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Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile
CAPITOLO OTTO
chiarimenti e proposte
"Dimmi che mi ami, torna ed assillami.
Oh, mi precipito all'inizio"
Lentamente, quasi avesse paura di sapere chi aveva dietro di
sé, si voltò verso l'uomo che l'aveva chiamata. Ryan
stava fermo sulla soglia ad osservarli. Lo sguardo assottigliato,
le labbra strette e le braccia rigide lungo i fianchi. Sospirò e
rilassò un po' i muscoli delle braccia, allargandole ed aprendo
le mani tenute strette a pugni fino a quel momento.
« Cosa significa? »
La neurobiologa si mosse
nella sua direzione, ma venne tenuta ferma dal fisico che la trattenne
per la mano che ancora non aveva voluto lasciare. Se pensava che
avrebbe permesso che si avvicinasse a lui si sbagliava di grosso. Amy
lo rassicurò appoggiando semplicemente una mano sulla sua
diventata improvvisamente fredda e con lo sguardo gli disse di fidarsi
di lei. Non del tutto convinto dalla sua decisione, la lasciò
comunque andare.
« Ryan, sei un ragazzo gentile e premuroso, un ottimo collega ed amico...»
« Ma? » disse scettico.
«...ma io non provo nulla per te, mi dispiace »
Ryan si irrigidì di
nuovo e questa volta iniziò a tormentare il labbro con i denti.
« Non capisco...pensavo di piacerti. Perché avresti voluto
passare tutto quel tempo con me, allora? E perché invitarmi a
questo ricevimento? » disse alzando un po' il tono. Si sentiva
preso in giro e questo lo faceva innervosire parecchio.
« Ero in un periodo
di vulnerabilità e confusione e stando con te pensavo di
dimenticare e di evitare i problemi, invece di affrontarli »
« Ah, quindi sono
stato un semplice sostituto e nulla di più? Un ripiego dato che
non avevi più nessuno? » rispose aspramente.
Amy indurì il tono.
« Devo forse ricordati che è per colpa tua se ho rischiato
di non avere più nessuno? »
Ryan inaspettatamente
iniziò a ridere. « La famosa storia del bacio dato a
tradimento. Sappiamo entrambi che avresti ricambiato benissimo se
Sheldon non ci avesse visto »
Amy sentì la rabbia
farsi strada dentro di sé e sapeva benissimo che il fisico aveva
spalancato gli occhi a quell'affermazione data con così tanta
sicurezza da Ryan.
« No, non è vero. Non avrei mai
ricambiato mettitelo bene in testa. Non avrei mai tradito Sheldon
» disse muovendo un passo verso di lui e dando una veloce
occhiata al ragazzo dietro di lei. Il fisico le accennò un
sorriso ed Amy si sentì immediatamente più tranquilla.
« Ero davvero
convinto di avere una possibilità con te. Quando vi siete
lasciati volevo già farmi avanti, ma pensavo fosse troppo
presto. Invece ora rimpiango di non aver approfittato del momento
» disse mostrando un certo rammarico sia nella voce sia nello
sguardo.
« Mi spiace averti
rovinato i piani, allora » disse freddamente. « E comunque
non ti avrei detto di sì, di questo ne sono certa. » Ora
aveva capito che tipo di persona era. Una che non avrebbe pensato due
volte ad approfittarsi di una ragazza che si era appena lasciata e che
si ritrovava in un momento delicato solo per un proprio capriccio ed
interesse. Però nonostante ciò non poteva negare che
stare in sua compagnia non era stato male. Infondo la ascoltava e la
trattava bene e più di una volta aveva cercato di tirarle un po'
su il morale.
E infatti non ci
pensò due volte a farglielo notare. « Anche se
ammetto di essermi trovata bene con te » disse addolcendo appena
il tono. Ryan annuì e si mise le mani in tasca, dando una breve
occhiata al fisico teorico che lo fissava duramente da dietro di lei.
« Quindi è finita? » mormorò infine dopo un breve silenzio.
« Non è mai
nemmeno iniziata, Ryan » disse con un sospiro esasperato
massaggiandosi il centro della fronte con due dita.
« Okay...»
disse semplicemente facendo dietrofront ferito nell'orgoglio, ma si
voltò ancora prima di uscire. « Se dovessi
ripensarci...»
Sheldon si avvicinò
di un passo ed appoggiò entrambe le mani sulle spalle della
ragazza. « La signora ha appena detto di non essere interessata
»
Ryan annuì
più volte stringendo le labbra. « Certo, ovvio »
guardò ancora una volta entrambi prima di andarsene. «
Spero che siate felici insieme » disse senza alcun cenno di
sincerità o di entusiasmo nella voce.
Quando lo vide uscire Amy
poté finalmente rilassare i muscoli tesi, ma le mani di Sheldon
erano ancora ferme sulle sue spalle nude.
« Se n'è
andato? » chiese quest'ultimo senza smettere di fissare
l'ingresso quasi avesse paura di vederlo ritornare. In quel caso
avrebbe mostrato tutta la sua poca gentilezza.
Amy ridacchiò. « Sì, se n'è andato »
« Bene. Iniziavo a non sopportarlo più »
Amy tornò a sedersi
sul divanetto. Le sembrava di aver affrontato mille cose quelle sera e
ora era letteralmente sfinita. Avrebbe voluto tornare a casa e
sdraiarsi.
