Losing one’s bearings

di Shizue Asahi
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La storia partecipa all’evento del gruppo facebook We are out for Prompt e alla Writing Challenge di Pseudopolis Yard.
Il prompt era “Balto, human!Balto/human!Jenna. Il suo senso dell'orientamento era incredibile” di Giada F.
 
 
Losing one’s bearings
 
 
Balto è un ragazzone robusto, con sempre un filo di barba dispettosa sul mento e l’occhietto vispo. Ha ereditato le ridicole fossette del padre e ha la pelle olivastra e gli occhi scuri della madre, insieme a quell’aria un po’ selvatica che non lo lascia mai passare inosservato
Conosce a menadito tutte le stradine e i vicoli più impensati di Nome, sa ripercorrere ogni passaggio a occhi chiusi. Talvolta si azzarda anche a bighellonare nei boschi che circondano la cittadina, divertendosi ad allontanarsi il più possibile, per poi mettere se stesso alla prova, in una sfida che richiede di ritornare a casa il più in fretta possibile.
Boris, il suo tutore, ogni tanto gli dice che quello che gli manca di buonsenso, lo ha sostituito tutto con un ottimo senso dell’orientamento. È come se Balto fiutasse la strada giusta e segretamente Boris si sorprende a pensare che, se il figlioccio fosse un cane da slitta, sarebbe la sua fortuna.
 
Quando poi Balto inizia a uscire con Jenna, una ragazzina adorabile, una nuvola di capelli rossi e occhi enormi, qualcosa si rompe.
Balto ce la mette tutta, davvero, ma poi Jenna fa quell’adorabile versetto, quel sorriso dolce o semplicemente i suoi capelli gli solleticano il viso e il cervello del ragazzo smetteva di connettere. Sbaglia strada, si perde nella via principale della cittadina. Talvolta è così emozionato che sbaglia anche il luogo del loro appuntamento. Per sua fortuna Jenna è dotata di un’incredibile pazienta e, del resto, anche lei si sente tutto uno sfarfallio di farfalle e gambe molli.
 
La perdita del suo senso dell’orientamento, a conti fatti, non gli sembra poi un grande dramma. E poi, quando Jenna non è nei paraggi, funziona tutto come sempre. Riesce ancora a intrufolarsi nei cortili dei vicini senza essere visto e a passeggiare per il bosco senza perdersi – il che è una grande cosa, perché se non tornasse a casa, senza avvisare, per ora di cena, Boris potrebbe anche strangolarlo per lo spavento.
 
Al loro primo anniversario, poi, riceve un regalo del tutto inatteso e non sa esattamente se sentirsi offeso o lasciarsi distrarre dalla splendida fattura dell’oggetto. Alla fine decide per metà e metà.
- È molto bella, ma non ne ho bisogno – asserisce, mentre si rigira tra le mani la piccola bussola di ottone, facendone schizzare l’ago in ogni direzione.
- Non lo metto in dubbio, caro – chioccia Jenna, facendo oscillare la chioma ramata, sopprimendo un piccolo sbuffo divertito – Ma a casa dei miei genitori ti sei perso anche per cercare il bagno-.







 




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