CENERELSA

di kaja
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Ciao a tutti !.. Mi chiamo Elsa e sono di Arendelle , sapete quel piccolo regno il regno di Arendelle, che si trova su un fiordo e include elementi dell'architettura classica norvegese come le chiese di legno ? Si ! ... Proprio lì che avviene la narrazione della mia storia. Vi può sembrare molto triste , ma alla fine ho trovato il mio lieto fine. Per carità non scambiatemi per la Cenerentola che tutti voi conoscete , quella strana tizia che canta dalla mattina alla sera che parla con degli uccellini e facendo amicizia con i topolini del soffitto di casa mia . Diciamo che … la mia storia ebbe inizio in modo drastico . Sapete , non è da tutti i giorni perdere una madre , un punto di riferimento che mi promette che vi starà accanto e poi un giorno all'altro ve la vedete portare via senza sapere come è potuto succedere. Ovvio , a quell'epoca ero una bambina di cinque anni, di cui io dovetti aggrapparmi a un'unica figura di riferimento che mi era rimasta : Mio padre Agdar . Mia madre Idum morì quando avevo cinque anni , non fu una grande passeggiata per me . Avere cinque anni , perdere una madre in quel periodo scoprire di avere degli strani poteri . Avete capito , sono nata con dei poteri di ghiaccio, posso controllare la neve che creo , le correnti e creare delle immense bufere di neve . In altre parole sono una “ regina delle nevi” Per voi può sembrare “ figo “ , ma per me che cono di carattere molto chiuso e molto timida e vivendo nel ' Ottocento , dove chiunque ti possa etichettare come una strega , un abominio o cose del genere . State tranquilli che prima che emanate un sospiro , la gente del villaggio vi appende in una forca con “ l’accusa di complottare con il demonio “ . Ciliegina sulla torta , all'età di sei o sette anni ,( non mi ricordo bene) . Mio padre ebbe la “grandissima idea” di riprendersi moglie. Non ero del tutto contraria alla sua decisione , chi sono “io” ha decidere sulla vita sentimentale di mio padre?... Quando il mio dolce padre , portò per la prima volta la sua nuova sposa , e l’ebbi vista per la prima volta a faccia a faccia i miei sensi mi dissero di diffidarmi da quella tizia . Per chiudere in bellezza Gertrude ( nome di quella megera che mi renderà la mia vita un inferno ) ; portò dappresso come cagnolini da passeggio le sue orribili cinque figlie , nonché mie sorellastre maggiori . Dal loro arrivo , la mia vita non fu la stessa i cambiamenti li notavo soltanto io , e mio padre “ non si sa perché” non se ne accorse giusto in tempo per espirare il suo ultimo respiro. Tutta l’attenzione l’ebbi io , non desiderando la loro attenzione , perché dalla morte di mio padre tutti i nostri beni ( miei dal momento che sono l’unica ereditaria dei beni accumulati nel tempo dei mie amati genitori) , la loro frustrazione di chi toccava fare tutte le faccende domestiche , e occuparsi della fattoria e del giardino (abbiamo dei possedimenti terrieri) . Indovinate a chi toccò ? A me!!!... Ti pareva che Gertrude ordinasse a quelle sue cinque brutte ranocchie di alzare i loro culi e mettersi a zappare , dare da mangiare a agli animali, occuparsi del raccolto , andare al mercato per vendere un po la nostra merce occuparsi della casa eccetera . Non solo dovetti sottomettermi alle loro angherie , in quel periodo scoprì che col passare degli anni non solo cresceva il loro odio nei miei confronti ; anche se a quell'epoca (ero pur sempre una bambina) non capivo del perché del loro rancore nei miei confronti . Anche i miei poteri , crescevano insieme alla mia paura che un giorno possano esplodere la loro grandezza agli occhi dei miei compaesani . Per fortuna avevo degli amici che mi aiutavano nei miei momenti peggiori della mie giornate . Alla fine non mi sono lamentata , il lato positivo di questa faccenda sono stata in compagnia . Ho sempre pensato che essere solo per troppo tempo si rischiava di impazzire , io non ci volevo arrivare avevo i miei cavoli per la testa , per la storia dei mie “ poteri” . Questa è la mia storia, spero che comprendiate la morale di tutto ciò che vi ho detto . Elsa di Arendelle .




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