Psicopatico (S x C)
Psicopatico
[SavioxClemson]
Seduci la mia mente e avrai il mio cuore. Trova la mia anima e
sarà tua.
(Anonimo)
Clemson non era il classico animaletto carino e coccoloso. No,
decisamente no.
Anche se all'apparenza poteva apparire tale, Savio non si era mai
lasciato ingannare.
Non si potevano imbrogliare un imbroglione. Aveva
immediatamente fiutato l'odore di menzogna emanato da quella
sottospecie di scoiattolo fulvo.
Proprio in quel momento, aveva la conferma che Clemson in
realtà
era il male e non uno minore, ma della peggiore specie: un disturbatore
della quiete pubblica.
Il roditore stava parlando ormai trenta minuti buoni da solo, senza
che il boa avesse fatto nulla per scatenare una simile catastrofe.
Insomma, se ne stava nella sua bella tana amabilmente a sonnecchiare;
non stava progettando nulla di malvagio, per una volta si stava godendo
la pace di quella giornata feriale dello zoo.
Improvvisamente,
era arrivato il mammifero. Già vederlo con il suo passo
tranquillo e il sorriso sociopatico sul volto non era un buon segno,
quando poi aveva iniziato a parlare, aveva capito: la sua giornata era
definitivamente rovinata.
"Clemson" chiamò lentamente il boa stanco dalle sua
chiacchiere.
Non ne poteva più.
Aveva pensato: "Una
volta che gli non gli rispondo, non mi scoccerà
più". Invece, la sorte volle diversamente.
Il mammifero continuò il suo discorso anche senza la sua
partecipazione.
Il boa si chiese a quel punto: "Perché
è venuto da me, se fuori gli alberi sono da considerarsi
ascoltatori più soddisfacenti di me?"
Il lemure non parve neanche prendere in considerazione il suo richiamo
e continuò imperterrito il suo lamento verso un certo re.
"Clemson!" esclamò il serpente facendo vibrare
più del solito la esse nel nome, era decisamente minaccioso.
Ancora il mammifero lo ignorò. Savio non era un tipo
paziente, specialmente se qualcosa lo infastidiva.
"CLEMSON" sbraitò il serpente decisamente stufo "Giuro che
ti divoro, se non taci!"
Finalmente la sua sfuriata parve avere effetto e il mammifero si
fermò di colpo. Il silenzio non era mai stato
così bello.
"Ma Savio...non è giusto, perché tutti ve la
prendete con
me? Questo non sarebbe mai successo, se io fossi diventato re! E sai
che
ti dico? Lo diventerò! Ci puoi scommettere, vedrai
sarò
talmente splendente, che anche mia madre farà fatica a
riconoscermi!" esclamò ricominciando a parlare quasi
immediatamente. Sarebbe stato troppo meraviglioso, se si fosse zittito
per sempre.
"Tu neanche ce l'hai una madre" sbottò il serpente roteando
gli occhi.
"Ah, sì? Beh, neanche tu se per questo!" ribatté
scaldandosi il lemure.
"Perché io non ne ho bisogno, sono un rettile non un
mammifero"
sospirò strofinandosi la fronte con la punta della lunga
coda.
"Razzista" sbottò il lemure incrociando le braccia
al
petto offeso, probabilmente più per l'essere stato
interrotto
che altro.
"Senti, ci sono tanti animali in giro per lo zoo, ad esempio: Hans, vai
da lui, sono certo che ti ascolterà volentieri, magari, poi
vi
scambierete i monologhi, che ne so! C'è Lulù,
anche a lei
farebbe piacere avere una tua visita, vai da chiunque, basta che mi
lasci in pace!"sbraitò scandendo bene ogni sillaba, per far
penetrare bene nel cranio vuoto del lemure tutto il significato.
"Ma a me piaci tu!" ribatté il roditore. Il serpente
all'udire
tali parole fu preso in contropiede, sbagliava o gli aveva appena fatto
una dichiarazione? Incespicò un secondo con la lingua
biforcuta
e fu costretto a tossire.
"Cosa?" chiese allibito non appena riuscì a riacquistare il
controllo della bocca.
"Ma certo! Chi altro ha così tanta pazienza (e un vetro che
ci
separa, così da non correre alcun pericolo) da sopportarmi
tutti i santi giorni? Poi, scusa, sei l'unico qui, che ha
un'intelligenza alta quasi quanto la mia- Il boa non fu sicuro che
quello
fosse un complimento- e hai anche delle belle scaglie" finì
sorridendo radiosamente.
Forse, il serpente non aveva capito bene cosa gli era stato appena
detto, o il lemure era stupido, oppure aveva bisogno di una mano in
qualcosa. In qualunque caso, il rettile era del tutto certo che non
pensasse realmente quelle affermazioni.
