Il velo dei ricordi

di ArtemisiaBlack
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Sanguesporco. Sanguesporco. Sanguesporco. La parola continua a rimbombarmi in testa. Rivedo in continuazione la scena a rallentatore nella mia mente. Percepisco sulla pelle il disprezzo con cui è stata pronunciata quella parola. Sanguesporco. Rivedo il ghigno di Malfoy, sento i suoi occhi che mi fissano mentre la sua finta risata riempie l'aria. E il mio cuore perde un battito ricordando il suo sguardo divertito puntato su di me, impietoso e crudele come il proprietario di quei magnetici (magnifici) occhi grigi. Quell'idiota di Malfoy ha centrato il punto, è riuscito a ferirmi. Con un'unica, piccola parola è stato in grado di riaccendere in me la fiamma della paura, della mia più grande paura: il terrore di non essere all'altezza degli altri maghi, l'ansia di non riuscire ad apprendere come chi è nato e cresciuto nel mondo della magia. Nonostante ottenga ottimi risultati, continuo a temere che un giorno il mio impegno e dedizione non saranno abbastanza. Rimugino da un po' sulla faccenda e mi sono documentata in biblioteca, evitando di dirlo ad Harry e Ron perché tanto so che mi risponderebbero di non preoccuparmi perché sono la migliore del corso. Da quello che ho capito essere bravi maghi richiede impegno, dedizione e molto studio. Ma non solo. I grandi maghi sono portati per la magia. E credo che questo non dipenda dal sangue e dalle origine del mago, però non ho ancora capito quali fattori stabiliscano chi debba nascere con il dono della magia e chi no. Per esempio i Magonò restano ancora un mistero per me. Deduco che dovrò per lo meno continuare a studiare per dipanare i miei dubbi. 




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