Il fisico rimase in piedi.
« Quindi...adesso la nostra relazione a che punto è?
» domandò cauto, forse per il timore di sollevare qualcosa
di così delicato, oppure per paura di una risposta diversa da
quella che si immaginava.
Amy si concesse del tempo
per riflettere. Non era una domanda così facile come pensava
né la risposta così scontata. Voleva del tempo per
pensare e ne aveva avuto più che a sufficienza, poteva dire.
Oppure che non era mai stata sua intenzione tirarsi indietro e che
potevano semplicemente far finta che non fosse successo niente, anche
se non sarebbe stato così facile come voleva credere. Invece
disse un'altra cosa ancora.
« Il contratto
è stato annullato, giusto? So che non è previsto un
reintegro in caso di...tradimento » pronunciò l'ultima
parola con fatica.
« Sì, ma in
questo caso non sussiste questa condizione perché non mi hai mai
tradito in realtà. Quindi il contratto non è mai stato di
per sé annullato »
Amy sorrise appena quando si sentì dire di non averlo mai tradito.
« Allora ritorniamo a
come eravamo il giorno del nostro anniversario. Direi che potrebbe
andare » disse la ragazza massaggiandosi il mento pensierosa.
« Quindi usciamo insieme il giovedì per la cena romantica? »
« Sì »
« Ci chiamiamo e ci sentiamo regolarmente? »
« Sì »
« Ci abbracciamo e ci...baciamo? »
« Sheldon...»
trattenne una risata e appoggiò il palmo della mano sulla sua
guancia. « Faremo le stesse cose che facevamo prima. Questo
intoppo nella nostra relazione non avrebbe mai dovuto esserci. Mi
dispiace averti fatto soffrire e mi dispiace averti chiesto del tempo
pensare quando sapevo benissimo quello che volevo »
« Hai detto che le cose com'erano prima non ti andavano più bene » puntualizzò.
« Mi hai detto quello
che avrei voluto sentire non solo nel nostro anniversario, o durante
questi cinque anni, ma in tutta la vita » sorrise. « Mi hai
detto che per te sono così importante da non esserci nessuno al
mondo in grado di sostituirmi e che mi vuoi accanto a te per tutta la
vita. Mi hai appena reso la donna più felice del mondo »
Sheldon la attirò a sé in un abbraccio. Voleva sentire il corpo stretto al suo ancora una volta.
« Ho avuto una grande
paura di perderti. Non so cosa avrei fatto se te ne fossi andata via da
me » mormorò flebilmente sopra la sua testa.
« Questo non accadrà mai, te lo prometto »
« Amy...» la spostò e la guardò intensamente negli occhi. « Non farlo mai più »
Finalmente tornarono nella
sala accanto insieme agli altri invitati. Penny appena li vide corse
loro incontro seguita anche dagli altri amici.
« A giudicare da come
Ryan se n'è andato furioso e dal tuo sorriso stampato in faccia
credo che voi due siete appena tornati insieme » esclamò
entusiasta rivolta all'amica.
« Sì, hai ragione » disse la neurobiologa allargando ancora di più il sorriso.
« Visto che dicevo?
Ve l'avevo detto che si sarebbero messi insieme al mio ricevimento.
Fuori i soldi, ho vinto! » gridò rivolta agli amici i
quali borbottando misero mano ai portafogli.
« Avete scommesso su
di noi? » domandò scioccata mentre osservava le banconote
appoggiarsi sul palmo aperto della bionda.
« Esatto. Ho
costretto Bernadette a farti comprare un vestito fantastico che avrebbe
lasciato Sheldon a bocca aperta, vi abbiamo fatto sedere uno di fronte
all'altra e abbiamo messo la stessa musica del ballo in cui avete detto
per la prima volta di amarvi. Insomma, se non avesse funzionato tutto
questo non so cos'altro avremmo dovuto fare »
« Pensavo che volevate restare fuori da questa cosa...» mormorò Amy.
Penny le fece l'occhiolino. « Non abbiamo mai voluto restarne fuori, Amy. Aspettavamo solo il momento giusto »
La brunetta la
ringraziò mentalmente. Sotto sotto sperava davvero che Penny
inventasse qualcosa al riguardo. Non poteva far finta che non stesse
accadendo niente.
« Anche se quando
Bernadette ti ha vista ballare con Ryan abbiamo dovuto trattenerla o
veniva a picchiarvi tutti e due » esclamò Howard guardando
prima sua moglie e poi Amy la quale sorrise immaginando la scena.
Bernadette ridacchiò nervosamente. « Ma smettila, Howie, non è andata così »
« Fortuna che si
è risolto in fretta altrimenti avremmo dovuto costringere
Sheldon a salire sul palco e farti la proposta davanti a tutti »
aggiunse Leonard bevendo del vino.
Amy corrugò la fronte. « Proposta? »
Sheldon incenerì l'amico con lo sguardo.
« Dichiarazione,
volevo dire dichiarazione. Ah, l'alcol che offusca i pensieri è
una rovina » disse nervosamente indicando il bicchiere. Per
fortuna nessuno parve farci caso alla gaffe appena fatta.
« Non sarei mai salito sul palco, Leonard, mai e poi mai »
« Nemmeno se fosse servito per riconquistarla? » lo punzecchiò Howard.
« L'ho già riconquistata per cui il problema non si pone » tagliò corto.
