Erano di già
finite le mini-vacanze
che Blaze si era concessa.
Era stata ospitata a casa
del
supersonico riccio blu e del suo amico per una settimana, lasciandosi
trasportare dal divertimento che i suoi amici le proponevano: cinema,
montagne russe, concerti, osservare le lucciole e le stelle di notte,
esilaranti battaglie rap tra Sonic e Knuckles, correre sui tetti
ignorando le code dei gatti pestati... eh, sì, un sacco di
cazzate
che si doveva proprio concedere.
Le dispiaceva lasciare di
già Sonic,
Tails e tutti i loro amici, ma doveva tornare nel suo mondo.
Nonostante le insistenti
richieste di
tutti, Blaze sapeva benissimo che il suo posto era nella Sol
Dimension, a regnare i suoi sudditi e a garantire la corretta
amministrazione del suo Impero.
Essendo una regina, sapeva
qual era il
suo posto.
Anche se un po' di
tristezza le veniva
comunque; era da anni che non si sentiva così bene.
“Sei sicura che
non possano aspettare
ancora un po'? Non ci dispiacerebbe ospitarti ancora per una
settimana o due.” ritentò Sonic, speranzoso che la
sua cara amica
accettasse. Lui la trovava una persona con cui era piacevole passare
il tempo, e le voleva molto bene. Erano più stretti di
quanto
qualcuno potesse mai pensare, anche se erano molto diversi. Il
peccato era che lei proveniva da un'altra dimensione che la teneva
occupata costantemente, e forse doveva ringraziare che fosse venuta
per quella settimana. Questo contribuiva al fatto che la riuscisse a
vedere solo ogni morte di Papa, e gli dispiaceva non trattenerla di
più. Ma sapeva che Blaze era molto severa con sé
stessa e con le
sue responsabilità, che di certo non erano piccole.
“No, Sonic.
Grazie per avermi
ospitato, ma devo tornare a casa.” rispose Blaze, tirando un
sospiro.
Tails assisteva allo
scambio di
dialoghi dei due amici in silenzio, sapendo che non poteva far niente
per convincere Sonic a lasciar perdere e Blaze a restare.
“E naturalmente
grazie anche a te,
Tails.” continuò Blaze, rivolta verso il volpino
con un dolce
sorriso. La volpe ricambiò il sorriso.
“Non
c'è problema, ritorna quando
vuoi. Ah, e quando arrivi, mi saluti Marine?” chiese Tails.
La gatta annuì:
“Certamente.”
“Certo che
è un vero peccato che
Marine non sia potuta venire.” aggiunse Sonic, entrando a
random
nella conversazione, giusto per allungare il tempo alla partenza.
“Già.”
concordò la principessa.
Povera Marine, proprio un paio di giorni prima della partenza si era
raffreddata, ed era dovuta restare a letto con la febbre a 40°.
Ovviamente Blaze si era
offerta di non
andare per restare ad accudire l'amica, ma Marine è stata
piuttosto
decisa su quello che voleva.
Marine era
sdraiata nel suo letto,
completamente avvolta nella sua coperta rossa e con uno straccio
umido sulla fronte. Aveva una cera orribile, per di più.
“Tu vai,
Blaze. Va' pure in
vacanza, non devi restare per me.” disse teatralmente,
portandosi
il braccio sulla fronte, mentre Blaze le prendeva la temperatura. La
gatta roteò gli occhi al fare della piccola prociona.
“40°,
Marine. Non puoi rimanere
da sola.”
“Aspetta-
cosa?” esclamò la
ragazzina.
“Posso
sempre rimanere con Gardon,
non c'è bisogno che tu rimanga.”
La gatta
alzò un sopracciglio.
“Preferisco
tenerti sott'occhio. E
poi posso sempre andare un'altra volta, Sonic di certo
capirà-”
“Senti
gioia.” interruppe
Marine, mettendo via la sua parte teatrale e assumendo un tono
scocciato, “Se pensi che lascerò che il tuo fondo
schiena resti
qui per me, ti sbagli di grosso, compare! Ora vai là, fai
meno
l'asociale possibile e salutami Tails. Anche Sonic, ma non
dimenticarti di Tails.” le ordinò l'amica. Blaze
sospirò e andò
a preparare tutto quello che c'era da preparare.