"Ok, poche storie, che ti serve?" sibilò distogliendo lo
sguardo
dalla sua figura magrolina. Si poteva definire anche tenera...la carne,
s'intende. Savio non poteva veramente ragionare in parametri normali,
non avrebbe mai potuto descriverlo come "carino e coccoloso". Il
serpente scosse la testa. No, non poteva.
"Oh, ma perché pensano sempre tutti male?" si
lamentò
Clemson mettendo di nuovo il broncio e voltandosi da un'altra parte.
"Perché ti conosco" sospirò il boa schioccando la
lingua infastidito.
"Te lo giuro, io questa volta non volevo nulla" aggiunse
notando il suo sguardo scettico "E comunque se non mi vuoi qui, me ne
vado! Il futuro re ti saluta!" esclamò inviperito girando i
tacchi e fece qualche passo verso l'uscita.
"Va bene, porta i miei saluti a questo re, perché qui vedo
solo
un rompiscatole" ridacchiò Savio finalmente concedendosi di
srotolarsi per stiracchiarsi un po' e poi, forse, tornare a dormire.
Clemson
si bloccò ferito nell'orgoglio. Il suo volto si tinse di una
tonalità ancora più scarlatta e gli occhi verdi
mandarono
scintille pericolose.
"Rimangiati quello che hai detto" ringhiò minaccioso.
Ritornò sui suoi passi e tirò fuori il
suo adorato
piede di porco.
"Oh, che paura" continuò a ridacchiare il serpente.
"Io sarò re e se non lo vedi, è solo
perché sei
un incompetente!" esclamò altezzoso picchiettando l'arma sul
vetro.
Il serpente ne fu quasi immediatamente disturbato. Quel suono
era così fastidioso, detestava chiunque colpisse la sua
teca.
Una volta aveva quasi fatto morire d'infarto una povera
bambina, le si era praticamente lanciato addosso con tanto di
zanne sfoderate, solo perché aveva tamburellato per qualche
secondo sulla sua adorabile teca. Era esasperato.
"Sì?" chiese seccato Savio "Beh, in questo momento vedo solo
un piccolo mammifero, che parla a vuoto"
Il lemure lo guardò rabbioso e urlò "Io
diventerò re! Ce la farò, chiaro? Non mi
interessa, se un
una bisciolina come te non ci crede! Io ce la farò!"
Ad ogni parola picchiava sul vetro, tanto per ribadire il concetto. Non
perché voleva veramente utilizzare il piede di porco, ma
più per sembrare minaccioso. L'arma aveva inoltre l'effetto
di
tenergli i nervi saldi e farlo rimanere lucido.
Il serpente strinse gli occhi ad ogni colpo. Non ne poteva davvero
più. Le sue povere orecchie stavano iniziando a dolere.
Clemson notando l'improvviso cambio di comportamento guardò
prima il piede di porco, poi il vetro e smise. Il serpente si era
avvolto in strette spirali e lo guardava decisamente furioso.
"Ok, calmo Savio" deglutì nervosamente accorgendosi
dell'enorme errore "Mi sono dimenticato, che non ti piace quando si
picchia contro il vetro" mormorò indietreggiando di un
passo.
Mise via il piede di porco e abbassò lo sguardo pronto a
ricevere gli insulti, perché questa volta li aveva meritati.
Se
l'era presa per una semplice battutina.
"Fallo un'altra volta e ti divoro" sibilò semplicemente il
serpente scuotendo
la testa infastidito. Clemson sospirò di sollievo, era
ancora
abbastanza stordito da non sfuriargli addosso. Il rettile intanto
lentamente tornò a srotolarsi e si
calmò.
"Comunque io diventerò re!" esclamò Clemson con
aria di sfida.
Savio era esasperato.
"Ok, basta, stop, hai vinto! Va bene, diventerai re, contento? Allora?
Che vuoi fare dopo?" domandò sbuffando sonoramente
"Scommetto
che non hai assolutamente pensato a cosa farai dopo"
"In realtà io ho già progettato tutto" rispose
furbo
"Anzi, temevo che nessuno me lo chiedesse. Per prima cosa, mi
costruirò un trono degno di essere chiamato tale.
Perché
quello di Julien non mi piace e, poi, assumerò una guardia
del
corpo, sai, nel caso quei noiosissimi pinguini mi tentassero di
spodestare. Voglio essere padrone dello zoo e tutti si dovranno
inchinare a me. Credo, che organizzerò una cerimonia
giornaliera
in cui tutti dovranno baciarmi i piedi e..."