« È la
leggenda del filo rosso ragazzi. E voi ancora mi prendete in giro per
questa cosa » intervenne Raj barcollando appena e tracannando un
generoso sorso di vino bianco.
« La leggenda del filo rosso? » domandò Penny curiosa.
« È una
leggenda giapponese in cui si dice che ogni persona alla nascita porta
un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo unisce alla
sua anima gemella. Non importa quanto tempo ci vorrà o che
ostacoli dovranno affrontare, alla fine le due persone sono destinate
ad incontrarsi » spiegò Sheldon annoiato.
« Oh, ma com'è romantico! » Bernadette sbatté gli occhi con aria sognante.
« No, è stupido » ribatté il fisico.
« Tu e il romanticismo non sai proprio dove stia di casa, eh? » replicò acida la microbiologa.
Amy prese il braccio del ragazzo e si strinse a lui. « Un filo rosso che non si è mai spezzato o rovinato »
Sheldon alzò gli
occhi al cielo con un piccolo sbuffo. « Amy, non puoi davvero
credere a queste cose. Le leggende sono solo storielle di fantasia e
nulla di più. Non c'è nessun filo rosso invisibile che
lega le persone, lo sanno tutti che l'amore è solo questione di
scienza. Gli esseri umani si attraggono in base a delle reazioni
chimiche. Tutto qui »
Lo guardarono in silenzio
per qualche secondo. « Come li rovini tu i momenti non li rovina
nessuno » borbottò Penny sentendo l'entusiasmo spegnersi
poco alla volta.
« Forza che la notte
è ancora giovane, tutti in pista! » urlò l'indiano
agitando un braccio verso l'alto. Emily lo guardò esasperata.
« A volte vorrei che fosse astemio »
Dopo parecchio tempo e un
Raj completamente ubriaco Amy guardò l'orologio constatando che
era piuttosto tardi e che forse avrebbe fatto meglio a tornare a casa.
« Vuoi che ti accompagni a casa, Sheldon? » chiese il fisico sperimentale notando Amy alzarsi e sbadigliare.
« Non ti preoccupare Leonard, posso portarlo io » sorrise rivolta al fidanzato il quale ricambiò appena.
« Vorrei insistere dicendo che non mi reca alcun disturbo, ma mentirei quindi d'accordo, fai come vuoi »
Amy si girò verso il fisico teorico aspettando una sua risposta.
« Va bene, possiamo
andare anche adesso, anche se ormai il mio sonno è stato
irrimediabilmente compromesso, visto che è passata da un bel
pezzo l'ora per andare a dormire »
Prima di uscire però Amy vide il fotografo scattare delle foto ad una coppia di invitati e le venne un'idea.
« Aspetta, prima dobbiamo fare una cosa »
« Che cosa? Ehi, dove
stiamo andando? » domandò incuriosito quando la ragazza lo
trascinò per un braccio da un uomo sulla cinquantina con in mano
una macchina fotografica professionale e piuttosto costosa
all'apparenza.
« Dobbiamo fare una foto. Voglio un ricordo di questa serata »
« Ma perché?
Già sei in possesso di una fotografia che ci ritrae ad una festa
in cui abbiamo anche ballato insieme » mugugnò poco
entusiasta all'idea di mettersi in posa.
Amy strinse le labbra.
« Mmh, se ti riferisci alla foto fatta dopo la riproposta del
ballo di fine anno scolastico non ce l'ho più »
Sheldon si fermò di colpo, interrogandola con lo sguardo. Amy si dondolò un po' sul posto tormentandosi le mani.
« Potrei averla accidentalmente strappata quando mi hai lasciata » mormorò vergognandosi un po'.
« Oh » disse. « Non pensavo saresti arrivata a tanto. Adoravi quella fotografia »
« Lo so »
« Beh, è una reazione naturale suppongo. C'è chi fa anche di peggio »
Lui aveva gettato l'anello
lontano da sé e aveva dichiarato di non voler più saperne
di donne in tutta la sua vita, mentre lei aveva stracciato una cosa le
ricordava uno dei momenti più belli della sua vita. Solo ora si
rese veramente conto di quanto avesse sofferto. Per questo
lasciò che Amy lo guidasse davanti all'uomo senza fare inutili
discussioni e cercò di sfoggiare uno dei sorrisi migliori.
Voleva che almeno questa rimanesse con lei per molto tempo.
Dopo aver salutato tutti
uscirono all'aperto dove la tranquillità e la calma tipiche
dell'ora tarda li accolsero piacevolmente.
Non dissero una sola parola
durante tutto il tragitto e, una volta giunti di fronte
all'appartamento, Amy, un po' impacciata, si sistemò il vestito
sentendo l'imbarazzo farsi strada dentro di sé.
Non sapeva cosa si facesse
in genere in queste situazioni. Si erano appena rimessi insieme e
probabilmente un'altra coppia avrebbe festeggiato per tutta la notte,
trovandosi a casa da soli dopo essere stati costretti a stare lontani
l'uno dall'altra per un lungo periodo. Ma non loro. Erano diversi da
tutti gli altri e già il fatto che Sheldon avesse rivelato
così apertamente i suoi sentimenti, l'aver ballato con lei e
sentire la sua mano stretta alla sua per tutto il resto del ricevimento
fu il miglior festeggiamento che potesse volere.
« Se vuoi puoi rimanere qui stanotte. È tardi per tornare a casa »
Amy sgranò gli occhi sorpresa e smise di tormentare la stoffa rossa del vestito.