“Ora
sarà meglio che vada sul
serio.” aggiunse Blaze dopo un po', pronta ad andarsene.
“Woah woah sono
quasi le 4 e mezza
del pomeriggio! Sei sicura di non volerti fermare per
merenda?”
chiese Sonic allegro, sperando che ci stesse almeno per la merenda
pomeridiana.
A questo stupido tentativo,
Tails non
resistette a guardare il suo amico blu con la fronte aggrotata nella
sua tipica espressione 'Sonic, per favore!'. La gatta, ovviamente ,
roteò gli occhi, ma sorrise.
“No, Sonic. E ora
smettila di farmi
perdere tempo. Andiamo Tails!” disse, dirigendosi poi in
cantina.
La volpe annuì e le fu subito dietro, mentre un reclutante
Sonic li
seguì più lentamente.
In cantina c'era
l'invenzione di Tails
che le avrebbe permesso di teletrasportarsi nel suo mondo.
Era un grande anello
metallico dal
diametro di 3 metri che, con l'energia necessaria, funzionava come un
portale creato con gli smeraldi del Chaos o del Sol.
Tails si mise nella sua
postazione ed
iniziò a digitare pulsanti collegati al portale.
Blaze si sentì
picchiettare le spalle:
si voltò e vide Sonic, sorridente anche se un po'...triste?
“E' volata questa
settimana, devo
ammetterlo...” ridacchiò Sonic, grattandosi la
nuca.
“...Buon viaggio,
Blaze.” e
abbracciò l'amica. Blaze ricambiò l'abbraccio.
“Non fare
così il tragico, non è un
addio.” lo rincuorò la gatta.
“Oddio, spero di
no.” rise Sonic,
lasciando di nuovo l'amica “Spero solo di rivederti
presto!”
“Anche
io!” si intromise Tails, che
si sentiva un po' escluso dai saluti sdolcinati dei due.
Il volpino
digitò ancora qualcosa per
poi annunciare: “E' pronto.”
Tirata una leva, il portale
iniziò ad
illuminarsi di biancastra energia.
“E' ora. Ciao
Blaze!” salutò
Sonic, agitando la mano.
“Ciao ragazzi,
grazie di tutto!”
salutò a sua volta la gatta, incamminandosi verso il portale.
“Ciao ciao
Blaze!” salutò Tails,
ma lei era già entrata.
I due amici rimasero per un
paio di
secondi a guardare il portale sorridenti.
I loro sorrisi,
però, sparirono in un
istante quando sentirono l'allarme iniziare a suonare brutalmente e
rumorosamente. Le espressioni tranquille dei due cambiarono in
spavento.
Il portale tremava, e
così tutto lo
scantinato, mentre la luce biancastra del portale cambiava colore
freneticamente.
Tails faceva del suo
meglio, e
continuava a premere agitatamente i pulsanti per far smettere
quell'affare.
“TAILS! CHE
SUCCEDE?!” urlò Sonic,
cercando di farsi sentire nonostante il rumore dell'allarme.
Il volpino
ignorò alla grande la
domanda del suo amico, concentrandosi su una cosa ben più
importante: fermare quel coso prima che si autodistruggesse.
Dopo alcuni interminabili
secondi, in
cui Sonic si sentì perfettamente inutile, Tails
riuscì a far
smettere l'attività del portale, il quale fece una bella
esplosione
finale.
Entrambi gli amici, nel
sentire
l'esplosione, chiusero gli occhi e si coprirono la faccia con le
braccia, in difesa.
Quando non sentirono
più nulla,
osarono sbirciare verso il portale.
L'enorme
aggeggio metallico era mezzo distrutto, e l'altra metà era
nera
carbonizzata e odorava di bruciato.
I
due guardarono
pietrificati la scena.
“Oh
no...”
mormorò debolmente Tails dopo un po'.
“Tails?”
chiamò Sonic, preoccupato “Dov'è adesso
Blaze?”
Blaze
era
entrata nel portale tranquillamente.
Tutto
intorno
era bianco e scorreva tranquillamente, sembrava tutto normale. Ma non
durò molto.
