Sotto
i caldi raggi del sole
Ero
tranquillamente sdraiata sul mio letto quel pomeriggio di fine maggio
a osservare una pagina piena di parole insensate che la prof chiamava
'lezione di storia', quando il mio telefono prese a squillare.
Sussultai sorpresa, poi lo afferrai e risposi.
“Didi?!”
Un
urlo stridulo arrivò dall'altro capo del telefono. Sbuffai,
allontanando il cellulare dall'orecchio.
“Scusa,
ho appena scoperto che stasera devono trasmettere uno speciale sugli
One Direction in tv! Non me lo posso perdere!!!” strillò
ancora.
Come
se a me importasse qualcosa.
Alzai
gli occhi al cielo. “Quindi tu mi hai chiamato alle tre del
pomeriggio per dirmi questa cosa?” ribattei in tono seccato.
Odiavo
quando Nadia mi faceva perdere tempo così.
“Scusa,
ma come tu hai risposto, hanno dato la pubblicità! Comunque,
il punto è: stasera usciamo?”
Ci
accordammo per vederci alle cinque e io mi immersi di nuovo nelle
pagine di storia.
Non
ce la facevo più, la voglia di studiare era evaporata già
da un pezzo, per fortuna eravamo quasi arrivati alla fine dell'anno
scolastico e stavamo dando le ultime verifiche.
Quel
giorno io e Nadia, come di consueto, ci dirigemmo al parchetto e ci
sedemmo in una panchina situata ai margini del grande prato, sotto
l'ombra di un albero, e la mia amica cominciò a sbavare per
una foto di Zayn degli One Direction che aveva come sfondo del
cellulare.
Era
insopportabile quando si comportava così, anche perché
sapeva che non avevamo gli stessi gusti musicali.
Ad
un tratto una risata proveniente da una panchina poco distante dalla
nostra attirò la mia attenzione. Mi voltai e vidi un gruppo di
ragazzi e ragazze che scherzavano, nulla di strano.
Li
osservai per qualche secondo per vedere se c'era qualcuno che
conoscevo e rimasi a bocca aperta.
Tra
di loro c'era un ragazzo bellissimo: capelli castani un po' lunghi,
occhi grandi e nocciola, camicia bianca a maniche corte, jeans neri e
scarpe Nike bianche.
Rimasi
impietrita, mentre la mia amica continuava a raccontare vita, morte e
miracoli di Zayn.
Le
diedi una leggera gomitata per farla zittire e le indicai con un
cenno quel ragazzo.
“Guarda”
sussurrai.
“Stai
bene?” mi chiese Nadia, perplessa. “Sei impallidita!”
Io,
sapendo che la mia amica conosce mezzo mondo, esclamai: “Dimmi
chi è quello splendore!”.
“Diego.”
Mi
stava facendo di nuovo perdere tempo.
“Diego
chi? Come? Cosa? Quanti anni ha? In che scuola studia? Come si...”
“Aspetta,
calmati!” mi interruppe. “Allora, è un amico di
mio fratello, ha sedici anni, è molto simpatico e allegro. E
vedo che ha attirato la tua attenzione!”
“Beh,
sì... e non ha mai attirato la tua?”
“No,
a me piace Zayn!” rispose euforica, indicando lo schermo del
suo telefono.
Alzai
gli occhi al cielo. “Sei un caso perso. Comunque Diego non è
male, è molto attraente!”
Chiacchierammo
del più e del meno, ma io ero palesemente distratta. Cercavo
di ascoltare la conversazione del gruppo accanto per captare la voce
di Diego e gli lanciavo occhiate sperando che ricambiasse, ma allo
stesso tempo volevo che non si accorgesse di nulla per paura di fare
la figura dell'idiota.
Non
avevo mai notato un ragazzo in vita mia, nessuno mi aveva mai colpito
particolarmente. Proprio quando cominciavo a pensare di essere immune
alle cotte adolescenziali, saltava fuori lui e mi faceva cambiare
idea!
All'improvviso
Nadia sbuffò.
La
scrutai e le chiesi: “Che c'è?”.
Dalla
sua espressione, capii che ce l'aveva con me.