« Intendi un altro sleepover? »
« Sì, qualcosa
del genere » tese una mano verso l'interno e la invitò ad
accomodarsi. Si portò dietro al bancone dove iniziò a
cercare la scatola di alluminio contenente le tisane e prese anche due
tazze, una gialla e una verde.
Amy intanto si guardava attorno. Era così bello essere tornati alla normalità.
Un miagolio e due gatti che
si strusciavano contro la sua gamba la fecero ricredere sul fatto che
fosse tornato tutto come prima.
« Hai ancora dei
felini a quanto vedo » disse ricordandosi poi quello che aveva
detto quella sera riguardo all'aver comprato dei gatti per sostituirla.
Sheldon rimase con la teiera in mano, rendendosi conto solo ora di avere ancora tutti e sette i Vendicatori in casa.
« Sì, ma me ne
sbarazzerò domani stesso. Sto iniziando a non sopportare
più quest'odore pungente di lettiera per gatti »
Amy allontanò i due
gatti per paura che le rovinassero il vestito con le unghie. «
Sheldon, cosa avresti fatto se non fossi più tornata? »
domandò improvvisamente mentre osservava i gatti allontanarsi da
lei. La domanda era sorta spontanea, infondo. Ora che era di nuovo con
lui Sheldon sentiva immediatamente il bisogno di eliminare quei animali
che stavano praticamente occupando casa sua, ma se lei non fosse
tornata? Se le cose fossero andate diversamente cosa sarebbe successo a
lui? E a lei?
Sheldon si irrigidì.
Non poteva rispondere alla sua domanda perché non aveva la
minima idea di come si sarebbero svolti i fatti se al posto di tornare
a casa con lui sarebbe tornata con Ryan. Ma da quello che aveva potuto
capire in quelle settimane, senza di lei non poteva più stare,
ormai era un dato di fatto. Aveva bisogno di lei come l'aria, doveva
sempre sentirla vicina se voleva continuare a vivere.
Riempì le tazze con
l'acqua calda e studiò l'interno della scatola di alluminio con
meticolosa attenzione in cerca della giusta tisana.
« Quale gusto preferisci? » disse per deviare il discorso.
Amy smise di prestare
attenzione ai gatti e si concentrò sul fisico il quale stava
aspettando impaziente una sua risposta.
« Mmh...» si
sedette sullo sgabello di fronte al ragazzo. « Qual è la
tisana adatta ad un continuo cambiamento dello stato emotivo avvenuto
nel giro di poche ore? »
« Continuo cambiamento? »
« Sì. Prima
ero preoccupata ed angosciata all'idea di vederti, poi affranta ed in
colpa per aver ballato con Ryan ed infine emozionata e felice quando
siamo tornati insieme. Hai sempre una bevanda calda per ogni stato
emotivo, ma se se ne sono susseguiti ben tre così intensi, come
agiresti? »
« Non saprei
risponderti. In genere affronto la scelta della tisana in base allo
stato emotivo che provo in quel determinato momento, ma anche io non
saprei bene come sentirmi ora. Nonostante sia soddisfatto per come si
sia risolta la questione tra di noi, sento di essere ancora parecchio
infastidito se ripenso a Ryan e a come abbia osato mettere le sue
manacce su di te »
« Quindi cosa suggerisci di fare? »
« Suggerirei di prendere la tisana ai frutti rossi. È quella che va bene per ogni emozione a mio parere »
Si spostò i capelli
con due dita sistemò gli occhiali. « Se va bene per ogni
situazione perché allora ti ostini a prendere tutte queste
tisane diverse? »
Sorrise. « Perché altrimenti mi stancherei a prendere sempre la stessa, non credi? »
Amy annuì e
ricambiò il sorriso a sua volta. Sheldon le allungò la
tazza gialla con la bustina di tisana scelta immersa nell'acqua.
Mescolarono con calma ed in silenzio. Il rumore del cucchiaino contro
la tazza era l'unica cosa che si sentiva.
« Mi è mancato
condividere una tisana con te. Era diventata una piacevole abitudine
» disse il ragazzo prendendone un sorso generoso.
« Hai ragione. Ammetto che bere una tisana da sola non è la stessa cosa che farlo con qualcun'altro »
« È sempre più bello quando qualcosa che ti piace la fai in compagnia »
Amy inclinò la testa
di lato piacevolmente sorpresa da quelle parole. «
Sì...penso che tu non abbia tutti i torti »
« Ma è ovvio. Non a caso sono l'uomo saggio qui » affermò con superiorità.
Riposero le tazze nel lavandino e raggiunsero il centro del salotto dove rimasero fermi e con lo sguardo basso per un po'.
« D'accordo, credo che tu abbia un pigiama nascosto qui da qualche parte suppongo »
Amy fece cenno di sì.
« Aspetta » lo
fermò andandogli incontro e sfiorando il braccio con due dita.
« Non sei più arrabbiato con me, vero? » Voleva
sentirglielo dire, ne aveva bisogno.
« No. Lo ero,
certamente, ma ora non più. Sarei dovuto venire da te prima a
parlarti, avremmo rimesso le cose a posto subito senza lasciar passare
tutto questo tempo e senza tutti questi equivoci che ci hanno fatto
allontanare »
« Lo so, hai ragione. La colpa è mia »
« La colpa è di entrambi. Più tua che mia ovviamente, ma in qualche modo centriamo entrambi »
« Okay...»
sorrise appena sapendo che ora non era più arrabbiato con lei.