Di
colpo, tutto
intorno divenne nero, la testa di Blaze cominciò a girare e
poi lei
si sentì precipitare nel vuoto, in un vortice turbolento di
confusione.
In
un batter
d'occhio, il nero divenne luce. Le orecchie le fischiarono per
qualche secondo.
La
prima cosa
che la gatta vide fu un cielo azzurro e sereno, con qualche innocua,
piccola, soffice e bianca nuvoletta.
Blaze the cat
recuperò piano piano i
sensi.
Si svegliò che
si trovava sdraiata su
un'enorme distesa di erba selvaggia e verde, sotto un cielo di una
bellissima giornata.
Aveva la testa pesante, ma
riuscì a
mettersi seduta. Si guardò intorno: non c'era un solo
edificio, una
foresta, niente.
La fresca prateria si
stendeva a
perdita d'occhio, e non c'era che verde all'orizzonte.
-Dove sono finita?
- si chiese
la gatta lilla, continuando a guardarsi intorno.
-Questo non
è di certo il mio
mondo. - pensò, alzandosi in piedi e spolverandosi
i vestiti.
Fortunatamente la testa aveva smesso di farle male, ed ora si sentiva
nuovamente a posto.
-Deduco che il
macchinario di Tails
si sia sbagliato.- pensò con un sospiro, poi si
ricordò dello
strano evento nel portale.
-Cosa
sarà successo?- si
chiese, cominciando ad immaginarsi dei possibili scenari.
-Cos'è
che è andato storto?-
Stare lì,
comunque, non sarebbe
servito a nulla. L'orizzonte era delineato dal profilo ondoso delle
colline. Le dispiaceva un po' lasciare quel posto così
pacifico,
così rilassante...
A malapena le faceva
ricordare che non
sarebbe dovuta trovarsi lì.
Fece un respiro profondo e
si mise a
correre verso le colline.
Con una velocità
come la sua ne
raggiunse una in pochi secondi, e si mise in cima.
Da lì ebbe una
visuale più vasta, e
notò che la prateria non si stendeva molto di più
di quello che
credeva: a pochi centinaia di metri, poteva chiaramente notare dei
promontori molto simili a quelli di Green Hill, ma molto più
selvaggi.
La brezza iniziò
a soffiare più
forte, scompigliandole i capelli e il pelo in modo agitato.
I dintorni cominciarono a
scurirsi
sempre di più. La gatta si girò confusa, tenendo
gli occhi
socchiusi in modo che il vento sempre più forte non le desse
troppo
fastidio.
Degli enormi nuvoloni neri,
che prima
non c'erano, avevano oscurato il sole e alcuni lampi si intravedevano
tra le nuvole cariche di tempesta.
Rabbrividì a
come fossero veloci a
muoversi.
Doveva sbrigarsi a trovare
dove
ripararsi, se non voleva essere avvolta dal temporale.
Si voltò di
nuovo verso i promontori,
e si mise a correre.
S fermò solo
quando raggiunse i piedi
della montagna, e ci trovò, fortunatamente, uno spiraglio, e
ci si
infilò. Si accoccolò più che
poté per poterci stare, portando le
gambe in posizione fetale e stringendosi le ginocchia con le braccia.
Sentì qualche
tuono, e poi lo
scrosciare di una forte pioggia. Sbirciò fuori, mentre la
pioggia
picchiettava forte. La gatta sospirò.
Dov'era finita? Come faceva
a ritornare
a casa? Dove avrebbe iniziato a raccogliere indizi, in quel posto
dimenticato dagli uomini?
Diede ancora un'occhiata
scocciata alla
pioggia, che sembrava aumentare sempre di più.
-Per il momento
immagino che non
vado da nessuna parte.- si disse tra sé e
sé.
Non sapeva nemmeno quanto
fosse sicuro
quel posto, quella grotta.
Lasciò che la
fronte si premesse sulle
ginocchia, e chiuse gli occhi.
“Tails, come
facciamo a rintracciare
Blaze?” chiese per l'ennesima volta il riccio blu al suo
amico,
preoccupatissimo; erano ormai passate tre ore da quando il portale
era esploso.
“H-hai detto che
ci sono possibilità
che lei abbia già attraversato il portale,
giusto??”