“Siamo
venute qui per guardare un ragazzo tutta la sera? Perché se me
lo confermi, me ne vado seduta stante” sbottò.
Diventai
rossa di rabbia. Come poteva trattarmi in quel modo? Le amiche, poi,
si aiutano sempre quando c'è di mezzo un ragazzo!
“Ma
senti chi parla! Io mi devo sorbire tutte le tue lagne sugli One
Direction e tu hai il coraggio di lamentarti?” ribattei
acidamente.
“A
tutto c'è un limite! Io l'ho smessa da un bel pezzo, e poi
pensi che sentirti parlare male di loro per me non sia pesante?”
“Ah,
ma che vadano a fanculo! Possibile che non ti rendi neanche conto
quando un'amica ha bisogno di te?”
Scoppiò
a piangere di rabbia, ma ero così infuriata che non me ne
importava.
“Possibile
che non ti rendi nemmeno conto di quando esageri?” sibilò
tra i singhiozzi, serrando i pugni.
“Senti,
se sei così innamorata di Zayn, vai in Inghilterra e accampati
sotto casa sua, ma non rompermi le palle!”
Non
avevo mai insultato così la mia migliore amica, ma ero
accecata dalla rabbia e non sapevo quel che facevo.
Le
venne una crisi isterica e cercò di sferrarmi un calcio. Io, a
mia volta, la spinsi all'indietro e la feci cadere sull'erba bagnata.
Lei
si alzò e corse via tra le lacrime, con la parte posteriore
dei pantaloni completamente fradicia.
Solo
in quel momento mi resi conto che il gruppo di Diego aveva assistito
a tutta la scena e me ne vergognai immensamente.
Per
non restare da sola, andai a scambiare due chiacchiere con un gruppo
di vecchie compagne delle medie, che erano sedute su un muretto in
cemento vicino all'ingresso. Ogni tanto davo un'occhiata a Diego.
Quando
stavo andando via, gli lanciai un ultimo sguardo, solo che questa
volta se ne accorse e ricambiò con un sorriso e l'occhiolino.
Arrossii
e rimasi letteralmente di sasso. Quello era il sorriso più
bello e dolce che avessi mai visto, ed era tutto per me!
Quando
arrivai a casa, non avevo voglia di parlare con nessuno, nemmeno con
mia sorella Chiara, con cui mi confidavo sempre.
Chiara
aveva un anno in più di me ed era una delle persone più
antipatiche che conoscessi. Polemica, cinica, intrattabile, vedeva
sempre tutto bianco o tutto nero. Eppure io avevo imparato come
prenderla e avevamo un bel rapporto.
Mi
stesi sul letto, sfinita, e osservai le ragnatele sul soffitto. Sì,
era arrivato il momento di dare una pulita a quella camera.
L'arrivo
di un messaggio mi fece sobbalzare. Sapevo già che si trattava
di Nadia, era una delle poche persone ad avere il mio numero.
E
infatti era lei.
sarai
soddisfatta ora di qll k hai fatto..
Fu
in quel momento che mi accorsi dello sbaglio che avevo commesso. Non
poteva andare al parco con lei e fissare un ragazzo tutta la sera
rivolgendole a malapena la parola.
Le
risposi:
Hai
ragione, scusami Didi! Abbiamo litigato per una cazzata, come ho
potuto trattarti così?
La
sua risposta mi lasciò spiazzata.
…......
Lo
interpretai semplicemente come un “ci devo pensare” e mi
rilassai.
Quella
notte, nonostante fossi distrutta, faticai a prendere sonno. Le
immagini di quel pomeriggio si susseguivano in continuazione nella
mia mente, ma la più ricorrente era quella di Diego e del suo
bellissimo sorriso.
Quando
finalmente mi addormentai, tutti i miei problemi si dissolsero.
*
* *
Ciao
a tutti!
Ok,
ammetto che come primo capitolo, questo è piuttosto penoso, ma
era per far capire di che tipo di persona è Camilla! Non so
voi, ma io già non la sopporto! :D
Se
vi va, fatemi sapere che ne pensate, per me il vostro parere è
molto importante! :3
Soul_Shine
♥
|