Le dava un senso di tranquillità ora.
Si portò due dita sulla fronte sentendo delle fitte.
« Non ti senti bene? » chiese il fisico notando la sua espressione di fastidio.
« Niente, è
solo un po' di mal di testa » si diresse verso cassetto della
scrivania di Sheldon dove sapeva teneva la sua farmacia personale e lo
aprì. In mezzo a disinfettanti, cerotti e tachipirina ci sarebbe
stato sicuramente qualcosa anche per il mal di testa.
Iniziò a frugare
all'interno, ma una scatolina di velluto blu attirò la sua
attenzione. La prese con due dita e sentì il cuore accelerare.
Non poteva essere vero, doveva esserci una spiegazione logica.
«
Sheldon...cos'è questo? » chiese con una voce più
acuta del normale rivolgendo al ragazzo l'oggetto trovato.
Sheldon sbiancò
all'improvviso domandandosi cosa ci facesse lì. La raggiunse in
fretta e strappò la scatolina dalla sua mano. Era tutta colpa di
Leonard, doveva essere stato lui a rimetterla al suo posto. Ma quando
lo aveva fatto? E sopratutto perché?
« Niente,
è...è solo una scatolina di velluto blu. Forse è
di Leonard, anzi sicuramente è sua. Chissà cosa ci faceva
nella mia scrivania » rispose frettolosamente incapace di trovare
una scusa convincente.
« Da quanto tempo ce l'avevi? » mormorò appena.
« Da un bel po'
» ammise con un sospiro sapendo che Amy non avrebbe creduto a una
sola bugia che avrebbe inventato. « Volevo trovare il momento
giusto...»
« Credo sia questo il momento giusto »
Amy lo fissava così
intensamente che Sheldon sentì le parole fermarsi in fondo alla
gola. Che cosa avrebbe dovuto dirle adesso? Non si era preparato e non
sapeva nemmeno da che parte iniziare.
Ma Amy lo stava aspettando per cui qualcosa doveva pur dire. Lasciò che le parole uscissero da sole, senza fermarle.
Guardò la scatolina stretta tra le dita e prese un respiro.
« Amy, già ti
ho detto che sei la persona più importante che ho al mondo e che
ti amo come non ho mai amato nessun altro in tutta la mia vita. Sai
rendermi più debole e più forte allo stesso momento. Sei
come la kriptonite per Superman e il martello degli dèi per
Thor. Mi hai reso un uomo migliore, un uomo che non pensavo sarei mai
diventato e tutto questo è solo per merito tuo »
Ora Amy stava seriamente
per commuoversi. Voleva interromperlo e dirgli che andava bene anche
così, ma lo lasciò continuare.
« Ho abbandonato la
teoria delle Stringhe non perché era senza sbocchi come ho
sempre voluto farvi credere, ma perché non riuscivo a
concentrarmi e pensavo sempre ad altro. Ho provato a cambiare studio
nella speranza di ritrovare la concentrazione perduta, ma non è
cambiato niente. Amy, tu mi distrai. Mi distrai dal primo momento in
cui ti ho incontrata. Ti penso in ogni momento anche se tu sei convinta
che non sia vero »
« Sheldon...»
« Non ho finito. Ti
ho chiesto di fare molte cose per me e tu le hai sempre fatte senza
discutere o lamentarti e sei l'unica che è sempre stata dalla
mia parte, in ogni momento. Ora però c'è ancora una cosa
che voglio chiederti »
Aprì la scatolina
mostrandole l'anello all'interno. Amy sentì lo stesso la terra
mancarle sotto i piedi e si portò una mano sulla bocca per
l'incredulità anche se già sapeva cosa stava per
succedere. Era tutto così bello che doveva per forza essere un
sogno. Le infilò l'anello all'anulare sinistro visto che Amy era
paralizzata per l'emozione.
« Diventa mia moglie. È questa l'ultima cosa che ti chiedo »
« Oh mio
Dio...» sussurrò guardando l'anello luccicante attorno al
suo dito. Cercò di trattenersi, ma le lacrime iniziarono a
rigarle il volto lasciando il fisico sconcertato.
« Ho...ho fatto qualcosa di sbagliato? Non ti piace quello che ho detto? Eppure pensavo—»
« Sto piangendo perché sono felice, Sheldon » disse con voce rotta tirando su con il naso.
« Oh...immagino di aver fatto le cose giuste allora »
« Non ci posso
credere...» continuò sistemando l'anello e allungando il
braccio davanti al viso per vederlo meglio. Era splendido, senza
dubbio. Era convinta che la loro relazione sarebbe rimasta stantia
nello stesso identico modo per moltissimi anni ancora e invece, senza
che se lo sarebbe mai aspettata, Sheldon le aveva messo un anello al
dito e le aveva espressamente chiesto di diventare sua moglie. E per di
più era da un pezzo che ci stava pensando. Avrebbe voluto
ritirare tutto quello che aveva detto e pensato su di lui nell'ultimo
periodo.
« Vorrei tornare al
college e sbatterlo in faccia a quella stronza di Christy, che diceva
che sarei rimasta sola per tutta la vita perché nessuno mi
avrebbe voluta. Cosa ne dici? È sufficiente come prova per
dimostrarti che hai fallito miseramente nella tua vita visto che sei
divorziata e con un lavoro precario? » sbottò sentendo un
senso di vittoria pervaderla come se stesse parlando ad una Christy
invisibile.