"Ok, ho afferrato il concetto" lo interruppe Savio disgustato. Iniziava
a sperare che non diventasse mai re. Non si sarebbe mai sottomesso ad
un essere simile "Ma sappi che non mi inchinerò mai a te"
"Oh, lo sapevo" sorrise il lemure facendo spallucce "Per questo ho
già progettato il tuo omicidio, sai le tu scaglie mi
piacciono
molto, credo proprio, ne farò il mio regale mantello"
Il boa si strozzò con la saliva e tossì
nuovamente "Che
cosa?" sbraitò alzando la testa e puntandola verso il
mammifero.
"Meglio un tappeto? Ma quale corridoio potrebbe essere così
lungo?" ragionò Clemson strofinandosi il mento pensieroso.
Improvvisamente vedendo l'espressione sconvolta e furiosa del rettile
scoppiò a ridere maniacalmente.
"Stavo scherzando Savvy, come potrei uccidere l'unico che mi sta ad
ascoltare? Dovrei essere proprio un folle e, fino a prova contraria,
non lo sono ancora così tanto. E poi ho paura che le tue
scaglie
perdano di lucidità, se te le stacco, mi capisci, vero?
Sarebbe
un peccato rovinare un così bel manto"
continuò
ridacchiando.
Il boa non capiva se lo stesse prendendo in giro, oppure no. Clemson
continuò a parlare per diversi minuti, poi notando ancora la
faccia scura del rettile, sospirò tornando anche lui serio
(per
quanto gli fosse possibile) "Savio, davvero. Non ci avrai creduto?
Io...io non potrei mai ucciderti (a parte, che anche la natura
è
contro di me). Andiamo, è assurdo! Davvero, chi mi
ascolterebbe
altrimenti? Chi mi darebbe l'inspirazione? Anche Julien, per quanto
idiota sia, ha un braccio destro e tu sei il mio! Su, ti avrei messo
come mia guardia del corpo, avresti potuto divorare tutti i
miei
nemici e non ti saresti mai inchinato" concluse abbassando gli occhi
tristemente.
Non si sarebbe mai avverata una simile futuro. Sarebbe
sempre rimasto il sociopatico demente, che tentava di usurpare il
trono,
per poi non riuscire a regnare più di tre minuti.
Savio lo guardò scettico indeciso, se credergli o meno, ma
quando
notò una leggera lacrima rotolargli giù dalla
guancia il
suo cuore perse un battito. Clemson in fondo non era troppo cattivo,
manie di grandezza a parte, non si sarebbe mai abbassato a tanto da
commettere un omicidio a parte quello di Julien.
"Sai" iniziò piano, quasi in un sospiro, se ne sarebbe
pentito
"Il tuo piano per il futuro non è male, potrebbe funzionare"
Clemson s'illuminò in meno di un secondo. Rapidamente come
era
venuta, la sua malinconia sparì e tornò il solito
loquace
di sempre, persino la lacrima sembrava essersi persa chissà
dove
"Davvero?" batté le mani felice come un bambino che aveva
appena ricevuto il regalo per Natale. Bastava poco per farlo contento,
anche se questo avrebbe significato sacrificare il resto della giornata
per ascoltare i suoi folli piani.
"Sì" sospirò solo il boa preparandosi ad una
lunga, lunghissima serie di parole probabilmente interminabile.
"Oh, grazie Savvy"
"Non chiamarmi così" sibilò il serpente,
d'accordo per i
discorsi sconclusionati, ma i soprannomi? Lì, si esagerava.
"Sei davvero un amico" ridacchiò felice il lemure mettendosi
seduto "Ti ho già raccontato del mio piano a base di burro
di
arachidi?"
"No" mormorò rassegnato Savio chiudendo gli occhi per un
momento, per poi riaprirli stancamente. La giornata era andata, si
stava già iniziando a pentire. Maledetto tenero psicopatico.
Non è abbastanza
conquistare; uno deve imparare a sedurre.
(Voltaire)
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Angolino dell'autrice:
Ok, perdono per l'enorme ritardo! Davvero non so come farmi perdonare,
ma la sfiga è dalla mia parte. Prima il computer, poi la
connessione andata a quel paese (un'altra volta), l'assoluta pigrizia
di cui sono affetta in maniera cronica, sono un mix mortale.
Comunque bando agli scleri, spero vi sia piaciuta come piccola
storiella.
Come avevo già promesso: è dedicata a Viky,
che tanto apprezza questa coppia.
Grazie mille per aver letto e se avete voglia lasciate pure un commento!
P.s. La prima frase (quella dell'anonimo, per intenderci) dovrebbe
essere rivolta a Savio, mentre l'ultima a Clemson.
Alla prossima!
Tilia=|=
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