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Questa fanfiction si
ispira alla gif qui sotto che è una scena di Boruto The
Movie. Guardate lo sguardo di Sakura *___* NARUSAKU EVERYWHERE, GUYS
♥ La storia non è niente di che, una cosuccia sui
veri sentimenti di Ino e Sakura con accenni ShikaIno e NaruSaku. Spero
vi piaccia!
Dieci volte
Ino sorseggia una tazzina di caffè seduta al bar
all’aperto insieme a Sakura, mentre saluta con una mano
Temari
dall’altra parte della strada. Si salutano per cortesia
−
Temari lo fa perché Ino è la migliore amica di
suo
marito, Ino perché Temari è la moglie del suo
migliore
amico − ma se potessero, non si saluterebbero nemmeno: Ino
sente
che Temari le ha portato via Shikamaru, Temari crede che Ino sia
davvero bella e ha paura che Shikamaru un giorno la tradisca con lei.
Sakura ha i gomiti poggiati sul tavolino e si sostiene il mento con le
mani, lo sguardo perso in chissà quali ricordi.
«Ho la sensazione che Boruto abbia una cotta per Sarada. E
anche in questo, quel bambino è identico a Naruto. Lui e Sarada
mi ricordano me e Naruto
da ragazzini...». Sakura sorride nostalgica, una mano premuta
sul
viso. «Nè, Ino-pig, tu te lo ricordi? Ricordi
quando Naruto
mi chiedeva in continuazione appuntamenti all’Ichiraku
Ramen?».
Ino fissa Sakura con un sopracciglio inarcato. Annuisce, ma non dice nulla.
Tre.
Sakura scuote la testa senza smettere di
sorridere. «Naruto,
quello stupido...».
Quattro.
«Chi si aspettava che sarebbe
diventato Hokage? Insomma, è... è Naruto, è
sempre stato una testa quadra!».
Cinque.
«Yo, Sakura-chan!».
A quella voce le due donne si voltano in direzione della strada: Naruto
corre in mezzo ai passanti con un sorriso a trentadue denti e una
signora anziana sulle spalle, molto probabilmente la sta riportando a
casa.
«Naruto!»,
risponde
Sakura, sollevando la testa e muovendo la mano in segno di saluto. Le
si illuminano gli occhi solitamente spenti, poi poggia nuovamente il
mento sulla mano e sospira.
Sei.
Ino pensa che Sakura ha sempre guardato Sasuke con lo sguardo di una
dodicenne innamorata. Quando guarda Naruto, invece, lo sguardo di
Sakura è straordinariamente maturo. Consapevole, forse un
po’ rassegnato, ma sempre acceso.
Ino aspetta che Naruto si accorga anche di lei e la saluti come ha
fatto con Sakura, ma l’amico corre via senza degnarla di uno
sguardo. Ino, però, non si offende: sa che per Naruto
l’immagine di Sakura continua ad offuscare il resto del
mondo.
Nonostante gli anni, nonostante Hinata.
Naruto è ormai lontano quando Sakura riprende a parlare.
«Non c’è niente da fare, Naruto è
proprio l’eroe del villaggio e Hinata è una donna
fortunata. Dove lo trovi uno come Naruto?».
Otto.
«A volte è solo un
po’ stupido. Senza di me Naruto
e Hinata non si sarebbero mai messi insieme. Be’, era mio
dovere aiutarli. Naruto
è il mio migliore amico, no?».
Dieci.
«Sakura», esordisce
Ino, fino ad ora rimasta in silenzio.
Sakura sa che Ino sta per dire una cosa seria perché
l’ha
chiamata per nome e non con il solito soprannome scherzoso nei
confronti della sua ampia fronte. «Che
c’è?»,
le chiede.
«Hai detto dieci volte “Naruto”
nel giro di due minuti».
Sakura sorride, facendo finta che non significhi nulla.
«Davvero?».
Ino fa schioccare la lingua sul palato e si poggia al tavolo,
sporgendosi maggiormente verso l’amica. Il ciuffo biondo le
copre
metà viso, ma in fondo le basta un occhio solo per leggere
nel
cuore di Sakura.
«Francamente non capisco perché tu non
l’abbia sposato».
Sakura si fa improvvisamente seria. «Francamente
potrei farti la stessa domanda».
Ino non ha bisogno di chiedere a chi si stia riferendo.
Rimpiangerà a vita di non aver mai confessato i propri
sentimenti a Shikamaru, così come Sakura passerà
il resto
dei suoi giorni a chiedersi come sarebbe stato lasciarsi amare da
Naruto.
Per una volta non hanno voluto essere egoiste, hanno messo al primo
posto quella che credevano fosse la vera felicità di Naruto
e
Shikamaru.
Ino allunga una mano verso quella di Sakura e la poggia sulla sua. Si
guardano negli occhi e si sorridono nella maniera più triste
possibile.
«Nè, Ino-pig, quando sorridi il tuo viso si
riempie di rughe».
«Non è che tu sia messa tanto meglio, fronte
spaziosa».
E continuano così, ritornando a parlare di stupidaggini,
perché la loro amicizia, ancora solida dopo più
di dieci
anni, resta l’unico spiraglio di luce in una vita piena di
scelte
sbagliate.
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