« Questo è un
vero Tiffany, non come quella patacca fatta di diamanti riciclati che
Leonard ha dato a Penny » spiegò Sheldon dopo averla
osservata attentamente in silenzio mentre rimirava il suo anello in
ogni angolazione come se ci fosse sempre qualcosa in più da
scoprire, un dettaglio che non era stato notato prima.
Improvvisamente un tic nervoso prese di mira l'occhio sinistro di Sheldon. « Amy, allora ti decidi a rispondere? »
Lei lo guardò confusa. « Eh? »
« La risposta alla mia domanda. Ancora non me ne hai data una »
Amy fece finta di non capire. « Quale domanda? Non mi pare di aver sentito una domanda prima »
« Avanti, sai cosa intendo. Ora rispondimi » disse con voce grave.
Amy fece cenno di no con la
testa. « Non posso darti una risposta se prima non è stata
posta una domanda, no? » fece atteggiandosi con la stessa aria di
superiorità del fidanzato.
Sheldon si limitò a sospirare. Sapeva sempre come metterlo con le spalle al muro. « E va bene »
La neurobiologa smise di prestare attenzione all'anello per guardarlo negli occhi.
« Vuoi proprio tutta la formula, eh? »
« Certo »
« Posso fare a meno di inginocchiarmi? »
« Solo se mi prendi per mano mentre me lo chiedi »
« Devo proprio? »
« Se non lo fai ti
obbligo a farmi la proposta in un luogo pubblico dove ci sarà
davvero, ma davvero tanta gente a guardarti » disse minacciosa.
Il pensiero di decina di persone che lo fissavano incuriositi gli fece
accapponare la pelle. Amy allungò una mano e lui,
titubante, l'afferrò tra le sue.
« Sapevi che in certe culture le proposte di matrimonio comprendono—»
« Chiedimelo e basta! » sbottò un po' impaziente.
Il fisico prese un respiro. « Amy, vuoi sposarmi? » disse nel modo più rapido ed indolore possibile.
Amy addolcì lo
sguardo e lo abbracciò istintivamente, stringendolo con forza
quasi avesse paura che scappasse. « Ma certo che voglio sposarti.
Aspetto questo momento da anni » mormorò con la guancia
contro il suo petto.
« Credo che ci siamo abbracciati fin troppo questa sera » disse allontanandola delicatamente.
Il sorriso e gli occhi di
Amy che brillavano per l'emozione fu una delle cose più belle
che avesse mai visto. Avrebbe voluto vedere quel luccichio negli occhi
e quel suo volto illuminato così tanto ogni giorno per tutto il
resto della sua vita. In quel momento promise a se stesso che si
sarebbe impegnato perché ciò accadesse.
Sheldon avvicinò il
viso al suo per strapparle un altro bacio. Ne aveva persi molti in
quelle settimane, ora doveva recuperarli.
Schiuse la bocca e
lasciò che la lingua iniziasse a leccarle le labbra, facendosi
spazio e toccando i denti finché anche lei non la schiuse quel
tanto che bastava per permettere alla lingua di incontrare la sua ed
approfondire così il bacio. Anche se improvviso, quel gesto
così audace non le dispiacque affatto.
Sheldon, con la mano
dapprima appoggiata al fianco, ora stava lentamente salendo fino a
ritrovarsi all'altezza dello stomaco. Le labbra iniziarono a non
bastargli più, voleva sentire altro. Iniziò a lasciare
baci sulla mandibola, lungo il collo, fino alla clavicola dove ci
rimase solo un po' prima di scendere ancora fino ad arrivare alla
scollatura del vestito. Con il pollice iniziò a sfiorare la
parte bassa del seno. Amy sentì il cuore accelerare. Non pensava
si sarebbe spinto a tanto. Reclinò la testa all'indietro quando
tornò a baciarle il collo diventato bollente come il resto del
suo corpo. Mentre la mano saliva ed esplorava nuove zone del suo corpo
con i denti iniziò a mordicchiare la pelle sensibile del collo.
I respiri di entrambi erano diventati più veloci e ad Amy
sfuggì un gemito quando morse con un po' più di forza e
ci passò la lingua sopra. Delicatamente la prese per i fianchi e
la spinse verso il divano senza mai staccare le labbra dalla sua pelle.
Una volta seduta Sheldon piegò una gamba e sedette sopra di essa
in parte a lei. La mano sinistra le sfiorava la zona appena sotto
l'orecchio mentre l'altra appoggiata al cuscino del divano gli dava il
sostegno. Amy chiuse gli occhi avvertendo ogni tocco sulla sua pelle
come un qualcosa che aveva sempre desiderato da molto, molto tempo.
Sembrava che non si volesse mai allontanare come se tutto il suo mondo
fosse racchiuso dentro di lei e che lei soltanto sarebbe stata in grado
di renderlo felice.
« Sheldon...»
mormorò e il fisico immediatamente si fermò
allontanandosi appena. Cosa stava facendo? Come aveva fatto a passare
da un semplice bacio a...quello? Guardò la macchia rossa sul
collo della ragazza e si alzò di scatto. L'aveva toccata e
baciata e addirittura mordicchiata come se fosse stato accecato dagli
ormoni e non fosse in grado di controllarsi.