Il volpino maneggiava con i
controlli
della sua creazione.
“Sonic, te l'ho
già detto che non
devi sperare troppo: c'è solo il 10% delle
probabilità che fosse
già arrivata di là, quando il portale
è esploso.” rispose di
nuovo all'agitatissimo compagno.
Tuttavia, capiva
l'inquietudine
dell'amico: anche lui aveva paura per la gatta.
Poteva essere ovunque, in
condizioni
ignote o magari le particelle del suo corpo erano imprigionate nel
portale, o erano svanite nel nulla.
Tails non aveva mai
costruito portali
comunicanti con due diversi dimensioni, quello era il suo primo
portale dimensionale. Una macchina sperimentale, ma la prima volta
che la usarono, ovvero quando Blaze era partita dal suo mondo, aveva
funzionato, dato che lei era arrivata sana e salva dall'altra parte,
nel mondo di Tails e Sonic.
Per quanto ci avesse
provato, il
ragazzino non riusciva a capire cosa non avesse funzionato.
Voleva scoprirlo a tutti i
costi, ma
c'era un'altra cosa ancora più importante da fare.
“Ancora un attimo
di pazienza,
Sonic.” disse al suo amico riccio, il quale stava osservando
l'aggeggio con preoccupazione “Sto calcolando le
coordinate.”
Il macchinario di Tails
era,
fortunatamente, attrezzato di una specie di “scatola
nera”:
qualsiasi cosa succedesse, questo oggetto sapeva perfettamente dove
finiva il contenuto del portale.
La fronte di Tails
gocciolava sudore
dallo stress, mentre digitava i pulsanti per le informazioni che gli
servivano.
A un certo punto, il
macchinario iniziò
a sputare fuori le coordinate scritte su un lungo fogliettino di
carta.
“Grazie al
cielo!” Tails sentì
udire dal compagno, il quale era improvvisamente sollevato.
Il volpino sorrise
soddisfatto, felice
che la sua macchina sapesse almeno localizzare la loro amica.
Prese in mano il foglio del
resoconto,
e iniziò a leggerlo; all'inizio fu sorpreso, e
sgranò gli occhi
incredulo e confuso, ma più continuava a leggere le
informazioni a
sua disposizione, più la sua espressione si tramutava in
preoccupato.
-Non è
possibile...!- si disse
alla fine, e forse lo sussurrò anche, dato che il suo amico
lo
richiamò.
“Tails! Che
succede? Tutto bene?”
Sonic si avvicinò di più alla postazione dove si
trovava il suo
amico.
Il volpino lo
guardò in faccia, e
Sonic poteva leggere perfettamente che la situazione era grave.
Non voleva comunque
sembrare troppo in
panico davanti al suo amico più piccolo, e cercava di auto
convincersi che Tails avesse letto che la sua amica fosse finita
massimo nella base di Eggman.
“Allora Tails?
Dov'è Blaze?”
chiese al suo amico.
“E' a Green
Hill...” iniziò con
difficoltà il volpino. Sonic rimase molto sorpreso della sua
risposta.
“Qui a Green
Hill??” ripeté
incredulo, chiedendosi perché il suo compagno fosse
così
preoccupato.
Sonic era già a
un passo per iniziare
a correre attorno a Green Hill, quando Tails aggiunse:
“O meglio, oggi
si può dire che era
a Green Hill...”
Quella frase
bloccò completamente il
riccio. Lo guardò confuso come non mai.
“Cosa vuol
dire??”
Il volpino
riguardò attentamente le
coordinate.
“Tails...?”
lo richiamò l'amico,
avvicinandosi a quest'ultimo.
Tails, ormai del tutto
sicuro, guardò
il suo amico dritto negli occhi, e gli rivelò il problema.
“Blaze
è a Green Hill...4000 anni
fa!”
N.B:
Salve a tutti!
Rieccomi
con una nuova storia! In teoria dovrei essere qui a finire l'altra, ma
mi era veuta l'ispirazione per questa nuova.
Tanto
per essere chiari, non ha nulla a che fare con la ff sulla Shadaze.
Giusto per essere chiari.
Spero che
anche questa vi piaccia
|