli comparve nuovamente davanti, piombandogli addosso dall’alto e cercando di segarlo in due.

Il ragazzo si difese con la sua spada, ma benché fosse cinquanta volte la katana del nemico quest’ultima riuscì a tagliarla in due come fosse fatta di cartone, producendo oltretutto un’onda d’urto così potente da scagliare il para-mail in basso, fino sulla superficie del mare.

«Maledizione!» imprecò Tusk cercando di riottenere nuovamente il controllo.

Quando risollevò gli occhi il suo assalitore era lì, davanti a lui, in piedi sul cadavere di un drago rimasto a galleggiare sulla superficie, la katana insanguinata in mano e gli occhi, appena scrutabili oltre la visiera del casco, puntati verso di lui.

I loro sguardi si incontrarono, e in quel momento Tusk avvertì un brivido, con le sue mani che si serrarono con forza attorno ai comandi, tremando vistosamente.

Non poteva crederci.

Non poteva essere vero.

«Tu…» balbettò. «Sei vivo?»

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3213512