Imbarazzato, non riusciva
nemmeno a reggere il suo sguardo. « Credo che andrò a
mettermi il pigiama » mormorò debolmente allontanandosi
verso il bagno con passo spedito. Amy lo osservò mentre si
allontanava e decise di cambiarsi a sua volta mentre lo aspettava. Non
riusciva a togliersi dalla mente quello che era appena successo.
Davvero Sheldon l'aveva toccata e baciata in quel modo?
Il fisico ci mise un po' più tempo del solito a cambiarsi e quando tornò rivolse alla ragazza un breve sorriso.
Amy lo stava aspettando pazientemente sul divano. Aveva lo sguardo fisso davanti a sé. Si chiese a cosa stesse pensando.
« Sei pronto? »
chiese girandosi per guardarlo. Lui annuì semplicemente ed Amy
si alzò per raggiungerlo. Dallo sguardo tenuto basso e dal modo
un po'impacciato con cui gli stava vicino si rese conto che forse Amy
aveva capito cosa lo aveva spinto ad allontanarsi all'improvviso. O
forse era semplicemente imbarazzata esattamente come lui.
« Allora buonanotte » disse con tono piatto la ragazza avviandosi verso la camera di Leonard.
« Aspetta » Amy si fermò e lo guardò interrogativa.
« Il letto di Leonard non è pronto dato che ormai non vive più qui »
« Sheldon, non
dormirò sul divano né tantomeno ho intenzione di mettermi
alle due del mattino a fare un fortino in mezzo alla stanza »
replicò lei.
« Non farei mai
dormire una ragazza sul divano, non sarebbe una cosa che un gentiluomo
farebbe. Mamma mi ha sempre insegnato a trattare bene le donne »
Amy si sistemò gli occhiali. « Cosa facciamo allora? »
« Beh, visto che la
camera di Leonard non è consona per l'utilizzo né ho il
suo permesso per farti dormire nel suo letto e che il divano è
fuori discussione rimane solo un posto dove puoi restare »
lasciò il discorso in sospeso per un paio di secondi, poi
abbassò la voce. « Dormirai in camera mia »
Questa era senza dubbio una
cosa che non si sarebbe mai aspettata di sentire. Ma infondo solo pochi
minuti prima le aveva chiesto di sposarlo e prima ancora si erano
baciati in un modo che mai avevano fatto fino a quel momento.
Sì, c'erano state parecchie cose inaspettate quella sera.
« Okay...» mormorò dopo essersi ripresa. Gli occhi le brillavano per l'emozione.
Percorsero il corridoio e,
arrivati all'ingresso della camera del fisico, quest'ultimo si
fermò. Amy riuscì a leggere la sua espressione tesa e un
po' nervosa. Sembrava anche più pallido del solito.
Sospirò sentendo l'emozione e l'entusiasmo spegnersi poco alla
volta, così come il sorriso che fino a quel momento incorniciava
le sue labbra mentre ora era solo una linea che mostrava una certa
amarezza. Dopo tutto questo ancora era restio al solo dormire insieme?
Perché non riusciva a fare una cosa tanto semplice e comune come
questa?
« Senti, se non vuoi non importa lascia stare. Andrò a preparare il letto di Leonard » disse a bassa voce.
« Perché? »
« Perché
è evidente che sei teso per il semplice fatto che condividiamo
lo stesso letto solo per dormire. Il fatto è che tu non sei
ancora pronto come pensi, Sheldon. Il matrimonio è una cosa
seria e non va preso alla leggera. Credo che dobbiamo aspettare ancora
» disse iniziando a sfilarsi l'anello, ma Sheldon la fermò
prontamente appoggiando la mano sulla sua.
« Non voglio
aspettare ancora, non dopo che ho rischiato di perderti. Anche se
adesso porti un anello e questo ci rende ufficialmente fidanzati non
siamo obbligati a scegliere una data nell'immediato futuro. Possiamo
sposarci domani, fra un anno, o fra dieci anni. Quando vogliamo noi
»
Amy sorrise appena. « Okay...»
« Bene » mormorò rilassandosi un po' e sorridendole leggermente.
Raggiunsero il letto e si
infilarono sotto le coperte tirandole poi fin sotto il mento, il tutto
senza dire nulla e senza nemmeno sfiorarsi. Restarono per un bel po'
immobili ad osservare il soffitto. Amy sapeva che sapeva che Sheldon
non stava dormendo, voleva sapere perché.
« Sheldon? »
« Mmh? »
« Non riesci a dormire? »
« No. E tu? »
« Nemmeno io »
prese una pausa di qualche secondo, chiedendosi se fargli quella
domanda che da un po' stava pensando. Ma infondo nessuno dei due
riusciva a dormire quindi perché no?
« Posso farti una domanda? »
« Se proprio non puoi farne a meno...»
