Viaggiavamo nella navicella delle guardie di Kalique ed eravamo in silenzio. Dopo che Caine fu ritornato con la nostra scorta, aveva deciso di restare con me finché non fossimo giunti al palazzo della Regina di Fughel. Nonostante l’avessi deluso, era rimasto al mio fianco.
Sospirai mentre fissavo tristemente la sua schiena massiccia e muscolosa che si alzava e abbassava pesantemente sotto il suo respiro rabbioso. Stava fissando il cielo, o meglio, l’universo attorno a noi muto e rigido come un morto.
« Avete fatto bene ad accettare il suo invito » mi disse la ragazza dai capelli cotonati distogliendomi dai miei pensieri. Avevo scoperto che si chiamava Joele, ed era l’ancella personale di Kalique.
« Non ho avuto molta scelta, non credi? » risposi tagliente pentendomene però all’istante. Non era colpa sua se lavorava per una despota.
« Scusami » mormorai Ma, non è un bel…momento » aggiunsi evitando in tutti i modi di continuare a fissare il Licatante. Joele però parve capire a cosa mi riferivo, perché abbozzò un sorriso comprensivo.
« Non è facile fare i conti con questo » disse. Mi voltai finalmente a guardarla negli occhi. Erano inquietanti. Sembrava stessi fissando un gatto pronto a saltarmi addosso e ad affondare i suoi artigli nella mia carne da un momento all’altro.
« Cosa? » feci finta di non capire a cosa alludesse.
« A quello » e indicò con lo sguardo la possente figura di Caine.
« I Licatanti hanno qualcosa nel loro DNA, che ci spinge verso di loro ».
Rimasi immobile a soppesare le sue parole.
« Bé, hanno un DNA modificato. Mi sembra ovvio che abbiano… »
« Non intendo il gene anomalo che impiantano a tutti loro » mi interruppe Joele « Ma quell’essenza animale che li distingue dal resto di noi e che li spinge oltre i limiti, e che spinge noi, verso istinti che non credevamo di possedere » concluse con una voce lugubre. Scossi le spalle sentendo un brivido gelido percorrermi la schiena.
« Caine è solo Caine. Non ha…niente di diverso » dissi piano.
L’ancella di Kalique abbozzò un piccolo sorriso intrigante che mi diede non poco fastidio.
« Se lo dite voi, vostra Maestà ».
Stavo per farmi prendere da una crisi di nervi a causa di quel nomignolo che continuavano a ripetere insistentemente, quando la voce del comandante della navicella, il nanetto dagli occhi porcini di nome Fintante, ci informò che stavamo per entrare nell’atmosfera di Fughel.
Con uno scossone violento, la navicella attraversò una nebulosa rossiccia e in un attimo atterrò su un piccolo spiazzo color porpora, in mezzo al nulla. Dinanzi a noi si innalzava un immenso palazzo che sembrava non finisse mai. L’avevo già visto qualche tempo prima, ma non mi era sembrato tanto immenso. Le sue torri toccavano il cielo e si espandevano sempre più in alto, a perdita d’occhio.
Balzai già dall’abitacolo in cui avevo viaggiato, e mi ricongiunsi ai passeggeri dell’Egida.
« Ciao Diomica » salutai il comandante in carica. Una donna dalla pelle ambra e dallo sguardo gentile e determinato.
« Sua Maes…Jup » si corresse subito. Le sorrisi riconoscente e insieme ad altri due uomini del suo equipaggio, mi lasciai condurre da Joele e Fintante all’interno del palazzo. Con la coda dell’occhio vidi Caine rimanere immobile fuori la navicella con lo sguardo piantato su di me. Cercai di fargli capire con un’espressione contrita che volevo anche lui al mio fianco, ma il Licatante fece finta di non intuire la mia supplica ed io non potei far altro che distogliere lo sguardo e fissare davanti a me il palazzo della Regina Kalique che si apriva come una bocca famelica attorno a me, pronto ad inghiottirmi tra i suoi inganni e sotterfugi.
NOTA DELL’AUTRICE:
*SCUSATE L'ASSENZA PROLUNGATA!!!!!*
1.I nomi dei Pianeti sono interamente inventati da me, così anche per i personaggi attorno che non sono comparsi nel film o che non hanno un nome anche se figurati in esso. (TRANNE il Pianeta Orus)
2.Adoro sapere il vostro parere, che sia negativo o positivo. Credo sia costruttivo imparare ad ascoltare anche i lettori.