6/6/1944
6 giugno 1944 – giorno di morte e speranza
Note: ho avuto l’idea per questa multidrabbe mentre ero
in Normandia, proprio sulle spiagge dello sbarco. Inizialmente doveva essere
sull’antica Roma, poi pensai a Giovanna d’Arco visitando Rouen, infine ho preso
la decisione di scrivere su questi luoghi e su questo giorno.
Zona di Caen
C'è silenzio.
O quasi.
Solo il rumore dei motori squarcia l'aria della notte.
Siete seduti, l'uno accanto a l'altro, ognuno con il proprio paracadute
sulla schiena.
Là sotto, sulla terra, ci sono i tedeschi e le loro trappole.
Là sotto, sul mare, ci sono inglesi, canadesi e americani, francesi,
cecoslovacchi, danesi, norvegesi, greci, belgi, olandesi e le vostre navi.
L’aereo sobbalza, oramai la meta è vicina.
Non c’è bisogno che parliate: siete ognuno il riflesso dell’altro.
Ansia.
Paura.
E speranza.
Quella speranza di vittoria che vi ha spinto fin sopra i cieli della
Normandia.
Quella speranza che esprimono i vostri sorrisi rivolti al sergente prima
del salto nel vuoto.
Pointe du Hoc
Vivete come topi da giorni, mesi o anni?
Ormai anche il tempo ha perso la sua importanza.
Qualunque cosa sembra priva di valore di fronte al tuonare dei cannoni.
Ma non sono le vostre armi a squarciare l’aria dell’alba del giugno 1944.
Potreste dire che sono tuoni.
Sarebbe bello se fosse solo un temporale estivo.
È una pioggia di bombe quella che cade.
Quei boati.
Quei boati non possono essere altro.
E quei cunicoli nella scogliera non sono un’accogliente casa.
Sono trappole per topi adesso.
E i topi siete voi.
Topi, un tempo uomini, stretti tra il mare e le bombe, con sopra metri di
cemento armato.
Omaha Beach
Fa freddo. Non sembra nemmeno giugno.
Ma non è estate nemmeno nei vostri animi. La paura non è un temporale
estivo, improvviso quanto violento. È uno di quelli che si formano in inverno,
uno di quelli che non passa subito. A volte dura giorni od ore. E aumenta con
il passare del tempo.
E così la paura. Cresce, vi afferra: tremate, temete la morte.
Le onde colpiscono lo scafo con regolarità, ma nessuno le guarda.
Gli occhi persi nel vuoto, le mani strette sul fucile.
E dopo lo sbarco le acque davanti alla spiaggia si tingono di rosso.
I proiettili cadono dal cielo come pioggia.
È una strage.
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