« Perché mi hai offerto una bevanda calda quando ci siamo incontrati per la prima volta al bar? »
Sheldon corrugò la fronte perplesso. « Come mai questa domanda? »
« Rispondi e basta »
Il fisico rifletté
per un po'. « Beh, perché come ti ho detto poc'anzi, mamma
mi ha sempre insegnato ad essere gentile con le donne e quindi sapevo
che ad un primo appuntamento bisogna offrire qualcosa alla ragazza
»
« Solo questo? »
Sheldon attese qualche
secondo prima di rispondere. « No, certo che no. » Anche se
non la guardava sentiva il suo sguardo pungente addosso. « Appena
ti ho vista c'era qualcosa che mi aveva attirato di te, ma non saprei
dirti esattamente cosa. Forse il modo un po' infastidito con cui
guardavi gli altri o il portamento rigido tipico di una donna
diffidente che cercava solo di non attirare troppo l'attenzione su di
sé. Oppure per il cardigan viola che portavi e che ho trovato
molto carino o che mi sono accorto dei tuoi occhi verdi appena ho
incrociato il tuo sguardo. O forse per avermi detto che ogni contatto
fisico era fuori discussione e finalmente sentivo che c'era
qualcun'altro come me e che non ero il solo a pensarlo »
Si voltò per
guardarla e la vide abbassare lo sguardo pensierosa. « E tu hai
accettato subito la mia offerta. Per essere una che era stata costretta
a partecipare all'appuntamento non ci hai pensato due volte »
Amy aprì la bocca,
ma la richiuse subito. Sheldon aveva ragione, non ci aveva mai pensato.
Era stata costretta ad andare a quell'appuntamento nonostante non
volesse ed era convinta che appena avrebbe visto questo misterioso
individuo semplicemente gli avrebbe detto che non era interessata,
senza far perdere del tempo ad entrambi. Invece appena lo vide anche
lei si era sentita immediatamente attratta senza tuttavia capirne il
motivo.
« Trovavo il tuo modo
di parlare e di porti molto affascinante. Non avevo mai incontrato uno
come te e pensavo che scambiare due parole sarebbe stato interessante.
Inoltre eri il primo a sembrare intelligente per davvero. Tutti gli
altri che ho incontrato appena dopo il "ciao" già si capiva che
la loro intelligenza non superava quella di un individuo medio »
Sheldon sorrise. « Lo dici come se fosse una cosa negativa »
« Io non volevo un uomo comune. Io volevo trovare il migliore »
« E lo hai trovato? »
Lo guardò negli occhi per un po' poi finalmente rispose. « Sì, l'ho trovato »
Sheldon si avvicinò
e, titubante, iniziò ad accarezzare il suo fianco e poi la
schiena. Mano a mano che passava la mano sulla sua schiena
cominciò a rilassarsi. Non era poi così male dopotutto.
Amy appoggiò la fronte al suo petto godendosi appieno quelle coccole.
« Ti prometto che
sarò sempre il migliore per te » mormorò
appoggiando le labbra sulla sua testa. « Non voglio perderti
ancora »
Amy alzò il mento e
si ritrovò con le labbra a pochi centimetri di distanza dalle
sue. « Non mi perderai mai. » E questa volta fu lei ad
avvicinarsi ed iniziare il bacio. Bastò poco prima che
iniziassero ad approfondirlo sentendo le loro lingue intrecciarsi come
se lo avessero fatto altre mille volte prima. Si stupirono di quanto
fosse tutto facile e naturale.
Senza sapere come si
ritrovò a cavalcioni sopra di lui mentre Sheldon la teneva
saldamente per i fianchi quasi avesse paura che scappasse da un momento
all'altro. Si fermarono per un breve momento, giusto perché il
fisico le togliesse gli occhiali e li appoggiasse con cura sul
comodino.
Amy si portò una
ciocca di capelli dietro l'orecchio ed avvicinò il viso al suo,
sfiorandogli la punta del naso. « Nessuno mi porterà via
da te »
Sheldon infilò la
mano tra i suoi capelli e tenendola per la nuca appoggiò ancora
una volta le labbra alle sue. Mentre la teneva si tirò su ed
entrambi si ritrovarono seduti uno di fronte all'altra. Giocò
con l'orlo della maglia prima di sollevarla poco alla volta rivelando
la pelle chiara sotto di essa.
« Dimmi che sei mia,
Amy, dimmelo » mormorò tenendo le labbra contro alle sue
senza smettere di sollevare la maglia finché non gliela
sfilò dalla testa.
« Sono tua, per
sempre » cercò i bottoni della maglia che iniziò a
slacciare velocemente, impaziente di sfilargli la parte superiore del
pigiama. Una volta slacciata gliela tolse e la gettò sul
pavimento. « E tu Sheldon? Tu sarai mio? » disse ansimando
appena e tenendo gli occhi chiusi avvertendo le sue dita toccarle i
fianchi, l'addome e infine il petto.
Sheldon intrecciò la
mano nella sua, quella che portava l'anello che le aveva dato poche ore
prima. Con due dita le sollevò il mento.
« Per tutta la vita. »
E anche l'ultimo capitolo è andato.
Come vi è
sembrato? Uno schifo? Un aborto? Una chiaro esempio di gente che
dovrebbe andare a coltivare la terra invece di perdere tempo a scrivere
fanfiction?
Spero che la
storia non sia stata orribile, ma dopo il finale dell'ottava stagione
mi andava di scrivere qualcosa e volevo anche che fosse un pochino
diversa, con un po' di angst che non fa mai male e che finisse
però come vorremmo che tutti finisse <3
Ringrazio chiunque sia giunto fino a qui, chi ha recensito e chi ha messo la storia nelle seguite/preferite/ricordate.
Speriamo che la nona stagione ispiri altre fanfiction, non vedo l'ora di tornare a scrivere ancora *.* <3
Grazie ancora e alla prossima^^
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